Categoria: Politica Mondo

  • Accordo di estradizione con gli Emirati Arabi

    Firmato un accordo di estradizione e cooperazione giudiziaria con gli Emirati Arabi

    ROMA.16 SET. Il ministro della Giustizia Andrea Orlando ha firmato un accordo di estradizione e cooperazione giudiziaria con gli Emirati Arabi.

    Con tale trattato i due Paesi si impegnano a consegnare persone ricercate che sono sul proprio territorio.

    Orlando ha auspicato che gli accordi possano avere immediata operatività anche prima della loro entrata in vigore, prevista a seguito di ratifica parlamentare.

    In particolare a Dubai da tre anni risulta latitante l’ex parlamentare di Forza Italia Amedeo Matacena.

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  • TWITTER. TORNA LA CENSURA DI ANKARA

    ANKARA. 23 LUG. La scure della censura turca si è abbattuta di nuovo su Twitter.

    Il social network è stato bloccato oggi per oltre due ore finché non ha rimosso, come richiesto dalle autorità di Ankara, foto e video dei momenti successivi alla strage di Suruc, dove lunedì un kamikaze dell’Isis ha ucciso 32 volontari che volevano portare aiuti a Kobane.

    Il divieto, emesso questa mattina da un giudice di Suruc, riguardava “la pubblicazione di materiale visuale legato all’attacco terroristico”. Un bavaglio che riguarda tutti i media. Non è escluso, quindi, che nuove sanzioni possano colpire giornali e tv.

    La Turchia ha dimostrato più volte, come la censura arrivi immediata. Anche perché è lì che sono nate molte delle proteste dopo la strage, portando a diversi scontri e all’arresto ieri di 49 manifestanti.

    L’hashtag #TwitterBlockinTurkey è entrato subito in testa alle tendenze mondiali del social network, mostrando ancora una volta le difficoltà nell’applicazione della censura sul web.

    Per Twitter si tratta dell’ennesimo scontro con Ankara, che lo scorso anno decise di censurarlo proprio alla vigilia di delicate elezioni amministrative.

    Del resto l’ostilità del presidente Recep Tayyip Erdogan ai social network, strumento fondamentale delle proteste di Gezi Park di due anni fa, non è una novità.

    Lo scorso anno la Turchia è risultato il Paese al mondo che ha presentato più richieste di rimozione di tweet sgraditi, per un totale di 663.Tweet riguardo #TwitterBlockinTurkey

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  • IMMIGRATI. L’UNGHERIA APPROVA BARRIERA CON LA SERBIA

    BUDAPEST. 7 LUG. L’ Ungheria, tramite il suo parlamento, ha approvato la legge che prevede l’espulsione degli immigrati dal paese con procedura accelerata e la costruzione di una barriera di filo spinato al confine con la Serbia.

    Il parlamento l’ha approvata ieri sera con i voti della maggioranza governativa e gli estremisti nazionalisti di Jobbik.

    Si trattaerebbe di una modifica della normativa esistente sull’immigrazione che limita il diritto d’asilo nel Paese Ue. Il tutto in risposta al numero record di migranti e rifugiati, 67mila, che hanno raggiunto il Paese quest’anno.

    L’agenzia Onu per i rifugiati, ha duramente criticato queste regole chepermetteranno alle autorità di cancellare le richieste d’asilo, se i richiedenti lasceranno la loro residenza designata in Ungheria per più di 48 ore senza autorizzazione.

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  • GRECIA. VAROUFAKIS SI DIMETTE

    ATENE. 6 LUG. Colpo di scena in Grecia con le dimissioni del ministro Yanis Varoufakis il giorno dopo la netta vittoria dei ‘no’ nel referendum con una netta differenza di voti (61,3% contro il 38,7%).

    Il ministro delle finanze greco Yanis Varoufakis ha annunciato le proprie dimissioni e lo ha reso noto sul proprio account Twitter. E’ in questo modo che si sono svegliati i Greci.

    Dopo l’esito del referendum che ha visto la vittoria del ‘no’, scrive Varoufakis nel suo blog annunciando le dimissioni, “presto lascerò l’incarico saputo come alcuni ministri all’interno dell’Eurogruppo abbiano una preferenza per la mia assenza dal meeting”. “Considero un mio dovere non ostacolare l’intesa e aiutare il premier Alexis Tsipras nel suo tentativo di arrivare ad una intesa con l’Eurogruppo”.Tweet di @yanisvaroufakis

    E proprio Alexis Tsipras confida in unaccordo. Dal canto suo la Merkel subito dopo i primi risultati ha dichiarato: “Manda la Grecia contro un muro”.

    Oggi ci sarà proprio l'incontro tra la Merkel e Hollande e domani ci sarà un Eurosummit.

    Clicca qui per vedere il video incorporato.

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  • LA GRECIA DICE OXI (NO)

    ATENE. 6 LUG. La Grecia ha detto “ Oxi ” ‘no’ con il 61%, e “rifiuta i ricatti” ma il governo assicura che non emetterà una nuova moneta. Ai referendum in Grecia il No trionfa col 61%.

    Urlo di gioia alla sede di Syriza già dopo che le tv greche hanno reso noti i primi sondaggi sul voto al referendum chiesto dal premier Alexis Tsipras per consultare il popolo ellenico riguardo le proposte dei creditori di Atene in cambio di ulteriori finanziamenti per il salvataggio del Paese. Con la folla che in poco tempo ha riempito piazza Syntagma.

    Alexis Tsipras parlando in tv, in un messaggio alla nazione subito dopo il voto elettorale ha detto: “Abbiamo dimostrato che la democrazia non può essere ricattata”… “Il No – ha aggiunto – non è una rottura con l’Unione Europea. I greci hanno fatto una scelta coraggiosa, che cambierà il dibattito in Europa”…. “la Grecia vuole sedersi di nuovo al tavolo delle trattative: vogliamo continuarle con un programma reale di riforme ma con giustizia sociale e riorganizzare la questione del debito, non solo per la Grecia ma anche per l’Europa. La Grecia andrà al tavolo negoziale con l’obiettivo di riportare alla normalità il sistema delle banche”.

    Il ministro delle Finanze greco Yanis Varoufakis: “I greci hanno detto un coraggioso ‘No’ a cinque anni di ipocrisia e all’austerità. Il ‘No’ di oggi è un grande sì alla democrazia… Da domani l’Europa inizia a guarire le sue ferite, le nostre ferite, ha aggiunto Varoufakis”.Tweet riguardo #Grecia

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  • GRECIA. AL VIA IL REFERENDUM. BUONA AFFLUENZA

    ATENE. 5 LUG. Si sono aperti questa mattina alle 7, ora locale in Grecia con chiusura alle 19 i seggi dove i cittadini ellenici sono chiamati ad esprimere il loro parere in un cruciale referendum.

    Il quesito su cui gli elettori sono chiamati a dire Sì (Nai) o No (Ochi) è il seguente: «Deve essere accettato il progetto di accordo presentato da Commissione europea, Bce e Fmi nell’Eurogruppo del 25 giugno 2015, composto da due parti che costituiscono la loro proposta? Il primo documento è intitolato “Riforme per il completamento dell’attuale programma ed oltre” ed il secondo “Analisi preliminare per la sostenibilità del debito”».

    Gli aventi diritto al voto sono circa 9,8 milioni, di cui 108.371 votano per la prima volta, e i seggi sono quasi 19mila.

    I Greci sono già in fila dalle prime ore. Gli elettori riceveranno due schede: la prima contiene una domanda relativa al referendum con due caselle che dovranno essere contrassegnate da una croce sul ‘sì’ o sul ‘no’ e l’altra in bianco.

    Non sono previsti exit poll e le prime proiezioni attendibili dovrebbero essere disponibili attorno alle 21 locali.

    Affinché il risultato del referendum sia valido è necessario che vi prenda parte almeno il 40% del corpo elettorale, percentuale già abbondantemenete superata.

    Alexis Tsipras dopo aver votato ha dichiarato: “Oggi è un giorno di festa, perché la democrazia è una festa. Si può ignorare la decisione di un governo, ma non la decisione di un popolo”. “Da domani aprirermo la strada per tutti i popoli d’Europa. Oggi la democrazia batte la paura”.Tweet di @atsipras

    Il ministro delle finanze Yanis Varoufakis ha votato alle 11:27 a Faliro, sulla costa ateniese. Dopo il voto ha detto: “È una celebrazione della democrazia. Gli enormi fallimenti dell’Eurogruppo hanno portato a un ultimatum al quale la gente non ha potuto rispondere. Oggi può dare la sua risposta”.Tweet di @yanisvaroufakis

    Il ministro della Difesa Panos Kammenos e leader dei Greci Indipendenti dopo aver votato ad Atene ha dichiarato:“Non abbiate paura del popolo”, poi rispondendo ad una domanda ha detto: “I bancomat? Li ha chiusi l’opposizione”.

    Ad Atene anche due esponenti del fronte del sì, i leader di To Potami Stavros Theodorakis e del Pasok, Fofi Gennimatà. Theodorakis ha detto di sperare che “Il seme della divisione non darà i suoi frutti. Dobbiamo affrontare uniti i grandi problemi del Paese”. Poi ha aggiunto: “Vogliamo un accordo che funzioni. Mandiamo un forte Sì in Grecia ed Europa”Tweet riguardo #greekreferendum

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