Categoria: Economia

  • Terra Madre 2016. L’agave in cucina: la pianta delle meraviglie

    TORINO 9 AGO. “El árbol de las meravillas”: è questo il nome con cui il padre gesuita Josè de Acosta, nel 1550, definiva l’agave. E qualcosa di vero doveva esserci se due secoli dopo il grande botanico Carlo Linneo decideva di classificare la pianta secondo la parola greca àgauòs, ossia “illustre”, “nobile”.

    In effetti tutti questi complimenti l’agave sembra meritarseli davvero: se ci si chiede il perchè, si deve tenere presente che questa pianta ha accompagnato il cammino delle popolazioni del Mesoamerica (le zone dell’attuale Messico, Ecuador e una parte delle regioni andine, isole caraibiche) per migliaia e migliaia di anni con un ruolo da protagonista assoluta, prestandosi a una varietà incredibile di utilizzi.

    Dalle fibre presenti nelle foglie si ricavavano infatti corde, reti, ceste, abiti, coperte, tappeti, borse e molti altri oggetti di uso comune; le spine diventavano ami, i fusti delle infiorescenze canne da pesca o pali, dal succo di alcune varietà potevano essere ricavati impacchi efficacissimi contro le ustioni, mentre da quello di altre era possibile ottenere un veleno in cui intingere le frecce prima della caccia.

    Eppure, se si potesse interrogare un indigeno di quell’epoca sull’uso più importante per le varie parti della pianta, probabilmente ci si sentirebbe rispondere semplicemente questo: “l’agave era un cibo, e lo è ancora! Anzi è tanti cibi”, come scopre chi parteciperà all’evento dedicato nell’ambito della Scuola di Cucina al “Terra Madre Salone del Gusto 2016” a Torino dal 22 al 26 settembre prossimi. Tema: “L’agave in cucina”, in programma precisamente il 25 settembre in una delle aule di Eataly Torino Lingotto.

    Nel corso dei secoli l’uomo ha imparato a trarre il massimo dalla generosità dell’agave e dalle caratteristiche di ogni sua parte: i cuochi messicani della rete di Terra Madre, esperti conoscitori delle circa 200 varietà di agave a oggi censite, condivideranno con il pubblico una parte di questo antico sapere, accompagnandolo passo dopo passo nella preparazione, nella degustazione ma anche nel racconto di come questa pianta si sia intrecciata in modo indissolubile con la loro cultura, spiegando attraverso i loro piatti come mai per le popolazioni centro e sudamericane l’agave sia sempre stata molto più che il “semplice” ingrediente di prodotti che tutti conosciamo, come la Tequila e il Mezcal.

    Si assaggerà la zuppa a base di pulque, una delle bevande più caratteristiche della cucina messicana: per ottenerla occorre tagliare le foglie centrali dell’agave  prima della fioritura, raccogliere giornalmente il succo rilasciato dalla pianta per i due mesi successivi e lasciarlo fermentare, senza distillarlo. Il risultato è una bevanda chiara e dalla consistenza quasi viscosa, con una gradazione alcolica di poco superiore a quella della birra.

    Si potrà gustare una ricetta base di coniglio, realizzata avvolgendo la carne nelle foglie di agave per insaporirla e proteggerla durante la lentissima cottura sulle braci: infine potrà godersi un flan messicano a base di miele d’agave, un dolcificante naturale ottenuto dalla linfa della pianta e considerato da molti una valida alternativa allo zucchero per via della combinazione tra l’alto contenuto di fruttosio e il basso indice glicemico. Consigliabile prenotare l’evento sul sito www.slowfood.it.

    Marcello Di Meglio

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  • COSPE, via al corso gratuito “Lavorare nella Cooperazione Internazionale”

    FIRENZE 5 AGO. Se si desidera intraprendere un cammino nella Cooperazione Internazionale, nel No-profit e/o più in generale nel Terzo Settore, scoprire gli strumenti, i canali e i contatti per continuare o iniziare in questo campo, si può partecipare al Corso di Formazione “Lavorare nella Cooperazione Internazionale” proposto dalla Scuola COSPE di Firenze.

    Il corso di 4 ore è aperto a tutti ed è gratuito. Durante la giornata oltre ad un’introduzione sulla Cooperazione Internazionale e i suoi possibili sbocchi professionali, verrà presentato il nuovo programma formativo della Scuola di Cooperazione Internazionale di COSPE, ormai al suo settimo anno di attività, e le attività della stessa Organizzazione che da più di 30 anni lavora con centinaia di progetti in tutto il mondo. La Scuola è dotata di un’aula multimediale, che verrà potenziata proprio a partire da questo nuovo anno, per permettere di seguire i corsi anche a distanza grazie a una piattaforma web specifica.

    Informazioni e iscrizioni: mandare una mail a [email protected] con oggetto “Iscrizione giornata primo orientamento”. Oppure scaricare la scheda di iscrizione e mandarla al seguente numero di fax: 055/472806.

    Quando: giovedì 29 settembre prossimo dalle ore 17.00 alle ore 21.00.

    Costo: gratuito. La Scuola chiede solo 20 Euro per coloro che desiderano ricevere la tessera “Amico COSPE” valida un anno con la quale è possibile ricevere informazioni e materiale delle attività del COSPE ed accedere alla prima lezione gratuita dal tema “Fondamenti della Cooperazione” che si terrà venerdì 7 ottobre dalle 17.00 alle 20.00

    Dove: Aula Sassatelli c/o Scuola COSPE, Via Slataper 10, Firenze.

    Docente: Giancarlo Malavolti, ex presidente COCIS e COSPE, attuale Responsabile della Scuola di Cooperazione COSPE e docente presso l’Università di Pisa.

    Partecipare a questo primo appuntamento darà diritto a ricevere, oltre al materiale e all’attestato di partecipazione, anche una tessera che permetterà di accedere alla prima lezione “Fondamenti della Cooperazione”, all’interno del corso di 20 ore sempre su argomenti allargati sui “Fondamenti di Cooperazione Internazionale” che si terrà nel mese di ottobre.

    “Fondamenti di Cooperazione” è un corso di introduzione al mondo della cooperazione inter-nazionale, alle sue strutture e alla sua storia, dalla tutela dei diritti dei migranti alle leggi nazionali sulla cooperazione. Qua di seguito il programma formativo:

    – Presentazione, Globalizzazione e Sviluppo: 1+2 ore di lezione, in programma venerdi 7 ottobre 2016, dalle 17.00 alle 20.00. Docente: Giancarlo Malavolti .

    – Geografia delle ineguaglianze. Problemi Globali: 6 ore sabato 8 ottobre 2016, dalle ore 10.00 alle ore 17.00. Docente: Marco Tremori

    – Multiculturalità e Diritti dei Migranti: 3 ore di lezione, venerdì 14 ottobre 2016, dalle 17.00 alle 20.00. Docente: Udo Enwereuzer.

    – Educazione allo Sviluppo&Share Economy/Campagne Globali: 6 ore di lezione, sabato 15 ottobre 2016, dalle 10.00 alle 13.00 e dalle 14.00 alle 17.00. Docenti: Alberto Zoratti e Samantà Musarò.

    – Intercultura: 3 ore di lezione, venerdì 21 ottobre 2016, dalle 17.00 alle 20.00. Docente: Maria Omodeo.

    Contributo: 250 Euro, salvo sconti previsti. Non sono previsti esami. Tale costo sarà detratto integralmente al momento dell’iscrizione ad un diploma e/o certificato qualsiasi.

    I diplomi di COSPE

    Il corso introduttivo “Fondamenti di Cooperazione” è infatti preliminare e propedeutico al percorso che permetterà ai suoi partecipanti di continuare a studiare con COSPE.

    L’offerta formativa della Scuola di Formazione fiorentina si fa infatti sempre più specifica e mirata a preparare gli allievi a proporsi al mondo del No-Profit come professionisti in grado di rispondere alle attuali domande lavorative del settore.

    Il percorso comincia il 22 ottobre con il diploma di “Operatore qualificato per la Cooperazione Internazionale”. Per prendervi parte, il corso introduttivo “Fondamenti di Cooperazione” è valido, mentre è basilare/propedeutico a tutti gli altri diplomi (dal corso sono esonerati quanti dimostrino di possedere già le conoscenze basilari della cooperazione internazionale e del No profit).

    Inoltre, se si deciderà di proseguire con questo diploma, il costo del corso introduttivo sarà scalato da quello di Operatore: si ha quindi la possibilità di partecipare gratuitamente all’intero primo mese di lezioni.

    Per maggiori informazioni sul diploma di Operatore, visitare la pagina web www.cospe.org/formazione.

    Per l’anno prossimo al via il 13 gennaio il diploma di “Responsabile di progetto ed europrogettista”. Queste lezioni mirano a formare una figura che riunisca le competenze di europrogettista, eurovalutatore e di pratico di budget, che consentono la gestione efficiente dell’intero ciclo di un progetto. La proposta formativa ha carattere professionalizzante, con orientamento ai profili professionali del project management e sviluppo di competenze tecniche specialistiche per la progettazione e la compilazione dei formulari dei bandi di cooperazione internazionale. La partecipazione al diploma darà inoltre la possibilità di svolgere un tirocinio presso soggetti altamente qualificati del settore No-Profit, a seconda delle possibilità contingenti al periodo in cui lo si desidera effettuare.

    Come per il diploma di Operatore, prima del diploma di Responsabile è possibile frequentare il corso di introduzione “Fondamenti di Cooperazione Internazionale”, il cui costo verrà interamente detratto al momento dell’iscrizione. Per informazioni sul diploma di Responsabile, visitare la pagina web www.cospe.org/formazione.

    I corsi COSPE si concludono con il “Diploma magistrale in Cooperazione Internazionale. Esperto in progettazione e management” che darà la possibilità di prendere parte ad entrambi i diplomi sopracitati e ad un ciclo di lezioni sulla gestione degli organismi No-Profit, il tutto ad un prezzo ridotto. Per maggiori informazioni visitare sempre la pagina web www.cospe.org/formazione.

    Per informazioni e contatti: Cospe – Cooperazione per lo Sviluppo dei Paesi Emergenti, Via Slataper 10, 50134, Firenze, tel. 055/473556, fax 055/472806, mail [email protected], web www.cospe.org. Marcello Di Meglio

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  • Terra Madre, Kurdistan turco ospite per la salvaguardia dell’agricoltura tradizionale

    TORINO 4 AGO. Cinquemila delegati da 160 paesi, più di 800 espositori, 300 presidi Slow Food e 500 comunità del cibo, parteciperanno al più importante evento internazionale dedicato alla cultura del cibo, che quest’anno torna con una formula nuova.

    “Terra Madre Salone del Gusto”, in programma dal 22 al 26 settembre nel capoluogo piemontese, offre il più vasto panorama sui cibi di tutto il mondo e, per di più, in presenza dei produttori. Si tratta di una festa davvero unica, che quest’anno promette di migliorare ancora, invadendo le strade, le piazze e i parchi torinesi. Migliaia di persone e prodotti diffusi nei luoghi simbolo di Torino: tutto a portata di mano, per assaggiare e scoprire i tesori enogastronomici da tutto il mondo.

    E nonostante la guerra che affligge l’area mediorientale, uno dei produttori che raggiungeranno Torino per unirsi a questa grande manifestazione, è Ercan Ayboga, coordinatore delle relazioni internazionali del “Movimento per l’ecologia in Mesopotamia” (Mem) che ha sede nel nord del Kurdistan, in Turchia.

    È cominciato tutto con la protesta contro la costruzione di una diga sul Tigri vicino a Hasankeyf (una questione ancora irrisolta, n.d.r.): da lì il movimento si è allargato, toccando non solo le questioni relative all’acqua, e unendo contadini e allevatori di tutta la regione in un progetto comune per salvaguardare l’ambiente.

    Occorre ricordare che le tradizioni agricole in questa regione sono fra le più antiche al mondo: risalgono a circa 9000 anni fa, all’alba della civiltà. Infatti a Çayönü, a 40 kilometri da Diyarbakir, la città di Ercan, la varietà da cui discendono 68 diversi altri cereali cresce ancora, selvatica, sulle pendici del Karaca Dağ, dove fu “addomesticata” per la prima volta. Naturalmente, molti di questi cereali vengono ancora coltivati oggi nell’area, così come fagioli, orzo, lenticchie, uva, cocomeri, fichi e angurie. Non a caso Ercan parla di Diyabarkir come della “città delle angurie”, ma insiste su come le dighe sul corso del Tigri abbiano causato alluvioni e altri danni alla produzione agricola sulle zone fluviali.

    L’incredibile biodiversità presente nel Kurdistan turco è in pericolo: paradossalmente, è minacciata proprio dall’introduzione di progetti di irrigazione su larga scala sostenuti dallo Stato turco che hanno permesso di espandere l’area coltivabile. Per molti produttori nella regione, il Paese di Ankara è inoltre il principale cliente e definisce i prezzi di mercato incoraggiando i coltivatori a selezionare le varietà più redditizie, per esempio mais e cotone, spingendoli ad abbandonare migliaia di anni di tradizione.

    Un altro problema collegato a questo processo di industrializzazione e neoliberalizzazione è l’acquisto di terreni sempre più estesi da parte di grandi proprietari, che obbliga i produttori su piccola scala ad abbandonare la loro terra o ad accettare le condizioni imposte da questi ultimi.

    Eppure, anche quando i contadini curdi scelgono le varietà più convenienti, la vita per loro non migliora. Le riforme neoliberali abbattono i prezzi dei loro prodotti, mentre quelli del petrolio e dell’elettricità necessari a crescere queste colture intensive continua ad aumentare. L’irrigazione su larga scala per l’agricoltura inoltre sta prosciugando i pozzi, mettendo sotto sforzo le risorse idriche. Un tempo, nel Kurdistan turco, la popolazione festeggiava il “Newroz” (Nuovo anno) con un frutto diverso per ogni giorno dell’anno: oggi questa tradizione è troppo costosa per la maggior parte delle famiglie e, dopo 80 anni di repressione estrema, l’usanza è praticamente scomparsa (anche se sopravvive nel Kurdistan iraniano).

    Nonostante le difficoltà, Ercan vede all’orizzonte segnali positivi: attraverso il “Movimento per l’ecologia in Mesopotamia” i contadini e i produttori della regione, anche in aree suburbane, sono divenuti più sensibili ai temi della sostenibilità e dell’ambiente, e hanno sviluppato un senso comune di difesa verso il loro antichissimo patrimonio di tradizioni agricole. Oggi ci sono ancora molte varietà biologiche, naturali e locali accanto a quelle sponsorizzate dal governo, specialmente in montagna, dove il patrimonio di biodiversità delle piante e dei semi è più ricco.

    “Abbiamo iniziato a perdere il gusto per il cibo negli ultimi 15 anni, ma sappiamo ancora come valutare la qualità dei nostri prodotti e vogliamo salvare l’antica conoscenza della nostra gente, perché miglior qualità significa una salute migliore. Vogliamo imparare dagli altri Paesi, per capire come preservare e a recuperare le varietà dimenticate, e osservare come progetti di questo tipo vengano sviluppati e discussi altrove”.

    E quale miglior occasione di “Terra Madre Salone del Gusto” per interagire con migliaia di altri produttori di cibo da tutto il pianeta, che condividono problemi simili sotto diversi aspetti, e dare avvio a un dialogo che possa condurre a soluzioni durature per il cibo e le comunità? “Soltanto se lavoriamo e dialoghiamo insieme – replicano gli organizzatori – possiamo cambiare il futuro del cibo”. Marcello Di Meglio

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  • Poste, Ad Caio: “decisa crescita di ricavi e margini”

    Francesco Caio Ad di Poste Italiane

    ROMA. 3 AGO. Il Consiglio di Amministrazione di Poste Italiane, presieduto da Luisa Todini, ha esaminato e approvato la relazione finanziaria semestrale al 30 giugno 2016.

    “Poste Italiane registra una decisa crescita di ricavi e margini – ha dichiarato Francesco Caio, Amministratore Delegato e Direttore Generale – anche al netto dell’effetto non ricorrente derivante dalla cessione della quota Visa Europe. Questa semestrale è la migliore evidenza dell’esecuzione del piano strategico attraverso un programma di investimenti, di innovazione e cambiamento fortemente orientato al miglioramento della qualità del servizio ai cittadini. In ognuno dei settori aziendali, nella prima metà dell’anno, abbiamo conseguito significativi risultati allineati alle priorità strategiche di sviluppo”.

    Nei servizi finanziari: le giacenze dei conti correnti sono cresciute del +6,5% ; il credito alla famiglie del +49%; postepay evolution ha continuato a crescere con quasi un milione di nuove carte nel primo semestre 2016; e nell’innovazione digitale la nuova app postepay è stata scaricata da oltre 3,5 milioni di clienti.

    Nell’ambito delle assicurazioni e del risparmio gestito: il ramo vita ha raccolto 10,5 miliardi e sono stati lanciati nuovi prodotti non vita che hanno registrato un tasso di crescita del +59%.

    Nel settore corrispondenza e pacchi: il declino del fatturato è rallentato anche grazie alla continua crescita dei pacchi, che ha superato, a volume, il +13,9%, mentre abbiamo avviato l’attuazione del nuovo modello di recapito secondo quanto deliberato da Agcom.

    In sunto ecco i numeri del bilancio.

    Ricavi totali consolidati: € 17,7 miliardi, +10,9% (€ 16,0 miliardi al 30.6.2015).

    Risultato operativo consolidato: € 843 milioni, + 32,1% (€ 638 milioni al 30.6.2015), € 722 milioni, + 13% al netto dell’effetto Visa.

    Utile netto consolidato: € 565 milioni +29,9% (€ 435 milioni al 30.6.2015), € 451
    milioni +4% al netto dell’effetto Visa

    Masse gestite/amministrate: € 488,1 miliardi, +2,6% (€ 475,9 miliardi al 31.12.2015).

    Posizione finanziaria netta industriale: avanzo di € 276 milioni (avanzo di € 307 milioni al 31.12.2015).

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  • Accordo tra San Giorgio del Porto e Costa Crociere

    Accordo tra San Giorgio del Porto e Costa Crociere

    GENOVA. 2 AGO. San Giorgio del Porto e Costa Crociere hanno siglato un accordo per lo sviluppo di un centro di eccellenza mondiale per le riparazioni e le trasformazioni navali. L’accordo, annunciato oggi, prevede l’ingresso di Costa Crociere con una quota del 33,3%, in Chantier Naval de Marseille, realtà specializzata nelle riparazioni e trasformazioni navali basata a Marsiglia e controllata dalla genovese San Giorgio del Porto.

    L’accordo tra San Giorgio del Porto e Costa Crociere per il rafforzamento di Chantier Naval de Marseille prevede un primo investimento di 10 milioni di Euro finalizzati a incrementare l’efficienza del cantiere avvalendosi delle migliori tecnologie disponibili.L’investimento genererà volumi e scala tali da consentire di sfruttare le strutture per l’intero comparto armatoriale e per qualsiasi tipologia di nave e massimizzare le potenzialità del Bacino n. 10 che può ospitare le navi di grandi dimensioni. L’investimento, inoltre, comporterà benefici sia in termini occupazionali diretti che per lo sviluppo dell’indotto.

    San Giorgio del Porto, parte della holding Genova Industrie Navali, è una società leader in Europa e punto di riferimento a livello mondiale nelle riparazioni e trasformazioni navali e nello smaltimento/riciclo navi, così come in progetti di nuove costruzioni.

    Per Costa Crociere l’investimento rappresenta un ulteriore passo verso una più avanzata gestione tecnica della flotta del Gruppo per la quale è previsto un ampliamento considerevole basato sulla consegna di 7 nuove navi (tre per il marchio tedesco Aida Cruises; due per quello italiano Costa Crociere; due per Costa Asia) che porteranno la flotta ad un totale di circa 110.000 letti. In particolare, 4 delle nuove navi saranno alimentate a LNG e saranno le prime al mondo a entrare in servizio sfruttando questa innovativa tecnologia di propulsione per il settore crocieristico che neutralizza gli effetti negativi delle emissioni nell’aria. Costa, che è stata pioniere nella riduzione delle emissioni con investimenti già realizzati e pianificati per dotare le navi esistenti di sistemi di abbattimento dei gas esausti, completa il suo impegno verso la sostenibilità e il rispetto dell’ambiente.

    “La cantieristica italiana è un’eccellenza che San Giorgio del Porto ha esportato anche a Marsiglia, dove le caratteristiche infrastrutturali del porto permettono di allargare il business a nuovi segmenti di mercato. Con la costituzione di Chantier Naval de Marseille, in questi anni abbiamo posto le basi per creare un centro specializzato nelle trasformazioni e riparazioni navali. L’ingresso in partnership di un player importante come Costa Crociere rafforza questo progetto e permette di costituire un vero e proprio centro di eccellenza mondiale per le riparazioni e le trasformazioni navali, un punto di riferimento internazionale aperto a tutti gli armatori e a tutti i segmenti di mercato”, ha detto Ferdinando Garrè, amministratore delegato di San Giorgio del Porto.

    “Il Gruppo Costa è leader nel mercato europeo e grazie ad una strategia basata sull’innovazione dimostra di essere l’azienda del settore che più guarda al futuro. Questa partnership strategica, la prima di questo genere per il Gruppo Costa, rappresenta un passaggio fondamentale per le nostre operazioni future e assicurerà una gestione di eccellenza delle attività di manutenzione delle nostre navi, comprese quelle di nuova generazione di cui disporremo nei prossimi anni” ha affermato Michael Thamm, amministratore delegato di Costa Crociere. “Sono certo che questa partnership porterà un grande valore aggiunto ad entrambe le aziende, nonché nuove opportunità per costruire un cantiere innovativo ed efficiente”.

    Il porto marsigliese, il più grande della Francia, si pone all’avanguardia del mercato cantieristico grazie alle sue caratteristiche infrastrutturali, che permettono di gestire navi di grandi dimensioni. Chantier Naval de Marseille opera con tre bacini di carenaggio, tra cui il bacino 10 che, con dimensioni pari a 465 per 85 metri, rappresenta il più grande bacino del Mediterraneo.

    Chantier Naval de Marseille è stata fondata da San Giorgio del Porto nel 2010 e impiega circa 120 dipendenti, tra cui architetti navali, ingegneri meccanici e tecnici specializzati. Il cantiere si trova in una posizione strategica perché posto al centro di una grande zona di traffico navale che si estende da Genova fino a Barcellona.

    Marsiglia rappresenta inoltre un’importante realtà per l’industria crocieristica e Costa è stata tra le prime a sceglierla come destinazione dei propri itinerari nel Mediterraneo. Grazie alla piena collaborazione con l’Autorità Portuale – Grand Port Maritime de Marseille, è stato realizzato un terminal passeggeri che nel corso degli anni è cresciuto fino a puntare all’obiettivo di superare i 2 milioni di passeggeri.

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  • Slow Food. “Terra Madre Salone del Gusto 2016″: la Rete dei Soci e l’”uovo spaziale”

    TORINO 1 AGO. Prosegue a tappe il viaggio di avvicinamento di LN a “Terra Madre Salone del Gusto 2016”

    “Perchè organizziamo questo evento? La risposta è semplice: lo facciamo perchè è il modo migliore di rappresentare di tutto ciò che Slow Food realizza durante l’anno”. Sceglie queste parole Gaetano Pascale (in foto), Presidente di Slow Food Italia, per raccontare la prossima edizione di “Terra Madre Salone del Gusto”, a Torino dal 22 al 26 settembre prossimi.

    Un momento per tirare le somme, ma anche per offrire al pubblico vecchio e nuovo un vero e proprio “estratto” di ciò che significa Slow Food: “A Torino i visitatori troveranno tutti i nostri progetti in una forma condensata, sintetizzata. Così il nostro impegno nell’occuparci di cibo e produttori sarà rappresentato nel grande Mercato che troverete al Parco del Valentino, mentre il nostro lavoro con le scuole e per i più giovani sarà rappresentato dagli appuntamenti di Slow Food Educazione, solo per darvi un assaggio. L’evento è la sintesi ma anche il collettore. È il momento in cui facciamo il punto sul percorso che abbiamo fatto finora, e sulla strada da imboccare per il futuro. Per noi è l’esame, il momento che dà senso e concretezza agli anni di studio e di lavoro che l’hanno preceduto”.

    Un esame che sarebbe impossibile sostenere e superare senza gli elementi chiave su cui poggiano la struttura e il senso stesso dell’associazione.

    Fondamentale il rapporto con i soci. Un ballo a due che ha cambiato forma e ritmo molte volte dal 1996, anno della prima edizione dell’evento, fino a oggi, con il ricco calendario di appuntamenti a loro riservato. “Quest’anno abbiamo scelto questa forma per due motivi molto importanti: il primo nasce dal fatto che, per trasmettere meglio un messaggio ampio e globale come il nostro non c’è niente di meglio del “fare insieme”. Il secondo invece è legato a un senso di appartenenza che vogliamo coltivare. Per noi il socio non è solo una tessera, ma è una persona con cui condividiamo una visione, portiamo avanti le battaglie giornaliere e difendiamo il diritto al cibo buono per tutti. Per questo aspettiamo tutti i soci a Torino, per discutere con loro, ascoltare i loro consigli e costruire insieme l’associazione di domani”. Soci che sono protagonisti della grande rete di Terra Madre che unisce produttori, cuochi, ricercatori, esperti e “semplici” appassionati che collaborano con Slow Food: “Se riusciamo a portare le produzioni buone, pulite e giuste da tutto il mondo è grazie alla rete che ogni giorno lavora per tutelare prodotti e varietà che altrimenti andrebbero persi”.

    Ultimo in questo elenco, ma non per ordine d’importanza, il ruolo fondamentale dei Presìdi Slow Food e delle Comunità del cibo, che sono “innanzitutto i volti di chi sta dietro quel prodotto: se togli questo aspetto, smettono di essere un modello, un riferimento. Oggi sono un veicolo straordinario della ricchezza di ogni Paese, in particolare il nostro: la loro importanza dipende molto dalla storia dei produttori che li seguono dalla loro origine fino alle nostre tavole, e quale migliore occasione di Terra Madre Salone del Gusto per dar loro l’occasione di raccontarsi? Quello che ci auguriamo è che questo messaggio sia d’ispirazione non solo a chi vuole imparare come fare la spesa e mangiare in modo sostenibile, ma anche a chi lavora nel settore del cibo, perchè in questo periodo storico decisivo sia motivato a preferire l’identità alla logica miope dell’economia di scala”.

    Le novità che attendono i visitatori

    Davide Scabin e la rivincita delle acciughe tra Terra e Spazio

    Secondo la più rinomata letteratura di fantascienza, nel futuro viaggeremo su auto volanti, i robot ci aiuteranno nelle faccende domestiche e ci nutriremo di pillole energetiche. Un futuro, insomma, in cui la tecnologia fa da padrona e le buone abitudini gastronomiche sono state abbandonate e sostituite da metodi più sbrigativi.

    Ma l’idea di Davide Scabin (in foto), uno degli chef più eclettici e visionari della cucina italiana, è un’altra: “In realtà vorrei che tra vent’anni ci fosse pane, burro e acciughe al verde come quello che faceva mia nonna”, a sottolineare quel ritorno alla tradizione, al cibo vero e genuino, preparato con pochi ingredienti, protagonista indiscusso delle ultime tendenze culinarie.

    L’occhio lungimirante puntato sul futuro, Scabin è sempre stato un anticipatore del suo tempo e uno sperimentatore: lo dimostrano il Cyber Egg – suo piatto di punta – e il pasto preparato per l’astronauta italiano Luca Parmitano in occasione della sua ultima missione nello spazio. Ma significativa è stata anche la sua scelta, qualche anno fa, di “portare un piatto di pasta a un congresso internazionale”, quando tutti gli altri chef presentavano pietanze ricercate ed elaborate.

    Siamo già alla terza rivoluzione in cucina e ora, in quello che sembra un ritorno alle origini, ci ritroviamo a valorizzare la nostra tradizione, i nostri piatti, quelli preparati con amore e semplicità.

    Ed è così che lo chef del “Combal.Zero” di Rivoli introduce la lezione sul cibo del futuro che terrà a “Terra Madre Salone del Gusto 2016”: un appuntamento imperdibile riservato solo ai soci Slow Food e inserito nelle Storie di Cuochi e di Cucina. Con “Scabinsky Runner: 2036 licenza di cucinare” faremo un salto in avanti e proveremo a immaginare cosa metteremo sulle nostre tavole tra vent’anni.

    Cibo liofilizzato o cibo vero? Pillole o pastasciutta?

    Accanto alla semplicità di pane, burro e acciughe, secondo Scabin non dovranno mancare i legumi: “riportiamoli in cucina e diamo ai bambini quello che mangiavano i nostri nonni!”

    Legumi veri – lenticchie, ceci, fagioli – preparati senza grandi elaborazioni, serviti a casa e nelle mense delle scuole. Sarà una gastronomia fatta di piccoli gesti quotidiani, riducendo il consumo di carne e prendendosi cura di un orto: “in città o in campagna, quello che importa sarà accudire le proprie piantine, raccoglierne i frutti e imparare a utilizzarli in cucina, diventando produttori e consumatori allo stesso tempo, e ricordandosi che voler bene alla terra è proprio questo. Perché in fondo la vera innovazione è saper apprezzare la nostra cucina, darle valore e renderla protagonista del nostro futuro”..

    Marcello Di Meglio

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  • Slow Food-Terra Madre, 5mila delegati: Petrini nuovo ambasciatore FAO

    TORINO 31 LUG. Un appuntamento che si rinnova dal 2004 e che mobilita centinaia di famiglie in tutta la regione: è l’ospitalità che i piemontesi riservano ai delegati di “Terra Madre” durante l’evento targato Slow Food che anima Torino dal 22 al 26 settembre prossimi.

    Cinque giorni intensi durante i quali agricoltori, pastori, pescatori, produttori, cuochi, educatori provenienti da ogni parte del mondo condividono con i loro ospiti piccoli gesti quotidiani, usi e tradizioni, scambiando saperi e tessendo amicizie.

    Saranno 5mila i delegati accolti in Piemonte. Oltre al capoluogo piemontese, infatti, sono circa 50 le Città di Terra Madre in tutta la regione a essersi mobilitate per offrire posti letto. Ai primi di giugno erano già più di 700 le famiglie ad aver garantito la loro disponibilità: un risultato significativo che supera le aspettative e conferma il sostegno dei piemontesi alla rete.

    A Torino si calcolavano due mesi fa più di 80 adesioni, ma l’obiettivo è raggiungere e superare le 300 sistemazioni e il processo di coinvolgimento è proseguito.

    Oltre alle amministrazioni pubbliche e le associazioni territoriali, anche la Caritas, le Diocesi e l’Università degli Studi di Torino si sono mosse con appelli diretti ai torinesi, invitando ad aprire le porte di casa ai numerosi esponenti delle comunità del cibo in arrivo nel capoluogo piemontese.

    Importante anche il sostegno delle associazioni di categoria: Coldiretti, che è un partner fondamentale per la riuscita dell’accoglienza sin dalla prima edizione (nel 2004), ha confermato anche quest’anno la propria disponibilità a ospitare circa 300 delegati; Confederazione Italiana Agricoltori (Cia) nel 2016 per la prima volta partecipa all’accoglienza mettendo a disposizione 200 posti letto.

    “Accogliere i delegati significa aprire le porte al mondo, vivere un’esperienza unica di condivisione e scambio, stringendo legami che dureranno ben oltre l’evento – spiega Stefano Colmo, Segretario Generale della Fondazione Terra Madre – L’appello che rivolgiamo a tutti è di cogliere questa opportunità: avete ancora tempo per dare ospitalità a chi arriverà a Torino dai cinque continenti e aiutarci a farli sentire a casa”.

    Gli organizzatori hanno ringraziato anche Seag/Bus Company che facilita la mobilità dei delegati durante l’evento.: è ancora possibile dare la propria disponibilità a ospitare un delegato di Terra Madre mandando una mail a [email protected] (per Torino) oppure a [email protected] (se fuori Torino).

    Intanto, Carlo Petrini, fondatore e Presidente di Slow Food, organizzazione che da anni si adopera per la salvaguardia della cultura e delle tradizioni culinarie locali, e per assicurare che tutti abbiano accesso ad un cibo buono, pulito ed equo, è stato a fine maggio nominato ambasciatore speciale della FAO in Europa per “Fame Zero”.

    Il direttore generale della FAO, l’Organizzazione delle Nazioni Unite per l’Alimentazione e l’Agricoltura con sede a Roma,  José Graziano da Silva (in foto) ha lodato il contributo di Petrini nell’accrescere la consapevolezza dell’opinione pubblica europea sull’importanza di migliorare l’agricoltura e di assicurare catene di approvvigionamento sostenibili.

    “Questo include le numerose iniziative che hanno messo in evidenza l’importanza di reintrodurre colture locali che i piccoli proprietari terrieri e i contadini di sussistenza possono produrre per il proprio consumo e vendere al mercato come mezzo per raggiungere la sicurezza alimentare” ha affermato Graziano da Silva.

    “La nomina di Petrini e il suo coinvolgimento in attività di sensibilizzazione della FAO manderà un forte segnale alla comunità internazionale che possiamo veramente raggiungere un mondo senza fame” – ha continuato il Direttore Generarle della FAO – Questo contribuirà a costruire la Generazione Fame Zero e a porre fine alla fame entro il 2030”.

    Accettando la nomina, Petrini ha detto: “La vergogna della fame può e deve essere cancellata entro il tempo della nostra generazione; l’impegno in questo senso deve ricevere priorità politica in tutti i fora internazionali, oltre che a livello nazionale e di società civile.”

    Nel ruolo di Ambasciatore Speciale per “Fame Zero”, Petrini contribuirà a migliorare la comprensione della visione della FAO per un mondo libero da fame e dalla malnutrizione nel quale il cibo e l’agricoltura contribuiscono a migliorare i mezzi di sussistenza, soprattutto per i più poveri.

    Le attività prevedono la partecipazione ad eventi di alto livello e incontri pubblici, oltre al contributo in pubblicazioni chiave, visite a progetti sul campo e attività di raccolta fondi.

    Slow Food è un’organizzazione non-profit che lavora per promuovere cibo di qualità, prodotto e distribuito in maniera sostenibile per l’ambiente. Conta oltre 100 mila membri a livello globale ed è attiva in 160 Paesi.

    Grazie ad un accordo del 2013, la FAO e Slow Food hanno continuato a cooperare  per promuovere sistemi agro- alimentari inclusivi e hanno partecipato congiuntamente ad campagne promozionali e iniziative globali, tra le quali l’Anno Internazionale dei Legumi 2016, e l’Anno Intenzionale dell’Agricoltura Familiare 2014. Marcello di Meglio

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  • Salone Nautico, il 56esimo spinto da una ripresa del comparto

    Salone Nautico, la 56esima edizione aiutata da una ripresa del comparto

    GENOVA. 25 LUG. La 56esima edizione del Salone Nautico Internazionale di Genova si svolgerà dal 20 al 25 settembre.

    E’ quanto è stato confermato questa mattina dalla presidente di Ucina Carla Demaria durante la sua presentazione.

    Alla presentazione, avvenuta a Villa Lo Zerbino, è intervenuto anche il presidente della Regione Liguria, Giovanni Toti, l’assessore alla Cultura Carla Sibilla e il presidente della Camera di Commercio Paolo Odone.

    Le parole chiave della mattinata di presentazione sono state ‘ripresa’ per il mercato del comparto con una previsione del + 7%, unità; collaborazione non solo tra i soci di Ucina ma anche con le istituzioni, collaborazione confermata dal presidente Toti e dall’assessore Sibilla ed uno ‘stop alle polemiche’.

    Di polemiche, infatti, ne sono state fatte tante nei giorni scorsi, polemiche, un po’ amplificate secondo la presidente Demaria dai media, alle quali sono seguiti i fatti, come l’uscita di 15 grandi marchi della nautica italiana da Confindustria.

    Ma soprattutto accuse d’incostizionalità di Ucina per quanto riguarda il Salone Nautico, accuse che il presidente Demaria rimanda al mittente: “Se io sono francese, chi c’era prima di me, era cinese…”

    Sta di fatto che, almeno, sulla carta l Salone di Genova si preannuncia con numeri positivi. Secondo Ucina, sono in trend positivo, +21% ad oggi le conferme di partecipazione rispetto all’ edizione dello scorso anno. In aumento anche gli investimenti per numero di barche esposte e superficie occupata del 57% degli espositori; per arrivare ad un tutto esaurito per le imbarcazioni fuoribordo, un aumento del 5% della vela esposte e del 12% delle entrobordo, sa soprattutto un ritorno di molti marchi stranieri.

    Ora non resterà che attendere il mese di settembre. (nella foto di LN: il presidente di Ucina Carla Demaria).

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  • Confindustria respinge adesione Nautica Italiana: punto di stallo

    E’ rottura tra Ucina e Nautica Italiana

    MILANO. 23 LUG. Il Consiglio Generale di Confindustria ha respinto con voto contrario la domanda di adesione all’associazione degli industriali presentata da Nautica Italiana lo scorso ottobre in quanto “lo Statuto confederale non consente la coesistenza all’interno del sistema di associazioni che operano nello stesso settore”.

    A precisarlo nella serata di ieri Confindustria dopo la decisione del grandi marchi della nautica italiana di lasciare l’associazione degli industriali italiani.

    Inoltre, sottolinea Confindustria, la decisione assunta è conseguenza delle verifiche effettuate che confermano Ucina come la associazione di imprese nautiche che ha maggiore rappresentatività”.

    Ed un “no comment” arriva, in merito la decisione del grandi marchi della nautica italiana di lasciare l’associazione degli industriali italiani proprio dagli stessi vertici di Ucina.

    Tutto questo alla vigilia, lunedì 25 luglio, della presentazione della prossima edizione del Salone Nautico di Genova, un punto di stalo tra le due associazioni, proprio nel momento in cui si tendeva a parlare di una futura collaborazione.

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  • Nautica, 15 marchi importanti escono da Confindustria: “Mancanza di attenzione”

    Nautica: 15 marchi importanti escono da Confindustria

    ROMA. 22 LUG. Alcuni importanti marchi della nautica italiana, da Azimut-Benetti a Baglietto, da Ferretti Group a Mondomarine, escono da Confindustria.

    Si tratta, si legge in una nota congiunta di “Una decisione -motivata dalla ormai prolungata mancanza di attenzione al comparto nautico da parte della confederazione”. Il gruppo di 15 aziende fa parte di Nautica Italiana e rappresenta l’eccellenza del settore.

    Hanno sottoscritto il documento i seguenti 15 marchi: Apreamare, Azimut|Benetti, Baglietto, Cantiere delle Marche, Cantieri di Sarnico, Colombo, Gruppo Ferretti, Maltese, Mase Generators, Mondomarine e cantieri di Pisa, Opem Sistemi, Perini, Picchiotti, Tecnopool, Viareggio Superyacht, Vismara Marine.

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