Categoria: Economia

  • Italian Cruise Day. Liguria in testa per traffico crocieristico passeggeri

    LA SPEZIA. 16 SET. La Liguria a fine 2016 si conferma in testa alla classifica regionale del traffico crocieristico in Italia per numero di passeggeri movimentati (circa 2,62 milioni, +2,1% sul 2015).

    Le proiezioni sono contenute all’interno dell’Italian Cruise Watch 2016, il rapporto di ricerca sull’industria crocieristica nazionale curato da Risposte Turismo che verrà presentato in occasione della sesta edizione dell’Italian Cruise Day che si svolgerà a Spezia il prossimo 30 settembre.

    Primo posto nella classifica regionale per numero di passeggeri movimentati (circa 2,62 milioni, +2,1% sul 2015) e quarto posto nella classifica regionale per numero di toccate nave
    (784, -5,8%).

    E ancora, una crescita del numero di passeggeri movimentati (imbarchi, sbarchi e transiti) nello scalo di Genova (+23,8%, per un totale di poco superiore al milione) a fronte di una stabilità nello scalo di Savona (-0,2%, 980 mila) e di una contrazione nel porto della Spezia (-19,1%, 540 mila). Oltre ai primi tre porti, la Liguria conta su ulteriori scali più piccoli che, complessivamente, si stima movimenteranno oltre 50.000 passeggeri nel 2016. Tra essi, i porti di Portofino con 30 mila passeggeri, Sanremo con 8 mila e Santa Margherita Ligure con 7 mila.

    Queste le proiezioni aggiornate per il 2016 relative alla Liguria contenute all’interno di Italian Cruise Watch 2016, il rapporto di ricerca sull’industria crocieristica nazionale curato da Risposte Turismo – società di ricerca e consulenza attiva nella macro industria turistica – che verrà presentato integralmente e distribuito in occasione della sesta edizione di Italian Cruise Day, l’appuntamento di riferimento per il comparto crocieristico nazionale in programma venerdì 30 settembre presso l’Auditorium del Porto della Spezia.

    Più in particolare, nella classifica previsionale regionale dei passeggeri movimentati nel 2016 stilata da Risposte Turismo, la Liguria manterrà la posizione rispetto allo scorso anno collocandosi davanti al Lazio (circa 2,3 milioni) e alla Campania (circa 1,7 milioni).

    Nella classifica previsionale dei passeggeri movimentati nel 2016 nei principali scali crocieristici del Paese, Genova salirà al quarto posto collocandosi alle spalle di Civitavecchia (circa 2,3 milioni), Venezia (1,6 milioni) e Napoli (circa 1,3 milioni) e davanti a Savona, in discesa di una posizione rispetto al 2015. La Spezia manterrà la settima posizione.

    “Con Genova, Savona e La Spezia, gruppo che si completa di altri più piccoli scali, la Liguria – afferma Francesco di Cesare, Presidente di Risposte Turismo – si presenta con un’offerta ampia e qualificata di scali crocieristici, con risultati che anno dopo anno si sono consolidati e messi al riparo da forti oscillazioni che talvolta si traducono in cali significativi a seguito di buoni incrementi. L’intera regione trae e potrà trarre ancora maggiori vantaggi, anche in termini di flussi e promozione turistica, se gli operatori pubblici e privati sapranno approcciarsi nel modo giusto al fenomeno”.

    Italian Cruise Day 2016 è stato presentato oggi in una conferenza stampa tenutasi a La Spezia presso l’Auditorium del Porto ed è un evento ideato e organizzato da Risposte Turismo e realizzato quest’anno in partnership con Autorità Portuale della Spezia e Discover La Spezia.

  • Nautica Italiana a Cannes, presentato primo studio di mercato

    CANNES. 7 SET. Secondo la stima di Deloitte e Fondazione Altagamma per il 2015 vale 19 miliardi di euro il mercato mondiale della nautica di nuove imbarcazioni, registrando un +12% rispetto al 2014 (17 miliardi di euro).

    Sono circa 800 mila le nuove unità vendute, rispetto alle 700 mila del 2014, con una crescita del 14%.

    Per quanto riguarda il segmento dei Superyacht, imbarcazioni oltre i 30 metri di lunghezza, l’order book 2016 stimato da Deloitte, escludendo gli ordini “on hold” e “ghost”, consta di 295 unità – di cui il 44% sono nuovi ordini –  con un valore complessivo di 8,7 miliardi di euro.

    14 miliardi di euro è la stima del mercato dell’usato e 1 miliardo è il valore globale dei settori Refit&Repairs e del Superyachts Charter calcolato da Deloitte sulla base dei dati 2014 dei principali operatori globali.

    Sono questi i primi dati di consistenza del mercato mondiale della nautica da diporto elaborati da Deloitte con Altagamma nel “numero zero” dello studio “Market Insight of the international Recreational Boating Industry”, presentato oggi nell’ambito del Yachting Festival di Cannes da Nautica Italiana, associazione che riunisce l’eccellenze dell’industria del comparto.

    “Con la presentazione di oggi parte ufficialmente un importante progetto di Nautica Italiana, uno dei primi su cui abbiamo investito con convinzione e che nei prossimi anni troverà dimensione e sviluppo definitivo – ha dichiarato Lamberto Tacoli, Presidente di Nautica Italiana –. Il valore di questo studio non è solo nella metodologia innovativa che Deloitte ha messo a punto e applicato, ma anche nell’apporto di Fondazione Altagamma che arricchisce l’interpretazione dei dati con la grande esperienza di analisi delle tendenze nel settore dei beni di lusso su scala internazionale. L’eccellenza della produzione nautica italiana quale ambasciatrice del Made in Italy nel mondo rende infatti la nostra associazione naturalmente affine ad Altagamma, e questo progetto di studio del mercato ne è tangibile conferma.”

    Lo Studio si pone l’obiettivo finale di analizzare i principali trend del mercato della nautica da diporto su scala mondiale, con una segmentazione verticale dei principali settori di produzione e di business dell’industria.

    Questo è il numero zero di uno studio che vorremmo arricchire annualmente. Oggi siamo partiti dai principali indicatori del mercato delle imbarcazioni, con un focus sulle unità da diporto, sui superyacht e sui segmenti ausiliari/secondari del Refit&Repair e del Charter. Già dalla prossima edizione vorremmo analizzare l’impatto occupazionale ed economico che l’industria nautica genera nei territori. Perché l’industria nautica è un grande motore non solo di piaceri individuali ma di benessere collettivo” afferma Luca Petroni, Chairman di Deloitte Financial Advisory Italy, che ha condotto lo studio.

    L’Italia conferma la sua leadership in valore nel settore delle nuove costruzioni: prima produttrice globale di imbarcazioni a livello europeo con un valore della produzione 2014 di 1,7 miliardi di euro pari a 10% del valore globale, superando UK (6,9%), Olanda (6,5%), Germania (6,4%), Francia (5,7%). A livello mondiale l’Italia è seconda dopo gli USA (43%).

    “Il mercato della nautica da diporto – nota Tommaso Nastasi, Yachting Industry Expert di Deloitte Financial Advisory Italy – dopo il crollo degli ultimi anni, sta attraversando una fase di recupero importante. La sfida per gli operatori è quella di ampliare il bacino geografico della clientela finale”.

    L’analisi della penetrazione della nautica da diporto a livello di aree geografiche e la distribuzione della ricchezza della popolazione mondiale concludono lo Studio, con l’obiettivo di individuare le aree di sviluppo del settore nautico. Infatti la penetrazione del mercato dei Superyacht è stimata solo al 2,5% presso i segmenti più ricchi della popolazione mondiale che assomma a 15,4 milioni di persone e che registra un tasso di crescita composto medio annuo del 7,5% dal 2009 al 2015.

    “L’opportunità – ma anche l’imperativo categorico – è conquistare la clientela più sofisticata ed abbiente, che continua a crescere del 7,5% all’anno nel mondo intero. Come sta facendo l’industria del lusso nel suo complesso”, conclude Armando Branchini, Vice Chairman di Fondazione Altagamma.

    Nautica Italiana, associazione affiliata a Fondazione Altagamma, è nata all’inizio di settembre 2015 dall’iniziativa di 25 dei più importanti produttori nel settore nautico italiano, allo scopo di riunire le eccellenze dell’intero comparto – Industria, Servizi e Territori – e disegnare la strategia di sviluppo e crescita del comparto, sia a livello nazionale che internazionale, restituendo al settore l’elevato livello di reputazione che merita. Attraverso la collaborazione con altre importanti realtà del settore, come i Territori e i Distretti regionali, l’Associazione opera con un criterio selettivo incentrato sulla Carta dei Valori nonché sulla condivisione del progetto strategico. Il posizionamento di NAUTICA ITALIANA e la particolare attenzione ai mercati internazionali, la rendono naturalmente affine a Fondazione Altagamma, che dal 1992 riunisce le imprese dell’alta industria culturale e creativa italiana riconosciute come autentiche ambasciatrici dello stile italiano nel mondo. L’affiliazione a Fondazione Altagamma, deriva infatti dalla consapevolezza di poter creare forti sinergie con altri comparti di prestigio eccellenti per rafforzare ulteriormente il ruolo della nautica nel suo complesso.

    L’associazione ha messo a punto “NAUTICA 365”, un progetto strategico a 360° per 365 giorni all’anno basato su tre pilastri portanti: il Manifesto della Nautica Italiana con nove proposte legislative concrete per supportare la crescita del comparto; il “Contratto etico” a garanzia di serietà e trasparenza e un piano di promozione nazionale e internazionale con una nuova strategia di eventi per il comparto. www.nauticaitaliana.net

  • Baglietto a Cannes e Monaco con 46m Fast e 54m Unicorn

    Il Baglietto 46m FAST

    LA SPEZIA. 6 SET. Baglietto, cantiere spezzino parte del Gruppo Gavio, che l’ha acquisita nel 2012 e vuole ricollocarlo tra i maggiori cantieri a livello internazionale, partecipa ai Saloni nautici europei con due anteprime mondiali: il Baglietto 46m FAST, che inaugura la nuova linea dei FAST del cantiere spezzino.

    E’ presente al Cannes Yachting Festival (SYE 225) – da oggi all’11 settembre – e al Monaco Yacht Show (E18), in programma dal 28 settembre all’1 ottobre.

    I visitatori del Monaco Yacht Show potranno ammirare inoltre “Unicorn”, il nuovo 54m con scafo dislocante.

    Il progetto del nuovo 46m FAST pone grande attenzione agli spazi all’aperto, ampliando la possibilità di contatto con il mare sia in navigazione che all’ancora, per godere così di momenti in compagnia all’aperto.

    Francesco Paszkowski Design ha curato sia le linee esterne che gli interni del maxiyacht, avvalendosi anche del contributo dell’architetto Margherita Casprini per l’interior design, mentre il progetto navale porta la firma dell’ufficio tecnico di Baglietto.

    Ispirate alle linee filanti degli yacht plananti in alluminio che hanno contribuito all’affermazione del brand Baglietto in tutto il mondo, le linee esterne del 46m FAST esprimono grande dinamismo grazie a una prua sfuggente e grintosa, contrapposta alla poppa imponente.

    Elemento di novità delle linee esterne, la forma compatta della sovrastruttura, poco sviluppata in altezza per favorirne la penetrazione aerodinamica.

    Gli interni del maxiyacht sono contraddistinti da volumi importanti e non comuni in imbarcazioni plananti di queste dimensioni. Toni caldi del legno in palissandro si alternano al più freddo laccato bianco di cielini e pannellature, garantendo agli interni dell’imbarcazione un’atmosfera contemporanea ed elegante.

    Costruita interamente in alluminio, l’imbarcazione è classificata Lloyd’s Register of Shipping e conforme alle normative internazionali MCA.

    Invece il 54 m Unicorn è la naturale evoluzione della collaudata piattaforma dei 53 metri Baglietto, che vanta nomi di imbarcazioni illustri come Blue Scorpion, Gitana e Baraka.

    Si tratta di un’imbarcazione dislocante in acciaio e alluminio che anticipa il restyling delle imbarcazioni dislocanti di 43m, 48m e 55m, attualmente in costruzione presso il cantiere, fino ai progetti di 58m e 62m.

    Costruito per un armatore europeo, Unicorn prende il nome dalla creatura mitologica, simbolo di purezza e nobiltà, e annovera tra le sue caratteristiche la finestratura della timoneria “rovesciata”, che amplia la visibilità dal ponte di comando, ma concede anche ulteriore spazio al sun deck.

    L’intera imbarcazione gioca sul contrasto tra i colori scuri dei rivestimenti verticali di pareti e tappezzerie in velluto e i colori chiari di tutti i rivestimenti orizzontali: dal bianco ottico dei cielini al color crema dei pavimenti in rovere sbiancato e della moquette. Il risultato è un ambiente di grande carattere, classico, elegante e contemporaneo.

    I legni in rovere laccato lucido e il velluto grigio argento di tendaggi e divani sono rischiarati dalla luce naturale che proviene dalle grandi finestrature sul main deck, elemento connotante di tutta l’imbarcazione.

    Spinto da 2 motori Caterpillar 3512C, lo yacht può raggiungere una velocità di 16 nodi ed è certificato dalla massima classe del Lloyd’s Register of Shipping.

    Il Cantiere Baglietto spa, con sede a La Spezia, è specializzato nella costruzione di nuove imbarcazioni plananti in alluminio da 35 a 50 metri e megayacht dislocanti superiori ai 40 metri in acciaio e alluminio a cui si affianca anche un’attività di refitting e ricostruzioni navali di assoluta eccellenza oltre alle costruzioni militari, con il marchio Baglietto Navy, antica tradizione del marchio del “Gabbiano”.

    Esteso per oltre 35.000 mq e affacciato in pieno Golfo dei Poeti, il cantiere ha completato un importante progetto di ricostruzione che ha previsto significativi interventi sia nelle strutture produttive che commerciali.

    Il cantiere Baglietto oggi può offrire ai suoi clienti un full range di prodotti tra i 35m ed i 65m nei segmenti plananti (la linea FAST, che include, oltre ad un’imbarcazione open di 44m, un 35m, un 43m ed un 46m) e dislocanti (di 44m, 48m, 48m Explorer, 55m e 62m) cui si aggiunge la linea “tender” degli MV di 13 e 19m.

    L’attività produttiva del cantiere è attualmente a pieno regime: Baglietto conta oggi su 50 dipendenti e si avvale di maestranze esterne per circa 200 persone.

    Al momento attuale, cinque imbarcazioni sono in fase di costruzione all’interno del cantiere: oltre al prototipo delle linea MV19, infatti, si stanno producendo lo scafo del nuovo 55 metri dislocante, un’unità della linea Fast da 43 metri, e due nuovi 48m della linea dislocante.

    Interent: www.baglietto.com

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  • Navi, 470 scontri nei porti in 5 anni: nasce sito

    Navi: 470 scontri nei porti in 5 anni documentato nel sito Port Crash

    GENOVA. 5 SET. Sono 470 in cinque anni. E’ questo l’impressionante numero di urti di navi contro le banchine dei porti italiani o, in parte marginale, di navi battenti bandiera italiana nei porti esteri dal 2011 al primo trimestre del 2016.

    Collisioni talora con navi ormeggiate in banchina ma specialmente scontri con le banchine, a volte con effetti marginali che non hanno impedito alle unità mercantili, ai traghetti o alle navi passeggeri di ripartire e riprendere il mare aperto.

    In alcuni casi con conseguenze drammatiche e, in altri, risolti con una semplice riparazione delle lamiere danneggiate nonostante che la nave avesse superato ampiamente la frontiera invisibile che separa il rischio ordinario da una tragedia.

    Questi alcuni dei dati contenuti nello studio messo a punto e coordinato da Bruno Dardani, in collaborazione con Massimiliano Grasso. Studio presentato oggi in anteprima a Genova nella forma del tutto inconsueta di un E-book e di un blog finalizzati a far comprendere cosa accada all’interno dei porti a quella stragrande maggioranza della popolazione italiana che è assolutamente all’oscuro non solo del ruolo della portualità e dei traffici marittimi (per altro strategicamente essenziali), ma anche e specialmente delle dinamiche e delle problematiche che quotidianamente caratterizzano l’interfaccia fra nave e porto.

    Lo studio non è solo una raccolta di dati statistici. E’ anche e specialmente una raccolta di filmati e fotografie relative ai casi più clamorosi di “port crash”. L’obiettivo è di spiegare perché urti e collisioni siano così frequenti, in porti che possono essere equiparati a giganteschi parcheggi di navi e che negli ultimi decenni sono diventati terribilmente stretti, compressi in specchi acquei spesso delimitati da banchine e moli, progettati e realizzati secoli orsono e chiamati a ospitare navi di dimensioni sempre più grandi.

    Introdotto da Luigi Merlo, consigliere del ministro dei Trasporti, e dall’ammiraglio Giovanni Pettorino (commissario dell’Autorità portuale di Genova) il tema dei port crash e quello inevitabilmente collegato delle limitazioni infrastrutturali con le quali devono confrontarsi i porti italiani, a oggi emarginati, ad esempio nel settore container, dai grandi traffici gestiti con navi giganti, è stato oggetto di un confronto al quale hanno partecipato, l’assessore regionale Edoardo Rixi il presidente di Assoporti, Pasqualino Monti, quello di Federagenti, Gian Enzo Duci, il presidente di Assiterminal, Marco Conforti e il consigliere di Confitarma, Roberto Martinoli.

    Secondo l’Annual Overview of Marine Casualties and Incidents 2015 di Emsa, ovvero il rapporto annuale dell’European Maritime Safety Agency, nel quinquennio 2011-2014, il 42% degli incidenti che hanno visto coinvolte navi mercantili, traghetti, petroliere, bulk passeggeri, insomma la flotta mondiale, è avvenuto in acque ristrette e specie nelle acque portuali. E probabilmente se venissero presi in considerazione gli incidenti “da parcheggio”, la percentuale supererebbe abbondantemente la soglia del 50%.

    Secondo un recente rapporto del Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti sui sinistri marittimi nelle acque territoriali e nei porti italiani si registra una forte e costante crescita degli urti contro oggetti fissi (in particolare banchine) e un andamento sostanzialmente stazionario delle collisioni, ovvero degli urti fra navi.

    Lo studio che trae origine da tre drammatici eventi che hanno trasformato urti ormai di ordinaria amministrazione nei porti in tragedie del mare, analizza anche le caratteristiche delle professioni che interagiscono nello scacchiere portuale, ma anche la forza d’urto espressa da una nave in manovra. Una media portacontainer in rotazione a un nodo e mezzo di velocità ha una potenza d’urto pari a quella concentrata di cinque camion lanciati a 80 km all’ora nello stesso punto.

    Forza d’urto che nella stragrande maggioranza dei casi viene assorbita nei porti da strutture come le banchine progettate per tale tipo di incidenti.

    Al 42% di incidenti in acque portuali si somma un ulteriore 27% di sinistri che ha per teatro le acque costiere sotto le 12 miglia, sovente negli spazi dove le navi in attesa di ormeggio danno fonda alle ancore e dove comunque si sviluppa la fase iniziale o quella finale delle manovre che la nave compie per entrare o uscire dal porto. Nel periodo preso in considerazione da Emsa, fra casualties e incidents, 3.831 hanno avuto per teatro acque interne ai porti, ai canali o agli estuari di fiumi, seguite da 2.440 in acque costiere.

    Sembrerebbe un paradosso considerando che le navi prese in considerazione spendono in acque interne meno del 7% del loro tempo, ma non è così. Un paragone? Analizzando le statistiche dell’Automobil Club Italiano si evince che la stragrande maggioranza degli incidenti stradali si verifica in aree urbane. Per le navi queste aree urbane sono i porti.

    Lo studio, anche per gli strumenti di divulgazione scelti, si pone un obiettivo di conoscenza diffusa. Ovvero quello di far comprendere al di fuori della cinta portuale e della cerchia ristretta degli addetti ai lavori, il valore, ma anche le problematiche, le professionalità, lo skill e spesso il coraggio, ma  anche i pericoli che caratterizzano attività altrimenti scarsamente note. Di qui la scelta di affidare non solo ai numeri, ma alle immagini, il compito di rendere comprensibile ciò che per molti è incomprensibile, e per la stragrande maggioranza degli italiani sarà una scoperta.

    Internet: www.portcrash.net

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  • Salone Nautico di Genova: 20 giorni all’inizio

    Salone Nautico di Genova: 20 giorni all’inizio

    GENOVA. 31 AGO. Tra una ventina di giorni inizierà il Salone Nautico di Genova 2016, in programma in Fiera a Genova dal 20 al 25 settembre, posizionato a livello temporale dopo lo Yachting Festival di Cannes del 6-11 settembre e prima del Monaco Yacht Show del 28 settembre – 1 ottobre.

    Quello di Genova sarà un salone importante come conferma la stessa Ucina che secondo i dati esposti si presentarà agguerrito sia dal punto di vista del numero degli espositori, con un +21%, sia per la qualità degli stessi e della formula di businness proposto.

    Fondamentale la collaborazine con ICE e le istituzioni.

    Ice, dal canto suo, rafforza il sostegno alla filiera nautica italiana attraverso un articolato programma di supporto al Nautico, considerato, dallo stesso Ente, che ha il compito di sviluppare, agevolare e promuovere i rapporti economici e commerciali italiani con l’estero, come unico evento in Italia del settore.

    Nell’ambito del Piano Straordinario di Promozione del Made in Italy 2016 varato dal Ministero dello Sviluppo Economico, ICE-Agenzia e UCINA, l’Associazione di categoria di Confindustria, organizzano la visita di diverse delegazioni di operatori e giornalisti di settore.

    Fitto il programma degli incontri B-to-B con la Missione Operatori, che coinvolgerà i responsabili degli uffici tecnici dei cantieri, uffici acquisti, buyer, distributori internazionali e broker.

    Interessante la presenza, per la prima volta in Italia, di una delegazione di 15 broker indipendenti della Florida Yacht Broker Association, storica associazione americana che conta oltre 1.200 soci attivi nel settore del commercio di imbarcazioni in uno dei mercati più vivaci in assoluto.

    Il 21 e 22 settembre gli operatori esteri saranno disponibili per incontrare, presso la Lounge B-to-B dedicata, nel Padiglione B del Salone, le aziende espositrici italiane che ne faranno richiesta.

    Grazie ICE, sono attesi giornalisti, operatori professionali e broker provenienti 32 Paesi, fra cui Austria, Belgio, Brasile, Cina, Croazia, Finlandia, Francia, Germania, Grecia, Hong Kong, Israele, Malta, Medio Oriente (Arabia Saudita, EAU, Abu Dhabi), Norvegia, Olanda, Polonia, Portogallo, Repubblica Ceca, Romania, Russia, Serbia, Spagna, Svezia, Svizzera, Turchia, Ucraina, UK e USA.

    Il Salone Nautico: http://salonenautico.com

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  • Terra Madre 2016. Energia: rinnovabili o la Terra soffoca

    TORINO 29 AGO. Nell’ambito di “Seminiamo Sostenibilità”, nato per raccontare un passo alla volta il percorso ideato dall’Università di Scienze Gastronomiche di Pollenzo e dedicato alla sostenibilità dell’evento “Terra Madre Salone del Gusto 2016” a Torino dal 22 al 26 settembre prossimi, si può scoprire il progetto SEeD, seme, appunto, acronimo di “Systemic Event Design”. In questa quarta puntata scopriamo come è possibile ridurre l’impatto ambientale di un evento come quello torinese attraverso l’utilizzo di energie rinnovabili.

    “Se non troveremo un modo per limitare i danni ambientali, per risparmiare energia e conservare le altre risorse naturali, oltre che per rallentare il riscaldamento del pianeta, siamo destinati al disastro”, scrive Joseph Stiglitz, premio Nobel per ’economia. Anche Slow Food vuole fare la propria parte per ridurre il suo impatto ambientale, usando fonti di energia rinnovabili e diminuendo i consumi: perciò è orgogliosa di annunciare che “Terra Madre Salone del Gusto 2016” sarà il primo evento di Slow Food nel quale verrà utilizzata solo energia rinnovabile certificata.

    Il modello produttivo dell’uomo sta irrimediabilmente rovinando la natura, mentre si dovrebbe guardare proprio agli ecosistemi, ai loro flussi di materia ed energia che si rinnovano e si autoalimentano e alla loro capacità di assorbire e metabolizzare ogni eccedenza per ripensare al modello di sviluppo umano. Insomma, si dovrebbe attuare una “Terza Rivoluzione Industriale”, secondo le parole di Jeremy Rifkin, che utilizzi energia a emissioni zero. L’impronta ecologica che è stata generata, vale a dire il consumo umano di risorse naturali rispetto alla capacità della Terra di rigenerarle, ha di fatto quasi esaurito le riserve di combustibili fossili.

    Agli inizi del 1900 si impiegava giornalmente solo l’equivalente di pochi barili di petrolio per ottenere l’energia utilizzata a livello mondiale. Oggi si consumano invece ogni giorno oltre 80 milioni di barili di petrolio (fonte State of the World 2007, Worldwatch Institute). Il valore delle energie fossili (petrolio, carbone, metano), sfruttate in misura sempre maggiore negli ultimi decenni, viene spesso erroneamente calcolato in merito ai soli costi di estrazione, trattamento e transazione commerciale, quando invece si dovrebbe considerare l’impoverimento delle risorse e i costi ambientali, sociali ed economici dovuti all’impatto della loro combustione. I combustibili fossili sono infatti tra le principali cause dell’incremento non controllabile dell’effetto serra naturale che ha portato, a sua volta, a un aumento della temperatura media terrestre di quasi 1° dal 1850 a oggi.

    Slow Food ha così pensato di ridurre l’impatto ambientale di “Terra Madre Salone del Gusto 2016” attraverso il ricorso all’energia rinnovabile, la cui fornitura sarà garantita dall’azienda partner del progetto sistemico, Iren. Il fabbisogno energetico necessario per lo svolgimento dell’evento torinese sarà così per la prima volta garantito da sole fonti rinnovabili ma all’associazione della Chiocciola piacerebbe in futuro fare un passo in più: produrla in loco attraverso, per esempio, l’utilizzo di pannelli fotovoltaici. Il risparmio energetico durante la manifestazione sarà reso possibile anche dall’utilizzo di corpi illuminanti e elettrodomestici, come per esempio le cantinette refrigeranti per il vino, a basso consumo.

    Ci sono molte buone pratiche finalizzate al risparmio energetico che ognuno di noi dovrebbe adottare. Per esempio, quando si acquista un elettrodomestico si dovrebbe leggere l’etichetta energetica per accertarsi che sia di classe A++, A+ o A che consumano meno energia. I consumi effettivi dipendono anche dal modo in cui si utilizzano gli elettrodomestici: nel caso di frigoriferi e congelatori, per esempio, bisognerebbe evitare di aprire gli sportelli troppo spesso e troppo a lungo, regolare il termostato su una posizione intermedia, posizionarli correttamente (lontano da fonti di calore, con almeno 10 cm di spazio dalla parete), fare un’adeguata manutenzione e introdurre gli alimenti in base alle loro esigenze di conservazione.

    Marcello Di Meglio

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  • Terra Madre 2016. Acqua: non sprechiamone una goccia

    TORINO 28 AGO. Nell’ambito di “Seminiamo sostenibilità”, nato per raccontare un passo alla volta il percorso ideato dall’Università di Scienze Gastronomiche di Pollenzo e dedicato alla sostenibilità dell’evento “Terra Madre Salone del Gusto 2016” a Torino dal 22 al 26 settembre prossimi, si può scoprire con Slow Food il progetto SEeD, seme, appunto, acronimo di “Systemic Event Design”. In questa puntata parliamo dell’acqua e di quanto sia importante non sprecarla: vogliamo raccontare di come durante la manifestazione si valorizzerà questo bene comune fornendo ai visitatori acqua sicura, buona, gratuita, oltre che locale e sostenibile.

    Nel 2002, prima del summit mondiale sullo sviluppo sostenibile di Johannesburg, l’IGBP (acronimo di International Geosphere Biosphere Programme), attraverso una serie di ricerche sull’intervento umano nelle grandi perturbazioni ambientali, ha rilevato che più della metà della quantità globale di acqua dolce accessibile è utilizzata in modo diretto o indiretto dall’uomo, e le riserve idriche sotterranee si stanno rapidamente esaurendo in moltissime aree del pianeta (dalla Cina agli Stati Uniti, dall’India all’Iran). Oggi sono 750 milioni le persone nel mondo che non hanno ancora accesso all’acqua potabile e si stima che, in media, circa 1000 bambini muoiano ogni giorno per malattie diarroiche dovute anche al consumo di acqua non sicura (fonte Giornata Mondiale dell’Acqua 2015, UNICEF).

    Come risolvere quindi il problema della scarsità delle risorse idriche garantendo il diritto universale e fondamentale dell’acqua potabile?

    Alcune nazioni come Israele stanno cercando di rispondere alla questione investendo nella desalinizzazione delle acque marine, altri come gli Stati Uniti acquistano fonti idriche che possano garantire un approvvigionamento nel lungo termine come il bacino imbrifero (la zona di raccolta delle acque piovane che alimentano un fiume, n.d.r.) delle montagne del Catskill, acquistato dallo Stato di New York per 1,5 miliardi di Dollari.

    Una delle soluzioni all’emergenza, oltre all’aumento della produzione e a una migliore distribuzione della risorsa, è istruire le persone a non sprecare l’acqua e a non inquinarla, evitando così di alterare il ciclo idrologico naturale. Per fare la propria parte durante l’evento torinese Slow Food ha progettato così una fornitura gratuita e sostenibile di acqua  attraverso l’utilizzo delle colonnine dell’azienda partner del progetto sistemico SMAT.

    Si sfrutterà per l’occasione anche l’acqua pubblica fruibile attraverso le numerose fontanelle presenti nella città di Torino, i tradizionali “toret”. In questo modo l’acqua sarà disponibile per tutti ed eviteremo così di utilizzare bottiglie in PET che, forse non è noto, per essere prodotte consumano circa la metà dell’acqua che trasportano. Quando le si acquistano il costo effettivo dell’acqua costituisce solo l’1% del costo di produzione totale, mentre l’imballaggio ben il 60%. Bere l’acqua dal rubinetto, dalle fontane o in qualsiasi altra modalità “sfusa” conviene da molti punti di vista, così facendo si riduce infatti l’inquinamento causato dagli imballaggi e si risparmia dal punto di vista economico.

    Inoltre, il corpo umano di un adulto è composto per il 70% del suo peso da acqua. Parafrasando la celebre frase di Feuerbach “L’uomo è ciò che mangia” sarebbe più corretto aggiungere “L’uomo è ciò che mangia e beve”. Dunque risulta importante bere acqua di qualità ed è ciò che Slow Food propone con Lurisia, official partner dell’evento e del progetto sistemico nei Laboratori del Gusto dove verrà fornita acqua imbottigliata in vetro con il sistema del vuoto a rendere, un metodo basato sulla riconsegna e sul riutilizzo della bottiglia in vetro.

    Ogni giorno in Italia consumiamo in media 236 litri di acqua potabile a persona, uno dei tassi più alti in Europa (fonte World Water Forum 2012). Presa coscienza dello scenario, l’impegno nel non sprecare l’acqua e nel non inquinarla deve concretizzarsi quotidianamente attraverso l’adozione di pratiche e comportamenti virtuosi. Bisogna impegnarsi per esempio a evitare diete sbilanciate verso prodotti di origine animale, che hanno un impatto idrico maggiore a causa dell’acqua impiegata per produrre il foraggio: basti pensare che servono più di 15 mila litri d’acqua per 1 chilogrammo di carne bovina (fonte waterfootprint.org).

    Un altro importante accorgimento è quello di acquistare frutta e verdura di stagione in quanto la loro produzione e distribuzione consuma minori quantitativi di acqua. È importante anche non inquinare le risorse idriche evitando per esempio di smaltire i rifiuti gettandoli nello scarico. Per esempio disperdere nell’ambiente 1 litro di olio usato inquina sino a 1000 metri cubi d’acqua.

    Marcello Di Meglio

    Leggi l’articolo originale: Terra Madre 2016. Acqua: non sprechiamone una goccia

  • Terra Madre 2016. I rifiuti sono un problema da rivedere…anzi da riciclare

    TORINO 27 AGO. Nell’ambito di “Seminiamo Sostenibilità”, nato per raccontare un passo alla volta il percorso ideato dall’Università di Scienze Gastronomiche di Pollenzo e dedicato alla sostenibilità dell’evento “Terra Madre Salone del Gusto 2016” dal 22 al 26 settembre a Torino, Solw Food vuol far scoprire il progetto SEeD, seme, appunto, acronimo di “Systemic Event Design. In questa puntata scopriamo come è possibile ridurre l’impatto ambientale di un evento come Terra Madre attraverso una sempre più attenta gestione dei rifiuti.

    Nel 2015 sono stati prodotti nel mondo dai 7 ai 10 miliardi di tonnellate di rifiuti solidi urbani (fonte Global Waste Management Outlook 2015, United Nations Environment Programme).

    In Italia lo scenario non è differente: nel 2015 sono stati prodotti circa 30 milioni di tonnellate di rifiuti urbani. Di questi circa il 57% (17 milioni di tonnellate) costituisce l’indifferenziato, mentre il restante 43% il differenziato. Delle circa 13 milioni di tonnellate di rifiuti differenziati il 49% viene avviato a riciclo, il 34% viene trasformato in compost, il 2% viene riutilizzato, mentre il 15% non viene valorizzato (quasi 2 milioni di tonnellate) (fonte Dati ISPRA 2015). Questa mole di rifiuti ha un impatto negativo sull’ambiente ed è insostenibile dal punto di vista economico (smaltire i rifiuti costa in media ad una famiglia italiana circa 4 euro a settimana, n.d.r.) ed etico, ancora oggi, a fronte degli ingenti sprechi alimentari, sono 805 milioni le persone che soffrono la fame, (fonte FAO 2015). Come è possibile ridurre una tale quantità di rifiuti?

    La risposta potrebbe essere la raccolta differenziata: se differenzi i rifiuti infatti è come se non buttassi via niente, perché la maggior parte di quello che gettiamo via è riciclabile o riutilizzabile e, se raccolto correttamente, acquista nuovo valore. In questo modo ad esempio, come evento “Terra Madre Salone del Gusto 2016”, si riesce a valorizzare i rifiuti organici trasformandoli in compost per uso agricolo, si fa sì che la carta e il cartone diventino materia prima riciclata per nuove pubblicazioni, e che elementi come il vetro e l’acciaio diventino nuovi imballaggi per i prodotti dei Presìdi Slow Food. Inoltre si risparmiano le risorse naturali e l’energia necessaria alla produzione di nuove materie prime e si riducono sia gli spazi per i rifiuti, sia i gas serra generati dal loro smaltimento.

    Durante l’evento torinese i servizi di raccolta e smaltimento dei rifiuti saranno forniti dal partner del progetto sistemico Amiat società del Gruppo Iren, mentre Legambiente formerà i volontari che spiegheranno come differenziare al meglio nelle oltre 100 isole ecologiche distribuite all’interno dell’area dell’evento.

    Per ridurre il numero di rifiuti inoltre si sono motivati gli espositori e i visitatori ad adottare una serie di buone pratiche come l’utilizzo di materiali biodegradabili e compostabili per la fruizione del cibo, quello di imballaggi sostenibili per la protezione ed il trasporto degli alimenti ed ancora l’utilizzo di cassette o altri componenti in legno certificati FSC. In più, per la prima volta, gli espositori saranno seguiti da un gruppo di volontari di “Eco dalle Città”, formati apposta per assisterli dal momento dell’allestimento alla fase post evento.

    La raccolta differenziata, l’adozione di azioni virtuose da parte degli espositori, la riduzione di molti componenti da parte dell’organizzazione, le progettualità sistemiche, hanno permesso all’evento di ridurre progressivamente il numero di rifiuti prodotti riducendo del 58% l’indifferenziato sul totale dei rifiuti (dati 2014 rispetto all’edizione del 2006 di inizio del progetto), mentre è aumentato del 219% il differenziato. Il trend è assolutamente positivo se si pensa che il Salone del Gusto è cresciuto in termini di numero degli espositori (dai 525 nell’edizione del 2006 ai 1000 nel 2014), dei visitatori (dai 172.000 del 2006 ai 220.000 del 2014) e della superficie fieristica e commerciale (dai circa 51.000 mq dell’edizione 2006 ai circa 80.000 mq del 2014). Questi risultati sono stati resi possibili grazie anche al sempre più attento contributo alla raccolta differenziata da parte dei visitatori. Nell’edizione 2012 dell’evento è stata raggiunta insieme una purezza del 92% del rifiuto differenziato e questo ha permesso di valorizzarlo al meglio.

    Valorizzare i rifiuti differenziandoli, trasformarli da scarti che sottraggono risorse, danneggiano gli ecosistemi e la biodiversità, a beni con un valore economico pronti per essere riutilizzati è necessario perché differenziare significa risparmiare ma significa anche voler bene alla Terra.

    Marcello Di Meglio

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  • Nautica Italiana con quattro nuovi associati a quota 67

    Nautica Italiana con quattro nuovi associati a quota 67

    MILANO. 25 AGO. Amare Group, Bellotti, Maori Yacht e Organizzazione Leasing sono i quattro nuovi associati di Nautica Italiana, che conta oggi  67 soci.

    67 aziende italiane associate a Nautica Italiana, che, impiegando nel loro complesso poco meno di 4500 dipendenti diretti e 15.000 operatori dell’indotto, esprimono un valore complessivo della produzione di 1500 milioni di euro, secondo dati bilanci aziende associate NI, e rappresentano l’80% della produzione italiana di imbarcazioni e il 95% del valore delle esportazioni, voce portante del comparto.

    “Siamo orgogliosi di dare il benvenuto a questi quattro nuovi soci, che, oltre a rappresentare il costante interesse e la fiducia degli operatori, confermano la solidità del nostro progetto. Per tutti noi è un ulteriore stimolo a continuare a perseguire la nostra missione di valorizzazione del settore, di cui l’Italia è leader indiscussa” – commenta Lamberto Tacoli, presidente di Nautica Italiana.

    Chi sono i nuovi quattro soci.

    AMARE GROUP, con un’esperienza di oltre 20 anni in diversi settori di attività, è specializzata in tecniche di lavorazione di alluminio e acciaio inox. Il team di progettazione collabora efficacemente con i dipartimenti di ingegneria dei principali cantieri italiani e internazionali.

    BELLOTTI s.p.a. Dal 1927 Bellotti opera con esperienza e professionalità nel settore del legno e dei suoi derivati sul mercato nazionale ed internazionale.

    Lo studio e la costante ricerca su materiali specialistici e ad alta tecnologia, uniti all’esperienza e al dinamismo della rete commerciale, sono la risposta ideale per molte aziende primarie che hanno scelto Bellotti come partner strategico in diversi settori: arredamento, trasporti e nautica.

    L’azienda è leader nella produzione di compensati marini, certificati RINA, BS1088 e Germanischer Lloyd’s, innovativi pannelli compositi fonoassorbenti e nell’ importazione diretta di Teak dalla Birmania. In Italia il pregiato Teak viene rilavorato secondo le specifiche del client per ottenere manufatti su misura e di alta qualità come le doghe per i ponti e i compensati impiallacciati. Da sempre attenta all’impatto ambientale e sociale della propria attività e di tutta la filiera, Bellotti ha ottenuto diverse certificazioni: FSC, PEFC, LEGNOK.

    MAORI YACHT srls. Il cantiere Maori Yacht nasce nel 2007 a Olbia con l’idea di elaborare un nuovo concetto di vivere il mare, che racchiude le doti marine delle barche a vela e la versatilità di quelle a motore.

    Ad oggi Maori Yacht ha varato 29 imbarcazioni in diversi modelli e sono in stato di avanzamento due nuovi modelli innovativi – Maori 54 e Maori 62ft – che verranno presentati nel biennio 2016-2017, oltre a progetti di yacht custom oltre i 30 metri. Ogni modello della famiglia MAORI è 100% Made in Italy, un progetto a sé, al centro del quale si trova il cliente con le proprie idee e desideri.

    ORGANIZZAZIONE LEASING srl nasce nel 2014 in seguito a normative che regolano l’operatività dell’intermediazione finanziaria e andando ad ampliare  la gamma di  servizi al fianco della “storica” attività omonima operante nel settore finanziario, presente dal 1982, e la  S.a.f. srl, operante in ambito assicurativo.

    La società è attiva sia nell’intermediazione della locazione finanziaria (leasing), in tutti i settori, con una particolare specializzazione nel settore nautico, sia nell’intermediazione di finanziamenti a breve e medio termine, operando con i principali Istituti di Credito presenti sul territorio Italiano.

    Il gruppo societario si propone di offrire un servizio di consulenza  agli associati di Nautica Italiana nel campo finanziario e assicurativo.

    NAUTICA ITALIANA, associazione affiliata a Fondazione Altagamma, è nata all’inizio di settembre 2015 dall’iniziativa di 25 importanti produttori nel settore nautico italiano, allo scopo di riunire le eccellenze dell’intero comparto – Industria, Servizi e Territori – e disegnare la strategia di sviluppo e crescita del comparto, sia a livello nazionale che internazionale.

    Attraverso la collaborazione con altre importanti realtà del settore, come i Territori e i Distretti regionali, l’Associazione opera con un criterio selettivo incentrato sulla Carta dei Valori nonché sulla condivisione del progetto strategico.

    Il posizionamento di Nautica Italiana e la particolare attenzione ai mercati internazionali, la rendono naturalmente affine a Fondazione Altagamma, che dal 1992 riunisce le imprese dell’alta industria culturale e creativa italiana riconosciute come autentiche ambasciatrici dello stile italiano nel mondo.

    L’affiliazione a Fondazione Altagamma, deriva infatti dalla consapevolezza di poter creare forti sinergie con altri comparti di prestigio eccellenti per rafforzare ulteriormente il ruolo della nautica nel suo complesso.

    L’associazione ha messo a punto “NAUTICA 365”, un progetto strategico a 360° per 365 giorni all’anno basato su tre pilastri portanti: il Manifesto della Nautica Italiana con nove proposte legislative concrete per supportare la crescita del comparto; il “Contratto etico” a garanzia di serietà e trasparenza e un piano di promozione nazionale e internazionale con una nuova strategia di eventi per il comparto.

    Il Comitato di Presidenza è composto da: Presidente – Lamberto Tacoli; Vice Presidenti – Luigi Alberto Amico, Cataldo Aprea, Fabio Boschi, Giovanna Vitelli; Consigliere – Corrado Salvemini; a cui si aggiunge il Segretario Generale – Lorenzo Pollicardo.

    Internet: www.nauticaitaliana.net

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  • Terra Madre 2016. Giovani gastronomi crescono…e si laureano

    TORINO 25 AGO. Continua il viaggio di avvicinamento di LN a “Terra Madre Salone del Gusto 2016” in scena a Torino dal 22 al 26 settembre prossimi. Ecco il programma delle attività dell’Università di Scienze Gastronomiche e i nuovi appuntamenti dedicati alle famiglie.

    Se si vogliono scoprire i segreti del pane artigianale, ripercorrere la storia dei grandi vini italiani attraverso tutti i propri sensi, incontrare i nuovi gastronomi e conoscerne le storie, allora lo stand dell’Università di Scienze Gastronomiche nel Parco del Valentino è il posto più giusto. Il programma è ricco: dibattiti su benessere, sostenibilità e territorio, approfondimenti su gusto e salute e laboratori in cui assaggiare i migliori pani e salumi italiani.

    Vero e proprio cibo per la mente quello proposto nelle Conferenze, in cui ascoltare le “Storie di Eco-Gastronomia”, esperienze e incontri vissuti in prima persona dagli studenti dell’Università nei molti viaggi in giro per il mondo, o godersi suggestivi film che rivelano storie di popoli sconosciuti.

    Nell’appuntamento “Chi è il gastronomo?” si potrà stringere la mano a 25 giovani che raccontano il loro modo di intendere la gastronomia e di interpretarla come una professione, una vocazione e un modo di vita. Fiore all’occhiello delle attività dell’Unisg, tornano ancor più preparati i Personal shopper, i tour tematici curati da guide d’eccezione per conoscere i protagonisti del Mercato, gustare i loro prodotti e scoprire i segreti del territorio cui appartengono.

    Grandi novità di quest’edizione open air sono i percorsi “Bike n’ Eat” e “Walk n’ Eat”, vere e proprie passeggiate gastronomiche all’insegna delle prelibatezze cittadine, dai dolci alla cucina piemontese, fino al celebre aperitivo torinese. Originale il percorso “Urban foraging”, in cui andare alla ricerca delle erbe spontanee e dei segreti commestibili del Parco del Valentino.

    Per gli appassionati di buona cucina, il momento clou: tre le cene in cui provare le migliori specialità della nostra penisola proposte da grandi chef che condividono i fornelli con i giovani cuochi della Scuola di Cucina di Pollenzo.

    Si parte con la tradizione molisano-romagnola e i piatti realizzati a quattro mani da Antonio Terzano e Lina Pompei, dell’Osteria dentro le Mura di Termoli, fianco a fianco con Roberto Casamenti e Alessandra Bazzochi (in foto) de La campanara di Galeata, per continuare con Vittorio Fusari e le sorprese della sua Dispensa Pani e Vini e finire in bellezza con due maestri d’eccezione che fanno onore al Piemonte: Pino Cuttaia, chef stellato de La Madia di Licata e Pierpaolo Livorno, chef del Ristorante Garden dell’Albergo dell’Agenzia di Pollenzo.

    Un evento formato famiglia

    Supereroi che basano i loro poteri su gustosi succhi e antiche ricette, mercanti che viaggiano nel tempo incontrando personaggi come Mister Mais e Sensei Riso, una principessa sui legumi che racconta la sua storia. Questi alcuni protagonisti degli appuntamenti dedicati alle famiglie in visita a Torino al Borgo Medievale. Tra spettacoli teatrali, favole reinterpretate in cui gli ingredienti si mescolano alla fantasia e laboratori pratici, bimbi e genitori ritrovano insieme sapori dimenticati di legumi e cereali e imparano le ricette per chiudere l’estate in un barattolo grazie a conserve e trasformati, come succede ne “L’orto in dispensa”, organizzato al Miele Center di Piazza Bodoni.

    Come educare i sensi e il gusto dei più piccoli? Lo si scoprirà nell’appuntamento “Il gusto di mangiare insieme”, divertente attività ispirata dall’omonimo libro di Slow Food Editore e guidata dall’autrice Carla Barzanò.

    Due i laboratori multisensoriali organizzati con Lavazza Training Center e dedicati alla bevanda che da sempre unisce popoli e culture di tutto il mondo: il caffè.

    “In viaggio con il caffè” propone un percorso tra piante rigogliose, semi colorati, storia e letteratura, mentre “Ri-fondo, la nuova vita dei fondi di caffè”, con la collaborazione di Novamont, racconta la vita di questi apparenti rifiuti, stimolando la fantasia su capsule compostabili ed economia circolare.

    Chi ha rubato la marmellata?

    O sarebbe meglio chiedersi chi l’ha prodotta? Slow Food Toscana propone una divertente attività per assaggiare la merenda per antonomasia, confrontando marmellate industriali con quelle artigianali e buone, pulite e giuste e ragionare così su territorio, ambiente e gusto, per prenotazioni scrivere a [email protected].

    Per spiegare ai più piccoli come si fa l’orto, il mini-laboratorio “Seminiamo la biodiversità” è l’occasione perfetta, in cui scoprire che non esiste una sola varietà di prezzemolo e, grazie alle attività pratiche di semenzaio, imparare come nasce il cibo che mangiamo ogni giorno. Per un’esperienza più artistica, ecco invece il laboratorio “Che cibo senti?”, una narrazione del cibo che supera il classico vocabolario gastronomico: dopo aver assaggiato un alimento, i bimbi non possono usare le classiche espressioni come “ottimo!” o “amarissimo!” ma sono invitati a esprimere ciò che sentono con espressioni facciali, disegni o suoni.

    Anche quest’anno si rinnova la proficua collaborazione con la rivista “Giovani Genitori” e non manca un’Area Baby Pit Stop attiva tra le 10 e le 19 nel Borgo Medievale a disposizione delle mamme e dei papà e in cui è presente anche un angolo attrezzato per i giochi dei bambini più piccoli.

    Il programma, in costante aggiornamento, è disponibile sul sito www.slowfood.it.

    Marcello Di Meglio

    Leggi l’articolo originale: Terra Madre 2016. Giovani gastronomi crescono…e si laureano