Categoria: Cultura

  • E’ morto lo scrittore saggista e filosofo Umberto Eco

    E’ morto Umberto Eco

    MILANO. 20 FEB. Lo scrittore, saggista e filosofo Umberto Eco è morto ieri, alle 22:30, nella sua abitazione di Milano per un tumore che lo aveva colpito due anni prima; Eco era nato ad Alessandria il 5 gennaio del 1932.

    Tra i suoi maggiori successi letterari ‘Il nome della rosa’ del 1980, che ispirò il film di Jean-Jacques Annaud  e ‘Il pendolo di Foucault‘ (1988).

    Il suo ultimo libro critica al giornalismo, ?Numero Zero’ è stato pubblicato lo scorso anno da Bompiani.

    Oltre a romanzi di successo, nella sua lunga carriera Eco è stato autore di numerosi saggi di semiotica, estetica medievale, linguistica e filosofia.

    Nel 1988 fondò il Dipartimento della Comunicazione dell’Università di San Marino.

    Dal 2008 era professore emerito e presidente della Scuola Superiore di Studi Umanistici dell’Università di Bologna.

    Nel corso degli anni ha insegnato anche in varie università straniere tra cui UC-San Diego, New York University, Columbia University, Yale, Collège de France, École Normale Supérieure. Nell’ottobre 2007 si è ritirato dall’insegnamento per limiti di età.

    Dal 12 novembre 2010 Umberto Eco era socio dell’Accademia dei Lincei, per la classe di Scienze Morali, Storiche e Filosofiche.

    Tantissime le sue collaborazione con i media, da ricordare che collaborò, nel 1955, alla fondazione del settimanale L’espresso. Tenne altre collaborazioni con i giornali Il Giorno, La Stampa, Corriere della Sera, la Repubblica, Il Manifesto e a innumerevoli riviste internazionali specializzate, tra cui Semiotica, Poetics Today, Degrès, Structuralist Review, Text, Communications, Problemi dell’informazione, Word & Images, o riviste letterarie e di dibattito culturale quali Quindici, Il Verri, Alfabeta, Il cavallo di Troia ed altre.

    Internet: www.umbertoeco.it

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  • La sindrome da “ app ” compulsiva sul cellulare

    La sindrome da app sul cellulare

    GENOVA. 13 FEB. L’interessante commento di F. Zaffarano (Il Secolo XIX) del 4 febbraio us non mi ha colto alla sprovvista. Anzi, convalida un’evidenza: non c’è luogo, dal bar all’autobus, dalle sale d’aspetto al salotto di casa, che non preveda, e veda, gli utenti-avventori  scorrere senza tregua la tastiera touch del proprio cellulare.

    Infatti, sia intenti a giocare, sia a profondere “mi piace” in qualche social, l’immanenza del mezzo tecnologico s’impone con la sua stessa presenza: ben serrato tra le mani, in attesa di inter-agire col mondo.

    Fenomeno contemporaneo da cui pochi, molto pochi, riescono a sottrarsi. Flagello espressivo di cui pochi, a mio avviso, comprendono la natura.

    Conseguenza immediata del fenomeno: scriversi tanto e parlarsi poco.

    Ma se la questione posta s’imponesse per significato letterale, sarebbe, tutto sommato, una buona cosa: scrivere è sempre un ottimo esercizio che, tra l’altro, ben dispone alla lettura: ora la memoria va ai preziosi e colti carteggi di pensatori e studiosi, nella storia presente e passata.

    In questo caso, invece, il significato di “scrivere” va inteso con tutt’altro tenore: digitazioni brevi e contratte, sigle ed acronimi conditi dalle più svariate “faccine”, codificazioni che trovano in “whatsapp” (l’ho scritto correttamente?) ideale sfogo, o per meglio dire, gratuito ristoro.

    Gli utenti di questa “app”, che ha ormai soppiantato i vecchi “sms”, pare siano circa 1 miliardo al mese. Immaginiamo una inimmaginabile immensità di persone, distribuite in ogni parte del mondo che smanetta, scorre le dita sul display; che ne digita, compulsiva, i tasti. Estraniata dal mondo circostante. Estasiata dal proprio.

    D’altronde, lo abbiamo ben appreso anche dalle Neuroscienze: quando  dedichiamo attenzione ad una cosa, essa assorbe ed indirizza univocamente le nostre capacità.

    Osservare la situazione, se non fosse drammatica, sarebbe un piacevole diversivo. Ma com’é possibile trovare diletto in tale sommessa e comune condizione?  Quando innanzi si prospetta un panorama umano, pur globalizzato, tuttavia reclinato e “destinato” irreversibilmente all’autoisolamento interattivo ed al declino intellettivo?

    Si può forse scherzare o scommettere su una condizione che costituisce un’ipoteca sul presente e sul futuro di tutti?

    Massimiliano Barbin Bertorelli

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  • Spartacus dal Bolshoi arriva via satellite nei cinema italiani

    Spartacus del Bolshoi nei cinema italiani

    GENOVA. 12 FEB. Dopo il successo degli scorsi appuntamenti trasmessi via satellite nei cinema di tutta Italia, continua la nuova stagione del balletto del Bolshoi di Mosca al cinema programmata da Nexo Digital e Pathé Live.

    Approda infatti sugli schermi la vicenda storico-epica di Spartacus nella versione coreografata Yuri Grigorovich, che ha portato il balletto all’apice del suo successo sulla scena mondiale. Così domenica 13 marzo alle ore 16 lo spettacolo, realizzato sulla partitura del compositore sovietico Aram Il’ič Chačaturjan con la direzione musicale di Gennadi Rozhdetsvenskytorna a vivere nelle sale di tutto mondo, registrato dal Bolshoi di Mosca.

    Il balletto del noto coreografo russo mette in scena la vicenda del valoroso Spartacus. Prima portato a Roma con l’amata Frigia, poi separato da lei e reso schiavo gladiatore in seguito alla conquista di territori da parte del generale romano Crasso, Spartacus incita i propri compagni schiavi alla rivolta contro l’esercito oppressore. Le feste con cortigiane al palazzo di Crasso in cui Frigia è tenuta prigioniera e i monologhi del gladiatore precedono il momento della gloriosa vittoria di Spartaco su Crasso. Si tratta però di una vittoria temporanea, subito minata dal grande desiderio di vendetta del generale romano che, con il supporto di Egina, una cortigiana interessata a diventare sua compagna, raggirati i gladiatori di Spartaco, sconfigge il vincitore e capo della rivolta degli schiavi, crocefiggendolo.Sarà Frigia a sottrarre il corpo senza vita di Spartaco dal campo di battaglia, affidando al cielo la memoria del valore e del coraggio dell’amato eroe.

    Fu la rappresentazione al Bolshoi nell’aprile 1968 a rendere Spartacus popolare in tutto il mondo. La versione portata in scena da Grigorovich in quell’occasione riscosse infatti un enorme successo che perdurò per molti anni, portando il balletto anche nella prestigiosa cornice del Teatro alla Scala di Milano e al Teatro dell’Opera di Roma durante la tournée italiana del Bolshoi nell’autunno del 1970.

    Quanto vedremo sugli schermi ci offre la possibilità di apprezzare due grandi ballerini etoiles del Bolshoi,  Mikhail Lobukhin che interpreta il ruolo del leggendario gladiatore, e la splendida Svetlana Zakharova che sarà Egina.

    FRANCESCA CAMPONERO

    L’elenco dei cinema italiani che trasmetteranno la diretta si trova su www.nexodigital.it

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  • L’alterno elogio della burocrazia

    Burocrazia

    GENOVA. 5 FEB. E’ solito interpretare la  tristemente nota “ burocrazia ” (entità vilipesa ed elogiata, a giorni alterni) come un vincolo rigido e liberticida al nostro connaturato istinto civico. Un binario già tracciato, come nello sci di fondo.

    Anche e proprio per questo, è possibile apprezzarla, ritenendola, non a caso, utile difesa, sicuro giaciglio.

    In ultrasintesi, questa ambivalente ed invadente “burocrazia” (rimandandone la semantica a Max Weber), data quotidianamente per defunta, pare, sotto certi aspetti, aggiogare la nostra vita, inaridirne via via la qualità.

    E’ fatto comprensibile che vi siano questioni meritevoli di un ordine-non-casuale-di-trattazione, da sottoporre ad iter di comportamento cui attenersi, a regola. Non di meno, risulta stravagante e, a tratti, preoccupante, osservare quanto la communis opinio non solo ne segua alla lettera i dettami, ma si estenui e ne espanda l’uso a livello domestico, interiorizzandone la natura ed eleggendola a proprio stile di vita.

    E’ davvero misterioso il comportamento di questo “uomo normativo” (citando E. Husserl), quando estende modalità caute ed asettiche  alle proprie relazioni, ignaro delle collaterali  minus-valenze affettive.

    Come introdursi e correre in un labirinto di specchi, tra immagini distorte di sé, da cui se ne potrebbe uscire confusi. Se non contusi.

    Tuttavia, visto che ormai il dado è tratto, non resta che attendere e che mostri l’esito del lancio.

    Orbene, per uscire sani e salvi dall’attesa e dall’impasse, è utile travalicare l’indolenza. E tentare, rispetto alle varietà e sovrapposizioni di regole & regolamenti, non soltanto di essere, ma, soprattutto, di esserci (cit.).

    Solo così, ad un certo inaspettato momento, ci si potrebbe accorgere che è possibile volgere lo sguardo oltre la soffocante prudenza delle ragioni burocratiche.

    In obbligata conclusione, negli inevitabili esiti che tale eventuale scoperta potrà  produrre, cito improvvidamente Deleuze: “il pensiero, nel suo apparato di potere, ha l’effetto nel poter dire alla gente: non prendetemi sul serio perché io penso per voi, perché vi do una conformità, delle norme e delle regole, un’immagine, alle quali voi potrete tanto più sottomettervi quanto più direte “.

    Massimiliano Barbin Bertorelli

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  • Aurèlie Dupont dirigerà il ballo all’Opera di Parigi

    Aurèlie Dupont

    PARIGI. 5 FEB. È un momento di grandi cambiamenti nel mondo della danza, c’è chi va e c’è chi viene. La Scala ha perso Vaziev ed ha acquistato Bigonzetti, adesso l’Opera di Parigi perde Millepied  ed al suo posto subentra Aurèlie Dupont. Un annuncio dato dal direttore Stéphane Lissner nella conferenza stampa indetta oggi pomeriggio a Parigi, a meno di 24 ore delle dimissioni di Benjamin Millepied.

    Dopo i venti anni di regno di Brigitte Lefévre, torna al vertice del ballo un’altra donna e per di più interna al teatro. Aurélie infatti ha condotto tutta la sua carriera all’interno dell’Opera  dando addio alla carriera meno di un anno fa. Fu nominata étoile nel 1998 da Rudolf Nureyev e attualmente ha 43 anni, giovanissima diremmo per una carica così importante.

    Lissner ha deciso velocemente, evidentemente non aveva dubbi a riguardo e la neo direttrice ha dichiarato che affronterà il nuovo compito con tutta la calma necessaria.  La danzatrice pensa a un programma con 13 titoli ed è convinta che non siano sufficienti solo due classici per stagione, come vuole il programma della prossima stagione che porta ancora la firma di Millepied.

    Simpaticamente ha anche dichiarato di non avere alcun talento come coreografa in contrapposizione al suo predecessore di cui questa sera è prevista l’andata in scena di un nuovo lavoro a Palais Garnier.

    Questa decisione fa pensare e riflettere sulle scelte  in uso ultimamente di prediligere coreografi di danza contemporanea a discapito di professionisti con un beck ground totalmente classico, ma Lissner sostiene ancora la sua scelta passata riguardo la nomina di Millepied: «Se n’è andato troppo presto, mentre altri se ne vanno troppo tardi». Noi non volendo essere troppo critici commentiamo: “ai posteri l’ardua sentenza”.

    FRANCESCA CAMPONERO

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  • Riccardo Muti ricoverato per frattura

    Riccardo Muti

    RAVENNA. 5 FEB. Il maestro Riccardo Muti, a causa di una frattura dell’anca conseguenza di una caduta nella sua casa di Ravenna, è stato costretto ad annullare tutti gli impegni presi per le prossime settimane.

    Da poco rientrato da un lungo e importante tour asiatico con tappe in TaiwanGiapponeCina e Sud Corea, Riccardo Muti sarebbe dovuto ripartire già la prossima settimana per Chicago, dove lo attendevano due settimane di concerti con la Chicago Symphony Orchestra di cui è direttore. Ed è stata proprio la portavoce dell’orchestra americana, Eileen Chambers, ad annunciare che il maestro ha dovuto annullare gli impegni previsti tra l’11 e il 20 febbraio.

    Nel 2011 si sono vissuti attimi di paura a Chicago per le condizioni di salute di Muti che durante le prove di un concerto ha accusato un malore. Era collassato dal podio ed era stato portato in ospedale, anche si era subito ripreso. Rientrato d’urgenza in Italia, si era sottoposto ad accertamenti a Milano, ma i medici avevano escluso complicazioni graviper il maestro si era trattato di un lieve disturbo cardiaco che era stato risolto con l’installazione di un pacemaker. Dimesso dopo pochi giorni di degenza, il maestro era subito tornato al lavoro, dirigendo poco più di un mese più tardi un applauditissimo Nabucco a Roma, nell’aula di Montecitorio, per festeggiare i 150 anni dell’Unità d’Italia.

    Questa volta però ci sarà bisogno di una fase di riabilitazione che terrà il maestro lontano dalle orchestre per un po’ di tempo.

    FRANCESCA CAMPONERO

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  • Sarà il 22 ottobre la giornata del teatro Gratis per tutti

    Dario Franceschini ministro della Cultura

    ROMA. 5 FEB. Franceschini lancia la giornata del teatro , attenzione: Teatro gratis per tutti, un giorno all’anno, il 22 ottobre.

    E’ l’annuncio del ministro della cultura, dopo che ieri sera è stato siglato un accordo tra la direzione generale per lo spettacolo dal vivo del Mibact e Agis. La Giornata del Teatro, con eventi al mattino, al pomeriggio e di sera, riguarderà i tutti teatri sia pubblici sia privati, comprese le fondazioni liriche e i teatri di tradizione.

    “Sarà una grande giornata!” scrive su Twitter il ministro Franceschini commentando l’istituzione della Giornata del Teatro. “La mattina gli spettacoli saranno riservati alle scuole, il pomeriggio e la sera a tutti i cittadini che vorranno. Stiamo ragionando su un meccanismo di prenotazione per non rendere ingestibile la giornata. La nostra intenzione è di ripetere l’iniziativa tutti gli anni. Certamente una parte delle persone che coglieranno questa opportunità dell’ingresso gratuito scoprirà la bellezza di andare a teatro e deciderà di continuare a frequentarlo”.

    FRANCESCA CAMPONERO

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  • E’ ufficiale Bigonzetti prende le redini del Corpo di Ballo della Scala

    Mauro Bigonzetti

    MILANO. 1 FEB. Non ci sono più dubbi, è ufficiale, Mauro Bigonzetti è il nuovo Direttore del Corpo di Ballo del Teatro alla Scala. Il Sovrintendente Alexander Pereira ne ha informato il consiglio di Amministrazione nella seduta odierna.

    Quella di scegliere un coreografo contemporaneo, è stata una decisione su cui il corpo di ballo ha sollevato perplessità in una lettera inviata a Pereira, al cda e al direttore musicale Riccardo Chailly.

    Ma questa è stata la risposta della Scala : “Scegliendo il maggior coreografo italiano del nostro tempo, ma anche un artista dalla solida formazione classica il Teatro alla Scala ha inteso sviluppare l’identità artistica del Corpo di Ballo precisandone la collocazione nel panorama internazionale della danza e preservandone al contempo la tradizione e la flessibilità”.

    Bigonzetti è nato a Roma, si diploma alla Scuola del Teatro dell’Opera ed entra direttamente nella compagnia della sua città. Dopo 10 anni di attività presso l’Opera di Roma, nella stagione 82-83 entra a far parte dell’Aterballetto sotto la direzione artistica di Amedeo Amodio dove interpreta tutti i ruoli del repertorio della Compagnia . In questo periodo le esperienze più significative sono state le collaborazioni con Alvin Aley, Glen Tetley, William Forsythe, Jennifer Muller ed interpreta anche molti balletti di George Balanchine e Leonide Massine.Nel 1990 crea il suo primo balletto Sei in movimento su musiche di J. S. Bach che debutta al Teatro Sociale di Grassina.
    Nella stagione 92-93 lascia l’Aterballetto e diventa coreografo free lance ed è in questo periodo che stringe un’intensa collaborazione con il Balletto di Toscana, fucina in quegli anni di molti coreografi italiani.
    In seguito collabora con le più importanti compagnie internazionali e crea balletti per molte compagnie italiane fra cui Balletto Teatro alla Scala di Milano, Opera di Roma, Arena di Verona, Teatro San Carlo di Napoli.

    FRANCESCA CAMPONERO

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  • Kusturica, Kustendorf non può essere cancellato dalle mappe d’Europa

    Emir Kusturica con il Ministro della Cultura Ivan Tasovac, sorseggiando rakija

    MOKRA GORA. 29. GEN. Dal Nnostro inviato. ” Il Festival di Kustendorf non può essere cancellato dalle mappe d’Europa “. Queste le parole con cui il regista e ” Professor ” Emir Kusturica  chiude la nona edizione del festival, cui lui stesso ha dato origine ben’9 anni fa. Le sue parole tradiscono la personale tenacia che lui ha effuso in questi anni per “cementificare ” un festival cinematografico e musicale, diverso da tutti gli altri nel mondo, dal momento che dà voce e visibilità, oltre che a cineasti internazionali, ad artisti emergenti, le cui opere sono di rara bellezza, ma non sempre di facile distribuzione cinematografica.

    Un festival che si svolge nei Balcani, lontano dalle ” mappe europee” di frequentazione comune, non particolarmente visitato, ahimè , dai miei connazionali italiani, sicché l’invito, dal momento che il prossimo anno se ne festeggia il ” primo decennio “, è quello di informarsi ed aggiornarsi sul sito dedicato, www.kustendorf-filmandmusicfestival.org,  e di imparare a guardare agli eventi culturali al di là dell’Adriatico, perché esiste un’altra Europa di pari importanza rispetto a quella ufficiale.

    Il Festival si è concluso nella serata del 27 gennaio con la premiazione alla presenza di Kusturica dei tre Short- Moovies vincitori, realizzati dai diversi studenti. La premiazione è stata diretta dal Presidente di Giuria, Maji-da Abdi, documentarista e giornalista etiope che durante questi giorni ha valutato le nuove promesse insieme agli altri membri della Giuria: Divna Vuksanovic’, filosofa serba, Flaminio Zadra, noto producer romano che ha cofondato Dorje Film Production Company.

    I premi si suddividono in Uovo di Bronzo, Uovo d’Argento e Uovo d’Oro. L’Uovo di Bronzo è stato assegnato a Maria Guskova’s ( Russia, 1982 ) per il suo Short-Moovies ” Return of Erkin “, ( Russia, 2015 ) considerata la forza espressiva delle immagini e dei silenzi della propria opera. L’Uovo d’Argento è stato attribuito a Basil Khalil  ( nato a Nazareth )per il Cortometraggio ” Ave Maria “, (Palestina, Francia, Germania, 2015 ) valutato lo humour e la freschezza delle idee che porta in scena. Infine l’Uovo d’Oro è stato consegnato a David Borbas ( Svezia, 1986 ) per lo Short-Moovies ” Wartburg “, ( Ungheria, 2015 ) costituendo la sua opera un’interessante commistione di umorismo e tematica sociale. All’atto della premiazione, il giovane filmmaker Borbas ha pianto di commozione, intenerendo anche il pubblico per la sua umiltà e purezza artistica.

    Bellissime le danze tradizionali serbe della Cerimonia di chiusura con gli altrettanto variopinti i costumi tradizionali.

    Prima delle parole di commiato, è necessario fare un cenno sulla pellicola proiettata nel pomeriggio del 27 gennaio. Si tratta di ” Blanka “, opera prima nata da un Cortometraggio poi convertito in Lungometraggio, che di per sé costituisce attualmente un passaggio raro, del giovane promettente filmmaker Kohki Hasei, di nazionalità giapponese.

    ” Blanka “è stato prodotto dal producer romano Flaminio Zadra, membro della Giuria, come ho già citato. Blanka affronta con immagini realistiche eppure poetiche una tematica quanto mai dura; quella dei ” Minori Non Accompagnati “, se vogliamo dirla con i nostrani termini giuridici. Parla di Blanka, una ragazzina di 11 anni che sopravvive da sola a Manila, derubando i turisti. Lei sogna di ” comprare ” una madre. Incontrerà una ” figura genitoriale ” in Peter, un uomo di 55 anni, cieco musicista di strada il quale, pur essendo lui stesso esposto ad una vita misera, le offrirà affetto, insegnandole a cantare. A seguito di duri eventi, Blanka esprimerà da sé il desiderio di andare a vivere in orfanotrofio, dove non resisterà nemmeno un giorno. Tornerà da Peter, l’unica figura di riferimento della propria giovane vita, sebbene questo significhi essere per sempre abbandonati ad una vita di strada. Acclamazione e commozione all’unisono. Proprio in chiusura del festival, l’augurio è che questa pellicola sia presto distribuita in Italia, perché merita una profonda attenzione.

    La chiusa definitiva del festival sfocia nella festa che ogni anno si svolge al Visconti, il ristorante dove si ritrovano studenti e cineasti. Si tratta di una festa molto particolare, tipicamente balcanica, durante la quale hanno suonato la ” No Smocking Orchestra “, la band di Emir Kusturica, unitamente alla struggente voce di Verica Serifovic, vocalist che abita nelle zone della Serbia, popolate dai rom, la quale ci ha deliziato con il suo nostalgico modo di cantare. Chiaramente come ogni anno tutti i presenti si sono uniti nei tipici balli rom intorno ai tavoli, in una felicità generale.

    E su queste note si chiude il Festival di Kustendorf, esprimendo un particolare ringraziamento al Ministro della Cultura Ivan Tasovac che in buona parte lo patrocina.

    Si abbandona il parco naturale di Tara, dove sorge in effetti il villaggio di Kustendorf. Lo si lascia mantenendo impresse nella mente le immagini dei validi films visionati, le note delle bands dell’ex Yugoslavia ivi esibitesi e, dei volti intensi dei contadini della zona. Si attende dalla vicina Bosnia l’autobus per Belgrado, immersi ancora in un paesaggio di bellezza incontaminata, ringraziando per aver ritrovato l’umanità e l’armonia del vivere che questo luogo e questo Festival ci insegnano. (nelle foto: l’ultima giornata del Kustendorf Film and Music Festival con Kusturica).

    Romina De Simone

    Internet: http://kustendorf-filmandmusicfestival.org/2016/

     

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  • La Scala sceglie Bigonzetti come nuovo direttore del ballo

    Mauro Bigonzetti

    MILANO. 27 GEN. Alcuni danzatori del Teatro alla Scala si sono espressi così riguardo la candidatura di Mauro Bigonzetti come nuovo direttore del corpo di ballo più importante d’ Italia: ”Non abbiamo nulla di personale contro Bigonzetti, ma riteniamo che sarebbe opportuno nominare una persona che abbia un background più classico, oltre ad un’ esperienza maggiore nella gestione di una grande compagnia come quella della Scala. Aterballetto è una società privata con meno di 40 ballerini che si specializza nella danza contemporanea, qui è molto diverso” .

    Ma evidentemente il parere dei ballerini non ha fatto cambiare la decisione ai vertici del teatro che ha ritenuto in Bigonzettti l’adeguato successore di Vaziev che ha lasciato inaspettatamente la carica per sostenere la stessa al Bolshoi. Un vero peccato perchè Vaziev ha fatto un lavoro straordinario sui ballerini scaligeri generando in loro progressi tecnici miracolosi, sotto la sua leadership il corpo di ballo non è mai stato meglio.

    Ma questa soddisfazione  evidentemente non  è  stata abbastanza per lui che ha comunque deciso di tornare al suo paese. Ed ecco che Bigonzetti  con la produzione della sua Cenerentola, malgrado le tante critiche ricevute, diciamo che evidentemente è arrivato nel posto gusto al momento giusto, aggiudicandosi un titolo prestigioso come quello di Direttore del ballo del Teatro alla Scala.

    Cinderella,  dunque, che a dicembre ha inaugurato la stagione del ballo, gli portato senza dubbio fortuna al coreografo romano. Non ci resta che fargli le congratulazioni, augurandoci  che faccia un lavoro proficuo e di qualità come si mertita l’ottima compagnia del Teatro alla Scala.

    FRANCESCA CAMPONERO

    Internet: www.teatroallascala.org

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