Categoria: Cultura

  • 127 anni fa nasceva Charlie Chaplin il genio comico più amato

    Charlie Chaplin

    GENOVA. 16 APR. Anche sforzandoci non possiamo dire che se fosse ancora vivo il grande Chaplin avrebbe 127 anni perché malgrado la vita degli uomini si sia allungata, certo non così tanto da poter festeggiare un tal compleanno. Questo però non ci impedisce di ricordare ancora il grande artista che nel nostro immaginario ha lasciato un’impronta indelebile.

    Chaplin, in tutti i suoi film e cortometraggi è stato portavoce di valori e sentimenti sani quali la dignità, l’integrità morale e la solidarietà tra gli uomini contro il muro dell’indifferenza, del conformismo, dell’emarginazione, dell’oppressione e della modernizzazione coatta, nonché dell’ipocrisia della società medio-borghese. Il suo personaggio, il melanconico vagabondo Charlot, ha conquistato prima l’America poi tutto il mondo in quanto attraverso le sue avventure comiche incarnava l’espressione della speranza e delle aspettative dipinte sul volto dell’emigrato, sentimento condiviso da tutti gli esuli che arrivarono nel Nuovo Mondo sul finire del XIX° secolo in cerca di fortuna.

    Chaplin era comunque molto di più di Charlot, Chaplin era uomo di grande esperienza e infatti per questo della vita aveva capito tutto e la dice lunga una sua famosa frase: “un giorno senza sorriso è un giorno perso” , una massima che è stata la missione di tutta la sua vita. FRANCESCA CAMPONERO

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  • L’ Arena di Verona in liquidazione

    L’ Arena di Verona

    VERONA. 10 APR. E’ stata decisa la messa in liquidazione della Fondazione Arena di Verona dopo la bocciatura dell’accordo per il contenimento dei costi decisa dal referendum tra i lavoratori che, con 132 no e 130 sì, avevano respinto il protocollo siglato tra la stessa Fondazione e i sindacati di categoria di Cgil, Cisl e Uil.

    Non si può dire che il Festival 2016 sia formalmente a rischio, ma potrebbe non essere organizzato dalla Fondazione Arena, perchè dopo il no all’accordo sul contenimento dei costi sancito dal referendum dei lavoratori, è stata appunto decisa la messa in liquidazione dell’ente lirico. Richiesta che ora dovrà passare dal Ministero dei Beni culturali.

    Il sindaco di Verona, Flavio Tosi, all’uscita dalla riunione ha detto che “la decisione sciagurata dei lavoratori comporterà, di conseguenza, l’azzeramento di tutti i posti di lavoro”.

    Insomma salta la Fondazione, collegata ai fondi del Mibac, ma Verona potrebbe organizzare in maniera privata il festival. Questo perchè,  ha sottolineato Tosi, “la priorità e la ragione di vita della Fondazione Arena e anche del turismo della città è la stagione lirica. Una scelta potrebbe essere il commissariamento. Ma il commissario avrebbe ancora meno risorse a disposizione, venendo meno i presupposti per accedere alla Legge Bray. Inoltre c’è il rischio che magari si ritrovi con gli scioperi dei lavoratori il 30 giugno”.

    Tutto questo è triste se si pensa  che Verona vanta il Festival lirico all’aperto più famoso al mondo. La prima edizione risale al 1913. Sul palco dell’Arena si sono esibiti i più prestigiosi nomi della storia dell’opera e del balletto: da Maria Callas a Luciano Pavarotti, da Placido Domingo a Josè Carreras, da Beniamino Gigli a Mario Del Monaco a Renata Tebaldi, e poi Carla Fracci , Jorge Janku, Paolo Bortoluzzi, Giuseppe Picone, Roberto Bolle ecc.

    FRANCESCA CAMPONERO

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  • Liguria onesta e anti mafia, librerie non vendono testo Riina jr.

    Libreria Fieschi a Lavagna e uBik a Savona: no al libro di Riina jr.

    GENOVA. 9 APR. “Abbiamo dignità e buona memoria: al contrario di Bruno Vespa e della Rai”. E’ la Liguria degli onesti. Due esempi da seguire. La libreria Fieschi di Lavagna e i colleghi della Ubik di corso Italia, hanno esposto i cartelli in cui annunciano a chiare lettere di rifiutarsi di vendere il testo di Riina jr. presentato l’altra sera da Bruno Vespa a Porta a Porta, ospite il figlio del boss dei boss.

    La “ribellione” silenziosa è avvenuta anche in molte altre librerie italiane.

    Molti liguri sono entrati nelle librerie e hanno ringraziato personalmente i titolari delle rivendite, in cui si preferisce diffondere la cultura della legalità, piuttosto che quella di Salvo Riina.

    I titolari hanno spiegato che vorrebbero vendere più libri sulla storia di Falcone e Borsellino o di altri personaggi della magistratura e delle forze dell’ordine, che con coraggio hanno combattuto la mafia. E’ una questione di rispetto per le famiglie delle vittime e per tutti coloro che ogni giorno rischiano la vita per combattere le organizzazioni mafiose.

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  • L’idea della sopraffazione: il principio “maramaldo”

    Il senso di sopraffazione

    GENOVA. 9 APR. Come tacitare l’ansia, la perenne apprensione che quotidianamente ci avviluppa? Come ricostituire quel tassello logoro che connette e riconcilia il nostro essere individuo (non-diviso) con l’ homo planetarius, entità astratta, perfettamente armonizzato con la nostra Società globale?

    Nella sempiterna, quotidiana lotta tra impegno e risultato, tra vero e falso, tra la nostra ragione e quella degli altri,  misuriamo il  nostro tempo, stritolati da un meccanismo indomito e frettoloso di cui abbiamo smarrito il codice di spegnimento.

    Viviamo in una “Società narcisista” (v. precedente articolo) dove tutto brucia in fretta, si consuma veloce in nome di ideali anti-sociali e consumistici, di un individualismo economico da homo sapiens-demens.

    Non credo di sbagliare (tuttavia lo spero) nel constatare, tra l’altro, quanto oggi il dialogo non si nutra di spontaneità né di genuina curiosità; né si attribuisca ad esso un valore esperienziale degno di nota.

    Costi quel che costi, la silenziosa conquista di un peso sociale pare essere l’unico obiettivo ponderale sensibile, tale da riconoscersi e solo in esso rappresentarsi.

    E’ il principio “maramaldo”, per antonomasia arrogante e vile, che tende a sopraffare e prevalere su tutto e tutti; un principio sotteso, non di rado, ad una costituzione individuale di fondo inadeguata e meschina, tutt’altro che renitente e competitiva.

    Malgrado ciò, indugia e permane in noi, a tratti, un latente ed irrisolto desiderio di “sanità delle prime cose” (cit. D.Campana); cose assolute, valori insostituibili nella loro essenza, cui dovremmo e dobbiamo protendere, riponendo verso di esse, nel contempo, ogni inutile contrapposizione.

    Giusto per tentare di ricomporre e colmare, anche solo in parte,  il vertiginoso crepaccio, la declive voragine tra l’io e me stesso,  tra noi e il resto del mondo.

    Massimiliano Barbin Bertorelli

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  • XV Premio Europa per il Teatro e XIII Premio Europa Realtà Teatrali

    Mats Ek, vincitore del XV edizione del Premio Europa per il Teatro

    CRAIOVA. 30 MAR. La XV edizione del Premio Europa per il Teatro, il più prestigioso riconoscimento europeo in ambito teatrale, e la XIII edizione del Premio Europa Realtà Teatrali si svolgeranno dal 23 al 26 aprile 2016 in Romania, a Craiova. Le manifestazioni si svolgeranno sotto il Patrocinio del Sindaco e il finanziamento della Città di Craiova (“Candidate City – Craiova Cultural Capital of Europe 2021”) e in cooperazione con la Fondazione Shakespeare di Craiova ed il Teatro Nazionale “Marin Sorescu” di Craiova.

    Il Premio Europa per il Teatro è stato creato nel 1986 e dopo nove edizioni a Taormina, diventa itinerante valorizzando ancora di più il suo aspetto internazionale, un’occasione importante di incontro e scambio del teatro europeo e internazionale. Il Premio Europa, in questa edizione fa tappa in Romania, a Craiova, vivace città industriale capitale dell’Oltenia e centro culturale di respiro internazionale. La Città di Craiova in sinergia con la Fondazione Shakespeare ed il Teatro Nazionale “Marin Sorescu” di Craiova che ospitano il Premio Europa, hanno fortemente voluto che la manifestazione avesse luogo come evento conclusivo della decima edizione dell’International Shakespeare Festival, che il 23 aprile 2016 coinciderà con i 400 anni dalla morte di Shakespeare.

    La Giuria della XV edizione del Premio Europa per il Teatro e della XIII edizione del Premio Europa Realtà Teatrali, ha stabilito l’assegnazione dei premi.  Il Premio Europa per il Teatro (PET) è conferito a quella personalità o istituzione teatrale (teatri o compagnie) che maggiormente abbia contribuito alla realizzazione di eventi culturali determinanti per la comprensione e la conoscenza tra i popoli. Il premio viene assegnato alla carriera e il vincitore viene scelto per l’insieme del suo percorso artistico, tra esponenti di grande rilievo del teatro internazionale, inteso nelle sue diverse forme, articolazioni ed espressioni ed è stato conferito per la sua XV edizione a Mats Ek, coreografo e regista svedese di fama mondiale. Mats Ek ha saputo combinare teatro e danza in una sua personale ed originalissima espressione. Ispirato da Martha Graham, Pina Bausch, Kurt Joos (dalla cui lezione prende vita la “danza drammatica” di sua madre Birgit Cullberg,), Ek mette in scena con grande successo alcune riscritture di classici del balletto ottocentesco contaminandole con elementi di danza moderna ma anche con fatti quotidiani, perché per lui è importante il riferimento alla società e all’epoca in cui vive. Nei sui balletti la figura femminile è messa in discussione per il ruolo che la società contemporanea affida alle donne, che per Mats Ek costituiscono non solo il fulcro dei suoi balletti ma dell’intera società.

    Il XIII Premio Europa Realtà Teatrali è stato attribuito ai seguenti artisti (in ordine alfabetico): Viktor Bodó (Ungheria), Andreas Kriegenburg (Germania), Juan Mayorga (Spagna), National Theatre of Scotland (Scozia/Regno Unito) e Joël Pommerat (Francia).

    Un Premio Speciale è stato conferito dal Presidente della Giuria del PET e dalle istituzioni rumene al regista rumeno Silviu Purcărete, esponente acclamato in patria ed a livello internazionale come rappresentante del teatro d’arte. In occasione delle manifestazioni del Premio Europa a Craiova sarà inoltre presentato un suo spettacolo, A Tempest.

    FRANCESCA CAMPONERO

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  • L’addio di Faletti attraverso “La Piuma”

    Giorgio Faletti, La piuma

    TORINO. 29 MAR. Ci ha lasciati 2 anni fa Giorgio Faletti attore, compositore, cantante e comico che ha esordito nel mondo della narrativa con Io uccido, che in Italia ha venduto oltre cinque milioni di copie ed è stato tradotto in tutte le principali lingue del mondo. Un successo straordinario che Faletti ha confermato anche con i romanzi a seguire.

    Il suo ultimo libro esce postumo ed ha il titolo La piuma. Con questo testo lo scrittore si accomiata dai suoi lettori. La piuma  è un’opera dolente, la sua opera più bella e originale, un romanzo breve al di fuori dei suoi schemi abituali, infatti  non è un giallo, né un thriller né una storia con una trama precisa, piuttosto una favola contemporanea sul significato dell’esistenza e della sua fine.

    Di pagina in pagina ci fa seguire il volo silenzioso di una  piuma che si sposta leggera da un personaggio all’altro: solo uno, fra tutti, riuscirà a cogliere ciò che nessuno aveva mai compreso prima. Una favola morale, che accompagna il lettore attraverso le piccole, meschine, ignoranti bassezze degli uomini, sino a comprendere, attraverso il più innocente e semplice degli sguardi, il senso profondo delle cose.

    È il miglior addio che Faletti poteva regalare ai suoi fans.

    FRANCESCA CAMPONERO

    Il libro è edito da Baldini&Castoldi; Prezzo: € 13,00.

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  • L’evoluzione dei tempi. La solitudine di coppia

    La solitudine

    GENOVA. 25 MAR. Per logica universale, a chiunque giungesse per la prima volta sul nostro Pianeta e nulla sapesse dei suoi abitanti, della loro storia e delle loro tradizioni, sarebbe difficile spiegare, vista l’imponente densità abitativa dei nostri aggregati urbani,  come mai la solitudine è diventata una delle piaghe, più o meno percepite, dell’uomo civilizzato.

    Una condizione che trae origine e motivazione all’interno di Società dissennatamente ego-logiche ed individualiste, nelle quali, oggi, la predominanza della “comunicazione”, enormemente incentivata dall’ausilio di avvenieristiche tecnologie atte a consentirne un’estensione illimitata, resta, nella sua più elementare applicazione,  relegata ad eventi irrituali e locali, ostaggio di usi e costumi (ostili) e subordinata all’esistente dicotomia tra latitudini e realtà differenti, tra metropoli e paese.

    Per un verso, questa solitudine si radica, irrimediabile, nella diffidenza reciproca, solo in parte comprensibile; per l’altro, si intride di un progresso tecnologico metamorfico, dagli effetti dubbi  quantomeno in termini di sviluppo della qualità di vita individuale e di relazioni di prossimità, su cui é prudente rivolgere una periodica attenzione sociale e sociologica, vieppiù nei confronti delle nuove e più gracili generazioni.

    Questa “solitudine”, osservabile in ogni brulicare civico, sta manifestandosi in ossimoro, in una sua variante tipologica nociva ed illogica: la solitudine di coppia.

    La questione assume tratti drammatici, qualora, dotati di adeguato spirito critico od intento speculativo, se ne riconoscano l’incidenza ed il gravame su quel (poco) che resta della “famiglia”, intesa come “un insieme di 2 o più persone” (cit. Dizionario Devoto-Oli).

    Non è immaginaria la sensazione di estraniamento che essa connota. Come che sia, sarebbe forse semplicistico e riduttivo ricondurre tale reclusiva condizione all’ammiccante ipertrofia tecnologica, sebbene quest’ultima non agevoli né stimoli il libero fluire del linguaggio e quindi le relazioni dirette e naturali tra individui.

    Nondimeno, come traggo anche da un recente scritto di Orietta MP Bassano, tale silenziosa solitudine di coppia è “reciprocamente angosciante” (cit.), interclusa ormai in una zonizzazione affettiva ristretta ed auto-assegnata.

    Nondimeno, l’ottundimento da social, strumento ormai inseparabile  dall’uomo, “come i pirati e il rum”, richiama, in una espressione senza tempo, il disperato “fermati, passante dagli occhi a terra”, verso di una poesia della M. Cvetaeva.

    Ciò lascia ulteriore e conclusivo spazio all’amara considerazione di C.Cassola:  “La vita in comune non apre il carcere della solitudine”.

    Massimiliano Barbin Bertorelli

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  • A maggio European Opera Day, Giornate europee dell’opera

    l’ European Opera Day dal 6 all’ 8 maggio

    GENOVA. 25 MAR. Dal 6 all’8 maggio 2016 si terrà la decima edizione degli European Opera Day, Giornate europee dell’opera.
    Ogni anno, il fine settimana più vicino alla data del 9 maggio (festa dell’Europa), teatri d’opera in Europa, e oltre confine, aprono le porte al pubblico di appassionati, e non, per celebrare l’arte della lirica e il talento di coloro che la fanno.

    Le Giornate europee dell’Opera celebrano l’opera come forma d’arte.
    Il loro scopo è quello di contribuire a portare l’opera nella corrente principale della pratica culturale e di migliorare il suo apprezzamento nella società di oggi.

    I primi European Opera Days si tennero nel febbraio 2007, esattamente nello stesso tempo in cui Opera Europa e Opéra National de Paris hanno ospitato il primo European Opera Forum, in collaborazione con Fedora, Reseo e Juvenilia. Lo European Opera Forum ha messo insieme più di 600 partecipanti – circa 400 professionisti lirici, 50 artisti, 70 amanti e amici dell’opera e oltre 100 giovani delegati.

    Ma al fine di rendere risonante per fare questo importante incontro e dibattito sull’opera in occasione del 400º anniversario del genere, gli European Opera Days sono stati creati, incoraggiando gli enti lirici di tutta Europa ad aprire le porte e accogliere un pubblico eterogeneo per attività speciali.

    Da allora, un tema annuale dona a ogni edizione una nuova prospettiva, un nuovo spunto per aprire un dialogo con le comunità locali. La ricerca per mezzo di sondaggi sul pubblico mostra che più del 60% dei partecipanti ha avuto il suo primo incontro con il proprio teatro lirico di riferimento proprio durante queste giornate speciali. Ed è un risultato importante il fatto che sin dalla prima edizione più di 1.000.000 di persone ha preso parte nelle diverse ed abbondanti iniziative offerte durante gli European Opera Days.

    Quest’anno ricorre la X edizione degli European Opera Days. Per celebrare questa tappa importante, é stato scelto un tema particolare: Theatre of the world.

    NOVITA’ DALL’ITALIA: i primi di marzo è stato presentato in Senato un disegno di legge che prevede di dedicare il 2018 a Rossini!

    FRANCESCA CAMPONERO

    Internet: www.operadays.eu

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  • Quarto Compleanno di Radiorimasto

    Radio Rimasto festa ai Giardini Luzzati

    GENOVA. 25 MAR. Domani, Sabato 26 Marzo 2016 ai Giardini Luzzati ore 21, si festeggia il compleanno di Radiorimasto, web radio genovese che da 4 anni si occupa di quelle migliaia di musicisti in tutto il mondo che scelgono di tutelare la propria musica con metodi gratuiti ed alternativi che non siano quelli classici di protezione dei diritti d’autore, c’è infatti chi opta per Creative Commons, per il Copyleft, e sempre di più per totally free, ossia creano e distribuiscono senza alcun vincolo la propria produzione.

    La trasmissione vuole essere mezzo di informazione e divulgazione di materiale e dinamiche sconosciute ai più.Dai luoghi più disparati del pianeta arrivano mail con mp3 , a volte sono label creative commons, ne cito due italiane Subterra label e Subcava Sonora, e sono una vera miniera. Da un po’ di tempo radiorimasto è entrata a far parte del circuito Radio Gazzarra, la radio dell’arci liguria che ha trovato alloggio nel nuovo Teatro Altrove. RadioRimasto dj porta in giro la voce della sua radio con djset a 360gradi dentro l’incredibile pianeta della musica libera.

    Un gran concerto di puro “rock psichedelico” alla vecchia per una serata di festa con i Koonda Holaa, o Kamilsky, o Kamil Kruta, figura mitologica, metà hippie e metà freakpunk, che imperversa fra due continenti ormai da quasi trent’anni, con l’esperienza del carcere per motivi politici giovanissimo sotto il regime nella sua natale cecoslovacchia, all’emigrazione in USA per ritrovare nuova linfa artistica a metà degli anni novanta, passando per moltissime partecipazioni alle vicissitudini di band di culto europee e americane, dove il suo tocco estroso non mancà mai di sorprendere.

    Facebook: https://www.facebook.com/radiorimasto/

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  • Tre grandi etoiles insieme per dar coraggio alla Danza

    Carla Fracci, Loredana Furno e Pompea Santoro ieri sera al Teatro Carcano a Milano per ‘dare coraggio’ alla danza

    MILANO. 23 MAR. Tre grandi della danza insieme, Carla Fracci, Loredana Furno e Pompea Santoro ieri sera al Teatro Carcano a Milano in occasione del Galà Danzaeccellenze organizzato dall’Associazione D’Angel, dopo il debutto torinese di Carla Fracci il 16 marzo  al Teatro Nuovo di Torino in cui l’etoile mondiale della danza ha interpretato la parte di Thalassa degli abissi in ‘Sheherazade’.

    Una foto storica che sigilla senza dubbio un momento importante della danza di oggi: tre grandi danzatrici  che non si danno per vinte e vanno avanti avanti malgrado le difficoltà oggettive che coinvolgono  tanto i teatri  quanto e soprattutto le compagnie di danza  italiane.Tre sorrisi sinceri che dimostrano che quando si ha la forza ed il coraggio di credere sempre in quello che si è fatto e si fa con grande passione e competenza non si posso che avere risultati positivi .

    “La danza vive da sempre ed è in crisi da sempre. Il pubblico l’ha sempre amata, ma spesso la danza ha avuto difficoltà a farsi riconoscere il giusto ruolo. Per questo ora mi metto al servizio dei giovani e di chi lavora per tenerla viva”. Queste le parole della Fracci,  quando ha presentato al Circolo dei Lettori di Torino l’ultimo spettacolo che la vede impegnata sul palco,  appunto ‘Sheherazade e le mille e una notte’. Lo spettacolo è realizzato dalla compagnia ‘Balletto del Sud’ e diretto da Fredy Franzutti.

    “Il Balletto del Sud è una delle compagnie italiane più interessanti – ha sottolineato la Fracci – ma ce ne sono anche altre. Mi piace pensare ai tanti giovani professionisti che ci sono in Italia e a cosa posso fare per loro. Bello poi essere qui, in una città di cultura e di grandi donne della danza, come Loredana Furno e Susanna Egri e Pompea Santoro.

    FRANCESCA CAMPONERO

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