Categoria: Cultura

  • Ad Alto la collettiva “Ritorno al passato”

    Ad Alto la collettiva “Ritorno al passato”

    L’ Oratorio di San Bartolomeo che ospita la collettiva

    CUNEO. 17 LUG. Sta ottenendo un notevole successo di pubblico la mostra estiva organizzata dall’associazione culturale ed artistica albenganese degli “Amici nell’Arte”, guidata dalla nota artista dianese Carmen Spigno. La collettiva “Ritorno al Passato attraverso l’Arte”, che è giunta alla seconda edizione, è ospitata negli spazi dell’ Oratorio di San Bartolomeo ad Alto, un comune che pur facendo parte dell’entroterra di Albenga, si trova già in provincia di Cuneo.

    La mostra d’arte internazionale e contemporanea ospita opere realizzate da Accigliaro, Aicardi, Berzsenyi, Carrara, Cavalleri, Corti, Crescini, Dabbene, Fantini, Krautkrämer, Marchiano, Moncada, Patrone, Pellicanò, Pisanello, Pisano, Racchi, Sciutto, Sinesi, Spigno, Tardon, Tinazzi, Tumbarello, Usai, Villa e Zelmer.

    Gli organizzatori, innamorati delle bellezze genuine ed autentiche offerte da Alto, piccolo paese piemontese, che si affaccia sull’ azzurro del mare e sul verde dei boschi della Liguria, hanno scelto questo luogo per valorizzare, mediante l’Arte, il comprensorio.

    “ Vista la bellezza del luogo- spiega Carmen Spigno che guida l’associazione- è stata conseguenza logica che un luogo così suggestivo, ove la natura ha dato il meglio sé in quanto a colori e fragranze, divenisse una scelta obbligata per un bellissimo Ritorno al Passato. Gli artisti in mostra fanno rivivere gli spazi dell’antico edificio che è stato la parrocchiale di Alto, esponendo i propri lavori, frutto della loro sensibilità moderna, in una rinnovata simbiosi con le suggestioni del passato”.

    La mostra proseguirà fino al 21 agosto.Per coloro che desiderassero avere maggiori informazioni sull’ evento è possibile scrivere all’indirizzo di posta elettronica [email protected] oppure visitare il sito web http://www.comune.alto.cn.it/
    CLAUDIO ALMANZI

    Leggi l’articolo originale: Ad Alto la collettiva “Ritorno al passato”

  • I benefici effetti dell’indole meditativa – Il Nano Morgante

    I benefici effetti dell’indole meditativa

    GENOVA. 16 LUG. La citazione di Aristotele, “a volte anche il pensare danneggia la salute”, è utile a ricordare che ogni azione del riflettere contempla sempre una dose di rischio.

    Può farci smarrire la via di casa. In un attimo, condurci in luoghi oscuri, pervasi da ricordi  e sensazioni che parevano superati o dimenticati. In verità, ostinatamente permanenti ed intrusivi.

    Senza preavviso, per un diverso girare del vento, il pensiero incontrollabile introduce a luoghi depredati. Ne impone la frequentazione. Di colpo, risveglia dal torpore, da una condizione di quiete apparente, tuttavia gradita.

    Connubio intricato di passato, presente e futuro. Di decisioni mai prese e desideri irrivelati: sepolti e sedimentati nella fossa abissale della coscienza.

    A tal proposito, parrebbe utile fornire all’uomo linee guida, indirizzi coerenti con la congiunturale spending review, affinché pratichi una sana economia  anche nell’uso della mente. Per non logorarsi a causa di un uso  indiscriminato di pensiero.

    Tuttavia, in linea col drammatico preambolo, non sottovalutiamo la questione, ma neppure sopravvalutiamola.

    A conti fatti, l’indole meditativa ha l’onere e l’onore di condurci lontano,  molto vicino al comprenderci, in una teoria economico-affettiva rinvigorente nel tempo.

    In essa e con essa, non ci si avvia alla perdita. Non al sacrificio.

    Per questo, a certe particolari riflessioni non si dovrebbe scantonare; mai pensare che possano giacere in noi, sine die, estraniate e disarmoniche.

    Non sarebbe neppure il caso di voltarsi dall’altra parte qualora le intravvedessimo sulla nostra strada: distanti, ma fulminee nell’assalirci.  Al contrario, si approfitti della loro utile spinta propulsiva.

    In conclusione, agire similmente al surfista mentre aspetta l’onda: né prima, né dopo. Durante.

    Massimiliano Barbin Bertorelli

    Leggi l’articolo originale: I benefici effetti dell’indole meditativa – Il Nano Morgante

  • Il salvataggio del “ pensiero unico ” de Il Nano Morgante

    Il salvataggio del pensiero unico

    GENOVA. 9 LUG. In questo preciso momento storico ed all’interno di tale specifico imbuto sociale e culturale, sembra pacifico poter affermare che il pensiero individuale, in qualunque cosa consista (più o meno lecita), transiti ed attinga, in una omologante sincronia, anche dalla mente altrui. E che tale irriconosciuta coincidenza di idee la si trovi soddisfacente.

    In tal senso, senza usare ulteriori rocamboleschi giri di parole, pare che ognuno, per comodità d’esercizio e per non incorrere nell’errore, abbia concordato ed accordato i propri pensieri in base a ciò che hanno in mente coloro che gli stanno intorno.

    E qualora l’individuo, eventualmente, per sfrontata volontà di autoaffermazione semantica, osasse pensare e fare di testa propria, non trascuri di informare il suo nuovo pensiero a ciò che in qualche misura è commisurabile, riferibile e plausibile per il suo ambito di riferimento.

    In tal modo, (forse)  eviterà scontri frontali, litigi dissennati, sfoghi cutanei, gastriti, ansiolitici e cardiotonici come se piovesse.

    Chiunque dovrebbe infatti sapere a cosa, e a chi, va incontro, in caso  di tale irriverente scelta cadornista di discostarsi da un pensiero collettivo e da un agire comune.

    “Uomo avvisato mezzo salvato”, recita un collaudato modo-di-dire.

    Ma se ora, a bocce e, soprattutto, a menti ferme, si volesse trasmutare il “mezzo salvato” in un salvataggio “intero”, andrebbe rivisto e riconsiderato il ragionamento appena svolto, sia in termini di riparametrazione dei risultati esperiti, sia in termini di una effettiva qualità individuale ed anche collettiva.

    Considerata infatti la potenzialità di ciascun individuo quale “insieme di sensazioni distinte continuamente mutevoli” (cit. C. Baudelaire), non è mai deprecabile esprimere il proprio naturale “cromatismo emotivo”.

    Cosicché, in nome di una ri-conquistata biodiversità giustapposta al “pensiero unico” (termine tratto dal gergo economicista), anche il presente intorno a noi coerentemente si dispone ad un migliore e più fruttuoso cambiamento.

    Di conseguenza, altrettanto magicamente, “di tempo in tempo, anche il passato (cambia)” (cit. A. Gargani).

    Massimiliano Barbin Bertorelli

    Leggi l’articolo originale: Il salvataggio del “ pensiero unico ” de Il Nano Morgante

  • XIV° edizione Kilowatt Festival a Sansepolcro

    XIV° edizione Kilowatt Festival a Sansepolcro

    AREZZO. 7 LUG. Un ricco programma quello della  XIV° edizione di Kilowatt Festival che dal 15 al 23 luglio 2016 propone teatro, danza, musica, arti visive ed incontri che faranno di Sansepolcro, ente capofila del progetto europeo Be SpectACTive, un punto di riferimento nel panorama teatrale nazionale dal forte respiro internazionale.

    Tra i nomi più conosciuti al grande pubblico, quelli del matematico Piergiorgio Odifreddi e del gruppo musicale Tiromancino, accanto a buona parte dell’eccellenza della scena teatrale, musicale e coreografica italiana e internazionale. 61 le repliche di spettacoli di teatro d’innovazione e danza contemporanea, tra le quali 21 fra prime assolute e anteprime nazionali, eventi musicali, oltre 150 artisti coinvolti, nonché una significativa  quantità di eventi collaterali come incontri, mostre e altre attività legate alle arti visive.

    Promosso dall’associazione CapoTrave/Kilowatt diretta dal regista e drammaturgo Luca Ricci, Kilowatt Festival è realizzato in collaborazione con il Comune di Sansepolcro (Ar), con il sostegno del Ministero dei Beni e delle Attività Culturali, della Regione Toscana e di numerosi sponsor locali.

    Il titolo di questa edizione “E’ tempo di risplendere” è tratto da un verso della grande poetessa Amelia Rosselli. Al Kilowatt Festival saranno presentati diversi spettacoli frutto di collaborazioni progettuali, come la collaborazione con In-Box, la più importante rete nazionale per la distribuzione della scena teatrale emergente, l’incontro pubblico di CReSCo – Coordinamento della Scena Contemporanea, di cui CapoTrave/Kilowatt è socio fondatore, gli spettacoli del Network Anticorpi XL, prima rete nazionale indipendente per la promozione della danza d’autore, gli spettacoli del progetto Playing Identities, finanziato dall Commissione Europea per creare interazione tra patrimonio artistico e spettacolo dal vivo, che porterà a Sansepolcro quattro giovani registi europei, Harry Wilson (UK), Sadurni Vergés (ES), Povilas Makauskas (LT),  Mădălina Iulia Timofte (RO).

    In prima nazionale, Michael De Cock presenta “Kamyon”, uno spettacolo che parla delle attuali migrazioni dal Medio Oriente all’Europa, ambientato dentro un camion (da mercoledì 20 a venerdì 22 luglio), a seguire  “Walking on the Moon”, spettacolo di CK Teatro, che utilizza teatro d’attore e tecnologie 3D.

    Anche quest’anno si confermano sia il fortunato esperimento della programmazione della spiaggia teatrale nella piazza principale della città e l’attività dei Visionari, circa 25 cittadini di Sansepolcro che hanno lavorato durante l’inverno per selezionare 9 spettacoli da inserire nella programmazione.

    Aprirà il Kilowatt Festival una prima nazionale dell’artista italo-canadese Daniele Bartolini con “The Stranger”, un format urban-immersive, creato per la fruizione di un solo spettatore alla volta, nel quale il pubblico è trasformato in attore, perduto in un labirinto urbano.Tra le punte di diamante della nuova danza internazionale due giovani compagnie presenteranno in prima nazionale le loro ultime creazioni. Sono i franco-spagnoli HURyCAN, e i costaricani Los Innato, questi ultimi con  “Eterea”.

    Oltre ai progetti internazionali, per la programmazione riservata alla danza il festival ospiterà altri  dieci spettacoli, tra cui i nuovi lavori di alcuni fra i coreografi di punta della nuova danza italiana come Giorgia Nardin, Nicola Galli, Giovanni Leonarduzzi, Francesco Colaleo, due dei coreografi selezionati dal progetto Anghiari Dance Hub – Salvo Lombardo e Tommaso Monza – e tre progetti scelti dal gruppo dei Visionari, Ilenia Romano, la compagnia Körper e Dehors / Audela.

    Ancora più ricca e variegata la programmazione dedicata al teatro, con Piergiorgio Odifreddi e Mariangela Gualtieri, poetessa e drammaturga fra le più note del panorama culturale italiano fino alla prova d’attore di Fabrizio Falco, premio Ubu 2015.

    Nuova sezione musicale del festival “Prospettiva Rock”, progetto curato da Paco Mengozzi, che ha selezionato, tramite bando pubblico, 6 band o singoli musicisti ai quali sono stati forniti 10 giorni di formazione. Ad apertura del programma musicale di Kilowatt, il 16 luglio, saranno in Piazza Torre di Berta i Tiromancino, che presenteranno il loro ultimo album “Nel respiro del mondo”. (nella foto: la locandina di Kilowatt Festival).

    FRANCESCA CAMPONERO

    Per il programma completo potete consultare il sito www.kilowattfestival.it

    Leggi l’articolo originale: XIV° edizione Kilowatt Festival a Sansepolcro

  • Na Granici, presentato al Novi Sad Cinema City Film Festival

    Na Granici. L’attore Milan Kovacevic nel ruolo dell’Agente di Polizia ed Arnaud Humbert in quello del Protagonista

    GENOVA. 2 LUG. Diamo uno sguardo alla Serbia. La Repubblica di Serbia che, attualmente fuori dall’UE, nonostante i negoziati siano in corso fino al 2020, proprio ora che l’Europa ufficiale si frantuma attraversando un’evidente crisi identitaria, ci sorprende con le proprie risposte culturali ed artistiche secondo lo stile di chi è geograficamente nel ” Cuore d’Europa “.

    In particolare ci riferiamo a Novi Sad, nel Nord della Serbia, città giovane, culturalmente molto attiva, che potremmo definire la Londra dei Balcani, molto apprezzata e conosciuta non solo per l’Exit, www.exitfest.org, famoso festival di musica elettronica che qui si tiene ogni estate, ma anche per l’altrettanto affermato Novi Sad Cinema City International Film Festival, eng.cinemacity.org, il quale proprio in questi giorni si svolge tra l’altro in una location ad hoc, sita tra la China Town ed il Limanski Park. Obiettivo del festival è soprattutto quello di offrire un supporto nella formazione e scambio sinergico tra nuovi artisti della regione, incastonandosi però in una prospettiva d’ampio respiro, dove anche la musica è fondamento essenziale.

    In particolare l’altra sera è stato presentato uno Short-Movie, il cui soggetto è senz’altro degno d’attenzione nell’ottica di una riflessione su cosa sia veramente l’Europa o quale sia l’autentica Europa.

    Si tratta di ” Na Granici “, titolo originale serbo, ” At the Border “, ” La Frontiera “diremmo noi in italiano. Girato un anno prima che centinaia di migranti cercassero di aprirsi un varco balcanico per raggiungere il resto d’Europa, racconta di una storia di immigrazione al contrario, inducendoci ad un’analisi tagliente sulle nostre posizioni politiche. Dal Soggetto originale dell’attore e sceneggiatore francese, Arnaud Humbert, residente a Belgrado, diretto dall’affermatissimo giornalista francese, perfettamente integrato in Serbia, Laurent Rouy, che esordisce alla regia proprio con questo Short – Movie, si rivela un’opera realizzata grazie al crowdfunded ed in osmosi con gli altri artisti che vi hanno partecipato: ancora Arnaud Humbert ( nel ruolo del protagonista ), Milan Kovacevic, Paul Murray, Milena Jaksic, Brankica Sebastijanovic, Tito Garmendia.

    In un immaginario 2022, un’ondata di ricchi migranti occidentali, in cerca di serenità, preme sulla frontiera serba, paese non ricco, eppure felice. Ma la Serbia chiude le frontiere proprio ai ricchi e costruisce un muro di filo spinato a difesa dei ricchi migranti occidentali. In particolare, il protagonista, interpretato dal già citato Arnaud Humbert, vorrebbe entrare in Serbia per sposare l’amata Jelena, ragazza del luogo. Ci riuscirà?

    Ritengo che ” Na Granici “ esprima un’idea rivoluzionaria, su cui noi europei occidentali dovremmo soffermarci e non accantonare velocemente. In effetti il neo regista Laurent Rouy afferma ” Il mio film rappresenta una storia di immigrazione inversa, nel senso che i ricchi vogliono andare a stabilirsi tra i poveri “.

    Tra l’altro la Serbia, prima della chiusura della cosiddetta ” Rotta Balcanica “, si è mostrato un paese molto accogliente nei confronti dei migranti, con particolare riguardo alla condizione dei minori. Ad esempio un folto gruppo di migranti siriani per alcuni mesi sono stati ospitati in tende da campeggio ad  Autobuska Stanica “, la principale stazione degli autobus di Belgrado, nell’affettuosa solidarietà della popolazione locale. Elemento che qui in Italia, ahimè, sussiste solo in parte. 

    Ad ogni modo, nell’attesa del ribaltamento del mondo, esprimiamo le nostre congratulazioni a Laurent Rouy, Arnaud Humbert e ci impegniamo a non perdere di vista Novi Sad, nuova meta culturale dell’Europa del futuro. (nella foto: un’immagine del film Na Granici, nel video il commento di Na Granici – At The Border).

    Romina De Simone 

      

     

     

     

    Leggi l’articolo originale: Na Granici, presentato al Novi Sad Cinema City Film Festival

  • Christo a Sulzano, un vero successo l’installazione

    Christo a Sulzano, un vero successo l’installazione

    BRESCIA. 2 LUG. Parliamo di un percorso pedonale provvisorio per un totale di 4,5 chilometri sulle acque del Lago d’Iseo, a Sulzano, in provincia di Brescia, realizzato utilizzando 70.000 metri quadri di tessuto giallo-arancione, sostenuti da un sistema modulare di pontili galleggianti formato da 200.000 cubi in polietilene ad alta densità: è The Floating Piers di Christo Vladimirov Yavachev che domani sera verrà chiuso.

    La struttura o meglio l’installazione durerà, infatti, ancora due giorni, fino alla sera del 3 luglio.

    The Floating Piers, una specie di ponte galleggiante sospeso sull’acqua è stato aperto il 18 giugno e si sviluppa in circolo da Sulzano a Monteisola per proseguire con due diramazioni fino all’isola privata di San Paolo.

    Una tre chilometri sull’acqua per provare la sensazione di camminarci sopra ed un chilometro e mezzo lungo la strada pedonale che collega Peschiera Maraglio e Sensole.

    La struttura composta da pontili larghi 16 metri e alti 50 centimetri corrispende in pieno a ciò che l’artista aveva promesso: “Vi farò camminare sulle acque, meglio se verrete senza scarpe; sarà una passeggiata dove sentirete le onde sotto i vostri piedi”.

    L’installazione è stata vista e vissuta da migliaia di visitatori che ogni giorno sono giunti in pellegrinaggio alla ‘creazione’ di Christo che ha richiamato sul Lago d’Iseo più di un milione di turisti, trasformando la località lacustre lombarda in una delle mete turistiche più apprezzate d’Italia.

    Se da una parte si può accedere da Sulzano, il secondo punto d’accesso è invece, da Monte Isola, la piccola isola nel bel mezzo del lago d’Iseo, nelle località di Sensole o Peschiera Maraglio, naturalmente raggiungendola con un battello.

    Lunedì 4 luglio inizierà lo smantellamento dell’intera struttura che sarà rimossa e dismessa attraverso un processo industriale di riciclaggio. Per quelli meno fortunati che non hanno potuto vivere l’nstallazione il servizio Street View di Google offrirà a tutti l’opportunità di camminare virtualmente sul ponte, anche dopo il suo smantellamento.

    Facebook: https://www.facebook.com/floatingpiers

    Leggi l’articolo originale: Christo a Sulzano, un vero successo l’installazione

  • La perenne attesa di qualcos’altro – Il Nano Morgante

    La perenne attesa di qualcos’altro

    GENOVA. 2 LUG. Il pensiero del “domani” bussa così prepotentemente alla nostra porta da farci scordare l’ “oggi” che è in casa.

    In effetti, questo pensiero, contemporaneamente impegnato su vari fronti, determina un sentimento di confusa irrequietezza e di afflizione.

    Sia come sia, ci accorgiamo sempre “dopo” dell’importanza delle cose: solo quando divengono passato, solo quando un disatteso oggi lascia il posto ad un atteso domani.

    In buona sostanza, ci poniamo tanto speranzosi dinanzi al susseguirsi dei domani, quanto distratti di fronte all’andirivieni degli oggi, deprivando di singolarità e continuità il tempo.

    Malgrado ogni buon proposito, non dedichiamo sufficiente “ospitalità” ai giorni rispetto a quanta dovremmo prevederne. Ci comportiamo come un bambino dinanzi a tanti doni: interessato ad uno ma già dirottando l’attenzione sull’altro.

    Così, immaginiamoci sull’uscio di casa intenti ad accogliere il tempo, accorgendoci forse del nostro spreco e della nostra disattenzione. Come se non prestassimo attenzione a ciò che vi transita. In perenne insoddisfatta attesa di qualcos’altro.

    Compenetrandosi inscindibilmente l’una nell’altra, le “determinazioni” del tempo ci confondono. Occorrerebbe attentamente vigilare sulla questione, poiché, a prescindere da noi stessi, tendiamo vanamente ad attendere ed implacabilmente a passare.

    Tuttavia, poiché tale meta-fisica peculiarità risale alle origini dell’uomo moderno e pensante, è inappropriato ogni eventuale sbigottimento, nella misura in cui già Epicuro ricordava che “la vita si perde nei rinvii”. E Pascal: “(siamo) così fatui da fuggire il solo tempo che sussiste”.

    Esorcizzo la puntuta e breve trattazione con l’ottimistico rinvio metaforico ad un vorace appetito, laddove, al posto del “pranzo è servito” (quiz televisivo di un sempre glorioso passato), si consideri “il presente” come unico ghiotto piatto di portata.

    Massimiliano Barbin Bertorelli

    Leggi l’articolo originale: La perenne attesa di qualcos’altro – Il Nano Morgante

  • L’incompresa relazione tra illusione & verità – Il Nano Morgante

    L’illusione & la verità

    GENOVA. 27 GIU. E’ tragico posporre i rapporti affettivi ad estemporanee, consumistiche, personali esigenze. Tragico ricondurli a valutazioni costi-benefici, a parametrazioni pseudoaziendali.

    Tragico assistere al logoramento, al sensibile scadimento, alla fragilizzazione di rapporti interpersonali sempre meno improntati alla solidarietà, alla sincerità; sempre più connotati da una tepida formalità, da una forma di distratta indipendenza che, adoperando la rima, molto sa di indifferenza.

    Ed anche se, nel comune parlare e sentire, la presenza delle “dotazioni affettive di base” si esprime come un dato scontato, essa fortemente latita nei singoli comportamenti.

    Non deve sorprendere quanto la carenza di dialogo acuisca nel tempo la distanza tra le persone; quanto un qualunque rapporto sbiadisca di significato, scada nel vacuo, smotti nella pigra assuefazione, si accomodi nell’ alibi della tranquillità: una “espropriazione sentimentale”  ragionevolmente irrecuperabile.

    Né deve sorprendere che tale labilità venga progressivamente lesionata ed alterata dal trascorrere del tempo condiviso. E, proprio in relazione al suo trascorrere, le persone possono apparirci mutate, pur permanendo, di fatto, sempre uguali a sé stesse.

    E’ ingenuo ricomprendere e ricondurre il fatto unicamente alla categoria assoluta dell’ovvio, poiché non è tanto “ovvio”, quanto piuttosto “vero”, che ognuno irrimediabilmente permanga nella propria condizione originaria, vieppiù progressivamente aggravata, appesantita, nel tempo, da un fardello disordinato e disorganico di pensieri.

    Questa orbita interpretativa constata una netta e vicendevole contrapposizione tra 2 feticci concettuali: l’ “ovvio” in cui vogliamo credere ed a cui tanto dedichiamo in tempo ed emozioni; ed il “vero” col quale dobbiamo quotidianamente confrontarci, attraverso il quale ogni cosa va periodicamente riconsiderata e  perigliosamente rivista.

    E, in fondo al tragitto, si staglia annosa ed inalterata la perenne disputa, tipicamente umana, tra comode illusioni e scomode realtà.

    Massimiliano Barbin Bertorelli

    Leggi l’articolo originale: L’incompresa relazione tra illusione & verità – Il Nano Morgante

  • Nasce il Premio Platea per la nuova drammaturgia

    Il Premio Platea

    ROMA. 23 GIU. Nasce un nuovo premio per la nuova drammaturgia italiana, unico nel suo genere: al testo vincitore andranno una prestigiosa coproduzione tra Teatri Nazionali e Teatri di Rilevante Interesse Culturale, e la pubblicazione per i tipi di Einaudi. Promosso dalla Fondazione P.L.A.TEA. in collaborazione con Giulio Einaudi Editore e con A.N.A.R.T.

    In sintonia con le indicazioni del Decreto Ministeriale del 1° luglio 2014 e dando concretezza ai propri fini statutari per la formazione, promozione e diffusione della cultura e dell’arte, la Fondazione P.L.A.TEA. costituitasi nel 2008, in rappresentanza dei diciassette teatri stabili pubblici italiani, guarda alla produzione drammaturgica contemporanea come a uno strumento primario per la crescita culturale italiana. Il bando, riservato a opere inedite e mai rappresentate, scritte in lingua italiana, è rivolto ad autori di qualsiasi nazionalità che abbiano compiuto il diciottesimo anno di età.

    I testi dovranno essere inviati entro le ore 24.00 di venerdì 16 settembre 2016 a mezzo posta elettronica all’indirizzo [email protected].

    La Commissione di selezione del “ Premio Platea ” sarà formata da cinque componenti scelti fra i direttori dei teatri aderenti alla Fondazione, da un componente designato da Giulio Einaudi Editore e da un componente designato dall’A.N.A.R.T.

    A rendere unico, e particolarmente rilevante, questo nuovo premio per la scena nazionale è lo sbocco produttivo ed editoriale riservato al testo vincitore, che – grazie a una coproduzione tra i teatri aderenti alla Fondazione – sarà messo in scena nel corso della stagione 2017-2018 e sarà pubblicato dalla Casa Editrice Einaudi nella collana Collezione di teatro. Lo spettacolo sarà in seguito programmato nei teatri della Fondazione P.L.A.TEA. e nei Circuiti Regionali aderenti all’A.N.A.R.T.

    La Compagnia di San Paolo sostiene la prima edizione del “Premio PLATEA” per la Nuova Drammaturgia.

    Per chi è interessato a partecipare, il bando è pubblicato su www.fondazioneplatea.it

    Leggi l’articolo originale: Nasce il Premio Platea per la nuova drammaturgia

  • Il prezzo dell’ olio di gomito by Ligucibario

    Olio di gomito

    GENOVA. 21 GIU. Ricorre una divertente storiella, secondo la quale fu avvistato dal farmacista un giovane muratore il quale domandava al banconista il prezzo dell’olio di gomito, in quanto lo zio, per spronarlo ad un maggior impegno lavorativo, gli aveva intimato “ti ci vorrebbe del bell’ olio di gomito!”…

    Proprio vero che ormai sul web si trova tutto (basta saper cercare e saper vagliare), perfino un’antologia dei proverbi e modi di dire italiani già suddivisi per argomento. Olio e olivo non potevano davvero mancare, come ci “suggeriscono” anche lo studioso di cose onegliesi e ponentine Attilio Mela e il saggista toscano Mariano Fresta: è impressionante la quantità di espressioni e modi di dire (locali e non) sul tema, a confermare il ruolo che pianta e frutto (e succo) hanno sempre giocato nella storia dell’uomo e dell’italiano.

    Si palesa un universo dai ritmi ancora forzatamente rurali, in cui l’olivo proveniente dal paganesimo si consegna vitalissimo ai sincretismi indotti dall’avvento cristiano, conservando un nutrito corredo di virtù apotropaiche, nell’eterna lotta contro il male e le creature maligne, ad es. le streghe che la notte del 23 giugno “assediano” gli usci di casa per introdursi nella vita quotidiana delle famiglie…

    Così, se “il lume non arde senza l’olio” (ovvero occorre “investire” per oliare certi ingranaggi…), “a spander l’olio toccan disgrazie e dolo” (porta male sciupare le risorse). Se “a Santa Repolata ogni oliva inoliata” (l’otto ottobre le olive sono bell’e pronte alla vendemmia), “la verità è come l’olio” (si sottintende che torna sempre a galla, le bugie han gambe corte).

    Se “per i dolori olio dentro e olio fuori” (l’olio è salutare sia per le affezioni interne che esterne), “troppo olio spenge la lampada” (esagerare non ripaga, il troppo stroppia). Se “quanto più ciondola più unge” (quanto più la pianta è carica tanto più il raccolto darà olio), “agli ulivi un pazzo sopra e un savio sotto” (in cima occorre tagliare senza riguardi, in basso concimare con misura)…

    Infine, “gettar olio sulle onde” (ovvero placare un dissidio, rappacificare due litiganti, ridimensionare un contrasto) rinvierebbe ad una reale usanza marinara, allorquando durante le più brutali tempeste si gettava olio in mare, poiché la sua potente tensione superficiale attenuava l’impatto dei marosi sulla carena.

    Umberto Curti, Ligucibario

    Leggi l’articolo originale: Il prezzo dell’ olio di gomito by Ligucibario