Categoria: Cultura

  • Il Festival di Kustendorf tra films rari e ballate balcaniche

    Kustendorf

    Kustendorf

    KUSTENDORF. 27. GEN. Ieri il Festival di Kustendorf ci ha dilettato con la proiezione di films non celeberrimi, ma certamente rari da vedersi in Italia. Che poi quest’ultimo rappresenta uno dei motivi che sospinge, a mò di vocazione, a frequentare Kustendorf.

    Durante la mattinata è stata proiettata una pellicola di genere drammatico, dal titolo ” Adelheid “, del regista ceco Frantisek Vlacil ed a seguire un workshop con il ” Professor” Emir Kusturica che a quelle terre è particolarmente legato.

    Il pomeriggio si è aperto con un Docufilm molto interessante, dal titolo ” A German Youth” del regista Jean-Gabriel Périot ( Francia, 1974 ), un giovane filmmaker che ha sviluppato uno stile di montaggio personale con l’impiego di immagini di repertorio. Sicché il suo stile è una commistione di sperimentazione, documentario e solo in parte finzione. Il film in oggetto affronta nel dettaglio una pagina che ha avuto un grande peso sulla storia tedesca, raccontando l’iter della nascita, sviluppo e declino de la Banda Baader Meihnof, dai nomi degli ” iniziatori “, altrimenti conosciuta come RAF, La Rote Armee Fraktion, fondata il 14 maggio 1970 da  Ulrike Meihnof, Andreas Baader, Gudrun Ensslin e Horst Mahler, attiva fino al 1993 ed ufficialmente disciolta nel 1998.

    Il film attraverso la ripresa di filmati storici, ripercorre l’entusiasmo iniziale soprattutto della giovane ed affermata giornalista Ulrike e del giovane Andreas, i quali, nell’immediato dopoguerra avevano l’ardire di cambiare il mondo in favore del proletariato, sfociando poi nella lotta armata. In effetti il loro manifesto dice ” Sviluppare le lotte di classe. Organizzare il proletariato. Iniziare la resistenza armata ! Costruire l’armata rossa! . Ma come ogni forma di guerra e / o di terrorismo, questa lotta partorisce vittime, vittime talvolta diverse da quelle disegnate, come autisti e guardie del corpo degli obiettivi.

    Certamente un Docufilm necessario, che evoca un lungo frammento di storia europea che va conosciuto, noto come ” autunno tedesco “. Un racconto che graffia il cuore per l’accanita speranza nutrita da un colto gruppo di giovani di migliorare il mondo in senso antimperialista, purtroppo scivolata in una cupa violenza. Certo che poi ancora oggi non è chiaro se Ulrike ed alcuni suoi compagni, tenuti in duro stato di detenzione, si siano lucidamente suicidati o siano stati suicidati.

    Valido nel contesto della pellicola, il riferimento finale ad alcune scene del recente film ” La Banda Baader Meihnof ” del filmmaker tedesco Uli Eder, notissimo in Italia per ” Noi, i ragazzi dello zoo di Berlino “. Interessante momento di riflessione storica.

    Nel pomeriggio ci siamo dilettati con l’opera prima del giovane filmmaker romeno Corneliu Porumboiu dal titolo  ” Treasure “. Opera fresca, esilarante, che ricorda molto in embrione lo stile del grande maestro della medesima provenienza Radu Mihaileanu. Sicuramente il nuovo filmmaker incontrerà consenso artistico. A seguire la proiezione dei vari Short- Moovies in concorso.

    E la notte si aperta sulle note calde de ” Dejan Lazarevic Orchestra “ , gruppo folk proveniente da Pozega, Serbia. La loro musica coinvolge subito in danze rom tutti i presenti. D’altronde qui in Serbia sussiste un modo molto semplice e sano di divertirsi, che noi europei d’Occidente abbiamo irrimediabilmente perduto. Il finale in cui reinterpretano la struggente ballata che Goran Bregovic scrisse come colonna sonora per il ” Tempo dei Gitani ” di Emir Kusturica, si rivela un momento d’alta commozione. Sono tutti a ballare con la mano sul cuore. C’è da dire che la musica de Dejan Lazarevic Orchestra è esclusivamente strumentale. Ma non possiamo non menzionare alcune parole della citata ballata ” Tutti i Rom, Padre, nel giorno di San Giorgio, sacrificano l’agnello. Noi non abbiamo l’agnello e siamo poveri pure nel giorno di San Giorgio “. Su questa intensa musica, evocativa di una società altra, si esce dall’anfiteatro ad osservare il silenzio della notte dove il mondo è ancora umano.

    Romina De Simone 

    Internet: www.kustendorf-filmandmusicfestival.org

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  • Nicola Giuliano de La Grande Bellezza e Youth, atterra a Kustendorf

    Nicola Giuliano, producer de La Grande Bellezza e Youth, atterra a Kustendorf, Serbia

    KUSTENDORF. 26. GEN. La giornata di ieri nel contesto del Festival di Kustendorf è stata intensa. Nello specifico Nicola Giuliano, producer del nostrano Premio Oscar Paolo Sorrentino, è atterrato, con l’elicottero personale di Emir Kusturica, qui nel villaggio di Kustendorf per offrirci un interessantissimo contributo durante il workshop dedicato.

    Come saprete, Nicola Giuliano, è uno dei maggiori produttori della scena italiana ed internazionale. Profondamente legato a Paolo Sorrentino, di cui è amico da un ventennio, a lui dobbiamo il ” parto ” de ” La Grande Bellezza “, Oscar 2014 e dell’ultimo ” Youth ” / ” La Giovinezza” con la perfetta interpretazione di Michael CaineHarvey Keitel, Paul DanoRachel WeiszJane Fonda.

    Chiaramente qui al Kustendorf prima è stata trasmessa la versione originale della pellicola che, benchè sia italiana, è girata in inglese, dato l’affermatissimo cast internazionale. D’altro canto, Sorrentino stesso, ospite del Festival di Kustendorf nel 2014, ai ” margini ” dell’Oscar, ha dichiarato – contrariamente al maestro Jacques Audiard- che predilige lavorare con attori universalmente noti, per non sbagliare.

    Il pubblico locale era estasiato durante la proiezione. Sorrentino, come Garrone, è molto amato nelle terre dell’ex Yugoslavia. A seguire un vivace workshop con Nicola Giuliano. Molte le domande che gli sono state rivolte dagli studenti.

    Giuliano ha raccontato l’iter della realizzazione del film che è iniziata prima ancora del conseguimento dell’Oscar con ” La Grande Bellezza “. Ha sottolineato come il Grande Harvey Keitel abbia accettato di interpretare il ruolo propostogli da Sorrentino già nel settembre del 2014, in piena Oscar Campaign. Per il ruolo femminile di ” Brenda Morel ” invece, l’attrice che avrebbero voluto sarebbe stata invero Shirley Maclaine, ma non risultando attuabile, è stata sostituita con una Jane Fonda che, a detta del producer Giuliano, si è palesata straordinaria sul piano professionale ed umano.

    Come avrete notato, il film è ambientato in un hotel di lusso. L’idea iniziale di Giuliano era quella di girare la maggior parte delle scene sulle Dolomiti, nella provincia di Bolzano, ma la ricerca di pregiati alberghi da parte di Sorrentino in quella zona si è rivelata infruttuosa, sicché il film è stato poi ripreso in differenti fastosi hotel in Svizzera. D’altronde si tratta di una pellicola prodotta con un budget di 12 milioni di Euro. Un film estremamente impegnativo anche dal punto di vista finanziario. Bisogna sottolineare che le opere di Sorrentino / Giuliano sono sempre in coproduzione con la Francia, sicchè sussiste la difficoltà di spartire le spese economiche tra le due produzioni. Certamente un’opera monumentale.

    Giuliano ha infine accennato ad alcune altre pellicole, prodotte da lui, come ad esempio ” L’attesa ” / ” The Wait “ con Giuliette Binoche per la regia di Piero Messina.

    E’ stato un seminario molto illuminante, esplicativo del complesso iter che conduce alla realizzazione di un film.

    La serata si è poi conclusa sulle note folk del moldavo Adam Stinga, certamente applauditissimo.

    Romina De Simone

    Kustendorfhttp://kustendorf-filmandmusicfestival.org/2016/

     

     

     

     

     

     

     

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  • Il Festival di Kustendorf ci guida ad Andricgrad, Bosnia

    Statua di Ivo Andric, Premio Nobel Letteratura , ad Andricgrad nell’area di Visegrad

    KUSTENDORF. 25. GEN. Il Festival di Kustendorf ieri, sotto una fitta precipitazione di neve, ci ha guidato fino alla vicina Bosnja, ad  Andricgrad,  l’altro villaggio interamente in pietra che il regista Emir Kusturica ha fatto costruire nel contesto della città di Visegrad, dedicandolo al Premio Nobel Yugoslavo per la Letteratura il quale, nel disordine mondiale, è indispensabile leggere di nuovo: Ivo Andric.

    ” Il Ponte sulla Drina “/ ” Na Drini cuprije “è la sua opera fondante. La Drina è il fiume su cui si affaccia Andicgrad / Visegrad ed il ponte cui Andric fa riferimento è quello che più anticamente collegava l’area cristiano-ortodossa della città con quella islamico-musulmana. Ho detto ” collegava “, non separava. All’epoca dell’attuale situazione dell’Europa Occidentale è opportuno citare un pensiero del Grande Ivo Andric: ” Ovunque nel mondo, in qualsiasi posto il mio pensiero vada o si arresti, trova fedeli e operosi ponti, come eterno e mai soddisfatto desiderio dell’uomo di collegare, pacificare ed unire tutto ciò che appare davanti al nostro spirito, ai nostri occhi, ai nostri piedi, affinchè non ci siano divisioni, contrasti, distacchi “.

    Un punto di vista forte, su cui la Comunità Europea dovrebbe riflettere. Da questo lato dell’Europa, per quanto sussistano rigorosi controlli alla Frontiera per residenti ed europei come me, non c’è nessun rischio terrorismo. I Richiedenti Asilo transitano, perchè queste terre non costituiscono la propria meta finale, eppure nel loro transitare sono accolti, godono della solidarietà dei cittadini locali, i quali, portando nel proprio cuore il segno dell’Orrore della Guerra, non possono che esserne compartecipi. I Minori Migranti godono persino del supporto di psicologi al fine di superare i propri traumi.

    Così in questo contesto di rinnovata civiltà si incastona il valore che Andricgrad assume nel Festival di Kustendorf. In effetti lo scopo di Kusturica è rendere Andricgrad un altro centro culturale polivalente dove le persone possano ritrovarsi per confrontarsi culturalmente in maniera del tutto libera. E’ivi presente l’Andricgrad Institue, dove dall’autunno del corrente anno gli studenti interessati potranno studiare materie concernenti il Cinema: dalla regia alla recitazione. Attualmente l’Istituto è già in uso per eventi, presentazioni di libri, spettacoli. Kusturica si è premurato di far costruire un ostello per studenti ed un albergo. Perchè nell’area di Visegrad? Visegrad è la città in cui Ivo Andric, affidato alla sorella del defunto padre, ha frequentato la scuola elementare per poi avviarsi ad una tumultuosa vita da diplomatico e da illuminato scrittore.

    Il viaggio ad Andricgrad è dunque strutturale al Festival di Kustendorf che si configura sempre più come un’occasione di Dialogo non solo cinematografico.

    La serata di ieri si è poi conclusa con la proiezione del Film premiato a Cannes Edizione 2015 dal titolo ” Deepan “ del celeberrimo maestro Jacques Audriard, ivi presente ed accolto con profonda riverenza, avendo donato al mondo degli assoluti capolavori cinematografici di grande spessore intellettuale.

    E per restare in tema, la trama del film narra la storia di un uomo, Deepan, il quale, fuggito dalla guerriglia del proprio paese d’origine, incontrerà altrettanta violenza nell’estrema periferia francese. Discusso finale a lieto fine in Inghilterra. Una critica del maestro Audiard al fallimento sociale del suo Stato? Possibile. Ad ogni modo l’affermatissimo cineasta francese, riferendosi a ” Deepan “, dove non ha utilizzato attori professionisti, durante il workshop, ha sottolineato come a livello cinematografico sia produttivo lavorare con attori non professionisti, in quanto – a suo dire- sanno muoversi secondo schemi meno rigidi, tanto da offrire ogni giorno lavorativo sul set, notevoli sorprese artistiche. E questo è un segno della lungimiranza artistica del Grande Maestro Audiard!

    La notte si conclude con la coinvolgente esibizione della rock-band  Partibrejkers “ , acclamatissima,  che esiste sin dai tempi della Yugoslavia. La Yugoslavia che sebbene scomparsa, è indelebilmente presente. Ed in effetti la giornata di oggi qui al Kustendorf festival ci insegna l’unità ed il dialogo. Nel senso ortodosso delle parole. (nelle foto. alcune immagini di Andricgrad,  nel contesto della città di Visegrad).

    Romina De Simone

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  • Matteo Garrone acclamato al festival di Kustendorf, Serbia

    Il Regista italiano Matteo Garrone, ospite del Kustendorf Festival in Serbia

    KUSTENDORF. 23. GEN.  Dal nostro inviato in Serbia. Ebbene sì. Il regista, sceneggiatore, produttore italiano Matteo Garrone (Roma, 15 ott. 1968 ) è stato accolto con spiccato entusiasmo qui a Kustendorf, Serbia. Che Emir Kusturica ami il Cinema italiano e si diletti nell’invitare i nostri migliori registi, è un elemento consolidato, essendo stato il Grande Fellini, uno dei suoi Maestri ai tempi dei suoi studi in cinematografia a Praga. Ma direi che all’unanimità i serbi siano ghiotti di cinema italiano; d’altro canto il problema della distribuzione cinematografica è internazionale. In Italia non arrivano nelle sale la maggior parte delle pellicole dell’Europa orientale, qui all’inverso è certamente non facile visionare il Cinema Italiano, sicché il Kustendorf Festival assurge a luogo di ampia fruizione culturale.

    C’è da sottolineare che l’intervento di Matteo Garrone si è innestato sul tessuto tradizionale serbo, subito dopo la cerimonia d’inaugurazione officiale che ha visto una piece teatrale volta a riprodurre delle scene del capolavoro di Emir ” Il Tempo dei Gitani “, con tanto di canti rom ed oche bianche in carne ed ossa. Chiaramente sotto la ” benedizione” di Emir Kusturica, vestito da cuoco ad indicare che il Cinema possa rappresentare una forma di cibo spirituale ed alla presenza dello straordinario Ministro della Cultura Ivan Tasovac .

    Subito dopo l’attesissima proiezione del film di Garrone ” Tale of tales “/ ” Il Racconto dei racconti “, seguito con sacra attenzione.  Una pellicola molto forte, apprezzata in maniera indiscussa, sebbene segni un evidente cambiamento di rotta di stile del nostro cineasta italiano.

    A seguire un lungo workshop con Matteo Garrone, persona deliziosa oltre ad essere un vero artista, che ha voluto spiegare le ragioni del suo cambiamento di rotta cinematografica.

    Quando sentiamo il nome ” Garrone ” in effetti nell’immaginario artistico collettivo si incardinano le crude realistiche immagini dell’altro capolavoro ” Gomorra “, o della dolce-amara storia di ” Reality “, mentre con ” Tale of tales “ siamo di fronte ad un’opera che la critica ha incasellato nel genere ” fantasy “, sebbene non sia del tutto corretto. E’un film visionario, che utilizza l’involucro narrativo della fiaba per inscenare archetipi universali; quelli che non vorremmo vedere mai nei nostri peggiori incubi notturni, ma con i quali in fondo ci scontriamo nel nostro vivere quotidiano. Garrone ha detto che ” il desiderio umano costituisce l’elemento di connessione delle varie storie che si intersecano nel film “. Lui come saprete si è ispirato all’opera omonima di Giambattista Basile, una raccolta di racconti in dialetto partenopeo, modificando alcune storie.

     Ad ogni modo non più lo stile documentaristico come in ” Gomorra “, dove è stato indispensabile che ciascun attore fosse ” realistico”, sicchè veramente segnato da tatuaggi etc…, ma uno stile che vede una perfetta commistione di realismo ed artificio. Il realismo in effetti persiste in molte scene molto dure da visionarie che sono generate dalla passione per una certa corrente pittorica da parte di Matteo Garrone. In effetti non tutti sanno che il Buon Matteo prima di darsi alla carriera cinematografica, lavorava come pittore. Ed il Grande Maestro, nettamente realista, che ha ispirato i suoi quadri come le sue pellicole, è Caravaggio. Chiaramente poi” Tale of tales “  ha visto un parallelo lavoro di visual effects notevole, decisamente costoso, come ha affermato lo stesso Garrone.

    Ma a livello strutturale, quello che differenzia quest’ultima pellicola rispetto alle pregresse, è rappresentato da un differente approccio lavorativo. Sui set precedenti, Garrone lasciava molto spazio all’improvvisazione, qui chiaramente non è stato possibile e la scelta del Casting è stata affidata ad una Casting Director inglese, Jena Jay. Ciascun attore gli ha riservato ottime sorprese professionali.

    Garrone chiude il suo intervento sottolineando che ” ha voluto correre il rischio ” per una sua sperimentazione e crescita professionale.  Che come artista è giusto rischiare proprio per valutare se sia opportuno camminare nella nuova direzione oppure no.

    Ha salutato poi i presenti nel modo semplice e gentile che contraddistingue la sua personalità.

    Non possiamo non ringraziare Matteo Garrone per il proprio esaustivo contributo, ma al contempo Emir Kusturica e tutto lo staff del Kustendorf festival per averlo invitato e per aver reso possibile uno scambio di idee informale.

    Romina De Simone

    Il Festival di Kustendorf: http://kustendorf-filmandmusicfestival.org/2016/

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  • La nona edizione del Festival di Kustendorf apre sotto fiabesca coltre di neve

    Kustendorf Mokra Gora benvenuti

    KUSTENDORF. 22. GEN. Dal nostro inviato. Questa sera alle ore 19.00 apre ufficialmente la nona edizione del Festival di Kustendorf 2016, nel contesto fiabesco di un paesaggio innevato. Ed è subito palese che bisogna essere folgorati da un sacro e puro amore per il Vero Cinema per percorrere una lunga impervia strada da Belgrado per giungere qui, arricchendosi di imprevisti di viaggio, ma al contempo dell’umanità e generosità che contraddistingue indelebilmente il popolo serbo e che rende orgogliosi d’esserne ospiti.

    Innanzitutto siamo a Mokra Gora, Serbia sudoccidentale, al confine con la Bosnja e questa surreale location è il luogo scelto dal famosissimo regista bosniaco, naturalizzato serbo, Emir Kusturica il quale, ogni anno, subito dopo le festività del Natale Ortodosso, organizza un festival cinematografico, del tutto anticonformista, fedelissimo alla propria linea di pensiero che non premia mai l’elemento commerciale, bensì esclusivamente tutto ciò che è solida cultura.

    D’altro canto il ” Kustendorf festival “, per dirlo alla maniera serba, è patrocinato in parte dal Ministro della Cultura, Ivan Tasovac, amatissimo nel paese. E proprio il Ministro Tasovac, Direttore della Filarmonica di Belgrado, sarà ivi presente per l’apertura dei lavori.  “Dei lavori ” perchè si tratta di una manifestazione artistica concepita soprattutto per gli studenti che qui durante ogni workshop, possono confrontarsi liberamente con i grandi maestri del Cinema presenti.

    E questa sera è prevista una sorpresa dal gusto del tutto italiano. L’affermato cineasta Matteo Garrone, già atterrato a Kustendorf con l’elicottero personale che il buon Emir Kusturica mette a disposizione per i propri ospiti, dopo la visione della sua pellicola ” Tale of tales ” / ” Il Racconto dei racconti “( secondo il titolo italiano ) terrà un seminario aperto appunto agli studenti in cinematografia. A seguire ci intratterrà con la propria musica la band   Reincarnation “, il primo gruppo armeno che ha realizzato un album reggae e ska nel proprio paese, a sottolineare ulteriormente la vocazione a creare ” ponti interculturali “, tipica di Emir.

    Nei prossimi giorni uno degli ospiti più importanti è il regista francese Jacques Audiard, premiato al Festival di Cannes 2015 con il suo film ” Deephan “. E’ prevista una ricca retrospettiva sul cineasta francese.

    Ma intanto ci godiamo il nostro talentuoso italiano Garrone nel cuore delle colline della Serbia sudoccidentale.

    Romina De Simone

    Il Festivalwww.kustendorf-filmandmusicfestival.org

         

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  • Non c’è nulla da fare Vaziev ha lasciato La Scala

    Makhar Vaziev

    MILANO. 30 DIC. La notizia che ha lasciato di stucco la Scala arrivando a quattro giorni d’anticipo su una serata molto attesa, il Gala des Étoiles in scena il 30 e 31 ottobre alla Scala per festeggiare la chiusura dell’Expo non era una bufala, Makhar Vaziev, Direttore del Ballo del più grande teatro italiano ha scelto di tornare in Russia a dirigere il Bol’šoj.

    Questo quanto comunicato dal Teatro alla Scala a fine ottobre «La direzione del Teatro alla Scala ha appreso da un comunicato del Teatro Bol’šoj che Makhar Vaziev ha accettato di assumervi la posizione di Direttore del Ballo pur avendo firmato un contratto per altri tre anni di Direzione del Ballo del Teatro alla Scala dal settembre 2015 al luglio 2018, contratto perfezionato in data 3 settembre. Il Teatro alla Scala provvederà in tempi brevi alla nomina di un nuovo Direttore del Ballo. Il Sovrintendente, d’intesa con il Direttore Principale, valuterà i candidati che possano corrispondere al grande livello del Corpo di Ballo del Teatro alla Scala. Tutti gli appuntamenti della Stagione di Balletto annunciati per i prossimi mesi restano confermati».

    Del resto gli intrighi ed intrecci tra i grandi teatri sono un classico della storia del balletto: lo stesso Vaziev, prima di dirigere la Scala, è stato alla guida del Ballo del Mariinskij di San Pietroburgo per tredici anni; Alexei Ratmansky, che ora lavora all’American Ballet Theatre, ha diretto in passato il Bol’šoj e se si va più indietro il francese Marius Petipa, l’aveva fatta da padrone al Mariinskij nell’epoca d’oro dei balletti di Ciaikovskij. Quindi, forse, non c’è da stupirsi più di tanto.

    Nel frattempo la nuova stagione di ballo si è aperta  il 19 dicembre con la nuova Cinderella di Mauro Bigonzetti ideata su Roberto Bolle e Polina Semionova; torneranno loSchiaccianoci di Duato, Don Chisciotte di Nureyev, Giselle, debutterà Il giardino degli amanti di Massimiliano Volpini per Bolle, la prossima estate tornerà Ratmansky con una nuova produzione de Il lago dei cigni. Nel frattempo, al momento il corpo di ballo non ha un direttore. Lasciato a casa anche, al momento, Vladimir Derevianko, professour dei solisti scaligeri, voluto nel ruolo da Vaziev. Ci auguriamo che almeno lui, che nulla ne può della decisione del compatriota, sia poi riconfermato.

    Qualcuno parla di una strategia ad hoc da parte dell’ex direttore che ha giocato al rialzo riguardo al suo compenso al Teatro Bol’šoj, dopo la conferma della sua posizione in Scala a prezzo maggiorato, in ogni modo,  attendiamo il nome del nuovo direttore fra cui risultano papabili: Alessandra Ferri, Roberto Bolle, Massimo Murru e lo svizzero Heinz Spoerli. Vedremo…

    FRANCESCA CAMPONERO

    Il Teatro de La Scala: www.teatroallascala.org

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  • A Napoli oltre 50 capolavori protagonisti in città

    Alfonso Simonetti in mostra a Napoli

    Vincenzo Migliaro in mostra a Napoli

    NAPOLI. 11 DIC. Oltre cinquanta capolavori, tra dipinti e sculture , sono i protagonisti della mostra“I capolavori della Città Metropolitana di Napoli” iniziata il 25 novembre e che sarà fino al 7 gennaio 2016, che si divide tra la Reggia di PorticiPalazzo Matteotti,
    L’esposizione, curata da Luisa Martorelli, si svolge nell’ambito di “illuminiamo i monumenti dentro e fuori”, il progetto promosso dalla Città Metropolitana di Napoli articolato in una serie di mostre, proiezioni, convegni scientifici, tavole rotonde e incontri letterari con lo scopo di far conoscere la Città Metropolitana come nuova istituzione per lo sviluppo strategico del territorio di area vasta con i suoi 92 Comuni.

    A Palazzo di Piazza Matteotti si è messa in evidenza l’importanza dell’edificio con la sua architettura razionalista, al centro di una riqualificazione urbanistica del tutto innovativa per la città negli anni del ventennio fascista, ubicato tra il Palazzo delle Poste e la casa del Mutilato.

    L’itinerario artistico si è snodato sin dall’ingresso, con il portale riccamente decorato, ed è proseguito lungo i due piani dello scalone monumentale per condurre alla Sala Cirillo dove si concentrava un primo nucleo della mostra. Qui, il pubblico ammira sculture e dipinti che illustrano la storia dell’istituzione della Provincia di Napoli dall’età post unitaria ad oggi, con alcune opere emblematiche come l’acquerello del Cavallo sfrenato, commissionato nel 1876 dal duca di San Donato a Filippo Palizzi e il Ricordo del II Congresso Provinciale del 1905 dipinto su pergamena di Alfredo Girosi. Oltre ad essi, una serie di ritratti di personaggi celebri che furono veri sostenitori dell’arte e incoraggiarono la politica culturale dell’Italia unita, a Napoli e nella sua provincia.

    Il secondo corpus delle opere è invece esposto alla Reggia di Portici, nelle tre stanze del piano Nobile, antica residenza borbonica svuotata, nel 1866, del suo arredo oltre che delle originarie collezioni di pittura e scultura. Oltre ai lavori che testimoniano un legame storico con le collezioni presenti nel palazzo – i due importanti dipinti di Alexander Dunouy, Veduta del Campo di Piale e Veduta di Messina –, è possibile ammirare altri capolavori della pittura, come La Sanfelice condotta al patibolo di Giuseppe Boschetto, Il tatuaggio di Vincenzo Migliaro, La pace domestica di Giuseppe Sciuti, Napoli da Mergellina di Federico Cortese, In villa di Marco De Gregorio, Ritratto di Garibaldi di Saverio Altamura e molti altri ancora.

    Da non perdere per chi vuole trascorre qualche giorno a Napoli durante le feste natalizie.

    FRANCESCA CAMPONERO

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  • Giornata mondiale dei Diritti Umani, ma Google e altri se ne dimenticano?

    ITALIA. 10 DIC. Oggi è la Giornata mondiale dei diritti umani, una celebrazione che si tiene in tutto il mondo. La data è stata scelta per ricordare la proclamazione, da parte dell’Assemblea generale delle Nazioni Unite, della Dichiarazione universale dei diritti umani, il 10 dicembre 1948.

    Eppure, in questi giorni di migranti che perdono la vita nella traversata del Mediterraneo, conflitti e dittatori, persino il più grande motore di ricerca del web, dimentica o non sa, come celebrare questa giornata. Google sovente crea un doodle per personaggi che hanno fatto la storia, scoperte scientifiche, e celebrazioni universali, ma non oggi.

    Difficile essere creativi e rappresentare quello che, per molte persone, non è ancora un diritto ma solo una flebile speranza.

    Dal diritto alla comunicazione e all’informazione negato, passando per i soprusi sulle donne, i bambini e il lavoro nero, arrivando al filo spinato, i muri e le discriminazioni di ogni tipo, non c’è nazione o luogo sulla terra che, nonostante le tantissime celebrazioni di oggi, non debba chiedere scusa considerato che, a distanza di 67 anni, le parole sancite dalla dichiarazione universale non vengono ancora rispettate.

    Le dichiarazioni di intenti non bastano più, la carta dei Diritti è già stata scritta, la richiesta ovunque, ora, è quella di applicarla qui e subito.

    #HumanRightsDay

    Arianna Codato

     

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  • Bolle si prepara a danzare la cinderella di Bigonzetti

    Bolle

    Mauro Bigonzetti

    MILANO. 1 DIC. Ad aprire la stagione 2015-2016 di Balletti alla Scala il 19 dicembre sarà la “Cinderella”, una nuova produzione della Cenerentola di Prokof’ev affidata a Mauro Bigonzetti, tra i coreografi italiani maggiormente richiesti a livello internazionale.

     L’ultima presenza di questo titolo in Scala risale al 2006 e dopo dieci anni la favola di Perrault ritorna portando una novità al repertorio della Scala. La straordinaria musica di Prokof’ev, racconta alla perfezione l’universo fantastico e fiabesco, con la trama articolata che è stata indubbiamente  di stimolo per Mauro Bigonzetti

    Il coreografo ha infatti cucito addosso ai ballerini scaligeri questa sua creazione, che segue la traccia narrativa del racconto e si immerge nella varietà musicale delle innumerevoli danze. Tutti i personaggi da Cenerentola al Principe, dalla Fata Madrina alle Sorellastre e la Matrigna sono figure inserite in un contesto senza luogo e senza tempo, e allo stesso tempo in tutti i luoghi e in tutti i tempi, abitando uno spazio visivamente evocativo ma non astratto, figurativo ma non didascalico.

    Due ètoile amatissime i protagonisti: Polina Semionova sarà Cenerentola, mentre Roberto Bolle il Principe, che danzeranno in diverse recite a partire dall’apertura.

    Sono previste dodici recite tra dicembre e gennaio inclusa la consueta Anteprima dedicata ai Giovani del 17 dicembre. Già esaurita e la recita del 31 dicembre, che dopo la recita, prevede il brindisi di Mezzanotte nei sontuosi spazi del Teatro dove sarà allestito il Cenone di Capodanno. A dirigere l’orchestra scaligera sarà uno specialista del repertorio russo, il maestro Michail Jurowski.

    FRANCESCA CAMPONERO

    Per maggiori informazioni: http://www.teatroallascala.org/it/stagione/2015-2016/balletto/cinderella.html Info su Capodanno alla Scala a questo link http://www.teatroallascala.org/it/stagione/2015-2016/balletto/cinderella-capodanno-alla-scala.html

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  • Bolle si prepara a danzare la Cinderella di Bigonzetti

    Bolle

    Mauro Bigonzetti

    MILANO. 1 DIC. Ad aprire la stagione 2015-2016 di Balletti alla Scala il 19 dicembre sarà la “Cinderella”, una nuova produzione della Cenerentola di Prokof’ev affidata a Mauro Bigonzetti, tra i coreografi italiani maggiormente richiesti a livello internazionale.

     L’ultima presenza di questo titolo in Scala risale al 2006 e dopo dieci anni la favola di Perrault ritorna portando una novità al repertorio della Scala. La straordinaria musica di Prokof’ev, racconta alla perfezione l’universo fantastico e fiabesco, con la trama articolata che è stata indubbiamente  di stimolo per Mauro Bigonzetti

    Il coreografo ha infatti cucito addosso ai ballerini scaligeri questa sua creazione, che segue la traccia narrativa del racconto e si immerge nella varietà musicale delle innumerevoli danze. Tutti i personaggi da Cenerentola al Principe, dalla Fata Madrina alle Sorellastre e la Matrigna sono figure inserite in un contesto senza luogo e senza tempo, e allo stesso tempo in tutti i luoghi e in tutti i tempi, abitando uno spazio visivamente evocativo ma non astratto, figurativo ma non didascalico.

    Due ètoile amatissime i protagonisti: Polina Semionova sarà Cenerentola, mentre Roberto Bolle il Principe, che danzeranno in diverse recite a partire dall’apertura.

    Sono previste dodici recite tra dicembre e gennaio inclusa la consueta Anteprima dedicata ai Giovani del 17 dicembre. Già esaurita e la recita del 31 dicembre, che dopo la recita, prevede il brindisi di Mezzanotte nei sontuosi spazi del Teatro dove sarà allestito il Cenone di Capodanno. A dirigere l’orchestra scaligera sarà uno specialista del repertorio russo, il maestro Michail Jurowski.

    FRANCESCA CAMPONERO

    Per maggiori informazioni: http://www.teatroallascala.org/it/stagione/2015-2016/balletto/cinderella.html Info su Capodanno alla Scala a questo link http://www.teatroallascala.org/it/stagione/2015-2016/balletto/cinderella-capodanno-alla-scala.html

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