Categoria: Cultura Mondo

  • Nicola Giuliano de La Grande Bellezza e Youth, atterra a Kustendorf

    Nicola Giuliano, producer de La Grande Bellezza e Youth, atterra a Kustendorf, Serbia

    KUSTENDORF. 26. GEN. La giornata di ieri nel contesto del Festival di Kustendorf è stata intensa. Nello specifico Nicola Giuliano, producer del nostrano Premio Oscar Paolo Sorrentino, è atterrato, con l’elicottero personale di Emir Kusturica, qui nel villaggio di Kustendorf per offrirci un interessantissimo contributo durante il workshop dedicato.

    Come saprete, Nicola Giuliano, è uno dei maggiori produttori della scena italiana ed internazionale. Profondamente legato a Paolo Sorrentino, di cui è amico da un ventennio, a lui dobbiamo il ” parto ” de ” La Grande Bellezza “, Oscar 2014 e dell’ultimo ” Youth ” / ” La Giovinezza” con la perfetta interpretazione di Michael CaineHarvey Keitel, Paul DanoRachel WeiszJane Fonda.

    Chiaramente qui al Kustendorf prima è stata trasmessa la versione originale della pellicola che, benchè sia italiana, è girata in inglese, dato l’affermatissimo cast internazionale. D’altro canto, Sorrentino stesso, ospite del Festival di Kustendorf nel 2014, ai ” margini ” dell’Oscar, ha dichiarato – contrariamente al maestro Jacques Audiard- che predilige lavorare con attori universalmente noti, per non sbagliare.

    Il pubblico locale era estasiato durante la proiezione. Sorrentino, come Garrone, è molto amato nelle terre dell’ex Yugoslavia. A seguire un vivace workshop con Nicola Giuliano. Molte le domande che gli sono state rivolte dagli studenti.

    Giuliano ha raccontato l’iter della realizzazione del film che è iniziata prima ancora del conseguimento dell’Oscar con ” La Grande Bellezza “. Ha sottolineato come il Grande Harvey Keitel abbia accettato di interpretare il ruolo propostogli da Sorrentino già nel settembre del 2014, in piena Oscar Campaign. Per il ruolo femminile di ” Brenda Morel ” invece, l’attrice che avrebbero voluto sarebbe stata invero Shirley Maclaine, ma non risultando attuabile, è stata sostituita con una Jane Fonda che, a detta del producer Giuliano, si è palesata straordinaria sul piano professionale ed umano.

    Come avrete notato, il film è ambientato in un hotel di lusso. L’idea iniziale di Giuliano era quella di girare la maggior parte delle scene sulle Dolomiti, nella provincia di Bolzano, ma la ricerca di pregiati alberghi da parte di Sorrentino in quella zona si è rivelata infruttuosa, sicché il film è stato poi ripreso in differenti fastosi hotel in Svizzera. D’altronde si tratta di una pellicola prodotta con un budget di 12 milioni di Euro. Un film estremamente impegnativo anche dal punto di vista finanziario. Bisogna sottolineare che le opere di Sorrentino / Giuliano sono sempre in coproduzione con la Francia, sicchè sussiste la difficoltà di spartire le spese economiche tra le due produzioni. Certamente un’opera monumentale.

    Giuliano ha infine accennato ad alcune altre pellicole, prodotte da lui, come ad esempio ” L’attesa ” / ” The Wait “ con Giuliette Binoche per la regia di Piero Messina.

    E’ stato un seminario molto illuminante, esplicativo del complesso iter che conduce alla realizzazione di un film.

    La serata si è poi conclusa sulle note folk del moldavo Adam Stinga, certamente applauditissimo.

    Romina De Simone

    Kustendorfhttp://kustendorf-filmandmusicfestival.org/2016/

     

     

     

     

     

     

     

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  • Il Festival di Kustendorf ci guida ad Andricgrad, Bosnia

    Statua di Ivo Andric, Premio Nobel Letteratura , ad Andricgrad nell’area di Visegrad

    KUSTENDORF. 25. GEN. Il Festival di Kustendorf ieri, sotto una fitta precipitazione di neve, ci ha guidato fino alla vicina Bosnja, ad  Andricgrad,  l’altro villaggio interamente in pietra che il regista Emir Kusturica ha fatto costruire nel contesto della città di Visegrad, dedicandolo al Premio Nobel Yugoslavo per la Letteratura il quale, nel disordine mondiale, è indispensabile leggere di nuovo: Ivo Andric.

    ” Il Ponte sulla Drina “/ ” Na Drini cuprije “è la sua opera fondante. La Drina è il fiume su cui si affaccia Andicgrad / Visegrad ed il ponte cui Andric fa riferimento è quello che più anticamente collegava l’area cristiano-ortodossa della città con quella islamico-musulmana. Ho detto ” collegava “, non separava. All’epoca dell’attuale situazione dell’Europa Occidentale è opportuno citare un pensiero del Grande Ivo Andric: ” Ovunque nel mondo, in qualsiasi posto il mio pensiero vada o si arresti, trova fedeli e operosi ponti, come eterno e mai soddisfatto desiderio dell’uomo di collegare, pacificare ed unire tutto ciò che appare davanti al nostro spirito, ai nostri occhi, ai nostri piedi, affinchè non ci siano divisioni, contrasti, distacchi “.

    Un punto di vista forte, su cui la Comunità Europea dovrebbe riflettere. Da questo lato dell’Europa, per quanto sussistano rigorosi controlli alla Frontiera per residenti ed europei come me, non c’è nessun rischio terrorismo. I Richiedenti Asilo transitano, perchè queste terre non costituiscono la propria meta finale, eppure nel loro transitare sono accolti, godono della solidarietà dei cittadini locali, i quali, portando nel proprio cuore il segno dell’Orrore della Guerra, non possono che esserne compartecipi. I Minori Migranti godono persino del supporto di psicologi al fine di superare i propri traumi.

    Così in questo contesto di rinnovata civiltà si incastona il valore che Andricgrad assume nel Festival di Kustendorf. In effetti lo scopo di Kusturica è rendere Andricgrad un altro centro culturale polivalente dove le persone possano ritrovarsi per confrontarsi culturalmente in maniera del tutto libera. E’ivi presente l’Andricgrad Institue, dove dall’autunno del corrente anno gli studenti interessati potranno studiare materie concernenti il Cinema: dalla regia alla recitazione. Attualmente l’Istituto è già in uso per eventi, presentazioni di libri, spettacoli. Kusturica si è premurato di far costruire un ostello per studenti ed un albergo. Perchè nell’area di Visegrad? Visegrad è la città in cui Ivo Andric, affidato alla sorella del defunto padre, ha frequentato la scuola elementare per poi avviarsi ad una tumultuosa vita da diplomatico e da illuminato scrittore.

    Il viaggio ad Andricgrad è dunque strutturale al Festival di Kustendorf che si configura sempre più come un’occasione di Dialogo non solo cinematografico.

    La serata di ieri si è poi conclusa con la proiezione del Film premiato a Cannes Edizione 2015 dal titolo ” Deepan “ del celeberrimo maestro Jacques Audriard, ivi presente ed accolto con profonda riverenza, avendo donato al mondo degli assoluti capolavori cinematografici di grande spessore intellettuale.

    E per restare in tema, la trama del film narra la storia di un uomo, Deepan, il quale, fuggito dalla guerriglia del proprio paese d’origine, incontrerà altrettanta violenza nell’estrema periferia francese. Discusso finale a lieto fine in Inghilterra. Una critica del maestro Audiard al fallimento sociale del suo Stato? Possibile. Ad ogni modo l’affermatissimo cineasta francese, riferendosi a ” Deepan “, dove non ha utilizzato attori professionisti, durante il workshop, ha sottolineato come a livello cinematografico sia produttivo lavorare con attori non professionisti, in quanto – a suo dire- sanno muoversi secondo schemi meno rigidi, tanto da offrire ogni giorno lavorativo sul set, notevoli sorprese artistiche. E questo è un segno della lungimiranza artistica del Grande Maestro Audiard!

    La notte si conclude con la coinvolgente esibizione della rock-band  Partibrejkers “ , acclamatissima,  che esiste sin dai tempi della Yugoslavia. La Yugoslavia che sebbene scomparsa, è indelebilmente presente. Ed in effetti la giornata di oggi qui al Kustendorf festival ci insegna l’unità ed il dialogo. Nel senso ortodosso delle parole. (nelle foto. alcune immagini di Andricgrad,  nel contesto della città di Visegrad).

    Romina De Simone

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  • Matteo Garrone acclamato al festival di Kustendorf, Serbia

    Il Regista italiano Matteo Garrone, ospite del Kustendorf Festival in Serbia

    KUSTENDORF. 23. GEN.  Dal nostro inviato in Serbia. Ebbene sì. Il regista, sceneggiatore, produttore italiano Matteo Garrone (Roma, 15 ott. 1968 ) è stato accolto con spiccato entusiasmo qui a Kustendorf, Serbia. Che Emir Kusturica ami il Cinema italiano e si diletti nell’invitare i nostri migliori registi, è un elemento consolidato, essendo stato il Grande Fellini, uno dei suoi Maestri ai tempi dei suoi studi in cinematografia a Praga. Ma direi che all’unanimità i serbi siano ghiotti di cinema italiano; d’altro canto il problema della distribuzione cinematografica è internazionale. In Italia non arrivano nelle sale la maggior parte delle pellicole dell’Europa orientale, qui all’inverso è certamente non facile visionare il Cinema Italiano, sicché il Kustendorf Festival assurge a luogo di ampia fruizione culturale.

    C’è da sottolineare che l’intervento di Matteo Garrone si è innestato sul tessuto tradizionale serbo, subito dopo la cerimonia d’inaugurazione officiale che ha visto una piece teatrale volta a riprodurre delle scene del capolavoro di Emir ” Il Tempo dei Gitani “, con tanto di canti rom ed oche bianche in carne ed ossa. Chiaramente sotto la ” benedizione” di Emir Kusturica, vestito da cuoco ad indicare che il Cinema possa rappresentare una forma di cibo spirituale ed alla presenza dello straordinario Ministro della Cultura Ivan Tasovac .

    Subito dopo l’attesissima proiezione del film di Garrone ” Tale of tales “/ ” Il Racconto dei racconti “, seguito con sacra attenzione.  Una pellicola molto forte, apprezzata in maniera indiscussa, sebbene segni un evidente cambiamento di rotta di stile del nostro cineasta italiano.

    A seguire un lungo workshop con Matteo Garrone, persona deliziosa oltre ad essere un vero artista, che ha voluto spiegare le ragioni del suo cambiamento di rotta cinematografica.

    Quando sentiamo il nome ” Garrone ” in effetti nell’immaginario artistico collettivo si incardinano le crude realistiche immagini dell’altro capolavoro ” Gomorra “, o della dolce-amara storia di ” Reality “, mentre con ” Tale of tales “ siamo di fronte ad un’opera che la critica ha incasellato nel genere ” fantasy “, sebbene non sia del tutto corretto. E’un film visionario, che utilizza l’involucro narrativo della fiaba per inscenare archetipi universali; quelli che non vorremmo vedere mai nei nostri peggiori incubi notturni, ma con i quali in fondo ci scontriamo nel nostro vivere quotidiano. Garrone ha detto che ” il desiderio umano costituisce l’elemento di connessione delle varie storie che si intersecano nel film “. Lui come saprete si è ispirato all’opera omonima di Giambattista Basile, una raccolta di racconti in dialetto partenopeo, modificando alcune storie.

     Ad ogni modo non più lo stile documentaristico come in ” Gomorra “, dove è stato indispensabile che ciascun attore fosse ” realistico”, sicchè veramente segnato da tatuaggi etc…, ma uno stile che vede una perfetta commistione di realismo ed artificio. Il realismo in effetti persiste in molte scene molto dure da visionarie che sono generate dalla passione per una certa corrente pittorica da parte di Matteo Garrone. In effetti non tutti sanno che il Buon Matteo prima di darsi alla carriera cinematografica, lavorava come pittore. Ed il Grande Maestro, nettamente realista, che ha ispirato i suoi quadri come le sue pellicole, è Caravaggio. Chiaramente poi” Tale of tales “  ha visto un parallelo lavoro di visual effects notevole, decisamente costoso, come ha affermato lo stesso Garrone.

    Ma a livello strutturale, quello che differenzia quest’ultima pellicola rispetto alle pregresse, è rappresentato da un differente approccio lavorativo. Sui set precedenti, Garrone lasciava molto spazio all’improvvisazione, qui chiaramente non è stato possibile e la scelta del Casting è stata affidata ad una Casting Director inglese, Jena Jay. Ciascun attore gli ha riservato ottime sorprese professionali.

    Garrone chiude il suo intervento sottolineando che ” ha voluto correre il rischio ” per una sua sperimentazione e crescita professionale.  Che come artista è giusto rischiare proprio per valutare se sia opportuno camminare nella nuova direzione oppure no.

    Ha salutato poi i presenti nel modo semplice e gentile che contraddistingue la sua personalità.

    Non possiamo non ringraziare Matteo Garrone per il proprio esaustivo contributo, ma al contempo Emir Kusturica e tutto lo staff del Kustendorf festival per averlo invitato e per aver reso possibile uno scambio di idee informale.

    Romina De Simone

    Il Festival di Kustendorf: http://kustendorf-filmandmusicfestival.org/2016/

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  • Inaugurato LAC Lugano Arte e Cultura

    Sabato 12 settembre è stato inaugurato a Lugano, con tre fine settimana di festeggiamenti, l’atteso LAC Lugano Arte e Cultura

    LUGANO. 16 SET. Sabato 12 settembre è stato inaugurato a Lugano, con tre fine settimana di festeggiamenti, l’atteso LAC Lugano Arte e Cultura: il nuovo centro culturale dedicato alle arti visive, alla musica e alle arti sceniche, che si candida a diventare uno dei punti di riferimento culturali della Svizzera, con l’intento di valorizzare un’ampia offerta artistica ed esprimere l’identità di Lugano quale crocevia culturale fra il nord e il sud dell’Europa.

    All’interno della suggestiva struttura architettonica affacciata sul lago trova spazio una ricca programmazione di mostre ed eventi, stagioni musicali, rassegne di teatro e danza, insieme a una varietà di iniziative culturali e un folto programma di attività per i giovani e le famiglie.

    Al LAC ha sede il Museo d’arte della Svizzera italiana, Lugano (MASILugano), nato dall’unione del Museo Cantonale d’Arte e del Museo d’Arte di Lugano. I suoi tre piani espositivi ospitano la collezione permanente della città di Lugano e del Canton Ticino, mostre temporanee e installazioni site specific.

    L’artista italiano Giulio Paolini è protagonista allo Spazio -1 con il progetto Teatro di MNEMOSINE. GIULIO PAOLINI d’après WATTEAU, nell’ambito di una serie di approfondimenti dedicati agli artisti presenti nella Collezione Giancarlo e Danna Olgiati. Mnemosine (Les Charmes de la Vie, 1981-1990) è un ciclo di sei opere di Paolini dedicate alla dea della memoria e realizzate nell’arco di nove anni, che vengono per la prima volta integralmente riunite a Lugano con la personale supervisione dell’artista. Contestualmente lo Spazio -1 ospita il nuovo allestimento della Collezione Giancarlo e Danna Olgiati.

    I nuovi spazi del museo hanno aperto le esposizioni temporanee che resteranno aperte fino ad inizio 2016:

    Orizzonte Nord-Sud. Protagonisti dell’arte europea ai due versanti delle Alpi 1840-1960
    LAC Lugano Arte e Cultura | 12 settembre 2015 – 10 gennaio 2016

    Anthony McCall. Solid Light Works 
    LAC Lugano Arte e Cultura | 12 settembre 2015 – 31 gennaio 2016

    Zimoun 
    171 prepared dc-motors, cotton balls, cardboard boxes 60x20x20cm
    LAC Lugano Arte e Cultura | 12 settembre 2015 – 31 gennaio 2016

    Teatro di MNEMOSINE. GIULIO PAOLINI d’après WATTEAU
    Spazio -1 Collezione Giancarlo e Danna Olgiati | 12 settembre 2015 – 10 gennaio 2016

    In Ticino. Presenze d’arte nella Svizzera italiana 1840-1960
    Palazzo Reali | 12 settembre 2015 – 28 febbraio 2016

    Il LAC è anche musica, teatro e danza, grazie alla nuova sala concertistica e teatrale da 1000 posti, interamente rivestita in legno e dotata di una speciale conchiglia acustica modulare e rimovibile. La sala accoglierà un ampio calendario di rappresentazioni sceniche e concertistiche. È la sede principale delle stagioni di LuganoInScena e di LuganoMusica (la nuova denominazione di Lugano Festival) alle quali si affiancheranno le attività della Compagnia Finzi Pasca e dell’Orchestra della Svizzera italiana, come pure parte della stagione concertistica della Radiotelevisione Svizzera.

    FRANCESCA CAMPONERO

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  • Christophe Ferrari da ballerino a fotografo

    Una splendida carriera da danzatore classico quella del corso Christophe Ferrari

    GENOVA. 1 SET. Una splendida carriera da danzatore classico quella del corso Christophe Ferrari che ha eseguito la sua completa formazione Artistica Professionale al CENTRE DE DANSE INTERNATIONAL ROSSELLA HIGHTOWER a Cannes ed a soli 18 anni ha subito ottenuto ruoli di Solista e Primo ballerino in coreografie classiche e moderne di Petipa, Nureyev, Balanchine, Cranko, Tetley, Grigorovich, Ashton, Petit, Coralli, Dolin, Kilian e molti altri.

    Purtroppo nel 1996 un incidente durante una prova col Balletto dell’Opera di Berlino lo costringe a chiudere definitivamente la sua carriera di ballerino. Una brutta frattura ad un ginocchio avvenuta una settimana prima della prima della “Regina delle neve” di Ray Barra, dove sosteneva il ruolo de Il cavaliere della Rosa. Ma se i palcoscenici hanno dovuto fare a meno delle sue esibizioni, la sua passione per la danza e quanto costruito in tanti anni lo hanno portato ad essere fino al 2003 codirettore della Scuola di danza ‘Ballettschule Raffaella Renzi’, a Berlino in Germania. Parallelamente all’ occupazione di coreografo è maestro ospite presso compagnie di danza e scuole di danza europee fino ad oggi

    Ma sappiamo tutti che chi è veramente un artista lo è non solo in una disciplina, ma è portato sempre a fare, apprezzare e creare opere d’arte, e così, forse da un dolore remoto che ancora (come confessa) gli genera angoscia costringendolo a lasciare le scene, per Christophe è nata un’altra passione forte e bella come quella per la danza, quella per la fotografia . Lui si schernisce dicendo che non c’è scuola in quello che fa (a differenza dei lunghi e faticosi percorsi fatti per diventare un ballerino classico), e che i suoi scatti sono semplicemente dettati da un impulso interiore che gli genera un gran senso di tranquillità. Sarà…, ma che importa?

    Questo impulso vitale e questo desiderio di fermare il bello del mondo lo si percepisce in tutte le sue fotografie, che sono straordinarie, coloratissime, ricche di quel sentimento, sensibilità e passione, che senza dubbio metteva ballando. Ogni suo scatto è il fermo di un momento vero vissuto intensamente da lui e che piacevolmente fa condividere agli altri.

    Probabilmente la città di Genova avrà il piacere di ospitare una sua mostra personale a metà ottobre. Attendiamo.

    FRANCESCA CAMPONERO

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  • Londra. Muore in un incidente Ollivier, protagonista di The Car Man

    Muore poche ore prima dello spettacolo, il ballerino Jonathan Ollivier

    Muore poche ore prima dello spettacolo, il ballerino Jonathan Ollivier

    LONDRA. 11 AGO. Muore poche ore prima dello spettacolo finale allo Sadler’s Wells Theatre di Londra il ballerino Jonathan Ollivier, protagonista di The Car Man di Matthew Bourne ucciso in un incidente in moto.

    Ollivier, avrebbe dovuto esibirsi sul palco nel ruolo di Luca per l’ultima volta nella produzione di Bourne domenica 9 agosto sera. Annullato lo spettacolo a Londra.

    Gli spettatori sono stati allontanati dalla porta del teatro con la comunicazione che lo spettacolo era stato annullato “a causa di un tragico incidente”.

    Il ballerino stava guidando la sua moto quando si è scontrato con una Mercedes. La polizia, paramedici e un aereo ambulanza hanno cercato di salvargli la vita, ma non c’è stato nulla da fare, è stato dichiarato morto sul posto. L’autista dell’auto si è fermato ed è stato arrestato con l’accusa di omicidio per guida pericolosa.

    La sua performance in The car man era stata lodata dal critico del Telegraph , Rachel Ward  che ne lodava il suo ruolo in Luca. Il celebre coreografo Matthew Bourne lo aveva definito “uno dei ballerini più carismatici e potenti della sua generazione”.

    Memorabile la sua interpretazione in “Swan Lake” dello stesso Matthew Bourne, il quale ha descritto il ballerino come “una presenza intensamente maschile, forte temperamento, tenerezza e vulnerabilità”. “Un uomo di grande calore e fascino, Jonny era un vero gentiluomo, amato e rispettato dai suoi colleghi e adorato dal pubblico e dalla critica che sono stati ipnotizzati dalle sue memorabili interpretazioni sul palco”. “Era anche un modello di ispirazione e il ruolo di diverse generazioni di giovani ballerini che si erano sforzati di emulare la sua tecnica invidiabile e la maestosa presenza scenica.”

    Jonathan Ollivier era cresciuto a Northampton e aveva studiato presso la Scuola di Danza Rambert. Aveva iniziato la sua carriera professionale in Sud Africa a Cape Town City Ballet. Nel 1999, Ollivier era entrato nel Balletto del Teatro Nazionale (ora chiamato Northern Ballet). Aveva trascorso due anni in Canada come ballerino principale al Ballet Company Alberta. Gli era stata assegnata una borsa onoraria ai Critics Circle e Dance nominato da loro come miglior giovane ballerino nel 2003 e miglior ballerino del 2004, era stato anche nominato nella National Dance Awards nel 2002 e nel 2003 miglior ballerino. Olivier ha raccolto meravigliose recensioni ed è stato descritto come “un partner forte, attore raffinato e un ballerino di straordinaria intensità fisica ed emotiva”.

    La danza piange un grande artista.

    FRANCESCA CAMPONERO

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  • FESTIVAL DI SPOLETO. TRE GRANDI ARTISTE NEL WEEK

    PERUGIA. 4 LUG. Un week end interessante quello del 58esimo Festival dei Due Mondi a Spoleto che vede protagoniste 3 donne completamente diverse una dall’altra, ma tutte grandi artiste del panorama internazionale: Adriana Asti, Eleonora Abbagnato e Lucrezia Lante Della Rovere che portano in scena 3 spettacoli da non perdere:

    4-5 luglio “IL MARE È BLU”

    BERTOLT BRECHT
    KURT WEILL
    canzoni • poesie • teatro

    Uno spettacolo totale per Adriana Asti con passaggi sorprendenti tra i song di Happy End e quelli dell’Opera da tre soldi, intervallati dalle poesie del più lucido e maledetto drammaturgo dei nostri tempi. Lotta, dolore e pietà, ma anche leggerezza, gentilezza ed ironia. Al centro il suggestivo affresco teatrale de La moglie ebrea, trasformato in un appassionante dialogo tra parole e musica.

    4-5 luglio “SOIRÉE ROLAND PETIT”

    Eleonora Abbagnato in una serata dedicata al grande danzatore e coreografo francese Roland Petit. Ad accompagnarla, alcune fra le più prestigiose stelle del panorama internazionale del balletto classico come Mathieu Ganio, Maria Yakovleva e Alessandro Riga, Nicoletta Manni e Claudio Coviello

    4-5- luglio “IO SONO MISIA”

    L’ape regina dei geni , di Vittorio Cielo, regia Francesco Zecca

    Lucrezia Lante della Rovere dà voce alla fascinosa personalità di Misia Sert, la regina di Parigi, con un testo inedito liberamente ispirato alle memorie della celebre “cercatrice di geni”, alle confidenze, messaggi, lettere, di Proust, Stravinsky, Diaghilev, Nijinsky, Debussy, Tolouse Lautrec, Picasso, Ravel, Cocteau.

    FRANCESCA CAMPONERO

    Internet: www.festivaldispoleto.com

    Clicca qui per vedere il video incorporato.

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  • SE N’E’ANDATO IL DRACULA PIU’ AFFASCINANTE DEL CINEMA

    LONDRA. 13 GIU. Christopher Frank Carandini Lee era nato a Londra nel 1922, aristocratico, longilineo, elegante, si è imposto come icona del cinema del terrore alla fine degli Anni ’50, riuscendo ad incutere spavento semplicemente con la propria presenza, con la propria macabra autorevolezza.

    Una presenza che ha poco a che vedere con la sguaiatezza degli horror movie di ultima generazione. Lee, che è mancato domenica 7 giugno, si lascia alle spalle una filmografia talmente sterminata da averlo fatto entrare nel Guiness dei primati del 2001 forte delle sue circa 300 apparizioni sul grande schermo. Ma il personaggio chiave, quello che imprime nella sua carriera un marchio glorioso e indelebile, è il conte Dracula, riproposto in decine di storie con altrettante variazioni sul tema.

    Il Dracula di Christopher Lee è affascinante perché pervaso da una nefasta malinconia che lo rende diverso da tutte le altre rappresentazioni del personaggio. Era comprensibile vedendolo che le donne cadessero ai suoi piedi e si facessero mordere il collo senza alcuna resistenza.

    E grazie al successo ottenuto nel ruolo di Dracula, negli anni Settanta Lee recitò in un altro film horror considerato fra i migliori di quegli anni, The Wicker Man, e interpretò la parte del cattivo nel fllm della saga di James Bond L’uomo dalla pistola d’oro.

    La sua carriera ebbe una specie di svolta quando fu scelto per interpretare Saruman nella trilogia del Signore degli Anelli, il cui primo film è uscito nel 2001.

    Di recente, aveva anche lavorato molto col regista Tim Burton: ha recitato in suoi film come Sleepy Hollow, La sposa cadavere, La fabbrica di cioccolato, Alice in Wonderland e Dark Shadows.

    Lee si può considerare senz’altro una pietra miliare del cinema di tutti i tempi.

    FRANCESCA CAMPONERO

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