Categoria: Cultura Italia

  • Domanica Marte vicino alla Terra

    Il pianeta Marte domenica sarà vicino alla terra

    GENOVA. 20 MAG. Domenica 22 maggio, a partire dalle ore 21.30, apertura straordinaria del Nuovo Planetario del Parco delle Mura dedicata a Marte nella serata in cui il pianeta rosso si trova in opposizione, cioè nelle condizioni migliori di osservabilità degli ultimi due anni.

    Il pianeta rosso e la Terra si troveranno dalla stessa parte rispetto al Sole nel percorso delle loro orbite. Questo significa che saranno molto vicini. L’ultima volta che si è verificato un evento simile è stato nel 2003. La Nasa avverte: “Il cielo di fine maggio avrà un ospite speciale. Marte brillerà e apparirà più grande di come è apparso negli ultimi due anni. Non c’è bisogno di alcun telescopio. Si Dovrebbe riuscire a vederlo ad occhio nudo”.

    Mentre in Aula Planetario avrà luogo la proiezione “Alla conquista di Marte”, al telescopio dell’Osservatorio, tramite turni ripetuti di circa 30 minuti, effettueremo un’osservazione pubblica dei pianeti Marte e Giove (a causa della limitata altezza sopra l’orizzonte il pianeta rosso sarà però osservabile solo a partire dalle ore 23.00).

    FRANCESCA CAMPONERO

    Leggi l’articolo originale: Domanica Marte vicino alla Terra

  • Blanka, di Kohki Hasei, vince ed attende distributore in Italia

    Blanka

    ROMA. 28. APR. Che un film che narra di una ragazzina di strada a Manila – ” Blanka ” ( Giappone/ Italia /Filippine ) di Kohki Hasei – venga recentemente premiato con Le Grand Prix da una Giuria Internazionale composta da altrettanti minorenni, ha del fiabesco che ci induce a guardare alla società futura con speranza, perché si evince che l’autore ed il produttore abbiano centrato l’obiettivo.

    E’ successo nell’ambito della recente 34°Edizione del Festival International Ciné – Jeune de l’Aisne, ancora in corso fino al 29 aprile a Laon (Francia), con una Giuria composta da adolescenti minori di variegata provenienza: Germania, Polonia, Italia, Collegio Camille Desmoullins, à Guise. Ed il film in questione è appunto Blanka, ballata poetica a sfondo sociale, su cui la cronista ha il piacere di soffermarsi.

    Prima di raccontare la trama, è bene sottolineare che Blanka è un film che nasce da lontano e che presenta un iter peculiare che merita attenzione anche come vessillo d’incoraggiamento per i nuovi futuri filmmakers. Il regista, Kohki Hasei, modello da giovanissimo, è un ipersensibile artista in pieno stile nipponico, che alla seconda Edizione ( 2009 ) del Kustendorf Festival, il festival del Cinema creato dal grande Emir Kusturica tra i boschi e le colline di Mokra Gora,  si presenta e vince l’Uovo d’Oro, ossia il primo premio, con il Cortometraggio Godog ( 2007 ), short-movie dalla tematica senza sconti che ha per oggetto la supposta normalità della vita di un gruppo di minori in una discarica a Manila.

    Non si può dire che Blanka si ispiri a questo primo lavoro,  ma certamente ne prende le mosse. Dalla Serbia il giovane Kohki che nel mentre ha elaborato la sceneggiatura per il suo Blanka, entra in contatto con il  producer romano, Flaminio Zadra, cofondatore de La DorjeFilm production company che, certamente, in questi anni (esiste dal 2003 ) ci ha donato dei gioielli cinematografici in collaborazione con il filmmaker turco/tedesco Fatih Akin, come ad esempio: ” The Edge of Heaven ” ( 2007 ),  ” Soul Kitchen “( 2009 ) e molto altro.

    A Flaminio Zadra piace l’idea di Kohki e la implementa in un progetto del tutto ” made in Italy” che non tutti conoscono, in riferimento alla Biennale College – Cinema di Venezia. Si tratta di un vero e proprio bando, in base al quale vengono selezionate 12 tra le molte proposte presentate da un connubio artistico che consti di un produttore e di un regista alla sua prima o seconda opera. A seguito di un primo workshop, si qualificano i migliori tre gruppi che frequentano poi un severo periodo di alta formazione e con il supporto di un tutor della Biennale elaborano la sceneggiatura e la produzione dei tre lungometraggi, ai quali non è concesso di usufruire di altri fondi rispetto a quelli stanziati dal programma che è evidentemente volto a dar corpo alle opere di validi autori emergenti nell’ottica delle produzioni micro e low budget.

    In questo contesto nel 2015 nasce Blanka, 75 minuti per un costo di 150 mila euro, che la maggior parte della critica ha definito una ” favola moderna”, sebbene ad un occhio più attento il racconto pur poetico non si astiene affatto dal trasudare una realtà amara, dove i minori orfani, quindi ” di strada “, sono abbandonati ad un percorso esistenziale fragile e senza tutele. Siamo a Manila nelle Filippine, molto lontano da qui eppure nella stessa epoca ed appesantisce il cuore l’apprendere, da un piacevole colloquio con Flaminio, che i minori con qualche bega legale siano posti in stato detentivo in gabbie, non strutturalmente solide, ma senza che quest’ultimo elemento tecnico ne cambi l’accezione.

    Così nella pellicola l’undicenne Blanka, interpretata dalla splendida voce di Cydel Gabutero, si aggira per le strade di Manila, vivendo di piccoli furti ai turisti con il cui “ricavato” sogna di comprare una madre. Ed in questo desiderio si addensa tutto il peso di una realtà troppo arida persino per una ragazzina che, come la nostra Blanka, ostenti durezza. Quasi in esordio del film incontra una sorta di figura genitoriale in Peter, uomo di 55 anni, cantore e musicista cieco, interpretato da un intenso Peter Millari purtroppo recentemente scomparso, il quale pur essendo lui stesso esposto ad una vita precaria, le offrirà amore filiale, insegnandole a cantare anche per farne un mestiere.

    Ma gli ostacoli sul cammino non saranno da poco ed ad un certo punto la medesima Blanka chiederà a Peter d’accompagnarla in orfanotrofio, dove non resisterà neppure un giorno. Tornerà da Peter, l’unica sua figura di riferimento, sebbene questo implichi l’esiziale implosione esistenziale della vita di strada che un minore, almeno per i parametri giuridici nostrani, non dovrebbe conoscere mai. Nel visionarlo, le lacrime cadono copiose e spontanee dalle viscere, inevitabile.

    Sono numerosi i premi vinti da Blanka oltre all’ultimo francese: Venice Biennale College- Cinema 2015, Busan International Film Festival 2015, Tallin International Film Festival 2016, Goteborg International Film Festival 2016, Children Award -Fribourg International Film Festival 2016.

    La distribuzione è attualmente prevista in Francia, Spagna, Giappone e Taiwan. E l’Italia? Proprio l’Italia, da cui nasce l’asse portante del film nella persona del producer Flaminio Zadra e, che è un paese così attento alle tematiche di diritto minorile, ad oggi manca ancora di un distributore perché, si sa, investire in una pellicola non commerciale non è la consuetudine odierna del nostro belpaese. Ma la cronista è sempre certa che la potenza della cultura vinca sempre. C’è solo un tratto di strada in più da percorrere.

    Intanto congratulazioni al talentuoso Kohki Hasei ed allo scaltro Flaminio Zadra per averlo ” scovato “ed aver plasmato un solido progetto da un timido seme.

    Romina De Simone

    Leggi l’articolo originale: Blanka, di Kohki Hasei, vince ed attende distributore in Italia

  • 127 anni fa nasceva Charlie Chaplin il genio comico più amato

    Charlie Chaplin

    GENOVA. 16 APR. Anche sforzandoci non possiamo dire che se fosse ancora vivo il grande Chaplin avrebbe 127 anni perché malgrado la vita degli uomini si sia allungata, certo non così tanto da poter festeggiare un tal compleanno. Questo però non ci impedisce di ricordare ancora il grande artista che nel nostro immaginario ha lasciato un’impronta indelebile.

    Chaplin, in tutti i suoi film e cortometraggi è stato portavoce di valori e sentimenti sani quali la dignità, l’integrità morale e la solidarietà tra gli uomini contro il muro dell’indifferenza, del conformismo, dell’emarginazione, dell’oppressione e della modernizzazione coatta, nonché dell’ipocrisia della società medio-borghese. Il suo personaggio, il melanconico vagabondo Charlot, ha conquistato prima l’America poi tutto il mondo in quanto attraverso le sue avventure comiche incarnava l’espressione della speranza e delle aspettative dipinte sul volto dell’emigrato, sentimento condiviso da tutti gli esuli che arrivarono nel Nuovo Mondo sul finire del XIX° secolo in cerca di fortuna.

    Chaplin era comunque molto di più di Charlot, Chaplin era uomo di grande esperienza e infatti per questo della vita aveva capito tutto e la dice lunga una sua famosa frase: “un giorno senza sorriso è un giorno perso” , una massima che è stata la missione di tutta la sua vita. FRANCESCA CAMPONERO

    Leggi l’articolo originale: 127 anni fa nasceva Charlie Chaplin il genio comico più amato

  • L’ Arena di Verona in liquidazione

    L’ Arena di Verona

    VERONA. 10 APR. E’ stata decisa la messa in liquidazione della Fondazione Arena di Verona dopo la bocciatura dell’accordo per il contenimento dei costi decisa dal referendum tra i lavoratori che, con 132 no e 130 sì, avevano respinto il protocollo siglato tra la stessa Fondazione e i sindacati di categoria di Cgil, Cisl e Uil.

    Non si può dire che il Festival 2016 sia formalmente a rischio, ma potrebbe non essere organizzato dalla Fondazione Arena, perchè dopo il no all’accordo sul contenimento dei costi sancito dal referendum dei lavoratori, è stata appunto decisa la messa in liquidazione dell’ente lirico. Richiesta che ora dovrà passare dal Ministero dei Beni culturali.

    Il sindaco di Verona, Flavio Tosi, all’uscita dalla riunione ha detto che “la decisione sciagurata dei lavoratori comporterà, di conseguenza, l’azzeramento di tutti i posti di lavoro”.

    Insomma salta la Fondazione, collegata ai fondi del Mibac, ma Verona potrebbe organizzare in maniera privata il festival. Questo perchè,  ha sottolineato Tosi, “la priorità e la ragione di vita della Fondazione Arena e anche del turismo della città è la stagione lirica. Una scelta potrebbe essere il commissariamento. Ma il commissario avrebbe ancora meno risorse a disposizione, venendo meno i presupposti per accedere alla Legge Bray. Inoltre c’è il rischio che magari si ritrovi con gli scioperi dei lavoratori il 30 giugno”.

    Tutto questo è triste se si pensa  che Verona vanta il Festival lirico all’aperto più famoso al mondo. La prima edizione risale al 1913. Sul palco dell’Arena si sono esibiti i più prestigiosi nomi della storia dell’opera e del balletto: da Maria Callas a Luciano Pavarotti, da Placido Domingo a Josè Carreras, da Beniamino Gigli a Mario Del Monaco a Renata Tebaldi, e poi Carla Fracci , Jorge Janku, Paolo Bortoluzzi, Giuseppe Picone, Roberto Bolle ecc.

    FRANCESCA CAMPONERO

    Leggi l’articolo originale: L’ Arena di Verona in liquidazione

  • Liguria onesta e anti mafia, librerie non vendono testo Riina jr.

    Libreria Fieschi a Lavagna e uBik a Savona: no al libro di Riina jr.

    GENOVA. 9 APR. “Abbiamo dignità e buona memoria: al contrario di Bruno Vespa e della Rai”. E’ la Liguria degli onesti. Due esempi da seguire. La libreria Fieschi di Lavagna e i colleghi della Ubik di corso Italia, hanno esposto i cartelli in cui annunciano a chiare lettere di rifiutarsi di vendere il testo di Riina jr. presentato l’altra sera da Bruno Vespa a Porta a Porta, ospite il figlio del boss dei boss.

    La “ribellione” silenziosa è avvenuta anche in molte altre librerie italiane.

    Molti liguri sono entrati nelle librerie e hanno ringraziato personalmente i titolari delle rivendite, in cui si preferisce diffondere la cultura della legalità, piuttosto che quella di Salvo Riina.

    I titolari hanno spiegato che vorrebbero vendere più libri sulla storia di Falcone e Borsellino o di altri personaggi della magistratura e delle forze dell’ordine, che con coraggio hanno combattuto la mafia. E’ una questione di rispetto per le famiglie delle vittime e per tutti coloro che ogni giorno rischiano la vita per combattere le organizzazioni mafiose.

    Leggi l’articolo originale: Liguria onesta e anti mafia, librerie non vendono testo Riina jr.

  • L’idea della sopraffazione: il principio “maramaldo”

    Il senso di sopraffazione

    GENOVA. 9 APR. Come tacitare l’ansia, la perenne apprensione che quotidianamente ci avviluppa? Come ricostituire quel tassello logoro che connette e riconcilia il nostro essere individuo (non-diviso) con l’ homo planetarius, entità astratta, perfettamente armonizzato con la nostra Società globale?

    Nella sempiterna, quotidiana lotta tra impegno e risultato, tra vero e falso, tra la nostra ragione e quella degli altri,  misuriamo il  nostro tempo, stritolati da un meccanismo indomito e frettoloso di cui abbiamo smarrito il codice di spegnimento.

    Viviamo in una “Società narcisista” (v. precedente articolo) dove tutto brucia in fretta, si consuma veloce in nome di ideali anti-sociali e consumistici, di un individualismo economico da homo sapiens-demens.

    Non credo di sbagliare (tuttavia lo spero) nel constatare, tra l’altro, quanto oggi il dialogo non si nutra di spontaneità né di genuina curiosità; né si attribuisca ad esso un valore esperienziale degno di nota.

    Costi quel che costi, la silenziosa conquista di un peso sociale pare essere l’unico obiettivo ponderale sensibile, tale da riconoscersi e solo in esso rappresentarsi.

    E’ il principio “maramaldo”, per antonomasia arrogante e vile, che tende a sopraffare e prevalere su tutto e tutti; un principio sotteso, non di rado, ad una costituzione individuale di fondo inadeguata e meschina, tutt’altro che renitente e competitiva.

    Malgrado ciò, indugia e permane in noi, a tratti, un latente ed irrisolto desiderio di “sanità delle prime cose” (cit. D.Campana); cose assolute, valori insostituibili nella loro essenza, cui dovremmo e dobbiamo protendere, riponendo verso di esse, nel contempo, ogni inutile contrapposizione.

    Giusto per tentare di ricomporre e colmare, anche solo in parte,  il vertiginoso crepaccio, la declive voragine tra l’io e me stesso,  tra noi e il resto del mondo.

    Massimiliano Barbin Bertorelli

    Leggi l’articolo originale: L’idea della sopraffazione: il principio “maramaldo”

  • L’addio di Faletti attraverso “La Piuma”

    Giorgio Faletti, La piuma

    TORINO. 29 MAR. Ci ha lasciati 2 anni fa Giorgio Faletti attore, compositore, cantante e comico che ha esordito nel mondo della narrativa con Io uccido, che in Italia ha venduto oltre cinque milioni di copie ed è stato tradotto in tutte le principali lingue del mondo. Un successo straordinario che Faletti ha confermato anche con i romanzi a seguire.

    Il suo ultimo libro esce postumo ed ha il titolo La piuma. Con questo testo lo scrittore si accomiata dai suoi lettori. La piuma  è un’opera dolente, la sua opera più bella e originale, un romanzo breve al di fuori dei suoi schemi abituali, infatti  non è un giallo, né un thriller né una storia con una trama precisa, piuttosto una favola contemporanea sul significato dell’esistenza e della sua fine.

    Di pagina in pagina ci fa seguire il volo silenzioso di una  piuma che si sposta leggera da un personaggio all’altro: solo uno, fra tutti, riuscirà a cogliere ciò che nessuno aveva mai compreso prima. Una favola morale, che accompagna il lettore attraverso le piccole, meschine, ignoranti bassezze degli uomini, sino a comprendere, attraverso il più innocente e semplice degli sguardi, il senso profondo delle cose.

    È il miglior addio che Faletti poteva regalare ai suoi fans.

    FRANCESCA CAMPONERO

    Il libro è edito da Baldini&Castoldi; Prezzo: € 13,00.

    Leggi l’articolo originale: L’addio di Faletti attraverso “La Piuma”

  • L’evoluzione dei tempi. La solitudine di coppia

    La solitudine

    GENOVA. 25 MAR. Per logica universale, a chiunque giungesse per la prima volta sul nostro Pianeta e nulla sapesse dei suoi abitanti, della loro storia e delle loro tradizioni, sarebbe difficile spiegare, vista l’imponente densità abitativa dei nostri aggregati urbani,  come mai la solitudine è diventata una delle piaghe, più o meno percepite, dell’uomo civilizzato.

    Una condizione che trae origine e motivazione all’interno di Società dissennatamente ego-logiche ed individualiste, nelle quali, oggi, la predominanza della “comunicazione”, enormemente incentivata dall’ausilio di avvenieristiche tecnologie atte a consentirne un’estensione illimitata, resta, nella sua più elementare applicazione,  relegata ad eventi irrituali e locali, ostaggio di usi e costumi (ostili) e subordinata all’esistente dicotomia tra latitudini e realtà differenti, tra metropoli e paese.

    Per un verso, questa solitudine si radica, irrimediabile, nella diffidenza reciproca, solo in parte comprensibile; per l’altro, si intride di un progresso tecnologico metamorfico, dagli effetti dubbi  quantomeno in termini di sviluppo della qualità di vita individuale e di relazioni di prossimità, su cui é prudente rivolgere una periodica attenzione sociale e sociologica, vieppiù nei confronti delle nuove e più gracili generazioni.

    Questa “solitudine”, osservabile in ogni brulicare civico, sta manifestandosi in ossimoro, in una sua variante tipologica nociva ed illogica: la solitudine di coppia.

    La questione assume tratti drammatici, qualora, dotati di adeguato spirito critico od intento speculativo, se ne riconoscano l’incidenza ed il gravame su quel (poco) che resta della “famiglia”, intesa come “un insieme di 2 o più persone” (cit. Dizionario Devoto-Oli).

    Non è immaginaria la sensazione di estraniamento che essa connota. Come che sia, sarebbe forse semplicistico e riduttivo ricondurre tale reclusiva condizione all’ammiccante ipertrofia tecnologica, sebbene quest’ultima non agevoli né stimoli il libero fluire del linguaggio e quindi le relazioni dirette e naturali tra individui.

    Nondimeno, come traggo anche da un recente scritto di Orietta MP Bassano, tale silenziosa solitudine di coppia è “reciprocamente angosciante” (cit.), interclusa ormai in una zonizzazione affettiva ristretta ed auto-assegnata.

    Nondimeno, l’ottundimento da social, strumento ormai inseparabile  dall’uomo, “come i pirati e il rum”, richiama, in una espressione senza tempo, il disperato “fermati, passante dagli occhi a terra”, verso di una poesia della M. Cvetaeva.

    Ciò lascia ulteriore e conclusivo spazio all’amara considerazione di C.Cassola:  “La vita in comune non apre il carcere della solitudine”.

    Massimiliano Barbin Bertorelli

    Leggi l’articolo originale: L’evoluzione dei tempi. La solitudine di coppia

  • Quarto Compleanno di Radiorimasto

    Radio Rimasto festa ai Giardini Luzzati

    GENOVA. 25 MAR. Domani, Sabato 26 Marzo 2016 ai Giardini Luzzati ore 21, si festeggia il compleanno di Radiorimasto, web radio genovese che da 4 anni si occupa di quelle migliaia di musicisti in tutto il mondo che scelgono di tutelare la propria musica con metodi gratuiti ed alternativi che non siano quelli classici di protezione dei diritti d’autore, c’è infatti chi opta per Creative Commons, per il Copyleft, e sempre di più per totally free, ossia creano e distribuiscono senza alcun vincolo la propria produzione.

    La trasmissione vuole essere mezzo di informazione e divulgazione di materiale e dinamiche sconosciute ai più.Dai luoghi più disparati del pianeta arrivano mail con mp3 , a volte sono label creative commons, ne cito due italiane Subterra label e Subcava Sonora, e sono una vera miniera. Da un po’ di tempo radiorimasto è entrata a far parte del circuito Radio Gazzarra, la radio dell’arci liguria che ha trovato alloggio nel nuovo Teatro Altrove. RadioRimasto dj porta in giro la voce della sua radio con djset a 360gradi dentro l’incredibile pianeta della musica libera.

    Un gran concerto di puro “rock psichedelico” alla vecchia per una serata di festa con i Koonda Holaa, o Kamilsky, o Kamil Kruta, figura mitologica, metà hippie e metà freakpunk, che imperversa fra due continenti ormai da quasi trent’anni, con l’esperienza del carcere per motivi politici giovanissimo sotto il regime nella sua natale cecoslovacchia, all’emigrazione in USA per ritrovare nuova linfa artistica a metà degli anni novanta, passando per moltissime partecipazioni alle vicissitudini di band di culto europee e americane, dove il suo tocco estroso non mancà mai di sorprendere.

    Facebook: https://www.facebook.com/radiorimasto/

    Leggi l’articolo originale: Quarto Compleanno di Radiorimasto

  • Tre grandi etoiles insieme per dar coraggio alla Danza

    Carla Fracci, Loredana Furno e Pompea Santoro ieri sera al Teatro Carcano a Milano per ‘dare coraggio’ alla danza

    MILANO. 23 MAR. Tre grandi della danza insieme, Carla Fracci, Loredana Furno e Pompea Santoro ieri sera al Teatro Carcano a Milano in occasione del Galà Danzaeccellenze organizzato dall’Associazione D’Angel, dopo il debutto torinese di Carla Fracci il 16 marzo  al Teatro Nuovo di Torino in cui l’etoile mondiale della danza ha interpretato la parte di Thalassa degli abissi in ‘Sheherazade’.

    Una foto storica che sigilla senza dubbio un momento importante della danza di oggi: tre grandi danzatrici  che non si danno per vinte e vanno avanti avanti malgrado le difficoltà oggettive che coinvolgono  tanto i teatri  quanto e soprattutto le compagnie di danza  italiane.Tre sorrisi sinceri che dimostrano che quando si ha la forza ed il coraggio di credere sempre in quello che si è fatto e si fa con grande passione e competenza non si posso che avere risultati positivi .

    “La danza vive da sempre ed è in crisi da sempre. Il pubblico l’ha sempre amata, ma spesso la danza ha avuto difficoltà a farsi riconoscere il giusto ruolo. Per questo ora mi metto al servizio dei giovani e di chi lavora per tenerla viva”. Queste le parole della Fracci,  quando ha presentato al Circolo dei Lettori di Torino l’ultimo spettacolo che la vede impegnata sul palco,  appunto ‘Sheherazade e le mille e una notte’. Lo spettacolo è realizzato dalla compagnia ‘Balletto del Sud’ e diretto da Fredy Franzutti.

    “Il Balletto del Sud è una delle compagnie italiane più interessanti – ha sottolineato la Fracci – ma ce ne sono anche altre. Mi piace pensare ai tanti giovani professionisti che ci sono in Italia e a cosa posso fare per loro. Bello poi essere qui, in una città di cultura e di grandi donne della danza, come Loredana Furno e Susanna Egri e Pompea Santoro.

    FRANCESCA CAMPONERO

    Leggi l’articolo originale: Tre grandi etoiles insieme per dar coraggio alla Danza