Categoria: Cultura Italia

  • ALL’ OVAL DI TORINO GRANDE SUCCESSO PER ARTISSIMA

    ALL’ OVAL DI TORINO GRANDE SUCCESSO PER ARTISSIMA

    Artissima all’ Oval di Torino

    TORINO. 7 NOV. “ Speriamo di superare i 50 mila visitatori – spiegano gli organizzatori di Artissima- tanti furono infatti coloro che nel 2014 visitarono Artissima. Quest’anno le premesse per superare in quantità e qualità l’edizione precedente si stanno veririficando tutte”. Artissima, la grande fiera internazionale d’Arte Contemporanea di Torino, aperta fino a domani, è un appunatemento imperdibile per le Gallerie d’arte (sono presenti ben 207 gallerie, delle quali più di cento straniere e di 35 nazioni) ed è anche una occasione per ammirare opere e creazioni di artisti provenienti da oltre cento Paesi diversi. La Fiera vede la presenza di oltre 5 mila collezionisti invitati a questa manifestazione che, in poco più di vent’anni, è divenuta già un appuntamento imperdibile e di livello internazionale per gli addetti del settore. Suddivisa in sei sezioni: Main section, New Entries, Present Future, Back to the Future, Per4m ed Art Editions, la fiera ha un respiro davvero internazionale proponendo ben il 67 per cento di opere messe in mostra dagli espositori stranieri. “Artissima – spiega il gallerista Daniele Decia– come ha più volte affermato Sarah Cosulich vuole contribuire a scovare nuovi talenti italiani e stranieri. L’evento in oltre vent’anni ha saputo diventare una delle più importanti attrazioni a livello internazionale posizionandosi fra le più grandi fiere mondiali ed occasione imperdibile per galleristi, esperti, appassionati d’arte e collezionisti”. Ad Artissima 2015 verrà anche assegnato per la prima volta il premio Reda, istituito in collaborazione con Camera – Centro Italiano per la Fotografia, a un giovane artista che incentri la sua ricerca sull’esplorazione del mezzo fotografico. Con oltre duemila opere in mostra Artissima è davvero una occasione di grande rilievo per galleristi e collezionisti. La parte fieristica dell’esposizione di Artissima si articola in tre sezioni, sottoposte al vaglio del Comitato della fiera: Main Section, dedicata alle gallerie più consolidate della scena internazionale dell’arte contemporanea; New Entries, dedicata alle gallerie attive da meno di cinque anni per la prima volta a Torino (a loro è anche riservato il Premio Promos Scalo Milano New Entries) ed Art Editions, dedicata alle gallerie specializzate in edizioni e multipli d’artista. Il comitato di selezione era composto da Isabella Bortolozzi (Galleria Isabella Bortolozzi, Berlin), Paola Capata (Galleria Monitor, Roma), Guido Costa (Galleria Guido Costa Projects, Torino),Peter Kilchmann (Galleria Peter Kilchmann, Zurigo), Pedro Mendes (Galleria Mendes Wood, São Paulo), Gregor Podnar (Galleria Gregor Podnar, Berlin), Jocelyn Wolff (Galleria Jocelyn Wolff, Paris). La direttrice della kermesse torinese, Sara Cosulich Canarutto, ha sintetizzato così le novità dell’edizione 2015: “ Le novità di quest’anno sono tante- spiega la Cosulich- ma se dovessi citarne una direi la sessione Back to the future che quest’anno si concentra su un decennio, quello che va dal 1975 al 1985, così importante per definire la società in cui siamo oggi. La rivoluzione digitale, anche nell’arte, comincia a quel tempo. Inoltre abbiamo arricchito la sezione dedicata alle performance: nei quattro giorni della fiera ne verranno realizzate una dozzina. Il pubblico si lascia sempre piacevolmente sorprendere da questa forma di espressione artistica”.
    CLAUDIO ALMANZI

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  • TORINO : LIGURI IN VISITA ALLA MOSTRA SUI DIVISIONISTI

    TORINO : LIGURI IN VISITA ALLA MOSTRA SUI DIVISIONISTI

    Un momento della visita alla mostra sui Divisionisti

    TORINO. 6 NOV. La delegazione di giornalisti, fotografi, studenti, collezionisti ed esperti d’arte del Ponente ligure che ha visitato ieri la bella mostra dedicata al Divisionismo ed ospitata presso la Fondazione Accorsi-Ometto a Torino è stata accompagnata nella visita da Alberto Tosa, che cura l’Ufficio stampa della fondazione torinese. “ Si è trattato- ha spiegato il giornalista e critico d’arte Claudio Almanzi- di una visita dal duplice scopo: ammirare le opere dei divisionisti in mostra e visitare la dimora torinese del celebre antiquario e collezionista Pietro Accorsi. Siamo stati accompagnati da un ospite davvero squisito: il dottor Alberto Tosa che ci ha fatto da cicerone facendoci apprezzare l’importanza della mostra che conduce da Segantini a Balla nel mondo dei divisionisti e raccontandoci la vita di un personaggio straordinario quale fu Pietro Accorsi che ha lasciato in eredità a tutti noi un patrimonio inestimabile di gusto e bellezza”. Tornando alla mostra “ Divisionismo tra Torino e Milano. Da Segantini a Balla” ( che resterà aperta fino al 10 gennaio al Museo di Arti Decorative Pietro Accorsi – Giulio Ometto a Torino in Via Po, 55) va detto che si tratta di una occasione imperdibile soprattutto per riflettere sull’importanza che ha avuto su tutta la successiva storia dell’arte italiana la corrente divisionista. La nuova tendenza artistica prese avvio, a partire dagli anni Ottanta dell’Ottocento, ed ottenne un primo grande successo alla Prima Triennale di Brera del 1891. Il Divisionismo proseguì poi il suo percorso fino a tutti gli anni Venti del Novecento.
    “ Il Museo Accorsi Ometto – ci ha spiegato Tosa- inaugurato al pubblico nel dicembre del 1999, e dal 2000 sede di importanti mostre di livello internazionale, presenta questa volta un’ esposizione che intende esplorare, attraverso quarantasei opere selezionate, secondo un elevato criterio qualitativo e storico, i percorsi del Divisionismo partendo dall’epicentro della pittura divisa italiana: il Piemonte e la Lombardia”. La mostra, realizzata in collaborazione con lo Studio Berman di Giuliana Godio ed a cura di Nicoletta Colombo, muove dalla considerazione del ruolo fondamentale assunto nello svolgimento delle tendenze divisioniste dalle città di Milano e di Torino e intende concentrare l’attenzione sui protagonisti consacrati della “pittura divisa”, di origine o formazione piemontese e lombarda. Il Divisionismo è stato un movimento fondamentale per la vita artistica e per la cultura italiana, pienamente inserito, con ruolo autonomo, nelle tendenze figurative europee della fine del secolo XIX e inizi del XX. L’importanza dello studio della luce e il ricorso ai colori puri, stesi in tessiture a puntini e filamenti, erano gli elementi che tracciavano la reazione al realismo in direzione simbolista e socio-umanitaria. Di qui la scelta di una mostra che mettesse in risalto soprattutto una geografia divisionista convergente nell’asse Lombardia – Piemonte. Pertanto diventano esplicativi e fondamentali per capire quel periodo storico ed artistico alcuni protagonisti emblematici della sperimentazione pittorica luminosa: Giovanni Segantini, Giuseppe Pellizza da Volpedo, Angelo Morbelli, Gaetano Previati, Vittore Grubicy de Dragon, Emilio Longoni, Matteo Olivero, Carlo Fornara, Giovanni Sottocornola, Cesare Maggi, Achille Tominetti, Andrea Tavernier, Giovanni Battista Ciolina, Giuseppe Cominetti, Angelo Barabino. “ All’ingresso del secolo nuovo- conclude il dottor Alberto Tosa- accanto ai maestri ormai storicizzati, si affiancano pittori di più giovane generazione, affascinati dalla pittura di Segantini e di Previati, e che crearono le basi per la futura poetica incentrata sulla luce e sul movimento: i futuri Futuristi, come Carlo Carrà, Umberto Boccioni, Giacomo Balla, Leonardo Dudreville, promettenti autori legati per nascita, o per formazione, alla storia artistica piemontese e lombarda del tempo”. In esposizione ci sono quarantasei opere di rilievo fra le quali alcune tra le più importanti di Morbelli, Pellizza e Previati. Da segnalare Le parche 1904, Vecchine curiose 1891 e Ave Maria della sera 1910 di Morbelli, Il sole 1903-1904 di Pellizza, La via del Calvario 1901 e Gregge all’alba 1910 di Previati, Bosco di faggi (Sensazioni gioiose) 1887-1912 di Grubicy de Dragon, Il ritorno dal bosco 1883-1884 di Longoni, Lavoro dei campi in Val Vigezzo 1895-1936 di Fornara, La piccola ricamatrice (Serenità) 1900 e La pastorella 1910 di Sottocornola”.
    ADALBERTO GUZZINATI

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  • PONENTINI A TORINO ALLA KERMESSE D’ARTE DI PARATISSIMA

    PONENTINI A TORINO ALLA KERMESSE D’ARTE DI PARATISSIMA

    Arte per tutti i gusti a Paratissima

    SAVONA. 4 NOV. Ci sarà anche una nutrita delegazione di ingauni e ponentini domani a Torino per visitare Paratissima in programma fino a domenica. Nella passata edizione vi hanno partecipato più di 700 artisti e più di 200 performers. Nata come manifestazione off di Artissima, fiera internazionale di arte contemporanea, Paratissima è diventata poi in pochi anni uno degli eventi di riferimento nel panorama artistico a livello nazionale. La kermesse torinese apre anche quest’anno con entusiasmo le porte a tutti i creativi, artisti, grafici, street artisti, fotografi, illustratori, pittori, stilisti,scrittori, registi e designer emergenti, desiderosi di farsi conoscere e di incontrarsi fra loro per mettere in modo collaborazioni virtuose ed interessanti. Gli artisti di Paratissima sono soprattutto artisti emergenti, che non sono ancora entrati nel circuito ufficiale dell’arte, anche se ci sono tanti nomi già affermati che desiderano mettersi in gioco in un contesto dinamico rivolto ad una più vasta platea. “Paratissima- dicono gli organizzatori- dopo 11 anni è a un punto di svolta e di partenza, pronta a guardare avanti, ampliando i confini – in un naturale sviluppo internazionale della manifestazione che dal 2014 ha un evento gemello a Skopje e dal 2016 sarà a Lisbona – e coinvolgendo, allo stesso tempo, a Torino, realtà e artisti, emergenti ed affermati, provenienti da Cina, Macedonia, Mozambico, Russia, Norvegia, Germania, Portogallo. Più di 400 sono gli artisti e i creativi iscritti; 8 le mostre curate dai 16 giovani curatori di N.I.C.E., acronimo di New Independent Curatorial Experience, il corso per curatori di Paratissima; 8 le sezioni: International, G@p/Galleries at Paratissima, Fotografia, Design, Video, Fashion, Future/Artisti in erba, School/Learning by Doing. Una mostra di punta: Useless Army, con opere di Robert Gligorov, Ryan Spencer Reed, Jock Sturges. Una collaborazione inedita con Cortona On The Move e una con il Coffi Festival di Berlino. Un progetto internazionale, il China Pavillon, che raccoglie le visioni di 9 artisti cinesi contemporanei. Un tema: Ordine o Caos?” Un evento che richiamerà appassionati d’arte e curiosi da tutta Europa. “Questa undicesima edizione- ci ha confessato il gallerista Daneile Decia- di Paratissima si annuncia come un’altra vera e propria entusiasmante kermesse della creatività nel pieno senso del termine. Anche quest’anno per gli addetti ai lavori sarà una gioia visitare sia Paratissima, sia Artsssima. Entrambi gli eventi per me, così come per tanti appassionati d’arte, sono imperdibili. Si tratta infatti di una duplice occasione per ammirare artisti ed opere tra le più disparate. Paratissima è diventata in pochi anni punto di riferimento per il macrocosmo multiforme, quello più giovane e vivace delle Arti Visive”. Paratissima è anche vista dagli artisti come un momento di incontro con il pubblico e con gli altri artisti molto stimolante. Spesso è proprio qui infatti che nascono nuovi e accattivanti progetti artistici. Paratissima non solo promuove i giovani talenti, quelli che ancora non hanno un nome affermato nella panoramica nazionale e internazionale, ma è anche un palcoscenico decisamente diverso e molto più dinamico per tutti quegli artisti contemporanei già conosciuti al pubblico: “È una occasione speciale di incontro e di conoscenza per gli artisti – dice il gallerista Armando D’Amaro- un palcoscenico ideale per promuoversi e far conoscere l’arte”. Anche quest’anno le parole d’ordine a Paratissima saranno perciò sperimentazione e ricerca: “Speriamo di essere premiati – dicono gli organizzatori di Paratissima- come lo scorso anno quando abbiamo avuto sia un grande afflusso di pubblico, sia per i tanti riconoscimenti che abbiamo avuto per le iniziative attivate nelle aree didattiche, nei laboratori e workshop. Vogliamo instaurare una partecipazione attiva tra gli artisti e gli affamati fruitori dell’arte: pensiamo di aver centrato l’obiettivo”. Paratissima è un progetto di Gruppo Para e Associazione Ylda, Con il contributo di Compagnia di San Paolo, Fondazione CRT, Camera di Commercio, Industria, Artigianato e Agricoltura di Torino, e il sostegno di sponsor privati.Ha il patrocinio di Regione Piemonte, Città di Torino, Circoscrizione 8,Confartigianato Torino e Main Partner Satispay. “Paratissima anche quest’anno si annuncia per tutti un ambiente vivo e creativo – conclude il noto giornalista e critico d’arte Pascal McLee- che in certi momenti sembra una meravigliosa Babele creativa ricca di messaggi, stimoli, occasioni, immagini, luci e suoni, insomma un vero Eden per chi ami l’arte moderna, innovativa, d’avanguardia e sperimentale”.
    CLAUDIO ALMANZI

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  • DALLA RIVIERA LIGURE A TORINO PER ARTISSIMA 2015

    DALLA RIVIERA LIGURE A TORINO PER ARTISSIMA 2015

    Artissima 2015

    IMPERIA. 3 NOV. Ci sarà anche una nutrita delegazione ponentina ( di giornalisti, collezionisti, galleristi ed appassionati d’arte da Sanremo ad Albenga) a visitare Artissima, la grande fiera internazionale d’Arte Contemporanea di Torino, che si svolgerà dal 6 all’ 8 novembre. La kermesse dedicata alle Gallerie d’arte (ne saranno presenti ben 207 delle quali più di cento straniere e di 35 nazioni) è anche una occasione per ammirare opere e creazioni di artisti provenienti da oltre cento Paesi diversi. La Fiera vedrà la presenza di oltre 5 mila collezionisti invitati a questa manifestazione che, in poco più di vent’anni, è divenuta già un appuntamento imperdibile e di livello internazionale per gli addetti del settore. Suddivisa in sei sezioni: Main section, New Entries, Present Future, Back to the Future, Per4m ed Art Editions, la fiera ha un respiro davvero internazionale proponendo ben il 67 per cento di opere messe in mostra dagli espositori stranieri. “Artissima – dice Adalberto Guzzinati giornalista e critico d’arte – in oltre vent’anni ha saputo diventare una delle più importanti attrazioni a livello internazionale posizionandosi fra le più grandi fiere mondiali ed occasione imperdibile per galleristi, esperti, appassionati d’arte e collezionisti”. Ad Artissima 2015 sarà assegnato per la prima volta il premio Reda, istituito in collaborazione con Camera – Centro Italiano per la Fotografia, a un giovane artista che incentri la sua ricerca sull’esplorazione del mezzo fotografico. La novità principale dell’edizione 2015 è rappresentata dal fatto che per la prima volta verrà assegnato il premio Reda, istituito in collaborazione con Camera – Centro Italiano per la Fotografia, ad un giovane artista che incentri la sua ricerca sull’esplorazione del mezzo fotografico. La giuria è composta da Florian Ebner, Museum Folkwang, Essen; Cristiano Raimondi, NMNM, Monaco; Giovanna Silva, Humboldt Books, Milano; Francesco Zanot, Camera – Centro Italiano per la Fotografia, Torino; Philip e Rosella Rolla, collezionisti, Fondazione Rolla. Con oltre duemila opere in mostra Artissima è davvero una occasione di grande rilievo per galleristi e collezionisti, La parte fieristica dell’esposizione di Artissima si articola in tre sezioni, sottoposte al vaglio del Comitato della fiera. La parte fieristica dell’esposizione di Artissima si articola in tre sezioni, sottoposte al vaglio del Comitato della fiera: Main Section, dedicata alle gallerie più consolidate della scena internazionale dell’arte contemporanea; New Entries, dedicata alle gallerie attive da meno di cinque anni per la prima volta a Torino (a loro è anche riservato il Premio Promos Scalo Milano New Entries) ed Art Editions, dedicata alle gallerie specializzate in edizioni e multipli d’artista. Il comitato di selezione era composto da Isabella Bortolozzi (Galleria Isabella Bortolozzi, Berlin), Paola Capata (Galleria Monitor, Roma), Guido Costa (Galleria Guido Costa Projects, Torino),Peter Kilchmann (Galleria Peter Kilchmann, Zurigo), Pedro Mendes (Galleria Mendes Wood, São Paulo), Gregor Podnar (Galleria Gregor Podnar, Berlin), Jocelyn Wolff (Galleria Jocelyn Wolff, Paris).
    CLAUDIO ALMANZI

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  • PONENTINI A TORINO PER LA MOSTRA SUI DIVISIONISTI

    PONENTINI A TORINO PER LA MOSTRA SUI DIVISIONISTI

    Gregge all’ alba di Gaetano Previati

    TORINO. 2 NOV. Una nutrita delegazione di giornalisti, fotografi, collezionisti ed esperti d’arte del Ponente ligure visiterà il 5 novembre la grande mostra dedicata al Divisionismo ed ospitata presso la Fondazione Accorsi-Ometto a Torino. “ Si tratta- spiega il giornalista e critico d’arte Claudio Almanzi- di un appuntamento imperdibile per gli appassionati dell’ arte italiana a cavallo fra Ottocento e Novecento. La mostra “ Divisionismo tra Torino e Milano. Da Segantini a Balla” al Museo di Arti Decorative Pietro Accorsi – Giulio Ometto a Torino in Via Po, 55 è infatti l’occasione soprattutto per riflettere sull’importanza che ha avuto su tutta la successiva storia dell’arte italiana la corrente divisionista”. Il gruppo di amanti dell’arte che comprende anche appassionati ed operatori del settore, da Sanremo fino ad Albenga, visiterà la Fondazione torinese, la mostra sul Divisionismo e farà anche un salto ad Artissima e Paratissima: tre eventi che fanno di Torino per una settimana la capitale culturale ed artistica d’Italia. La nuova tendenza artistica del Divisionismo prese avvio, a partire dagli anni Ottanta dell’Ottocento, ed ottenne un primo grande successo alla Prima Triennale di Brera del 1891. Il Divisionismo proseguì poi il suo percorso fino a tutti gli anni Venti del Novecento.
    “ Il Museo Accorsi – Ometto – ci spiega lo scrittore ed editor genovese Armando D’Amaro- inaugurato al pubblico nel dicembre del 1999, e dal 2000 sede di importanti mostre di livello internazionale, presenta questa volta un’ esposizione che intende esplorare, attraverso quarantasei opere selezionate, secondo un elevato criterio qualitativo e storico, i percorsi del Divisionismo partendo dall’epicentro della pittura divisa italiana: il Piemonte e la Lombardia”. La mostra, realizzata in collaborazione con lo Studio Berman di Giuliana Godio ed a cura di Nicoletta Colombo, muove dalla considerazione del ruolo fondamentale assunto nello svolgimento delle tendenze divisioniste dalle città di Milano e di Torino e intende concentrare l’attenzione sui protagonisti consacrati della “pittura divisa”, di origine o formazione piemontese e lombarda. Il Divisionismo è stato un movimento fondamentale per la vita artistica e per la cultura italiana, pienamente inserito, con ruolo autonomo, nelle tendenze figurative europee della fine del secolo XIX e inizi del XX. L’importanza dello studio della luce e il ricorso ai colori puri, stesi in tessiture a puntini e filamenti, erano gli elementi che tracciavano la reazione al realismo in direzione simbolista e socio-umanitaria. Di qui la scelta di una mostra che mettesse in risalto soprattutto una geografia divisionista convergente nell’asse Lombardia – Piemonte. Pertanto diventano esplicativi e fondamentali per capire quel periodo storico ed artistico alcuni protagonisti emblematici della sperimentazione pittorica luminosa: Giovanni Segantini, Giuseppe Pellizza da Volpedo, Angelo Morbelli, Gaetano Previati, Vittore Grubicy de Dragon, Emilio Longoni, Matteo Olivero, Carlo Fornara, Giovanni Sottocornola, Cesare Maggi, Achille Tominetti, Andrea Tavernier, Giovanni Battista Ciolina, Giuseppe Cominetti, Angelo Barabino. “ All’ingresso del secolo nuovo- spiegano i curatori della mostra- accanto ai maestri ormai storicizzati, si affiancano pittori di più giovane generazione, affascinati dalla pittura di Segantini e di Previati, e che crearono le basi per la futura poetica incentrata sulla luce e sul movimento: i futuri Futuristi, come Carlo Carrà, Umberto Boccioni, Giacomo Balla, Leonardo Dudreville, promettenti autori legati per nascita, o per formazione, alla storia artistica piemontese e lombarda del tempo. In esposizione ci sono quarantasei opere di rilievo fra le quali alcune tra le più importanti di Morbelli, Pellizza e Previati. Da segnalare Le parche 1904, Vecchine curiose 1891 e Ave Maria della sera 1910 di Morbelli, Il sole 1903-1904 di Pellizza, La via del Calvario 1901 e Gregge all’alba 1910 di Previati, Bosco di faggi (Sensazioni gioiose) 1887-1912 di Grubicy de Dragon, Il ritorno dal bosco 1883-1884 di Longoni, Lavoro dei campi in Val Vigezzo 1895-1936 di Fornara, La piccola ricamatrice (Serenità) 1900 e La pastorella 1910 di Sottocornola”. Questo l’ orario del Museo e della Mostra: da martedì a venerdì dalle 10 alle 13 e dalle 14 alle 18. Sabato e festivi dalle 10 alle 13 e dalle 14 alle 19. Chiusura il lunedì. La mostra resterà aperta fino al 10 gennaio.
    ADALBERTO GUZZINATI

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  • ARTE: A SANREMO IERI I FUNERALI DELLA MECENATE ARTONI

    ARTE: A SANREMO IERI I FUNERALI DELLA MECENATE ARTONI

    La chiesa di Santa Maria degli Angeli

    IMPERIA 31 OTT. Si sono svolti ieri pomeriggio a Sanremo i funerali di Enrichetta Artoni, vedova di Augusto Andreini. Nella Chiesa parrocchiale di Santa Maria degli Angeli è stato dato l’estermo saluto all’ ottantatreenne, mancata all’ Ospedale Giovanni Borea di Sanremo, dove era stata ricoverata, per un grave malore, sopraggiunto a seguito di una lunga malattia.
    “Con la scomparsa della cara Enrichetta- spiega il giornalista e critico d’arte Adalberto Guzzinati- se ne va via un altro pezzo di storia artistica di Sanremo, quella legata alle mitiche gallerie d’arte matuziane degli anni Settanta dove passarono tutti i più famosi maestri italiani e stranieri del tempo. La signora Artoni, con eleganza e discrezione, fu una presenza costante, accanto al marito, il noto mecenate d’arte Augusto Andreini, di quel mondo nel quale visse e del quale condivise gli anni più belli. I due generosi mecenati ospitarono per tanti anni numerosi artisti nelle celebri camerette di Via Zeffiro Massa e divennero così, anche grazie alla loro generosità, apprezzati collezionisti d’arte”.
    Nata a Moglia di Mantova, ha trascorso la giovinezza a Mirandola, in provincia di Modena, dove la famiglia era titolare di una importante azienda commerciale. Si trasferì a Sanremo, dopo il matrimonio con Augusto Andreini, noto commercialista, con il quale ebbe due figlie Giovanna e Paola e coltivò la passione per l’ arte. I coniugi, noti collezionisti, già a partire dagli anni Sessanta, avevano cominciato ad ospitare a Sanremo, quali mecenati, numerosi artisti italiani e stranieri. Per anni furono fra gli animatori del mondo artistico matuziano ed appassionati frequentatori delle gallerie più in voga in quegli anni: la Annuanciata di Milano ( Via Manzoni), la Galleria Beniamino ( di via Matteotti a Sanremo) e la Galleria Matuzia di Luciano Lupi ( di via Gioberti, anche questa nella Città dei Fiori) dove passarono tutti i più grandi artisti della seconda metà del Novecento. Frequentarono assiduamente molti maestri fra i quali Burri, Dova, Campigli, Marzè, Spezi, Pouppez, Rognoni, Leppien, Albertini, Farioli, Stefanoni, Gastini, Sughi, Magnelli, De Marchi, Nangeroni, Guala, De Tora, Smenghi, Tinguely, D’Orazio, Sosnowsky, Cappello, Damiano, Roualt, Pichette, Kodra, Arde, Pivetta, Leblanc, Adami, Del Pezzo, De Luca, Ruoppo e Rovelli. Vedova di Augusto dal 10 marzo 2013, Enrichetta aveva già, dal 2005, vissuto una vita ritirata a causa della sua cagionevole salute. Dopo la cerimonia funebre la nota mecenate modenese è stata tumulata, accanto al marito Augusto, nella tomba di famiglia nel Cimitero di Valle Armea.
    CLAUDIO ALMANZI

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  • Halloween, Holyween e padre Amorth

    Halloween zucca

    Padre Amorth halloween 

    Halloween, Holyween e padre Amorth

    GENOVA. 31 OTT. Halloween è una festività di origine anglosassone celebrata la notte del 31 ottobre. Il suo nome rappresenta una variante scozzese del nome completo All Hallows’ Eve, cioè la notte prima di Ognissanti Hallows’ Day.

    Halloween prende origini da ricorrenze celtiche e ha assunto negli Stati Uniti le forme accentuatamente macabre e commerciali con cui oggi la conosciamo. L’usanza si è poi diffusa anche in altri paesi del mondo e le sue manifestazioni sono molto varie. Si va dalle sfilate in costume ai giochi dei bambini, che girano di casa in casa recitando la formula ricattatoria del trick-or-treat (dolcetto o scherzetto). Caratteristica della festa è la simbologia legata al mondo della morte e dell’occulto, di cui è tipico l’emblema della zucca intagliata, derivato dal personaggio di Jack-o’-lantern.

    Lo storico Nicholas Rogers, ricercando le origini di Halloween, nota che mentre alcuni studiosi hanno rintracciato le sue origini nella festa romana dedicata aPomona – dea dei frutti e dei semi – o nella festa dei morti chiamata Parentalia, Halloween viene più tipicamente collegata alla festa celtica di Samhain.

    Il nome della festività, mantenuto storicamente dai Gaeli e dai Celti nell’arcipelago britannico, deriva dall’antico irlandese e significa approssimativamente “fine dell’estate”. Secondo il calendario celtico in uso 2000 anni fa tra i popoli dell’Inghilterra l’anno nuovo iniziava il 31 ottobre.

    Nell’ ‘840, la festa di Ognissanti fu ufficialmente istituita il 1º novembre mentre era papa Gregorio IV.

    Dopo che il protestantesimo interruppe la tradizione di Ognissanti, in ambito anglosassone si continuò a celebrare Halloween come festa laica; in particolare negli USA, a partire dalla metà dell’Ottocento, tale festa si diffuse fino a diventare, nel secolo scorso, una delle principali festività statunitensi.

    Negli ultimi anni la festività di Halloween ha assunto carattere consumistico, con un oscuramento progressivo dei significati originari. In USA, Irlanda, Australia e Regno Unito, Halloween viene festeggiato come una “festa del costume”, dove party in maschera e festeggiamenti tematici superano il tipico valore tradizionale del “dolcetto o scherzetto”, per dar vita ad una nuova tradizione di divertimento, tipica di una gioventù cresciuta.

    Ma non tutti sono d’accordo con la festività di Halloween. Fra questi padre Gabriele Amorth, l’esorcista modenese che ha all’attivo più di 70 mila esorcismi su Facebook scrive: “Festeggiare Halloween è rendere osanna al diavolo”. “Penso che la società italiana stia perdendo il senno – scrive Amorth sulla sua pagina Facebook – il senso della vita, l’uso della ragione, e sia sempre più malata. Celebrare Halloween è come celebrare il demonio. Il quale, se adorato, anche soltanto per una notte, pensa di vantare dei diritti sulla persona. Allora non meravigliamoci se il mondo sembra andare a catafascio e se gli studi di psicologi e psichiatri pullulano di bambini insonni, vandali, agitati, e di ragazzi ossessionati e depressi, potenziali suicidi”.

    Per questo molte parrocchie e fedeli hanno istituito il contro-halloween ovvero: Holyween, la festa dei Santi che non comporta travestimenti, bensì l’uso di immagini sacre e di una veste bianca.

    Padre Amorth: https://www.facebook.com/Padre-Gabriele-Amorth-350761581645316/?fref=ts

    Internet: Holyween.org

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  • Oggi è il giorno di Samantha Cristoforetti

    Samantha Cristoforetti

    Oggi è il giorno di Samantha Cristoforetti

    GENOVA. 30 OTT. Oggi è il giorno di Samantha Cristoforetti, protagonista di Genova e del Festival della Scienza che, in dialogo in video-conferenza da Houston con Luca Parmitano, insieme con il Ministro dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca Stefania Giannini parleranno di ‘Equilibrio in assenza di gravità’.

    L’appuntamento, da non perdere, è alle ore 18 con Equilibrio in assenza di gravità, incontro con Stefania Giannini, Samantha Cristoforetti, Luca Parmitano (in collegamento da Houston), Manuela Arata, Vittorio Bo a Palazzo Ducale, Sala del Maggior Consiglio.

    E, proprio oggi, in onore di Samantha Cristoforetti, Liguria Notizie dedica a lei la propria fan page di Facebook.

    Samantha Cristoforetti nasce a Milano il 26 aprile del 1977, è un’ingegnere, aviatrice, astronauta militare italiana ed è stata la prima donna italiana a prendere parte degli equipaggi dell’Agenzia Spaziale Europea.

    Nel 2015, è la donna e l’astronauta europeo che ha trascorso più tempo nello spazio in un singolo volo (199 giorni).

    Samantha è cresciuta a Malè in provincia di Trento, ha compiuto gli studi superiori dapprima a Bolzano e poi a Trento, laureandosi in ingegneria meccanica all’Università tecnica di Monaco di Baviera, in Germania.

    Nel 2001 è ammessa all’Accademia Aeronautica di Pozzuoli, uscendone nel 2005 come ufficiale del ruolo navigante normale e con la laurea in Scienze aeronautiche presso l’Università Federico II a Napoli. Successivamente si specializza negli Stati Uniti presso la Euro-Nato Joint Jet Pilot Training di Wichita Falls in Texas.

    Nel suo curriculum operativo figura il servizio presso il 61º Stormo di Galatina, il 32º Stormo (Aeroporto di Amendola) e il 51º Stormo di Istrana, prima nell’ambito della Squadriglia Collegamenti (2007-2008) e poi del 132º Gruppo Cacciabombardieri (2009), e l’abilitazione al pilotaggio degli aeromobili Aermacchi SF-260, Cessna T-37 Tweet, Northrop T-38 Talon, Aermacchi MB-339A, Aermacchi MB-339CD e AMX.

    A maggio 2009 è selezionata come astronauta dall’Agenzia Spaziale Europea (ESA) come prima donna italiana e terza europea in assoluto, risultando tra i sei migliori di una selezione.

    La prima missione alla quale la Cristoforetti prende parte, dura di circa 6-7 mesi, ed è denominata ISS Expedition 42/43 Futura e prevede, il 23 novembre 2014, il raggiungimento della Stazione Spaziale Internazionale a bordo di un veicolo Sojuz.

    Si tratta della prima missione di una donna italiana nello spazio e del settimo astronauta italiano, preceduta sulla ISS da Umberto Guidoni, Paolo Nespoli, Roberto Vittori e Luca Parmitano.

    Il 12 febbraio 2015, durante la terza serata del Festival di Sanremo, è stata presentata un’intervista fàttale poche ore prima da Carlo Conti in collegamento con la stazione spaziale internazionale.

    L’11 giugno 2015 dopo 199 giorni e qualche ora sulla stazione spaziale internazionale avviene il rientro sullaTerra, in Kazakistan, alle 15:44, ora italiana.

    Durante la missione ISS Expedition 42/Expedition 43 Futura ha conseguito il record europeo e il record femminile di permanenza nello spazio in un singolo volo (199 giorni esatti). (nelle foto: alcuni momenti della vita ‘spaziale’ di Samantha Cristoforetti).

    L’agenzia Spaziale ESAhttp://www.esa.int/ita/ESA_in_your_country/Italy

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  • ALLA FONDAZIONE ACCORSI-OMETTO DI TORINO I DIVISIONISTI

    ALLA FONDAZIONE ACCORSI-OMETTO DI TORINO I DIVISIONISTI

    Una delle opere divisioniste esposte alla Fondazione Accorsi-Ometto

    TORINO. 29 OTT. Un appuntamento imperdibile per gli appassionati dell’ arte italiana a cavallo fra Ottocento e Novecento è la bella mostra: “ Divisionismo tra Torino e Milano. Da Segantini a Balla” al Museo di Arti Decorative Pietro Accorsi – Giulio Ometto a Torino ( Via Po, 55), aperta fino al 10 gennaio. La nuova tendenza artistica prese avvio, a partire dagli anni Ottanta dell’Ottocento, ed ottenne un primo grande successo alla Prima Triennale di Brera del 1891. Il Divisionismo proseguì poi il suo percorso fino a tutti gli anni Venti del Novecento.
    “ Il Museo Accorsi – Ometto – ci spiega lo scrittore ed editor genovese Armando D’Amaro- inaugurato al pubblico nel dicembre del 1999, e dal 2000 sede di importanti mostre di livello internazionale, presenta questa volta un’ esposizione che intende esplorare, attraverso quarantasei opere selezionate, secondo un elevato criterio qualitativo e storico, i percorsi del Divisionismo partendo dall’epicentro della pittura divisa italiana: il Piemonte e la Lombardia”. La mostra, realizzata in collaborazione con lo Studio Berman di Giuliana Godio ed a cura di Nicoletta Colombo, muove dalla considerazione del ruolo fondamentale assunto nello svolgimento delle tendenze divisioniste dalle città di Milano e di Torino e intende concentrare l’attenzione sui protagonisti consacrati della “pittura divisa”, di origine o formazione piemontese e lombarda. Il Divisionismo è stato un movimento fondamentale per la vita artistica e per la cultura italiana, pienamente inserito, con ruolo autonomo, nelle tendenze figurative europee della fine del secolo XIX e inizi del XX. L’importanza dello studio della luce e il ricorso ai colori puri, stesi in tessiture a puntini e filamenti, erano gli elementi che tracciavano la reazione al realismo in direzione simbolista e socio-umanitaria. Di qui la scelta di una mostra che mettesse in risalto soprattutto una geografia divisionista convergente nell’asse Lombardia – Piemonte. Pertanto diventano esplicativi e fondamentali per capire quel periodo storico ed artistico alcuni protagonisti emblematici della sperimentazione pittorica luminosa: Giovanni Segantini, Giuseppe Pellizza da Volpedo, Angelo Morbelli, Gaetano Previati, Vittore Grubicy de Dragon, Emilio Longoni, Matteo Olivero, Carlo Fornara, Giovanni Sottocornola, Cesare Maggi, Achille Tominetti, Andrea Tavernier, Giovanni Battista Ciolina, Giuseppe Cominetti, Angelo Barabino. “ All’ingresso del secolo nuovo- spiegano i curatori della mostra- accanto ai maestri ormai storicizzati, si affiancano pittori di più giovane generazione, affascinati dalla pittura di Segantini e di Previati, e che crearono le basi per la futura poetica incentrata sulla luce e sul movimento: i futuri Futuristi, come Carlo Carrà, Umberto Boccioni, Giacomo Balla, Leonardo Dudreville, promettenti autori legati per nascita, o per formazione, alla storia artistica piemontese e lombarda del tempo. In esposizione ci sono quarantasei opere di rilievo fra le quali alcune tra le più importanti di Morbelli, Pellizza e Previati. Da segnalare Le parche 1904, Vecchine curiose 1891 e Ave Maria della sera 1910 di Morbelli, Il sole 1903-1904 di Pellizza, La via del Calvario 1901 e Gregge all’alba 1910 di Previati, Bosco di faggi (Sensazioni gioiose) 1887-1912 di Grubicy de Dragon, Il ritorno dal bosco 1883-1884 di Longoni, Lavoro dei campi in Val Vigezzo 1895-1936 di Fornara, La piccola ricamatrice (Serenità) 1900 e La pastorella 1910 di Sottocornola”. A margine della mostra sono già iniziate le conferenze tenute dalla curatrice dell’ evento e da esperti del settore, per approfondire la storia della pittura divisa. Questi i prossimi appuntamenti in programma. Sabato 31 ottobre, alle ore 17: “Divisionismo plurale: Angelo Morbelli, Giuseppe Pellizza e le relazioni con gli altri divisionisti” a cura di Aurora Scotti. A chiudere il ciclo di conferenze sarà sabato 28 novembre, alle ore 17, Ada Masoero che interverrà su: “ Il Divisionismo nella pittura dei fondatori del Futurismo”. L’ ingresso alle conferenze è gratuito fino ad esaurimento posti. Orario del Museo e della Mostra: da martedì a venerdì dalle 10 alle 13 e dalle 14 alle 18. Sabato e festivi dalle 10 alle 13 e dalle 14 alle 19. Chiusura il lunedì.
    CLAUDIO ALMANZI

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  • ARTISTE PONENTINE PROTAGONISTE A CHERASCO

    ARTISTE PONENTINE PROTAGONISTE A CHERASCO

    Una foto di Anna Alberghina

    SAVONA. 24 OTT. Grande successo di pubblico, e notevole interesse da parte della critica, sta suscitando a Cherasco la bella collettiva “African Style” che vede impegnati numerosi e validi artisti di livello internazionale. Fra di loro due conosciutissime figure del mondo creativo ponentino: la famosa scultrice alassina Renza Sciutto e la nota ceramista andorese Marian Heyerdhal.
    La mostra è intitolata: “Dall’arte africana tradizionale all’arte contemporanea” ed è stata curata da Bruno Albertino e da Anna Alberghina. Ospitato nel Palazzo Salmatoris, l’evento proseguirà fino al 17 gennaio 2016.
    “ La mostra- dicono i curatori- vuole offrire, attraverso la fusione di quattro nuclei artistici differenti, ma complementari, un ponte immaginario tra la grande scultura dell’Africa nera carica di forza, che ci riporta alle origini, e l’arte contemporanea africana ed occidentale”. Una prima sezione è rappresentata dalla collezione di arte africana tradizionale appartenente ai curatori della mostra, Bruno Albertino ed Anna Alberghina, medici torinesi, grandi viaggiatori e studiosi di arte africana. Accanto a questo materiale sono esposte una serie di fotografie artistiche, che documentano la vita di popoli africani custodi di tradizioni ancestrali. Le foto sono di Anna Alberghina, Tomas D.W. Friedmann e Phil Borges.
    E’ presente anche un settore di arte contemporanea africana curato da Cesare Pippi.
    Il quarto nucleo della rassegna è rappresentato dalle opere di alcuni importanti artisti contemporanei : Ugo Nespolo, Plinio Martelli, Titti Garelli, Renza Sciutto e Marian Heyerdhal, che presentano opere ispirate alla tradizione africana ed un contributo storico di Paolo Novaresio ed uno critico di Armando Audoli.
    “ L’African style – concludono i curatori- è il complesso delle manifestazioni materiali ed immateriali che definiscono l’estetica africana,un modo di essere e vivere che si esprime principalmente nella scultura sacra e profana,negli ornamenti e nelle decorazioni corporee. L’African style è un sistema dinamico di valori sociali, estetici, funzionali e rituali,che ha profondamente influenzato l’arte ed il modo di vivere del mondo occidentale”. La Mostra è corredata da una serie di interessanti audiovisivi e da un bel catalogo che presenta il vasto materiale proposto e messo in evidenza dai vari nuclei contemplati dalle quattro esposizioni.
    Per avere maggiori informazioni sugli artisti e sulla mostra è anche possibile contattare l’ ufficio stampa (Licia Innocenti) telefono 0172427052, o scrivere all’indirizzo di posta elettronica [email protected]
    CLAUDIO ALMANZI

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