Categoria: Cronaca

  • Rsf su libertà stampa, Italia in discesa al 77° posto

    Reporters sans frontieres sula libertà stampa 2016

    ROMA. 20 APR. Brutte notizie da Rsf, Reporters sans Frontières che nella sua classifica sulla libertà stampa 2016, posiziona l’Italia al 77° posto, facendola scendere dal 73° posto del 2015 al 77° su un totale di 180 Paesi.

    L’Italia è posizionata dopo Moldavia, Nicaragua, Armenia, Corea del Sud, Bosnia, Serbia, Ghana e Costa Rica.

    Secondo l’organizzazione i primi tre paesi per la libertà di stampa sono Finlandia, Paesi Bassi e Norvegia, mentre gli ultimi: Turkmenistan, Korea del Nord e Eritrea.

    Fra i motivi che per l’organizzazione che ha sede in Francia hanno determinato questa discesa, il fatto che ‘fra i 30 e i 50 giornalisti’ siano sotto protezione della polizia per minacce di morte o intimidazioni, mentre altri sono sotto ‘procedimenti giudiziari’ per il fatto che hanno scritto sullo scandalo Vatileaks. (nell’immagine : la classifica di Reporters sans Frontières sulla libertà stampa 2016).

    Internet: https://rsf.org/fr/ranking

  • Greenpeace: niente quorum ma segnale forte contro i petrolieri

    Greenpeace, niente quorum ma segnale forte contro i petrolieri

    ROMA. 18 APR. Da Greenpeace arrivano i ringraziamenti a tutti gli elettori che hanno deciso di “esprimersi sul futuro delle politiche energetiche del nostro paese”.

    Greenpeace prende atto del mancato quorum, osservando però che a determinare questo risultato hanno contribuito i tempi contratti della campagna referendaria, il rifiuto del governo di indire un Election Day e una strategia politico-mediatica che a lungo ha tenuto sotto silenzio il tema del referendum sulle trivelle. Greenpeace ritiene comunque che la partecipazione alla consultazione non debba essere ignorata.

    «Non siamo riusciti a raggiungere il quorum, ma non tutti hanno giocato pulito in questa partita. L’invito all’astensione venuto dal governo rimane una brutta pagina nella storia della nostra democrazia», commenta Alessandro Giannì, direttore delle campagne di Greenpeace. «Crediamo che Renzi e il suo governo dovrebbero invece ascoltare il segnale che viene dalle urne. Hanno votato, infatti, circa 15-16 milioni di italiani, quasi il doppio di quanti votarono nel 2013 per il PD e – come emerge dai primi dati – in maniera massiccia contro le trivelle. Parliamo dunque di una maggioranza nettissima rispetto al voto che ancor oggi legittima la premiership di Renzi”.

    Greenpeace chiede al governo di prendere onestamente atto che un gran numero di italiani ha partecipato a questa consultazione per chiedere un futuro energetico diverso e una politica indipendente dalle lobby fossili. Un governo attento alla democrazia, all’indomani di un esito referendario come questo, aprirebbe un serio dibattito pubblico sul futuro energetico del Paese.

    Greenpeace, inoltre, ha deciso di dare immediato seguito all’impegno referendario. La norma che assegna ai petrolieri concessioni senza una precisa scadenza, infatti, viola lo spirito e la lettera della Direttiva 94/22/CE, recepita dall’Italia con D.Lgsl. 625/96, secondo la quale “l’estensione delle aree costituenti oggetto di autorizzazioni e la durata di quest’ultime devono essere limitate”. Greenpeace si appresta quindi a inviare un atto di denuncia alla Commissione Europea per segnalare questa e altre violazioni che denotano sistematici aggiustamenti delle norme e dei principi del Diritto comunitario a favore degli interessi dei petrolieri.

    L’impegno di Greenpeace per la tutela dei mari e la rivoluzione sostenibile del sistema energetico non si ferma dunque qui. Si tratta solo di una battuta d’arresto sulla strada verso l’eliminazione dei combustibili fossili, obiettivo irrinunciabile se si vuole proteggere il clima e garantire alle prossime generazioni un Pianeta ospitale.

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  • Telefono Azzurro in oltre 2mila piazze contro il bullismo

    Telefono Azzurro contro il bullismo

    GENOVA. 15 APR. Sabato 16 e domenica 17 aprile più di 2300 piazze italiane saranno colorate dai fiori che le volontarie e i volontari di SOS Il Telefono Azzurro Onlus consegneranno a chiunque sosterrà la Campagna “Fiori d’Azzurro”, nata con l’obiettivo di informare sul tema del bullismo.

    Sono tanti i giovani che subiscono violenze psicologiche e anche fisiche da parte di coetanei, a scuola, nei luoghi sportivi, di aggregazione e su Internet. Bambini e ragazzi che ogni giorno sono provocati, umiliati, isolati, minacciati e che finiscono per sentirsi soli, terrorizzati e impotenti. Secondo una recente indagine di SOS Il Telefono Azzurro Onlus e DoxaKids, in Italia 1 adolescente su 5 è vittima fisicamente di bullismo, in quasi l’ 80% dei casi a scuola, mentre 1 su 10 lo subisce online e sui Social Network.

    “Il bullismo è un fenomeno che può avere conseguenze drammatiche dal punto di vista psicologico e relazionale e che può spingere alcune vittime a gesti estremi. Basti pensare che il 10% tenta il suicidio e il 30% arriva ad atti di autolesionismo. Solo 1 bambino su 5, però, informa un adulto di esserne vittima – commenta il Professor Ernesto Caffo, Neuropsichiatra infantile e Presidente di SOS Il Telefono Azzurro Onlus – Per questo motivo è fondamentale rompere il silenzio e aiutare chi è vittima di bullismo a superare la vergogna e a capire che solo parlando potrà interrompere la spirale di violenza in cui è coinvolta. Per combattere il bullismo la migliore strategia è coinvolgere gli studenti – bulli inclusi, visto che possono nascondere aspetti di vulnerabilità – il gruppo classe, gli insegnanti, i genitori, la comunità intera affinché tutti possano accorgersi di quanto accade e rispondere in maniera adeguata e tempestiva. Solo così le scuole e gli altri contesti aggregativi potranno tornare ad essere percepiti dai ragazzi come luoghi sicuri. Telefono Azzurro è in questi giorni nelle piazze perché sempre più ragazzi possano sentirsi sicuri e ricevere l’aiuto che meritano”.

    Attiva da quasi 30 anni sul tema della protezione dell’infanzia e dell’adolescenza, SOS Il Telefono Azzurro Onlus è in prima linea, oggi più che mai, sul tema del bullismo, con numerose campagne di sensibilizzazione, prevenzione ed intervento nelle scuole (anche in collaborazione con il MIUR) e non solo.

    Nelle giornate del 16 e 17 aprile, a fronte di una donazione, sarà possibile contribuire al sostegno della linea d’Ascolto 1.96.96, gratuita e attiva 24 ore al giorno 365 giorni l’anno per raccogliere le richieste di bambini, adolescenti e adulti. L’aiuto e il sostegno saranno ricambiati con un fiore.
    Aiutaci a fermare il bullismo. Trova la Piazza più vicina a te: chiama il numero verde 800.090.335 o vai su www.nonstiamozitti.azzurro.it

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  • Santa Teresa di Gallura, traghetto della Moby s’incaglia

    Santa Teresa di Gallura il traghetto della Moby incagliato

    OLBIA. 11 APR. Il traghetto Giraglia della compagnia Moby, partito dalle 10 di questa mattina da Santa Teresa di Gallura e diretto a Bonifacio, si è incagliato sugli scogli all’uscita dal porto gallurese.

    Non risultano feriti fra le 84 persone a bordo.

    Il traghetto Giraglia mentre stava uscendo dal porto in retromarcia, per cause in corso di accertamento, si è incagliato su una scogliera.

    Sul posto è intervenuta la Capitaneria di Porto di La Maddalena che ha sbarcato sulle proprie unità i passeggeri, circa una settantina e i 12 di equipaggio. Poi ha messo in sicurezza la nave.

    La nave, incagliata di poppa e non presenterebbe falle alla carena e neppure perdite d’inquinanti. (nel video della Capitaneria di Porto: un momento del soccorso dei passeggeri del traghetto della Moby, Giraglia, che si è incagliato in uscita dal porto a Santa Teresa di Gallura).

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  • Marina Macelloni eletta alla presidenza dell’Inpgi

    Marina Macelloni è il nuovo presidente dell’ Inpgi

    ROMA. 8 APR. Per la prima volta nella sua storia l’Inpgi, Istituto di previdenza dei giornalisti italiani, ha eletto alla presidenza una donna. E’ Marina Macelloni, milanese, caporedattore del Sole 24 Ore.

    Dodici voti per lei, due per il candidato delle opposizioni Carlo Chianura. Macelloni nelle elezioni dello scorso mese di febbraio era candidata nella lista lombarda di L’Inpgi siamo noi, espressione della maggioranza della Fnsi in cui si riconosce anche l’Associazione Ligure dei Giornalisti.

    Macelloni, giornalista professionista dal 1986 e consigliera di amministrazione uscente succede nell’incarico ad Andrea Camporese. Nella prima seduta del Consiglio di amministrazione sono stati eletti anche i vicepresidenti dell’istituto: Giuseppe Gulletta, vicepresidente vicario in rappresentanza dei giornalisti pensionati, ha raccolto 11 preferenze su 14 (2 voti a Paola Cascella e una scheda bianca), mentre Fabrizio Carotti, vicepresidente eletto in quota Fieg, ha ottenuto 14 consensi. Ad entrambe le votazioni non hanno partecipato i rappresentanti del governo che siedono in Consiglio di amministrazione: Mauro Marè, designato dal ministero del Lavoro e della previdenza sociale, e Antonio Funiciello, designato dalla presidenza del Consiglio dei ministri.

    Del Cda fanno inoltre parte, per i giornalisti: Massimo Zennaro, Giuseppe Marzano, Paolo Serventi Longhi, Claudio Scarinzi, Edmondo Rho, Maria Pia Farinella, Carlo Chianura e Paola Cascella.

    La neo Presidente ringraziando il Consiglio di amministrazione per la fiducia, ha voluto ricordare gli importanti impegni che attendono l’Ente nei prossimi mesi: il completamento della riforma pensionistica, il riassetto della gestione patrimoniale e la revisione dello Statuto. “Sono certa – ha commentato la Presidente – che con il massimo della collaborazione da parte di tutte le componenti del Consiglio di amministrazione riusciremo a garantire all’Inpgi sostenibilità e autonomia anche in futuro”.

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  • A 13 anni presa a cinghiate e costretta a prostituirsi dai rom

    Alcuni di loro sfruttano e schiavizzano i minori: dopo il caso del bimbo di 8-9 anni di Genova (nella foto) a Roma è venuto fuori quello di una 13enne presa a cinghiate e costretta a prostituirsi dai rom

    ROMA. 7 APR. Orrore a Roma: presa a cinghiate, costretta a prostituirsi e a chiedere l’elemosina a soli 13 anni. I genitori hanno affidato la figlia 13enne alle zie e alla nonna paterna, tutti di nazionalità romena, perché si erano trasferiti in America. Invece di accudire la ragazzina, l’hanno ridotta in schiavitù. I rom la facevano prostituire nel parcheggio di un supermercato della zona ovest della Capitale.

    Con l’accusa di associazione a delinquere, sfruttamento della prostituzione minorile, falsità ideologica e sostituzione di persona, il Tribunale di Roma oggi  ha emesso quattro ordinanze di custodia cautelare nei confronti delle zie e della nonna della 13enne. I genitori sono stati denunciati per abbandono di minore.

    L’indagine è partita nel dicembre del 2014. I poliziotti del commissariato San Paolo hanno trovato la minore all’interno di un’autovettura in compagnia di pensionato di 67anni, poi arrestato per il reato di tentata induzione alla prostituzione.

    Dal racconto della vittima sono emersi particolari agghiaccianti. Denutrita e analfabeta , la ragazza era stata allevata al solo scopo di procurare soldi alla famiglia. Alle assistenti sociali e agli psicologi, la 13enne ha raccontato che sia lei, sia le sue sorelline, erano costrette a chiedere l’elemosina e a prostituirsi. Quando si rifiutava di eseguire gli ordini ricevuti, venivano prese a cinghiate e lasciate nude e bagnate con l’acqua gelata fuori dal container nel quale vivevano.

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  • L’Aquila , in 7mila fiaccolata del 7^ anniversario sisma

    La fiaccolata per il settimo anniversario del terremoto a L’Aquila

    L’AQUILA. 6 APR. A sette anni dal tragico 6 aprile del 2009, circa settemila persone hanno partecipato alla fiaccolata per commemorare le 309 vittime del terremoto de L’Aquila.

    La fiaccolata è partita dopo le 22 di ieri sera dal tribunale ed ha risalito  via XX settembre, sfilando davanti a molti dei luoghi della tragedia, fra cui la Casa dello studente dove ci furono otto morti,  per arrivare in piazza Duomo, cuore del centro storico dove poco dopo mezzanotte e mezza e sono stati letti i nomi delle vittime della tragedia con 309 rintocchi di campana.

    Il corteo della fiaccolata è stata aperto con lo striscione con la scritta “Per loro, per tutti. Familiari vittime 2009”; a portarlo i parenti delle vittime del sisma che hanno indossato una t-shirt gialla con la scritta “Verità per la strage de L’Aquila”.

    Accanto a loro i familiari delle vittime Thyssenkrupp, Moby Prince, San Giuliano di Puglia.

    Il programma religioso ha previsto una messa in suffragio delle vittime alla basilica di San Giuseppe Artigiano con alle 1:45 veglia di preghiera alla Cappella della Memoria di Piazza Duomo.

    La manifestazione centrale del programma delle commemorazioni degli scomparsi nel sisma delle 3:32 del 6 aprile 2009, promossa dai familiari delle vittime, è stata quindi un’ulteriore occasione per chiedere “verità e giustizia”, nonostante il processo alla commissione grandi rischi abbia avuto l’epilogo in Cassazione.

    Il 20 novembre scorso era stata confermata la sentenza di appello che ha assolto sei dei sette componenti, che in primo grado erano stati condannati a sei anni di carcere per aver sottovalutato il rischio sismico al termine della riunione del 31 marzo 2009.

    Unica condanna, a due anni, l’ex vicecapo della Protezione civile Bernardo De Bernardinis.

    In un filone parallelo è indagato l’allora capo della Protezione civile Guido Bertolaso.

    Presente a rappresentanza del governo, il sottosegretario alla Presidenza del consiglio Claudio De Vincenti, che ha detto: “Innanzitutto c’è il ricordo di una tristissima notte, il ricordo delle 309 vittime e di chi ha dovuto abbandonare le proprie case. Poi c’è l’impegno a far riprendere pienamente L’Aquila”.

    Tra i rappresentanti istituzionali, il sindaco dell’Aquila Massimo Cialente, il presidente della Regione Luciano D’Alfonso, e quello del Consiglio abruzzese Giuseppe di Pangrazio.

    Una fiaccolata commemorativa si è tenuta anche a Poggio Picenze.

    Le iniziative del Comune de L’Aquila: http://www.comune.laquila.gov.it/index.php?id_oggetto=3&id_cat=0&id_doc=4300&id_sez_ori=0&template_ori=1&&gtp=1

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  • Se n’è andato l’ultimo capo indiano d’America

    Joseph Medicine Crow, ultimo capo indiano d’America

    GENOVA. 6 APR. A 102 anni se ne è andato l’ultimo guerriero, Joseph Medicine Crow, capo indiano, memoria storica della sua tribù . La sua è stata un’esistenza vissuta tra prove di coraggio, storia e tradizione.

    Nipote di un leader famoso, Yellowtail, Joseph da bambino ascoltava le storie sulla battaglia di Little Big Horn del 1876 da un suo parente che servì come scout il tenente colonnello George Armstrong Custer.Da quando aveva  6 anni gli  furono insegnate le prime tattiche su come infiltrarsi nel campo nemico. E’ stato abituato a muoversi in un territorio ostile e difficile, in tutte le condizioni climatiche il che gli è servito non poco quando era al fronte, durante il secondo conflitto mondiale.

    Joseph, però, era anche famoso per quello che sapeva, ossia dettagli importanti della storia dei nativi americani. Alcuni legati a fatti cruciali e famosi, come la battaglia del Little Bighorn, quella dove morì il generale Custer e oltre 200 cavalleggeri del Settimo. Un testimone indiretto che ha contribuito a tramandare quell’epoca, segnata da sofferenze, drammi, avventure.

    Dopo aver ottenuto un master in antropologia, nel 1939, Medicine si è lanciato in un’altra campagna, quella per far conoscere la vita degli Indiani delle Pianure, raccogliendo e rilanciando aspetti a volte poco noti, fornendo particolari fissati da una memoria definita straordinaria. Un’azione che aveva anche un altro fine: legare i due mondi, l’indiano e quello dei bianchi. Nel 2009 il presidente Obama gli ha conferito la medaglia per la libertà, un gesto sincero verso un grande uomo.

    FRANCESCA CAMPONERO

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  • E’ morto Fabrizio Forquet, vice direttore del Sole 24 Ore

    Fabrizio Forquet

    ROMA. 2 APR. Fabrizio Forquet, Vice direttore del Sole 24 Ore, classe 1967, è mancato.

    La notizia è stata accolta con profonda commozione e dolore, a partire dai colleghi del Sole 24 Ore.

    Forquet, che lavorava al Sole 24 Ore dal 1988, ha lottato per due settimane contro un grave malore che lo aveva colto improvvisamente.

    In precedenza ha lavorato al Foglio e al Mattino. Come editorialista è stato per anni un commentatore stimato in particolare sui temi della politica e della politica economica.

    Tra l’altro dirigeva il master in management politico Luiss-Sole24 Ore e il master in giornalismo del Sole 24 Ore.

    Ha scritto libri sui temi dell’Europa, della politica economica, della comunicazione.

    Forquet era nato a Napoli, dove si era laureato in Lettere, indirizzo Storia economica, presso l’Università Federico II, con 110 e lode, per poi specializzarsi in giornalismo a Roma alla Luiss Guido Carli.

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  • Lavori per 422mila euro nell’attico di Bertone, indagato Profiti

    L’ex arcivescovo di Genova Tarcisio Bertone: aperta inchiesta in Vaticano per la ristrutturazione del suo attico

    GENOVA. 31 MAR. Papa Francesco non guarda in faccia nessuno. Fonti ufficiali del Vaticano oggi hanno confermato che è stata aperta un’indagine per i finanziamenti dei lavori di ristrutturazione nell’attico occupato dal Segretario di Stato Tarcisio Bertone.

    Secondo l’inchiesta del settimanale L’Espresso, sarebbero costati la bellezza di 422mila euro. Una cifra che al momento non è stata smentita.

    Lo scandalo, se i fatti saranno confermati, è che il denaro destinato ai bambini malati sarebbe stato utilizzato per i lavori nell’abitazione del cardinale, ex arcivescovo di Genova.

    Sono indagati Giuseppe Profiti e Massimo Spina, i due ex manager dell’ospedale Bambino Gesù di Roma.

    L’ex ufficiale della Guardia di Finanza e “quasi eminenza” Giuseppe “Pino” Profiti era stato anche al Galliera: nato a Catanzaro, trasferitosi per gli studi a Genova  e diventato uomo d’ordine e di Chiesa, vicinissimo a Bertone.

    I reati ipotizzati sarebbero “peculato, appropriazione e uso illecito di denaro”.

    Il portavoce vaticano ha ribadito che Bertone non è indagato. L’avvocato difensore del cardinale ha precisato che il suo assistito non ha mai dato indicazioni, o autorizzato, la Fondazione Bambino Gesù ad alcun pagamento in relazione all’appartamento da lui occupato e di proprietà del Governatorato. L’anno scorso Bertone ha fatto una donazione volontaria al Bambino Gesù di 150mila euro.

    L’istruttoria del Vaticano sarebbe scaturita dalle rivelazioni del saggio “Avarizia” di Emiliano Fittipaldi.

     

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