Categoria: Cronaca Mondo

  • Esplosione a Manhttan nel Chelsea, 29 i feriti

    MANHATTAN. 18 SET. Un ordigno celato in un cassonetto è esploso a Manhattan, tra la 23ma strada e la 7ma avenue nel quartiere di Chelsea, causando 29 feriti che sono stati poi dimessi dall’ospedale.

    L’esplosione nel cuore di Manhattan, è stata fortissima: i social media, hanno immediatamente riportato i commenti della gente e raccontano che il rumore è stato sentito anche sull’altra sponda del fiume Hudson, ad Hoboken.

    A qualche isolato di distanza dal luogo dell’esplosione è stato trovato un secondo ordigno realizzato artigianalmente con una pentola a pressione da cui uscivano dei fili collegati a un telefono cellulare.

    Il presunto ordigno sarebbe stato rimosso mentre un terzo ‘pacco sospetto’, sempre nella zona, si é rivelato un falso allarme.

    Vicino alla pentola a pressione è stata trovato un foglio con una scritta.

    Sulla matrice dell’attentato continua l’incertezza ed, al momento, nessuna pista è esclusa, le indagini proseguono, ma le autorità sono caute nel parlare di terrorismo internazionale.

    La Farnesina rende noto che al momento nessun italiano risulta coinvolto nell’esplosione.

  • Eutanasia, il primo caso di un minore in Belgio

    BRUXELLES. 17 SET. C’è un primo caso di eutanasia su un bambino in Belgio e al mondo, in quanto proprio il Belgio è l’unico stato ad aver approvato nel 2014 una legge che lo consente.

    Lo riporta il quotidiano fiammingo Het Nieuwsblad. “In silenzio e nella discrezione più assoluta – scrive il giornale – per la prima volta nel nostro Paese un minorenne è morto per eutanasia”.

    Sul caso non vengono riportati dettagli né sull’età né sulla malattia del minore, ma solo che è avvenuta nelle Fiandre.

    E’ la prima volta che si chiede l’applicazione della legge del 2014, che consente ai genitori di scegliere la morte per i propri figli, malati terminali, dopo averne fatto richiesta al medico curante, che deve sottoporre il caso e ricevere l’autorizzazione del Dipartimento di controllo federale e valutazione dell’eutanasia.

    La legge specifica che anche il minore deve esprimere una forma di consenso.

    L’allargamento della legge sull’eutanasia, esistente dal 2002, ai minori ha sollevato critiche feroci sia nel Belgio, sia all’estero.

    Secondo il professor Distlemans, direttore del Dipartimento di controllo federale e valutazione dell’eutanasia, è una cosa ingiustificata: “Solo in casi del tutto eccezionali e senza speranza, l’eutanasia per un minore è davvero un’opzione”.

    “Fortunatamente – prosegue il professor Distlemans – ci sono pochissimi casi che analizziamo, ma questo non significa che dovremmo negare loro il diritto ad una morte dignitosa”

  • I festeggiamenti per i 90 anni di Fidel Castro a L’Avana

    I festeggiamenti per i 90 anni di Fidel Castro a L’Avana

    L’AVANA. 14 AGO. Il leader della Rivoluzione cubana, Fidel Castro Ruz ha partecipato alla festa per il suo 90° compleanno che si è svolto presso il teatro Karl Marx dell’Avana.

    Presenti ai festeggiamenti il Generale dell’Esercito Raúl Castro Ruz e il Presidente della Repubblica Boliveriana del Venezuela Nicolas Maduro Moros. Oltre ai membri del Politburo, del Consiglio di Stato, ad organizzazioni politiche e rappresentanti del popolo cubano.

    Il cuore dei festeggiamenti sono stato uno spettacolo di Martì ed un documentario che ha raccontato la vita e il carattere dello stesso Fidel mentre alcuni cori inneggiavano “Viva Fidel! Viva Cuba!”.

    Il giornale Granma: http://www.granma.cu/cuba/2016-08-13/junto-a-fidel-celebrando-sus-90-13-08-2016-18-08-35

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  • Bombe Thailandia, genovese colpito da scheggia: vivo per miracolo

    Una turista ferita viene portata via dai militari thailandesi

    GENOVA. 12 AGO. Poteva capitare a lui. Si trovava a poco più di un paio di metri dalla donna, che ieri sera è morta per l’esplosione di una bomba in un bar del resort di Hua Hin (200 chilometri a sud di Bangkok).

    Il genovese Andrea Tazzioli, 51 anni, è rimasto colpito da alcune schegge e si trova ricoverato in ospedale in Thailandia. Le sue condizioni non sono preoccupanti.

    Secondo fonti della polizia, non si tratterebbe di un attentato islamista, ma di questioni inerenti la politica locale.

    Il genovese, ex militare della Guardia di Finanza, che aveva prestato servizio in Afghanistan nel 2011, è rimasto cosciente ed è stato sottoposto ad un delicato intervento chirurgico per rimuovere una grossa scheggia conficcatasi nella spalla sinistra. Dovrà rimanere ricoverato in ospedale per una decina di giorni.

    Il 51enne ha raccontato del panico e del caos nel resort, spiegando che sarebbe dovuto ripartire la sera dopo, ossia oggi, dalla località turistica thailandese alla volta dell’Italia.

    Oltre a Tazzioli, nella decina di coordinati attentati dinamitardi in 5 località costiere della Thailandia, è rimasto ferito un secondo italiano: i morti sono 4 e i feriti 40. Stamane sono esplosi altri due ordigni a Hua Hin (un morto) ed altre due bombe a Phuket (un ferito). Il Paese è in stato di allerta.

     

     

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  • Libia: “Odissey Lightnins”. Caccia Usa bombardano Sirte occupata dall’Isis. Renzi plaude

    SIRTE 2 AGO. “Odissey Lightnins”, “Odissea di Fulmini”, questo il nome dell’operazione di bombardamenti aerei Usa di ieri su Sirte in Libia. Dopo 5 anni tornano i caccia americani sul cielo libico. Ieri in un raid blitz di F35 e F16 Usa sono stati bombardati alcuni punti logistici, di comando e controllo e mezzi del “Califfato Nero” nella città di Sirte affacciata sull’omonimo golfo in piena Cirenaica.

    Sirte è da circa otto mesi in mano all’Isis, direttamente o in “franchising”, con un numero di jihadisti al soldo di Abu Bakr Al Baghdadi contabilizzato tra le 500 e le mille unità sufficiemente armate e organizzate per essere riuscite ad impadronirsi della città natale di Gheddafi. Molti i radicalizzati provenienti dalla Tunisia la cui frontiera orientale è un colabrodo dove passa di tutto. I jet Usa sarebbero decollati in mattinata da una o più portaerei stanziate nel Mediterraneo Sud.orientale e da una base giordana colpendo obiettivi mirati.

    E’stato lo stesso Premier libico Fayez Serraj (in foto sotto) a chiedere l’intervento alla Casa Bianca e a fare l’annuncio in televisione: “L’aviazione americana – ha spiegato il neo Presidente del Consiglio del governo di unità nazionale avallato dall’Onu – ha colpito alcune postazioni del Califfato a Sirte, infliggendo pesanti perdite”. Consapevole del pericolo che molti libici possano interpretare i raid americani come un’illegittima e poco gradita ingerenza, Sarraj ha rassicurato: “L’aiuto solo aereo sarà limitato ad un lasso di tempo ben determinato, sempre nell’area di Sirte e della sua periferia. Non ci saranno presenze militari americane sul terreno”. Notizie meno ufficiali ma di buona credibilità fanno filtrare la concreta possibilità che anche unità dei corpi speciali americani dei Navy Seals e delle Sas britanniche siano sbarcate o paracadutate nell’area circostante i bombardamenti per dare manforte all’esercito regolare tripolino contro i miliziani Isis.

    Sarraj ha insistito più volte in tv e nei comunicati alle agenzie: è stato il suo Governo a chiedere l’intervento armato occidentale. E non viceversa. Per quanto limitata ad alcune aree, e solo dal cielo, si tratta comunque di una svolta. Perché, di fatto, al di là di sporadici raid mirati con i droni, è la prima volta dal 2011 che l’aviazione americana torna a bombardare la Libia. Allora la campagna militare era finalizzata ad aiutare i ribelli a rovesciare il regime di Muammar Gheddafi, per quanto la risoluzione Onu 1973, adottata il 17 marzo 2011, prevedesse l’intervento militare internazionale al fine di proteggere la popolazione civile. Questa volta i bombardamenti serviranno ad infliggere un duro colpo ad un nemico ben più insidioso e subdolo; lo Stato Islamico. La conferma è arrivata anche dal Pentagono: i raid sono stati “autorizzati dal presidente Barack Obama”. Lo stesso Cook ha voluto chiarire l’obiettivo: negare all’Isis “paradisi sicuri” in Libia.

    Washington ha aggiunto che i raid su Sirte non sono finiti e andranno avanti finchè lo chiederà il Governo libico legittimamente riconosciuto dalla comunità internazionale in mezzo alla costellazione di milizie che operano separatamente da Tripoli autoritenendosi nelle condizioni di dire la propria e di non perdere né terreno, né credibilità (né siti petroliferi) nel pantano libico.

    La scelta di Serraj in realtà rivela un’estrema carta giocata sul tavolo verde della “roulette” di morte e distruzione libica. Atteso da lungo tempo, sponsorizzato e fortemente sostenuto dalla Comunità internazionale, l’Esecutivo di Unità stava arrancando nella sua guerra contro l’Isis. Lanciata a fine maggio l’offensiva delle truppe fedeli al governo Sarraj su Sirte, roccaforte dello Stato islamico in Libia, era iniziata per il verso giusto. Si pensava che la città fosse prossima a cadere in pochi giorni. Ma quella che doveva essere un’avanzata travolgente, si è arenata nei quartieri del centro, dove i ribelli fedeli all’Isis si sono asserragliati negli edifici con i loro cecchini ed hanno ingaggiato una guerriglia urbana.

    La campagna “non annunciata” americana era dunque nell’aria e dovrebbe servire a piegare la loro resistenza. “Altri raid continueranno a colpire l’Isis a Sirte in modo da permettere a di compiere un’avanzata decisiva e strategica” – ha Concluso Cook. I miliziani Isis avrebbero subito gravi danneggiamenti e numerose perdite umane alle proprie strutture in periferia e nella prima cerchia di tessuto urbano di Sirte, spostandosi in massa nella zona portuale molto più difficile da “toccare” dalle bombe laser Usa per motivi strategici.

    Dall’Italia intanto il Premier Matteo Renzi plaude all’iniziativa americana ma avverte “Da Roma non ci saranno coinvolgimenti né aerei, né tantomeno di terra”. Ma molti segnali fanno pensare che se il raid alleato di ieri dovesse proseguire secondo un programma certo non improvvisato dal Pentagono, allora possano essere utilizzate le basi aeree Nato in Italia, dalle più vicine Sigonella e Birgi in Sicilia fino ad Aviano in Friuli.

    Dal canto suo, il Ministero Italiano degli Esteri ha comunque espresso il suo appoggio all’operazione americana. “L’Italia – recita una nota della Farnesina – valuta positivamente le operazioni aeree avviate oggi (ieri) dagli Stati Uniti su alcuni obiettivi di Daesh a Sirte. Esse avvengono su richiesta del Governo di unità nazionale, a sostegno delle forze fedeli al Governo, nel comune obiettivo di contribuire a ristabilire la pace e la sicurezza in Libia”. L’Italia, come gli altri alleati, sarebbero inoltre stati informati da giorni dell’operazione.

    Marcello Di Meglio

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  • Luke Aikins, da 7mila metri senza paracadute: è record del mondo

    Luke Aikins, da 7mila metri senza paracadute: è record del mondo

    SIMI VALLEY. 1 AGO. Luke Aikins, paracadutista acrobatico americano, si é lanciato senza paracadute da oltre 7.000 metri su un’enorme rete nella Simi Valley, nella California meridionale.

    Il 42enne, che ha oltre 18.000 lanci alle spalle, ha realizzato un’impresa mai tentata prima d’ora dai professionisti degli sport estremi stabilendo  un record mondiale.

    “Il lancio di Aikins – spiega il suo portavoce, Justin Aclin – rappresenta il culmine di 26 anni di carriera che segna un record personale e mondiale per il lancio più alto senza paracadute o tuta alare”.
    Durante il lancio, che è durato due minuti ed è stato seguito in diretta dalla Fox Tv, Aikins ha raggiunto una velocità massima di 193 chilometri orari.

    Aikins ha poi spiegato che stava quasi per annullare il lancio quando gli organizzatori hanno deciso, all’ultimo momento, che per motivi di sicurezza doveva comunque indossare un paracadute. Ma questo avrebbe aumentato i rischi a causa di un maggior peso.

    L’idea di tentare questo tipo di lancio era venuta ad un suo amico circa due anni fa e Aikins ha trascorso gli ultimi 18 mesi ad allenarsi per l’impresa, seguendo nel frattempo una dieta ferrea che gli ha permesso di perdere quasi 13 kg.

    Durante il lancio l’atleta si è servito di un sistema di guida elettronico che gli ha permesso di centrare una rete a terra, delle dimensioni di 30 mt per 30, sorretta da quattro gru alte 200 metri.

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  • Scandalo traffico antitumorali rubati. Indagini concluse. Aifa e Nas: “Dichiarare partite illegali”

    ROMA 21 LUG. Passi avanti sul caso del farmaco antitumorale Herceptin, al centro di una fitta rete di indagini perché alcuni flaconcini sono stati contraffatti, manomessi e reintrodotti in alcuni Paesi nella catena di distribuzione con dati falsificati.

    Dopo le indagini scaturite dal furto e dal riciclaggio di diverse confezioni di Herceptin, avviate dall’Agenzia Italiana del Farmaco e dai Carabinieri del Nas, sono stati identificati ulteriori medicinali, alcuni dei quali rubati in Italia, che sarebbero stati contraffatti e reintrodotti con falsa documentazione in altri Paesi europei. Le indagini hanno individuato anche i grossisti coinvolti. È quanto informa l’Aifa in una nota stampa, nella quale si spiega che secondo le indagini dei militari del Nas “in questo traffico sarebbero stati coinvolti diversi grossisti europei che avrebbero emesso le fatture utilizzate per vendere i medicinali rubati ad operatori italiani autorizzati, che, a loro volta, li avrebbero esportati verso altri mercati europei. Trattandosi di distributori non autorizzati, i prodotti da questi commercializzati non possono essere ritenuti sicuri ed efficaci, pertanto sono da considerarsi “medicinali falsificati e non devono essere utilizzati.

    Gli Stati devono dunque contattare i grossisti e gli importatori paralleli con sede sul proprio territorio perché i prodotti acquistati e non autorizzati siano messi temporaneamente in quarantena. Spiega ancora l’Aifa: “I distributori che avessero acquistato medicinali per esportazione da uno degli operatori italiani o esteri individuati nel corso delle indagini sono invitati a segnalare il caso al Nucleo dei Carabinieri Nas competente per territorio e all’Aifa (all’indirizzo e-mail [email protected]), inviando dati e copie delle relative fatture, per consentire l’espletamento delle attività di indagine e controllo di rispettiva competenza, a conclusione delle quali si procederà, a seconda degli esiti, alla conferma dello stato di quarantena o alla validazione rispetto alla sicurezza dei prodotti.

    È indispensabile informare tempestivamente l’Aifa sui medicinali acquistati, per esportazione in altro Stato Membro, dagli operatori italiani presumibilmente coinvolti, al fine di consentire le necessarie verifiche, che verranno effettuate confrontando anche i dati del sistema tracciabilità”. Le indagini hanno individuato l’elenco dei grossisti europei che sarebbero coinvolti in questa attività “sono operatori che vanno da Cipro all’Ungheria, dalla Lettonia alla Repubblica Slovacca, dalla Romania alla Slovenia” e gli operatori italiani che avrebbero acquistato, direttamente o indirettamente, farmaci per esportazione dai distributori esteri non autorizzati, hanno sede da Milano a Napoli, da Avellino a Genova, da Macerata a Bologna.

    Il Trastuzumab, nome commerciale Herceptin, è un anticorpo monoclonale umanizzato utilizzato per combattere il carcinoma mammario avanzato, recidivante o diffuso ad altri organi (carcinoma mammario secondario). Il target molecolare del farmaco è l’antigene nonché recettore HER2/neu, che legandosi specificamente al fattore di crescita umano dell’epidermide, determina la crescita tumorale. Il farmaco impedisce questo legame bloccando il recettore, che in molti casi di tumore mammario risulta sovra-espresso. Questo impedisce alle proteine HER2 difettose di provocare una divisione cellulare incontrollata, e quindi al cancro di crescere.

    Il Trastuzumab ha dimostrato di migliorare considerevolmente il tasso di sopravvivenza per tumori della mammella in stato avanzato e metastatici. A causa del suo costo elevato (fino a 100.000 Dollari all’anno) ha però causato diverse controversie, e correntemente viene utilizzato in modo limitato. Il farmaco è stato inizialmente sviluppato nei topi, e successivamente umanizzato per evitare reazioni immunitarie del corpo contro proteine estranee. L’utilizzo del Trastuzumab per combattere altri tipi di cancro come quello uterino, è in fase di studio.

    Marcello Di Meglio

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  • La lunga notte della Turchia: golpe militare fallito, 90 morti e 1200 feriti

    Sostenitori di Erdogan stamane festeggiano su un carro armato fermo per le strade di Istanbul

    GENOVA. 16 LUG. Il premier eletto Erdogan resta in sella. Per la Turchia è stata la notte più lunga. Stamane ad Istanbul e nelle altre città si è festeggiato per le strade. A Fiumicino, i voli di collegamento da e per Istanbul al momento restano cancellati.

    In 200 militari si sono arresi spontaneamente alla polizia. Altri 1500 sono stati arrestati. Ci sono stati almeno 90 morti e circa 1200 feriti, fra cui alcuni civili.

    Battaglia nella notte ad Istanbul, ma anche ad Ankara ed altre città. E’ fallito il golpe di ieri sera contro Erdogan, che è tornato in sella nel giro di alcune ore.

    Oltre alla polizia e ai reparti speciali dei servizi di sicurezza, lo ha salvato il popolo. In decine di migliaia sono scesi in piazza, schierandosi contro i blindati e le camionette dell’esercito. Liberate la sede della Tv di Stato e quella dell’area del’aeroporto.

     

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  • E’ morto il regista Michael Cimino

    Michael Cimino

    GENOVA. 4 LUG. Aveva 77 anni il regista Michael Cimino ed è stato il simbolo del cinema hollywoodiano degli anni Settanta.

    All’anagrafe risultava nato nel 1939 ma sul suo passaporto c’era scritto 1959.

    Ultimamente si scatenarono molti pettegolezzi soprattutto intorno alla trasformazione del suo aspetto. Si diceva che si fosse sottoposto a un’operazione per cambiare sesso. In un’intervista a Vanity Fair, al giornalista che gli chiedeva conto della metamorfosi, parlò di come si mangiava male sui set e quindi della semplice decisione di perdere peso, di un piccolo intervento per sistemare una mascella “non perfettamente allineata” e “una bocca troppo piccola”. Negò di aver subito interventi agli zigomi e di essere diventato biondo, “lo sono sempre stato”.

    Cimino in ogni modo resta noto per il suo film Il cacciatore iniziato a girare nel 1976. Il regista poteva vantare un cast stellato come Meryl Streep, Robert De Niro, John Cazale e John Savage. Il film riflette le complesse dinamiche suscitate  dalla guerra in Vietnam e le conseguenze che si ripercossero sui loro sopravvissuti. Il cacciatore conquista cinque Oscar dopo aver ottenuto nove nomination ed è campione d’incassi.

    Debutta come regista nel 1974 col film Una calibro 20 per lo specialista con Clint Eastwood. Negli anni Ottanta realizza un western dal titolo I cancelli del cielo ma il film non ottiene il successo desiderato a causa di un eccesso di costi e recensioni negative in seguito alla sua uscita. A questo fallimento la sua immagine vacilla e la sua carriera si arresta.

    In seguito a questa crisi, Cimino ci riprova realizzando film come L’anno del dragone nel 1984 e Il siciliano nel 1987 ma la ripresa è lenta e faticosa.

    Negli anni Novanta realizza il remake del film Ore disperate e Verso il sole del 1996 che segna il suo allontanamento dal mondo del cinema.

    Malgrado le diverse le numerose difficoltà incontrate durante la carriera, Michael Cimino può essere considerato un regista di fama internazionale ed il mondo del cinema piange sentitamente la sua perdita.

    FRANCESCA CAMPONERO

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  • Il 3 giugno del 2009 moriva David Carradine

    David Carradine

    BANGKOK. 3 GIU. Era il 3 giugno del 2009 quando a Bangkok mentre stava girando un film è morto in circostanze misteriose, a 73 anni, l’attore David Carradine.

    Il suo corpo è stato trovato nella Suite Room numero 352 del Park Nai Lert Hotel, in Wireless Road, impiccato con il cordone di una tenda.

    John Arthur Carradine, noto nel mondo del cinema come David Carradine nasce a Hollywood il giorno 8 dicembre 1936.

    Tra le numerose interpretazioni ricordiamo il personaggio di “Big” Bill Shelly nel film “America 1929 – Sterminateli senza pietà” (1972, di Martin Scorsese), il cantante folk Woody Guthrie in “Questa terra è la mia terra” (1976), il personaggio di Abel Rosenberg ne “L’uovo del serpente” (1977, di Ingmar Bergman). E la serie “Kung Fu” in cui intepretava un monaco Shaolin assetato di giustizia.

    Per i più giovani indimenticabile è invece il personaggio di Bill, oggetto dei due titoli-capolavori di Quentin Tarantino “Kill Bill vol. 1” (2003) e “Kill Bill vol. 2” (2004).

    Sua la frase celebre: “Non ho bisogno di convincere nessuno che conosco il kung fu, ma forse qualcuno ha bisogno di sapere che so recitare senza un accento cinese o una strana camminata”.

     

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