Categoria: Cronaca Mondo

  • ADDIO ALLA GRADISCA DI FELLINI

    GENOVA. 29 GIU. Chi non ricorda la splendida maliarda del film Amarcord, soprattutto chi non ricorda la famosa parola: “gradisca” rivolta al re prima di concedersi, detta così, con semplice seduzione da Magali Noel, l’attrice che Fellini scelse per uno dei suoi film più celebri.

    Ma gli anni passano per tutti, la bellezza sfiorisce ed anche i miti invecchiano per poi lasciarci come tutti gli altri. L’attrice e cantante francese è morta una settimana fa, la mattina del 23 giugno, in una casa di riposo di Chateauneuf-Grasse, nel dipartimento delle Alpes-Maritimes, nel sud della Francia, dove viveva. A breve avrebbe compiuto 84 anni.

    Nata da genitori francesi nel 1931 a Izmir, in Turchia, Magali-Noëlle Guiffray debuttò a 16 anni come cantante di cabaret. Arrivata in Francia a 20 anni, si lanciò nel teatro e nel cinema. Il suo primo vero successo risale al 1955, con l’uscita del film di Jules Dassin, ‘Du rififi chez les hommes’ (in italiano ‘Rififi’). Ma anche La Grande Razzia di Henri Decoin (1954), Grandi manovre di René Clair (1955), Eliana e gli uomini di Jean Renoir (1956). La popolarità internazionale arrivò soprattutto soprattutto grazie ai tre film girati con Federico Fellini: La Dolce Vita (1960), Satyricon (1969) e appunto Amarcord (1973), dove interpretò appunto il ruolo della Gradisca.

    “All’epoca c’erano quattro star: Girardot, Bardot, Moreau e mamma”, ricorda la figlia Stéphanie Vial-Noel, aggiungendo: “Era un sex-symbol, spesso veniva confusa con Sophia Loren”.

    L’attrice lavorò anche con Sacha Guitry, Constantin Costa-Gavras, Tonie Marshall. In totale, è apparsa in una sessantina di film di cui l’ultimo risale al 2003 (Rien que du bonheur, di Denis Parent), una sessantina di telefilm e in numerosi Music-Hall. Magali Noël ha avuto una figlia con l’attore Jean-Pierre Bernard e ha adottato due bambini dopo il secondo matrimonio. Insomma una persona generosa non solo nel film di Federico.

    FRANCESCA CAMPONERO

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  • ANIMALISTI E IL FESTIVAL DELLA CARNE DI CANE A YULIN

    YULIN (CINA). 20 GIU. Il 21 giugno, oltre ad essere il primo giorno d’estate con il solstizio, è una giornata di lutto per il cane, per tutti gli animalisti del mondo ma per chiunque sia una persona civile e dotata di un briciolo di sensibilità.

    A Yulin, città-prefettura della regione autonoma di Guangxi, nella Repubblica popolare cinese, infatti si compie ogni anno un massacro di proporzioni gigantesche, ovvero il Festival della carne di cane.

    Divertente non lo è sicuramente per le migliaia di cani ma anche di gatti, molti di quali catturati per strada o rapiti dalla loro case che, dopo giorni di terrore trascorsi ammassati uno sull’altro in gabbie piccolissime con i musetti spesso legati con la corda per evitare che la “merce si sciupi”, vengono trucidati nelle maniere più crudeli: bolliti vivi, scuoiati mentre ancora respirano, picchiati a morte per renderne la carne più morbida e per procurar loro scariche di adrenalina che, secondo barbare credenze, servirebbe a potenziare l’energia sessuale di chi la consuma.

    La Lega Nazionale per la Difesa del Cane ferma volutamente la descrizione delle nefandezze che avvengono al cosiddetto “Festival” che feriscono il profondo del cuore e che si sono viste dettagliatamente documentate da decine di filmati girati sotto copertura da associazioni internazionali e da attivisti locali che per fortuna stanno progressivamente aumentando e prendendo coscienza che gli animali non sono esseri da torturare e macellare tra mille sofferenze.

    Purtroppo c’è da aggiungere che la “sagra” di Yulin è solamente la punta dell’iceberg di una “tradizione” diffusa in molti Paesi dell’estremo oriente, dalle due Coree alle Filippine, dalla Thailandia al Vietnam anche se in alcune di queste nazione ufficialmente sarebbe vietata.

    Mentre ai quattro angoli della terra i cittadini manifestano indignazione, dolore, disperazione per i tormenti inflitti a questi esseri indifesi, presidenti, premier, politici, capitani d’industria, organizzatori di grandi eventi sportivi non solo tacciono come se queste mattanze non esistessero ma sembrano infastiditi dalle proteste della gente che potrebbero incrinare i rapporti diplomatico-affaristici con Paesi che stanno diventando le più grandi potenze economichedel mondo. 

    La Lega Nazionale per la Difesa del Cane e gli animalisti dal canto loro però possono contribuire a diffondere la consapevolezza di quanto avviene e sostenere, solidarizzando con loro, chi vive in quei territori e si batte affinché governi come quello cinese, oltre che dell’arricchimento finanziario, si occupi della crescita culturale dei propri abitanti promulgando leggi per la protezione e la tutela degli animali. Come? Sottoscriviamo le centinaia di petizioni che chiedono di abolire il Festival di Yulin come quella di Duo Duo Animal Welfare Project o quella dell’internazionale Human Society international o del sito Care2 petition.

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  • SI SEPARA, TAGLIA A METÀ LE COSE SU EBAY. IL VIDEO

    BERLINO. 19 GIU. Sembrerebbe una vicenda simile alla “Guerra dei Roses”, sta di fatto che, un berlinese avrebbe proprio alla lettera la separazione dei beni nell’ambito di un divorzio.
    L’uomo, infatti, si è separato dalla moglie e ha tagliato tutti gli oggetti in comproprietà, per poi mettere all’asta il 50% di ogni oggetto.
    La vendetta del tedesco è plateale nel momento in cui pubblica il video del taglio degli oggetti e la messa in vendita su Ebay (http://www.ebay.de/usr/der.juli?_trksid=p2047675.l2559).

    Ora il fatto è diventato un caso sul web e il video sta diventando virale.

    Il taglio è di tutti gli oggetti in comproprietà dal telefono all’auto, per il peluche e le sedie del tavolo, tutto è tagliato a metà con una sega elettrica, flessibile e taglierini vari.

    Il filmato, dal titolo “für laura” (per Laura), compare su su Youtube e contiene alla fine il messaggio: “Grazie per i 12 anni passati insieme. Ti sei guadagnata la metà di tutto. Auguri al mio successore”.

    Non è escluso che possa trattarsi di una bufala sta di fatto, che se tutto fosse vero, fa riflettere come un uomo, un ex marito abbia davvero elucubrato tutta questa vicenda che forse ha sapore di una vendetta vera e propria.

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  • GATTI. GUARDARLI ONLINE FA BENE ALL’ UMORE

    BLOOMINGTON. 18 GIU. Da oggi guardare il video di gatti online non potrà più essere considerata una perdita di tempo ma, al contrario, sarà un toccasana per il proprio umore.

    Ad stabilirlo uno studio dell’Università dell’Indiana, pubblicato su Computers in Human Behaviour, secondo il quale guardare clip dei gatti stimola energia, emozioni positive e al contempo allontana dallo spettatore sentimenti negativi.

    Sempre più spesso i gatti sono protagonisti in video che, in rete, diventano virali.

    L’ Università dell’Indiana nella sua ricerca evidenzia come solo nello scorso anno su YouTube siano stati pubblicati oltre 2 milioni di video a tema, con un numero di visualizzazioni che ha sfiorato i 26 miliardi.

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    Ma oltre che su Youtube i gatti vincono anche su Facebook, Buzzfeed e I Can Has Cheezburger. Non è un caso che alcuni di questi gatti sono diventati delle vere celebrità: Grumpy Cat, famoso per la sua espressione burbera e scontrosa che dà lezioni politicamente scorrette e ha prodotti con un suo marchio, o Lil Bub, la gattina disabile che è diventata perfino “presentatrice” di uno show in streaming su YouTube.

    Sempre secondo l’ Università dell’ Indiana gli utenti, dopo aver visto tali filmati, si sentivano più positivi ed energici; inoltre avevano meno emozioni negative come ansia e tristezza e il piacere derivante dalla visione era superiore a qualsiasi senso di colpa relativo alla perdita di tempo procurata dalla vista del video.

    L’università sta ora analizzando se utilizzare l’impiego di video di gatti online come forma low cost per la pet therapy.

    Internethttp://www.sciencedirect.com/science/article/pii/S0747563215004343

     

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  • KENTUCKY, USA. AGENTE SPARA ED UCCIDE NERO

    NEW YORK. 14 GIU. Nuova tensione per l’uccisione di un “ nero ” negli Stati Uniti a Lousville in Kentucky da parte di un agente che ha sparato.

    Il poliziotto era intervenuto vicino a un centro commerciale dopo una chiamata per molestie ad una donna e sarebbe stato minacciato dalla vittima con una spranga.

    Alcuni testimoni raccontano però come l’agente avesse già la pistola in pugno durante la discussione con la vittima e gli si rivolgesse in tono minaccioso.

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  • ALBANIA. AGON CHANNEL. MANDATO D’ARRESTO PER BECCHETTI

    TIRANA. 9 GIU. La procura albanese ha emesso oggi un ordine di cattura per l’imprenditore romano Francesco Becchetti, proprietario, fra l’altro, di Agon Channel, la prima tv delocalizzata in Albania che va in onda in Italia sul canale 33 del digitale terrestre.

    La magistratura albanese lo accusa di “falso in documentazione” e “riciclaggio di denaro”.

    Stessa accusa per la madre Liliana Condomitti, Mauro de Renzis, suo collaboratore nei cui confronti è stato emesso un ordine di arresto ed Erjona Troplini, una collaboratrice albanese, già arrestata.

    E’ stat arrestata anche la dipendente di una banca a Tirana che avrebbe aiutato Becchetti.

    Posto sotto sequestro da Tirana il pacchetto azionario detenuto da Becchetti, in cinque società registrate in Albania dove l’imprenditore albanese deteneva il 60 per cento, tra cui anche Agon Set, proprietaria di Agon Channel.

    Nell’occasione sono stati sequestrati anche tutti i conti correnti attestati a lui ed alle sue società.

    L’inchiesta, avviata lo scorso anno, riguarderebbe il settore energetico ed in particolare la costruzione di una centrale idroelettrica, costruzione in realtà mai realizzata.

    Secondo gli inquirenti Becchetti nel periodo 2007-2013, avrebbe organizzato un sistema di riciclaggio che gli avrebbe fruttato diversi milioni di euro. Becchetti, sempre secondo gli inquirenti, avrebbe evaso anche il fisco per una somma di oltre 5 milioni di euro.

    Agon Channel era partito poco meno di un anno fa, il primo dicembre del 2014, con una grande festa a Milano con ospiti tanti volti della tv italiana e cotinua le proprie trasmissioni.

    Becchetti, romano, 49 anni, un passato nel settore energetico, tra centrali idroelettriche e trasformazione dei rifiuti, aveva prima già investito nell’editoria cartacea in Albania.

    Non solo, aveva anche acquistato anche una squadra della terza serie inglese, il Leyton Orient.

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  • E’ MANCATO IL GIORNALISTA CLAUDIO ANGELINI

    NEW YORK. 2 GIU. E’ mancato oggi a New York il giornalista Claudio Angelini.

    Angelini aveva compiuto 72 anni lo scorso 29 marzo. A comunicare il decesso è stata la moglie, la giornalista Olga Cortese.

    Angelini si è spento in serata a causa di una malattia che lo aveva recentemente colpito.

    Il giornalista era presidente della Società Dante Alighieri a New York e presidente emerito della Rai Corporation.

    A New York, dal 1997, Angelini è stato capo della sede Rai e responsabile dell’ufficio di corrispondenza dei telegiornali.

    A Roma era stato direttore dei giornali radio Rai, vicedirettore e anchorman del Tg1 e curatore di numerose trasmissioni culturali.

    Angelini non era solo giornalista, ma anche autore di diversi libri e promotore del Premio Capri, uno degli eventi letterari e culturali più importanti di Capri, fondato oltre trent’anni fa, del quale stava in questi giorni preparando l’edizione 2015.

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  • PAULA COOPER MUORE SUICIDA. SIMBOLO DELLA LOTTA ALLA PENA DI MORTE

    INDIANAPOLIS. 28 MAG. Quella di Paula Cooper sembrava una storia a lieto fine e, invece, si è conclusa tragicamente in un lago di sangue su una strada.

    Quando due anni fa era uscita di prigione per buona condotta, con un diploma da infermiera, Paula Cooper sembrava pronta ad una nuova vita ed, invece, si è sparata un colpo di pistola alla testa.

    A trovarla senza vita fuori dalla casa dove abitava, la polizia.

    Tra pochi mesi la libertà condizionata sarebbe finita e Paula Cooper, per cui negli anni Ottanta si mobilitò l’Europa e il Vaticano, sarebbe tornata ad essere una donna libera.

    Paula aveva promesso di lavorare con “Journey of Hope”, l’organizzazione anti-crimine e anti-pena di morte del nipote della sua vittima Bill Pelke. Voleva spiegare ai giovani che il crimine non paga, che c’è sempre nella vita la possibilità di fare la cosa giusta. Ma qualcosa non ha funzionato.

    Paula Cooper aveva 15 anni, 30 anni fa, quando assassinò una vecchietta, l’insegnante di religione Ruth Pelke, infierendo sulla vittima con 33 coltellate durante una rapina assieme a due amiche.

    Le sarebbe toccata la sedia elettrica se non fosse stato per la mobilitazione internazionale a suo favore. Nel 1987 ci fu il passo di Papa Wojtyla con la richiesta che a Paula fosse risparmiata la vita. Il caso portò alla luce l’atrocità della legge dell’Indiana: ammetteva la pena di morte per bambini sopra i 10 anni. Solo nel 1989, dopo una sentenza della Corte Suprema che aveva abolito la pena di morte per gli under 16, la magistratura commutò la pena in 60 anni di prigione, ridotti poi a 27 per dimostrata buona condotta.

    Contro la condanna a morte di Paula si era mossa anche l’Italia: su iniziativa dei radicali nacque il movimento “Non uccidere” ed un milione di firme raccolte da Ivan Novelli e Paolo Pietrosanti vennero portate all’Onu per implorare clemenza.

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  • A 65 ANNI E 13 FIGLI PARTORISCE 4 GEMELLI

    BERLINO. 23 MAG. Una donna tedesca di 65 anni, Annegret Raunigk, già madre di 13 figli, ha dato alla luce quattro gemelli.

    La nascita secondo l’emittente Rtl la nascita sarebbe avvenuta tramite parto cesareo in un ospedale di Berlino.

    I quattro piccoli sono nati prematuri alla 26^ settimana di gravidanza, e hanno buone possibilità di sopravvivere.

    Raunigk è andata all’estero per farsi impiantare ovuli donati e fertilizzati.

    La sua gravidanza ha suscitato forti critiche tra i ginecologi tedeschi, molti dei quali avevano espresso dubbi sulla possibilità che il fisico della donna riuscisse a sostenere la gravidanza.

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  • CERCASI BOIA. ANNUNCIO COMPARE IN ARABIA SAUDITA

    RIYAD. 20 MAG. “Cercasi boia ”. E’ questo l’annuncio apparso online in Arabia Saudita dove il recente aumento di esecuzioni ha richiesto un rafforzamento del settore.

    Ai candidati, secondo quanto riporta il Corriere, non è richiesta nessuna formazione specifica. Devono però “essere in grado di decapitare in pubblico ed eseguire amputazioni per reati minori”.

    La notizia viene anche “rimbalzata” da Russia Today, che precisa come gli otto nuovi boia saranno consideratifunzionari religiosi dal momento che sono al servizio dei tribunali islamici.

    L’annuncio di lavoro è stato pubblicato a pochi giorni dall’esecuzione dell’ 85esimo condannato a morte dell’anno, registrando un incremento considerevole: nei primi cinque mesi del 2015, infatti, in Arabia Saudita è stato eseguito un numero di pene capitali pari al 90% dell’intero 2014.

    La pena capitale è prevista in Arabia Saudita per traffico di droga, violenza carnale, omicidio, apostasia, rapina a mano armata e stregoneria.

    Dal 1985 al 2013, le condanne a morte sono state oltre 2mila, la maggior parte delle quali tramite decapitazioni pubbliche ed in alcuni casi le teste mozzate sono state lasciate esposte per lunghi periodi di tempo, come avvertimento per scoraggiare i delinquenti.

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