Categoria: Cronaca Mondo

  • Trovato il treno dell’oro in Polonia?

    Due uomini, un polacco e un tedesco, avrebbero ritrovato il leggendario “treno dell’oro”

    VARSAVIA. 21 AGO. Due uomini, un polacco e un tedesco, avrebbero ritrovato il leggendario “treno dell’oro”, carico di oggetti d’oro razziati in guerra dai tedeschi della Wehrmacht prima del 1945 e sparito nel nulla.

    I due, attraverso un notaio, avrebbero avanzato la richiesta alle autorità locali di Walbrzych, in Polonia, di un compenso pari al 10% del valore della loro scoperta, in cambio delle informazioni sulla località in cui si troverebbe il convoglio.

    La notizia è stata data dall’emittente locale di Breslavia, Radio Wroclaw, secondo la quale si potrebbe trattare di un treno di diversi vagoni che sarebbe partito da Breslavia durante l’occupazione nazista, nel maggio 1945, verso una destinazione finora rimasta ignota.

    Anche se non si hanno ancora prove del ritrovamento del tesoro, il fatto è stato pubblicato da diversi canali tv polacchi e suscita curiosità fra i collezionisti del luogo, secondo i quali il presunto treno potrebbe esser finito in uno dei nascondigli – tunnel scavati sotto le montagne che i tedeschi avevano preparato verso la fine della guerra.

    I media polacchi precisano come fino ad oggi l’esistenza storica di questo treno non sia mai stata certificata.

    Uno dei tunnel scavati dai nazi si trova proprio nella zona di Walbrzych, un altro sotto la montagna Sobiesz. (nell’immagine: una scena de Il treno (The Train) è un film del 1964 diretto da John Frankenheimer, tratto dal romanzo Le front de l’art di Rose Valland).

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  • Bomba esplode a Bangkok. Almeno 27 morti

    Esplosione di una bomba a Bangkok

    BANGKOK. 17 AGO. Una potente esplosione si è verificata nella zona di Rachaprasong, nel centro di Bangkok.

    La deflagrazione è avvenuta all’ora di punta della capitale thailandese nei pressi di un incrocio affollatissimo a pochi metri da un piccolo tempio Erawan dove in molti si recano a pregare.

    L’esplosione sarebbe stata causata da una bomba, contenente cinque chili di Tnt, nascosta sotto una panchina all’esterno del santuario.

    L’esplosione ha causato molto panico ed un bilancio ancora provvisorio parla di almeno 27 morti e 80 feriti.

    Tra le vittime ci sarebbero anche quattro stranieri. Sul luogo stanno operando vigili del fuoco e mezzi di soccorso e sul terreno si è formato un grande cratere

    L’Unità di crisi della Farnesina è in contatto con l’ambasciata di Bangkok e sta conducendo le verifiche per escludere l’eventuale presenza di cittadini italiani tra le vittime dell’esplosione.

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  • Cuba. Riaperta l’ ambasciata americana

    Riapertura ambasciata americana a Cuba

    L’AVANA. 15 AGO. E’ tornata ieri a sventolare una bandiera americana a Cuba, per la prima volta dal 1961, con la riapertura, dopo 54 anni, dell’ambasciata americana nella capitale cubana.

    La bandiera è stata consegnata ai tre marines dai tre militari che l’ammainarono 54 anni fa. “Oggi – ha dichiarato il segretario di stato americano John Kerry, primo segretario di Stato americano a mettere piede a Cuba dal 1945 – è il giorno per mettere da parte le vecchie barriere”. “oggi – ha proseguito Kerry – non sono più nemici o rivali, ma vicini. Non si tratta di un favore fatto da un Paese a un altro. Normali relazioni rendono più facile parlarsi. Il parlarsi fa sì che possiamo capirci meglio. Gli Stati Uniti e Cuba non sono prigionieri della storia: Raul Castro e Barack Obama hanno preso decisioni coraggiose”.

    John Kerry, ha ringraziato Papa Francesco per l’aiuto sull’apertura nelle relazioni fra Cuba e Stati Uniti.

    Riapertura ambasciata americana a Cuba

    Kerry ha incontrato il ministro degli Esteri cubano Rodriguez Parrilla, l’arcivescovo cattolico del paese e un gruppo di dissidenti fra i quali Yoani Sanchez, Manuel Cuesta Morua e Martha Beatriz Roque.

    Centinaia di cubani sono accorsi, dalle prime ore della mattina, davanti all’ambasciata americana all’Avana, sul lungo mare del Malecon, per assistere alla cerimonia dell’alzabandiera.

    La storia tra Cuba e gli Stati Uniti

    1959: I barbudos guidati da Fidel Castro prendono il potere all’Avana rovesciando il regime di Fulgencio Batista. Dopo la ‘revolucion’ cubana, gli Stati Uniti sospendono gli aiuti economici a Cuba e limitano le importazioni di zucchero, principale prodotto esportato dall’Avana.

    1960: Washington approva un embargo parziale contro Cuba.

    1961: Vengono rotti i rapporti diplomatici fra Stati Uniti e Cuba. Appoggiato dalla Cia, un gruppo di esuli cubani tenta di rovesciare il governo di Fidel Castro con un’invasione armata nella Baia dei Porci, ma il tentativo fallisce.

    1962: Gli Stati Uniti approvano un embargo totale al commercio con Cuba. Il dispiegamento a Cuba di missili sovietici provoca un blocco navale americano attorno all’isola. La crisi, considerata una delle più gravi della Guerra Fredda, si conclude dopo 13 giorni con il ritiro dei missili.

    1977: I governi americano e cubano aprono sezioni d’interessi nelle rispettive capitali.

    1992: Il Congresso Usa approva il Cuban Democracy Act, legge Torricelli, che vieta alle imprese americane di commerciare con Cuba anche in paesi terzi. In tal modo l’embargo diventa legge.

    1999: Gli Stati Uniti rendono più flessibili le sanzioni e permettono un maggior numero di voli charter verso Cuba.

    2004: Il presidente americano George W. Bush rafforza le restrizioni ai viaggi a Cuba e limita l’invio di rimesse verso l’isola.

    2009: Il presidente americano Barack Obama solleva le restrizioni di viaggio e rende più facile l’invio di denaro a Cuba da parte della comunità cubano americana.

    2014: Il 17 dicembre Obama e il presidente cubano Raul Castro annunciano contemporaneamente e a sorpresa l’intenzione di riprendere le relazioni diplomatiche. L’annuncio è sancito da uno scambio di detenuti. Obama riduce l’embargo.

    2015: In gennaio si aprono i negoziati per la riapertura delle ambasciate. Ad aprile avviene uno storico faccia a faccia fra Obama e Raul Castro a margine del summit delle Americhe a Panama. I rapporti diplomatici vengono formalmente riallacciati il 20 luglio, quando il ministro degli Esteri cubano Bruno Rodriguez issa la bandiera cubana sull’ambasciata a Washington.

    Il 14 agosto John Kerry ha inaugurato formalmente l’ambasciata americana all’Avana. L.B.

    La riapertura dell’Ambasciata americana a Cuba sul quotidiano Granma: http://it.granma.cu/cuba/2015-08-14/riapre-ufficialmente-lambasciata-nordamericana-in-cuba

    Su Granma, l’incontro all’ Hotel Nacional de Cuba tra il ministro degli Esteri di Cuba Rodríguez Parrilla e il segretario di stato americano John Kerry http://www.granma.cu/relaciones-diplomaticas-cuba-eeuu/2015-08-15/en-conferencia-de-prensa-conjunta-bruno-rodriguez-parrilla-y-john-kerry

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  • Cuba. Fidel ieri il compleanno. Oggi c’è Kerry

    Fidel Castro ha festeggiato ieri i suoi 89 anni

    L’AVANA. 14 AGO. Ieri il lider Maximo di Cuba Fidel Castro ha festeggiato ieri i suoi 89 anni. Fidel Castro è riapparso in pubblico all’ Avana, dove sono state diffuse fotografie che lo ritraggono all’interno di una vettura insieme ai presidenti della Bolivia, Evo Morales, e del Venezuela, Nicolas Maduro.

    E proprio alla vigilia della visita dell’americano Kerry per la riapertura dell’ambasciata degli Stati Uniti all’Avana, su giornale Granma appare un editoriale di Fidel Castro dal titolo “La realtà e i sogni”.

    Nell’editoriale Fidel ricorda “le bombe atomiche su Hiroshima e Nagasaki”, precisando come “il territorio e le industrie Usa” non vennero raggiunti dalla guerra e gli Stati Uniti divennero in questo modo “il Paese più ricco e meglio armato della terra”. “Quasi tutto l’oro del mondo – prosegue Fidel – finì a Washington” aggiungendo come gli Usa non rispettarono gli accordi di Bretton Woods e Richard Nixon violò “gli impegni presi da Franklin Delano Roosvelt”.

    Poi proprio rivolgendosi all’America “presenta il conto” per l’embargo nei confronti dell’isola e dice: “Ci dovete molti milioni di dollari” per i “danni” provocati dalle politiche Usa con L’Avana, come denunciato all’Onu da Cuba “con argomentazioni e dati non contestabili”.

    Poi conclude “Non smetteremo mai di lottare per la pace e il benessere di tutti gli esseri umani, indipendentemente dal colore della pelle e dal Paese di origine di ogni abitante del pianeta… o di avere o meno una fede religiosa”. (nell’immagine: uno snap shot del quotidiano Granma per i festeggiamenti di Fidel Castro con i presidenti della Bolivia, Evo Morales, e del Venezuela, Nicolas Maduro. Nel video un discorso di Fidel Castro). L.B.

    L’editoriale di Fidel Castro su Granma: http://it.granma.cu/cuba/2015-08-13/la-realta-e-i-sogni

    Il Compleanno del Lider Maximo: http://www.granma.cu/cuba/2015-08-13/fraternal-encuentro-de-fidel-con-maduro-y-evo

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  • In Svizzera cartolina impiega 50 anni per 13 km

    Questa volta la puntualità della posta elvetica ha ceffato. Una cartolina in Svizzera ha impiegato quasi cinquant’anni per giungere a destinazione

    GINEVRA. 8 AGO. Questa volta la puntualità della posta elvetica ha ceffato. Una una cartolina ha infatti impiegato quasi cinquant’anni per giungere a destinazione e percorrere 13 chilometri, nel canton Svitto della Svizzera centrale. A riferirlo la stampa locale.

    Puntuale, invece, la posta elvetica al destinatario di pagare la differenza di 90 centesimi tra il prezzo del francobollo all’epoca e quello attuale.

    La cartolina di auguri di Natale era stata spedita il 16 dicembre 1965 nel comune di Ibach ed è arrivata solo lunedì scorso nel vicino comune Illgau.

    A riceverla è però stato il figlio del destinatario; il padre, così come il mittente, sono ormai morti.

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  • ISOLE FAROE, ARRESTATA UN’ITALIANA DI SEA SHEPHERD

    DANIMARCA. 24 LUG. C’è anche un’italiana tra i volontari di Sea Shepherd,  arresti nelle isole Faroe, dove non si fermano le proteste in atto per contrastare la caccia ai Globicefali, delfini comunemente presenti anche nel mar Mediterraneo.
    Lunedì 20 luglio due volontari, un’americana e un tedesco, di Sea Shepherd, l’associazione internazionale che da anni opera in difesa dell’ambiente marino, erano stati fermati per aver interferito in una grind, la tradizionale quanto cruenta caccia ai Globicefali.
    Ieri, giovedì 23 luglio, altre 5 persone di Sea Shepherd sono stati fermate con l’accusa di aver violato la legge che regola la caccia ai cetacei, la Faroese Pilot Whaling Act, inasprita proprio l’anno scorso per contrastare l’azione dei volontari.
    Marianna Baldo, 44 anni, di Vicenza, laureata in Scienze Naturali e storica volontaria di Sea Shepherd Italia con molte azioni all’attivo, stava partecipando, per il secondo anno consecutivo, alla campagna di Sea Shepherd in difesa dei Globicefali nelle Isole Faroe.  Marianna è fotografa a bordo dell’intercettore veloce della flotta di Sea Shepherd, la M/V Brigitte Bardot.
    Ieri pomeriggio Marianna si trovava a bordo del gommone ausiliario della propria nave, assieme ad un altro volontario, il francese Xavier Figarella, mentre stava per iniziare una grind o caccia. La polizia feringia ha fermato il gommone e ha preso in custodia Marianna e Xavier. L’epilogo questa mattina quando i due volontari sono stati ufficialmente accusati e arrestati.
    Anche la Leader del Team di terra di Sea Shepherd, la sudafricana Rosie Kunneke, è stata arrestata assieme al volontario di terra belga, Christophe Bondue.
    Un altro volontario del Lussemburgo, Kevin Schiltz, è stato fermato durante la seconda grind avvenuta poche ore.
    Ben 250 esemplari sono stati catturati, durante due battute di caccia distinte, avvenute sulle spiagge di Bøur e Tórshavn.
    La mattanza dei Globicefali nelle isole Faroe è una tradizione antica che però, con la globalizzazione e interventi statali ed europei, ha perso parte della sua valenza alimentare.
    “Le pratiche messe in atto nel corso delle grind, nelle quali i globicefali e altri delfini sono costretti a sopportare ore di durissimo e crudele stress mentre vengono spinti a forza verso riva prima di essere massacrati in presenza dei loro familiari, non sarebbero tollerate in nessun mattatoio dei Paesi sviluppati -aveva dichiarato ad inizio campagna la responsabile di terra, Rosie Kunneke – Con l’introduzione delle comodità moderne e del commercio e con la diffusione delle raccomandazioni sui rischi legati al consumo della carne di globicefalo, gli abitanti delle Isole Faroe non hanno più bisogno di questa cibo per la propria sussistenza, senza dimenticare che la Danimarca versa ogni anno cospicui fondi europei agli abitanti delle isole Faroe e perciò sono moralmente obbligati ad osservare, come qualsiasi altro paese europeo, le leggi a tutela della fauna marina e rispettare i diritti civili di qualsiasi cittadino comunitario. È tempo che questa inutile, eccessiva e superflua crudeltà sia superata e che i globicefali siano lasciati liberi una volta per sempre”.
    Da centinaia d’anni, gli abitanti delle Isole Faroe accerchiano i globicefali durante la loro migrazione in mare aperto e li spingono in acque basse, dove vengono uccisi.
    Questa caccia, nota in lingua feringia come “grindadráp” o “grind”, è una tradizione che spazza via intere famiglie di Globicefali e di altri delfini in un colpo solo.
    Dopo essere stati spinti nelle insenature, i tipici fiordi del nord, i Globicefali, in preda allo stress, si spiaggiano o vengono trascinati a riva, mediante uncini detti blásturkrókur, conficcati nei loro sfiatatoi.
    Viene poi usata una lancia spinale per recidere la spina dorsale dei delfini che rimangono esanimi accanto ai membri della loro famiglia, impiegando da pochi secondi a diversi minuti prima di morire. Per questi animali, i cui fortissimi legami familiari e la cui spiccata capacità di provare sofferenza sono ben documentati, la grindadráp significa una morte lenta, straziante e traumatica.

    Il video della caccia, attenzione, immagini forti.

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  • F1 IN LUTTO. E’ MANCATO JULES BIANCHI

    NIZZA. 18 LUG. Questa è una notizia notizia che mai avremmo voluto dare: è mancato nella notte il pilota francese di Formula 1, Jules Bianchi.

    Bianchi era in coma dall’incidente avuto al Gran Premio del Giappone dello scorso ottobre ed è morto questa notte nell’ospedale di Nizza dove era ricoverato.

    Bianchi, che aveva 25 anni, era in stato di incoscienza dal 5 ottobre scorso, quando ebbe l’incidente nel circuito di Suzuka. Nella sua carriera ha disputato 34 Gran premi ottenendo 2 punti nel mondiale. Bianchi avrebbe compiuto 26 anni il mese prossimo.

    A darne notizia gli stessi familiari che su Facebook scrivono: “Ha lottato fino alla fine, come ha sempre fatto, ma oggi la sua battaglia è arrivata alla fine… il nostro dolore è immenso e indescrivibile”.

    Jules Bianchi aveva iniziato le sue gare nel team Marussia nel 2013, gareggiando 34 gran premi e la stessa Marussia, oggi Manor F1, sempre su Facebook scrive: “siamo devastati dalla perdita di Jules dopo una così dura battaglia. E’ un privilegio per noi averlo avuto nel nostro team”.

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    Da parte nostra, che eravamo suoi tifosi e che lo seguivamo con affetto, vanno le condoglianze alla famiglia e al team. (nelle foto: una bella immagine di Jules Bianchi e una visione dalla camera car, video, della vettura di Jules Bianchi durante il Gran Premio di Monaco nel 2014)

    Facebook: https://www.facebook.com/JBianchi.OfficialFanPage/posts/1106787122683449

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  • E’ MORTO IL DOTTOR OMAR ZIVAGO SHARIF

    IL CAIRO. 11 LUG. Diamo addio ad Omar Sharif e al suo sorriso ironico che ci ha fatto innamorare: un attacco di cuore lo ha stroncato ieri a 83 anni, in un ospedale del Cairo, dopo l’ultima battaglia contro l’ Alzheimer.

    Il suo vero nome era Michel Dimitri Shalhoub, figlio di genitori libanesi ed era nato ad Alessandria d’Egitto il 10 aprile 1932.

    Si era laureato in matematica e fisica al Cairo, scoprende il cinema quasi per caso nel 1953.

    A notarlo un giovane regista, Youssef Chahine, e per Lotta sul fiume lo sceglie a fianco di una diva dell’epoca, Faten Hamama.

    Ed è il destino a convogliare Sharif all’ amore verso il cinema e proprioverso Faten Hamama che sposerà due anni dopo.

    In otto anni interpreta oltre 20 film, tra cui La castellana del Libano e I giorni dell’amore. Poi proprio per ottenere il consenso dei genitori della sposa si converte all’Islam e sceglie il nome che lo accompagnerà per la vita, Omar El Sharif.

    David Lean lo sceglie per il cast di Lawrence d’Arabia nel 1961 nel film di Lean recita il ruolo dello Sceriffo Alì, tra Peter O’Toole, Anthony Quinn.

    Recita in modo ottimale il suo ruolo tanto da guadagnarsi la nomination all’Oscar del ’63 che gli apre le porte di Hollywood.

    In Italia partecipa a La caduta dell’impero romano, Marco Polo e Gengis Khan; ad Hollywood in Una Rolls Royce gialla e soprattutto, nel 1965, nel Dottor Zivago.

    Il successo è tale che arriva un Golden Globe.

    Omar Sharif torna in Europa con C’era una volta di Francesco Rosi, La notte dei generali di Anatole Litvak, canta con Barbra Streisand in Funny Girl e si innamora della diva americana.

    Poi ancora La tragedia di Mayerling, nel ruolo del ‘Che’. Partecipa anche a diversi western all’italiana fra cui L’oro dei McKenna ma anche in Francia con Diritto d’amare e Funny Lady, nel 1975, con Barbra Streisand.

    Omar Sharif impara l’italiano, parla il greco e il turco, ha pubblicato il suo primo manuale di bridge ed è entrato nella lista dei top players del gioco.

    Nel 2003 Omar Sharif a Venezia riceve il Leone d’oro alla carriera con Monsieur Ibrahim e i fiori del Corano con l’interpretazione dell’anziano commerciante sufi che scopre la sua vocazione paterna nell’incontro con il giovane ebreo Momo Schmidt.

    Partecipa (con la voce) alle Cronache di Narnia per il leone, ad Hidalgo, e con Antonio Banderas ne Il tredicesimo guerriero.

    Tra le sue ultime apparizioni, un cameo muto nei panni di se stesso nel film di Valeria Bruni Tedeschi nel film Un castello in Italia (2013).

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  • UN MIG IN FASE DI DECOLLO SFIORA UN UOMO. IL VIDEO

    TRIPOLI. 8 LUG. E’ diventato ormai virale sul web il video che mostra un caccia militare della Free Libyan Air Force, mentre in fase di decollo in una pista del deserto libico sembra quasi sfiorare la testa di un uomo.

    Le immagini sono state diffuse da diversi media locali e mostrano nelle prime sequenze la pista di un aeroporto ed una scritta in sovraimpressione ‘A Benina (al Obaidy)’ mentre una voce in sottofondo urla ‘Allah Akbar’ (‘Dio è grande’).

    Un uomo passeggia sulla pista di decollo e pochi istanti dopo arriva un aereo, sembra un Mig 23, che quasi lo sfiora.

    L’uomo viene investito dall’onda d’urto e scaraventato a terra in una vera e propria sequenza da brivido.

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  • ERANO SPOSATI DA 75 ANNI. MUOIONO ABBRACCIATI

    SACRAMENTO. 4 LUG. Una coppia di anziani coniugi della California, sposati per 75 anni, Alexander e Jeanette Toczko, entrambi di 95 anni, sono morti tra le braccia uno dell’altro nell’arco di neanche 24 ore.

    Si erano sposati nel 1940, ma stavano insieme da quando avevano 8 anni. La notizia sta facendo il giro del mondo ed è la prova di un amore senza fine.

    L’ “ultimo abbraccio” è stato documentato dalla loro figlia che ha voluto testimoniare come la “storia di Alexander e Jeanette sia una di quelle che toccano il profondo con i due che si conobbero all’età di otto anni e da quel momento in poi non si separarono più”.

    Alcune settimane fa – racconta la figlia – Alexander ebbe delle complicazioni in seguito alla rottura dell’anca che lo costrinse all’immobilità nel letto. Quasi contemporaneamente si ammalò anche Jeanette, così la coppia fu trasferita in un ospizio del posto in modo che stessero insieme durante la degenza”.

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