Categoria: Cronaca Italia

  • Terremoto, 159 i morti. Sfollati in tendopoli

    Terremoto, 159 i morti. Sfollati in tendopoli

    ROMA. 25 AGO. Purtroppo è salito ulteriormente il bilancio dei morti accertati del sisma che, ieri notte, ha colpito l’Italia centrale.

    Sono 159 i morti accertati fra cui diversi bambini; a diffondere il bilancio è il Dipartimento della Protezione Civile. Le vittime sono 106 nel reatino e 53 nell’ ascolano.

    E mentre continuano le scosse sismiche l’ultima delle quali di 2.2, a L’Aquila, poco fa, alle 01:36:56, sono migliaia gli sfollati (oltre 1500 nel sole Marche) mentre si continua a scavare nei centri colpiti dal sisma.

    La maggior parte dei senzatetto si concentra nel comune di Arquata del Tronto e della frazione di Pescara del Tronto che è stata rasa al suolo. La popolazione viene ospitata in tendopoli già allestite o in corso di allestimento.

    La prima violentissima scossa della scorsa stanotte ha colpito Amatrice, Accumoli (Rieti) e Arquata del Tronto (Ascoli Piceno); una seconda di magnitudo 5.4 è stata registrata alle 4,33 con epicentro tra Norcia (Perugia) e Castelsantangelo sul Nera (Macerata). Le scosse sono state avvertite anche a molti chilometri di distanza, fino a Roma e Napoli.

    Ma la terra ha continuato a tremare: nel primo pomeriggio un’altra violenta scossa, di magnitudo 4.9, ha scatenato il panico.

    La macchina delle operazioni, c’è stata qualche polemica iniziale sul ritardo nei soccorsi, poi rientrata. Colonne dei vigili del fuoco, della forestale e di volontari sono partiti da tutta Italia.

    Ora con la notte, mentre continuano i lavori di scavo e ricerca, la gente ospitata nelle tendopoli o altrove, ha paura.

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  • Terremoto, attivato sms solidale 45500 per aiutare le popolazioni

    Terremoto – Attivato l’sms solidale 45500 per aiutare le popolazioni

    ROMA. 24 AGO. Su richiesta del Dipartimento della Protezione Civile, d’intesa con le Regioni colpite dal terremoto e grazie agli operatori di telefonia mobile e ai media, è stato attivato il numero 45500 per la raccolta di fondi attraverso l’invio di sms del costo di 2 euro.

    È possibile donare anche chiamando da rete fissa lo stesso numero. Il servizio è attivato con gli operatori nazionali Tim, Vodafone, Tre, Fastweb, CoopVoce, Wind e Infostrada, TWT, CloudItalia e PosteMobile.

    I fondi raccolti saranno trasferiti dagli operatori, senza alcun ricarico, al Dipartimento della Protezione Civile che provvederà a destinarle alle regioni colpite dal sisma.

    Istituito anche un numero di emergenza con il quale i cittadini possono chiamare il numero verde del servizio di contact center 800 840 840 per avere informazioni o fare segnalazioni. Per chi chiama dall’estero è attivo il numero +39 06 82888850.

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  • Forte terremoto nel Centro Italia. Scosse di 6.0 alle 3:36 e di 5.4 alle 4:30 nel reatino. Paesi rasi al suolo: Amatrice e Accumoli nel Lazio

    ROMA 24 AGO. Forte scossa terremoto nel centro Italia. Alle 3:36 la terra ha tremato con una magnitudo di 6,0 con epicentro ad Accumoli nel Reatino, la cittadina di Amatrice la più colpita.. Nuove scosse pochi minuti dopo, da 3,9 a 2,8 di magnitudo. Un’ora dopo, verso le 4:30, un’altra scossa più forte da 5,4. Il Sindaco di Amatrice in diretta alla Rai: “Il paese non c’è più, c’è gente sotto le macerie”. Altri due paesi flagellati nelle Marche:Arquata del Tronto e Pescara del Tronto. Coinvolta anche tutta la provincia picena, del maceratese, crolli in Umbria e Lazio.

    A Norcia e Amatrice il terremoto ha fatto forti danni. Case crollate, ponti e strade divelte. La gente è in strada e la macchina della Protezione Civile è in allerta massima. E già il sindaco di Amatrice Sergio Perozzi dice a Radio Rai e poi al telefono con Sky: “Il paese non c’è più. C’è gente sotto le macerie, temo morti”. La notizia è confermata dal responsabile della Croce Rossa locale, che conferma la tragica situazione: almeno un ponte sarebbe crollato, rendendo più lenti i primi soccorsi. Moltissime le chiamate alla protezione civile e ai vigili del fuoco da tutta l’area. L’ipocentro è stato a 4 km dalla superficie. La scossa è stata sentita, fortissima, anche a Roma.

    Un’altra scossa è seguita 5 minuti dopo a pochi chilometri di distanza di 3.9 più vicina a Norcia, dove si sono registrati i maggiori danni ad Amatrice, con un ipocentro più in profondità, a 7 chilometri. Sono registrati numerosi crolli di edifici. Altre tre scosse sono seguite poco dopo. Si registrano forti danni a Castelluccio di Norcia. I Viglili del Fuoco parlano di danni anche a Gualdo e Mogliano nel Maceratese. Una frana sarebbe avvenuta sulla parete Est del Corno Piccolo del Gran Sasso, lo conferma al telefono Luca Mazzoleni del rifugio Franchetti, appunto sul monte. “Abbiamo sentito i rumori di una frana. Aspettiamo le prime luci per capire meglio di cosa si tratta”..

    Un’altra fortissima scossa si è sentita alle 4.34, più lunga, di entità di 5,4. Per ora il capo della Protezione Civile Alessandro Curcio parla di alcuni feriti, crolli e danni ad edifici.

    Marcello Di Meglio

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  • Caporalato: Ministro Giustizia Orlando al “gran ghetto” di Rignano Garganico. “Pronta la legge”

    FOGGIA 23 AGO. Il Ministro della Giustizia Andrea Orlando ha visitato ieri a sorpresa il “gran ghetto” di Rignano Garganico, la baraccopoli dove alloggiano oltre duemila migranti sfruttati nei campi.

    “Una città fantasma – ha scritto il Ministro sulla sua pagina Facebook – una non città. Eppure migliaia di uomini e donne danno vita alle porte di Foggia a una comunità di lavoratori sfruttati. Schiavi ricattati dai caporali. È qualcosa di inaccettabile. È da questo luogo che penso sia più giusto ribadire l’impegno del governo ad approvare nel più breve tempo possibile la nuova legge contro il caporalato”.

    Orlando ha postato alcune foto che ritraggono i migranti costretti a vivere in alloggi di fortuna e prendere l’acqua potabile da grosse cisterne. Poi un vertice nella Prefettura del capoluogo dauno con i vertici delle autorità locali, mentre fuori dal Palazzo del Governo un gruppo di lavoratori agricoli stranieri affiancati dagli attivisti di “Campagna in lotta” protestava ad alta voce contro il fenomeno dei “nuovi schiavi”

    Tra di loro anche Veronica, figlia del Ministro dell’Economia Padoan. Veronica Padoan si occupa da tempo del “ghetto” di Rignano Garganico che ospita i 2000 immigrati. La quindicina di attivisti e lavoratori africani hanno manifestato pacificamente davanti alla Prefettura di Foggia. Sono braccianti stagionali extracomunitari che vivono al limite della umana dignità.

    “La questione del gran ghetto di Rignano – ha detto Veronica Padoan – è una questione che preme pesantemente sulla Regione Puglia perché ha delle responsabilità oggettive e riceve notevoli pressioni che giungono direttamente dall’Unione Europea. Per quel che concerne il gran ghetto di Rignano – ha sottolineato la Padoan – effettivamente ci troviamo di fronte ad uno dei complessi abitativi più grandi, ma come questo in Italia ci sono altri ghetti; quindi, il giochino di catalizzare tutta l’attenzione sui ghetti lascia il tempo che trova. È dal 2014 che la giunta Vendola aveva millantato di smantellare il ghetto, il problema non sono queste comunità. Il problema – ha concluso Veronica Padoan – è che se non si organizza effettivamente il lavoro nei campi è inutile parlare di smantellare i ghetti. La questione abitativa è presente anche nei contratti provinciali e nazionali”.

    Sia il Ministro della Giustizia Orlando, sia, a distanza, quello delle Politiche Agricole Martina hanno confermato che un provvedimento di legge per cercare di eliminare il fenomeno del caporalato è in via di conclusione del suo processo legislativo. “La legge sarà in vigore entro la fine dell’anno. Non si tratta di sanzionare il lavoro nero ma il reato di riduzione in schiavitù” – ha detto Orlando.

    Già da una ventina di giorni, intanto, Slow Food si era mobilitato sul vergognoso fenomeno socioeconomico: “Sul caporalato le aziende denuncino in anticipo le giornate di lavoro – fanno sapere dall’associazione della Chiocciola – il segnale politico che stavamo tutti aspettando è finalmente arrivato. L’augurio è che ora anche la Camera possa esaminare il testo del Ddl nel più breve tempo possibile: il lavoro dei braccianti italiani e stranieri è indispensabile per consentire alla nostra produzione alimentare di proporsi come eccellenza. Ma non è più ammissibile che questo risultato venga raggiunto a discapito dei lavoratori” – commenta Daniele Buttignol, Segretario Generale di Slow Food Italia.

    Il Disegno licenziato l’1 agosto da Palazzo Madama introduce novità importanti e rappresenta sicuramente un primo passo per debellare questa pratica medievale e crudele: “Finalmente – commenta Buttignol – è stato introdotto il principio di piena corresponsabilità tra il caporale e l’imprenditore, ignorato dal reato di intermediazione illecita e sfruttamento del lavoro che puniva solo i caporali.

    Ora tutti stiamo facendo e possiamo fare la nostra parte: la società civile che non si stanca di denunciare questo crimine, segnalare le produzioni virtuose e sollecitare la politica. I cittadini che scelgono ogni giorno quale cibo vogliono condividere con la propria famiglia e le istituzioni che finalmente hanno dato un segnale di responsabilità.

    Ora l’impegno deve essere rivolto anche a dare maggiori strumenti a chi vuole fare le proprie scelte con consapevolezza. Non ci stanchiamo di ripeterlo, vogliamo un’etichetta più trasparente, che racconti la filiera, che dia informazioni certe, che indichi la provenienza e il tipo di lavoro che è stato fatto. Abbiamo il diritto di poter scegliere anche in base a queste informazioni. Vorremmo che l’etichetta narrante adottata per i nostri Presìdi Slow Food fosse applicata a tutti” – propone Buttignol.

    “Come Slow Food, attraverso l’Osservatorio sulla Legalità abbiamo suggerito l’obbligo di denunciare in anticipo le giornate di lavoro e l’esclusione dai contributi pubblici e dalle denominazioni di qualità per le aziende condannate – prosegue Buttignol che sottolinea – noi però non ci dimentichiamo di chi lavora la terra. Se ci affidiamo unicamente a un mercato arrogante che svuota il cibo di ogni valore, e perdiamo di vista quanto prezioso sia il lavoro nei campi, avremo solo una vittoria parziale. Il lavoro agricolo non produce solo merce, valorizza il territorio, tutela il paesaggio e diffonde biodiversità”.

    Marcello Di Meglio

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  • Caporalato: ministro spezzino Orlando a Rignano Garganico: pronta la legge

    FOGGIA. 23 AGO. Il Ministro della Giustizia, lo spezzino Andrea Orlando, ieri ha visitato a sorpresa il “gran ghetto” di Rignano Garganico, la baraccopoli dove alloggiano oltre duemila migranti sfruttati nei campi.

    “Una città fantasma – ha scritto il ministro sulla sua pagina Facebook – una non città. Eppure migliaia di uomini e donne danno vita alle porte di Foggia a una comunità di lavoratori sfruttati. Schiavi ricattati dai caporali. È qualcosa di inaccettabile. È da questo luogo che penso sia più giusto ribadire l’impegno del governo ad approvare nel più breve tempo possibile la nuova legge contro il caporalato”.

    Orlando ha postato alcune foto che ritraggono i migranti costretti a vivere in alloggi di fortuna e prendere l’acqua potabile da grosse cisterne. Poi un vertice nella Prefettura del capoluogo dauno con i vertici delle autorità locali, mentre fuori dal Palazzo del Governo un gruppo di lavoratori agricoli stranieri affiancati dagli attivisti di “Campagna in lotta” protestava ad alta voce contro il fenomeno dei “nuovi schiavi”

    Tra di loro anche Veronica, figlia del Ministro dell’Economia Padoan. Veronica Padoan si occupa da tempo del “ghetto” di Rignano Garganico che ospita i 2000 immigrati. La quindicina di attivisti e lavoratori africani hanno manifestato pacificamente davanti alla Prefettura di Foggia. Sono braccianti stagionali extracomunitari che vivono al limite della umana dignità.

    “La questione del gran ghetto di Rignano – ha detto Veronica Padoan – è una questione che preme pesantemente sulla Regione Puglia perché ha delle responsabilità oggettive e riceve notevoli pressioni che giungono direttamente dall’Unione Europea. Per quel che concerne il gran ghetto di Rignano – ha sottolineato la Padoan – effettivamente ci troviamo di fronte ad uno dei complessi abitativi più grandi, ma come questo in Italia ci sono altri ghetti; quindi, il giochino di catalizzare tutta l’attenzione sui ghetti lascia il tempo che trova. È dal 2014 che la giunta Vendola aveva millantato di smantellare il ghetto, il problema non sono queste comunità. Il problema – ha concluso Veronica Padoan – è che se non si organizza effettivamente il lavoro nei campi è inutile parlare di smantellare i ghetti. La questione abitativa è presente anche nei contratti provinciali e nazionali”.

    Sia il Ministro della Giustizia Orlando, sia, a distanza, quello delle Politiche Agricole Martina hanno confermato che un provvedimento di legge per cercare di eliminare il fenomeno del caporalato è in via di conclusione del suo processo legislativo. “La legge sarà in vigore entro la fine dell’anno. Non si tratta di sanzionare il lavoro nero ma il reato di riduzione in schiavitù” – ha detto Orlando.

    Già da una ventina di giorni, intanto, Slow Food si era mobilitato sul vergognoso fenomeno socioeconomico: “Sul caporalato le aziende denuncino in anticipo le giornate di lavoro – fanno sapere dall’associazione della Chiocciola – il segnale politico che stavamo tutti aspettando è finalmente arrivato. L’augurio è che ora anche la Camera possa esaminare il testo del Ddl nel più breve tempo possibile: il lavoro dei braccianti italiani e stranieri è indispensabile per consentire alla nostra produzione alimentare di proporsi come eccellenza. Ma non è più ammissibile che questo risultato venga raggiunto a discapito dei lavoratori” – commenta Daniele Buttignol, Segretario Generale di Slow Food Italia.

    Il Disegno licenziato l’1 agosto da Palazzo Madama introduce novità importanti e rappresenta sicuramente un primo passo per debellare questa pratica medievale e crudele: “Finalmente – commenta Buttignol – è stato introdotto il principio di piena corresponsabilità tra il caporale e l’imprenditore, ignorato dal reato di intermediazione illecita e sfruttamento del lavoro che puniva solo i caporali.

    Ora tutti stiamo facendo e possiamo fare la nostra parte: la società civile che non si stanca di denunciare questo crimine, segnalare le produzioni virtuose e sollecitare la politica. I cittadini che scelgono ogni giorno quale cibo vogliono condividere con la propria famiglia e le istituzioni che finalmente hanno dato un segnale di responsabilità.

    Ora l’impegno deve essere rivolto anche a dare maggiori strumenti a chi vuole fare le proprie scelte con consapevolezza. Non ci stanchiamo di ripeterlo, vogliamo un’etichetta più trasparente, che racconti la filiera, che dia informazioni certe, che indichi la provenienza e il tipo di lavoro che è stato fatto. Abbiamo il diritto di poter scegliere anche in base a queste informazioni. Vorremmo che l’etichetta narrante adottata per i nostri Presìdi Slow Food fosse applicata a tutti” – propone Buttignol.

    “Come Slow Food, attraverso l’Osservatorio sulla Legalità abbiamo suggerito l’obbligo di denunciare in anticipo le giornate di lavoro e l’esclusione dai contributi pubblici e dalle denominazioni di qualità per le aziende condannate – prosegue Buttignol che sottolinea – noi però non ci dimentichiamo di chi lavora la terra. Se ci affidiamo unicamente a un mercato arrogante che svuota il cibo di ogni valore, e perdiamo di vista quanto prezioso sia il lavoro nei campi, avremo solo una vittoria parziale. Il lavoro agricolo non produce solo merce, valorizza il territorio, tutela il paesaggio e diffonde biodiversità”. Marcello Di Meglio

    Leggi l’articolo originale: Caporalato: ministro spezzino Orlando a Rignano Garganico: pronta la legge

  • Caporalato, ministro spezzino Orlando a Rignano Garganico: pronta la legge

    FOGGIA. 23 AGO. Il Ministro della Giustizia, lo spezzino Andrea Orlando, ieri ha visitato a sorpresa il “gran ghetto” di Rignano Garganico, la baraccopoli dove alloggiano oltre duemila migranti sfruttati nei campi.

    “Una città fantasma – ha scritto il ministro sulla sua pagina Facebook – una non città. Eppure migliaia di uomini e donne danno vita alle porte di Foggia a una comunità di lavoratori sfruttati. Schiavi ricattati dai caporali. È qualcosa di inaccettabile. È da questo luogo che penso sia più giusto ribadire l’impegno del governo ad approvare nel più breve tempo possibile la nuova legge contro il caporalato”.

    Orlando ha postato alcune foto che ritraggono i migranti costretti a vivere in alloggi di fortuna e prendere l’acqua potabile da grosse cisterne. Poi un vertice nella Prefettura del capoluogo dauno con i vertici delle autorità locali, mentre fuori dal Palazzo del Governo un gruppo di lavoratori agricoli stranieri affiancati dagli attivisti di “Campagna in lotta” protestava ad alta voce contro il fenomeno dei “nuovi schiavi”

    Tra di loro anche Veronica, figlia del Ministro dell’Economia Padoan. Veronica Padoan si occupa da tempo del “ghetto” di Rignano Garganico che ospita i 2000 immigrati. La quindicina di attivisti e lavoratori africani hanno manifestato pacificamente davanti alla Prefettura di Foggia. Sono braccianti stagionali extracomunitari che vivono al limite della umana dignità.

    “La questione del gran ghetto di Rignano – ha detto Veronica Padoan – è una questione che preme pesantemente sulla Regione Puglia perché ha delle responsabilità oggettive e riceve notevoli pressioni che giungono direttamente dall’Unione Europea. Per quel che concerne il gran ghetto di Rignano – ha sottolineato la Padoan – effettivamente ci troviamo di fronte ad uno dei complessi abitativi più grandi, ma come questo in Italia ci sono altri ghetti; quindi, il giochino di catalizzare tutta l’attenzione sui ghetti lascia il tempo che trova. È dal 2014 che la giunta Vendola aveva millantato di smantellare il ghetto, il problema non sono queste comunità. Il problema – ha concluso Veronica Padoan – è che se non si organizza effettivamente il lavoro nei campi è inutile parlare di smantellare i ghetti. La questione abitativa è presente anche nei contratti provinciali e nazionali”.

    Sia il Ministro della Giustizia Orlando, sia, a distanza, quello delle Politiche Agricole Martina hanno confermato che un provvedimento di legge per cercare di eliminare il fenomeno del caporalato è in via di conclusione del suo processo legislativo. “La legge sarà in vigore entro la fine dell’anno. Non si tratta di sanzionare il lavoro nero ma il reato di riduzione in schiavitù” – ha detto Orlando.

    Già da una ventina di giorni, intanto, Slow Food si era mobilitato sul vergognoso fenomeno socioeconomico: “Sul caporalato le aziende denuncino in anticipo le giornate di lavoro – fanno sapere dall’associazione della Chiocciola – il segnale politico che stavamo tutti aspettando è finalmente arrivato. L’augurio è che ora anche la Camera possa esaminare il testo del Ddl nel più breve tempo possibile: il lavoro dei braccianti italiani e stranieri è indispensabile per consentire alla nostra produzione alimentare di proporsi come eccellenza. Ma non è più ammissibile che questo risultato venga raggiunto a discapito dei lavoratori” – commenta Daniele Buttignol, Segretario Generale di Slow Food Italia.

    Il Disegno licenziato l’1 agosto da Palazzo Madama introduce novità importanti e rappresenta sicuramente un primo passo per debellare questa pratica medievale e crudele: “Finalmente – commenta Buttignol – è stato introdotto il principio di piena corresponsabilità tra il caporale e l’imprenditore, ignorato dal reato di intermediazione illecita e sfruttamento del lavoro che puniva solo i caporali.

    Ora tutti stiamo facendo e possiamo fare la nostra parte: la società civile che non si stanca di denunciare questo crimine, segnalare le produzioni virtuose e sollecitare la politica. I cittadini che scelgono ogni giorno quale cibo vogliono condividere con la propria famiglia e le istituzioni che finalmente hanno dato un segnale di responsabilità.

    Ora l’impegno deve essere rivolto anche a dare maggiori strumenti a chi vuole fare le proprie scelte con consapevolezza. Non ci stanchiamo di ripeterlo, vogliamo un’etichetta più trasparente, che racconti la filiera, che dia informazioni certe, che indichi la provenienza e il tipo di lavoro che è stato fatto. Abbiamo il diritto di poter scegliere anche in base a queste informazioni. Vorremmo che l’etichetta narrante adottata per i nostri Presìdi Slow Food fosse applicata a tutti” – propone Buttignol.

    “Come Slow Food, attraverso l’Osservatorio sulla Legalità abbiamo suggerito l’obbligo di denunciare in anticipo le giornate di lavoro e l’esclusione dai contributi pubblici e dalle denominazioni di qualità per le aziende condannate – prosegue Buttignol che sottolinea – noi però non ci dimentichiamo di chi lavora la terra. Se ci affidiamo unicamente a un mercato arrogante che svuota il cibo di ogni valore, e perdiamo di vista quanto prezioso sia il lavoro nei campi, avremo solo una vittoria parziale. Il lavoro agricolo non produce solo merce, valorizza il territorio, tutela il paesaggio e diffonde biodiversità”. Marcello Di Meglio

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  • E’ morta a 59 anni il soprano Daniela Dessì

    BRESCIA 21 AGO. E’ morta, a soli 59 anni, il soprano Daniela Dessì. La conferma arriva dal tenore Fabio Armiliato, compagno di vita dal 2000. “Una malattia breve, terribile e incomprensibile me l’ha portata via in questi mesi – ha detto Armiliato – se ne è andata la più grande cantante lirica degli ultimi 20 anni”, ha aggiunto commosso. A fine luglio la Dessì aveva annunciato sul suo account Facebook che per motivi di salute era obbligata a cancellare gli eventi estivi e aveva dato appuntamento ai suoi “amici” per il giorno 8 ottobre per un grande concerto sacro alla Basilica di Loreto.

    Daniela Dessì era nata a Genova ma da tempo era  residente a Gussago nel bresciano sul Lago di Garda, ha completato gli studi di canto al Conservatorio Arrigo Boito di Parma e presso l’Accademia Chigiana di Siena. Dopo aver vinto il primo premio al Concorso Internazionale indetto dalla Rai nel 1980, ha debuttato con l’Opera Giocosa di Savona ne “La serva padrona” di Pergolesi, costituendo un repertorio comprendente circa 70 titoli da Monteverdi a Prokofiev, passando dal repertorio barocco e mozartiano fino alle interpretazioni delle eroine verdiane e pucciniane.

    Il 9 febbraio 1982 debutta alla Piccola Scala di Milano come Donna Fulvia nella prima di “La pietra del paragone” diretta da Piero Bellugi con Ugo Benelli, Justino Díaz, Alessandro Corbelli,Claudio Desderi ed Armando Ariostini.

    Tante e prestigiose le collaborazioni internazionali dell’artista. Innumerevoli le interpretazioni, tra cui quelle delle eroine verdiane e pucciniane, e le collaborazioni con i più grandi teatri, dalla Scala di Milano al Metropolitan di New York, alla Deutsche Opera di Berlino. Con il passare degli anni dall’originario repertorio di soprano lirico la Dessì ha spostato la sua attenzione sui grandi ruoli drammatici dell’opera italiana, da Norma, a Gioconda, a Turandot. Dal 2000 era legata al tenore Fabio Armiliato.

    La Scala di Milano in un comunicato “si stringe con affetto intorno alla famiglia di Daniela Dessì. La notizia della scomparsa della cantante lirica – si legge nella nota – “suscita profonda commozione in tutti coloro che amano l’opera, e in particolare in chi ha lavorato con lei”. In quasi 30 anni di presenze alla Scala “Daniela Dessì ha presentato un vasto repertorio che, seguendo la naturale evoluzione della sua voce, ha spaziato da Rossini e Mozart a Verdi, Puccini e al Verismo, forte di una tecnica solidissima che insieme al forte temperamento e ad una rara sensibilità interpretativa l’ha collocata tra le figure di spicco del panorama operistico internazionale”. La sua Fiordiligi in “Così fan tutte” e i suoi ruoli verdiani con Riccardo Muti (Alice Ford, Elisabetta di Valois, Messa da Requiem) e le sue interpretazioni di Puccini e Cilea “restano tra le pagini indimenticabili della storia scaligera degli ultimi decenni”. È significativo, infine, spiega ancora la Scala “che il premio “Abbiati della Critica Musicale Italiana” sia giunto nel 2008 per Norma in scena al Comunale di Bologna, un ruolo estraneo al repertorio tradizionale della cantante, che richiede imperiosa autorità vocale e scenica unita a ferreo controllo tecnico”.

    Il debutto alla Scala di Daniela Dessì avviene all’inizio della carriera, nel 1982, nella parte di Donna Fulvia ne “La pietra del paragone” di Rossini diretta da Piero Bellugi alla Piccola Scala, con la regia di Eduardo De Filippo. Nel 1987 canta “Messa da Requiem” di Verdi diretta da Riccardo Muti alla Philharmonie di Berlino nell’ambito dei festeggiamenti per i 750 anni della capitale tedesca e nel 1988 è Liù nella “Turandot” in trasferta giapponese con la direzione di Lorin Maazel insieme a Ghena Dimitrova e Nicola Martinucci.

    L’anno seguente sostituisce Cheryl Studer come Contessa in una rappresentazione de “Le nozze di Figaro” diretta da Riccardo Muti prima di indossare, questa volta da titolare, i panni di Fiordiligi nell’ormai classica edizione di “Così fan tutte”, sempre diretta da Muti con la regia di Michael Hampe. Seguono ancora Requiem con Muti e Liù con Maazel in tournée a Mosca. La sua ultima apparizione scaligera, nel 2009, spiega ancora la Scala, “concludeva una nutrite serie di presenze nella stagione dei concerti di canto”.

    Marcello Di Meglio

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  • Ferragosto intenso per la capitaneria di porto

    Ferragosto intenso per la capitaneria di porto. Nella foto un naufragio a Fiumicino

    ROMA. 16 AGO. Ferragosto intenso, quello vissuto dagli uomini e donne della Guardia Costiera Capitaneria di Porto, impegnati lungo tutti gli 8.000 km di coste del Paese e sui maggiori laghi italiani, per garantire la sicurezza di quanti hanno scelto le località italiane per trascorrere la tradizionale festività.

    La Guardia Costiera nell’occasione del lungo weekend di Ferragosto ha maggiormente intensificato i controlli in mare e sulle spiagge a salvaguardia della vita umana, e a tutela dell’ecosistema marino e delle risorse ittiche della Penisola, impiegando 286 mezzi nautici e 11 aeromobili, per un totale di 912 persone di equipaggio.

    In particolare, nei giorni 14 e 15 agosto, sono state 22 le operazioni di soccorso di rilievo che hanno permesso di salvare 93 persone tra bagnanti, diportisti e subacquei: tra i soccorsi effettuati anche quello di un’imbarcazione affondata al largo di Fiumicino durante la tradizionale processione a mare per l’Assunta.

    Quattro donne e due uomini, tutti appartenenti alla stessa famiglia, sono stati soccorsi da una motovedetta della Guardia Costiera dopo essere finiti in acqua. Solo per una di loro si è reso necessario il trasporto in ambulanza all’ospedale di Ostia.

    Tali attività rientrano nell’ambito dell’operazione “Mare Sicuro” che costituisce uno dei momenti di massimo sforzo operativo per le Capitanerie di porto, che fino al 18 settembre continueranno ad assicurare l’ordinato svolgimento delle attività ludiche e produttive in mare – anche con l’ausilio di una mirata campagna di prevenzione rivolta a scongiurare comportamenti imprudenti in mare – per un’estate all’insegna della legalità e della sicurezza.

    Ad ogni buon fine si allega una foto del soccorso effettuato nelle acque di  Fiumicino e il link ad un filmato in cui un ATR42 del 2° nucleo aereo della Guardia costiera di Catania sorprende un acquascooter impegnato in pericolose evoluzioni in prossimità della costa, con grave rischio per l’incolumità dei bagnanti.

    La moto d’acqua è stata fermata da una motovedetta della Guardia costiera di Licata e il responsabile deferito all’autorità giudiziaria per inosservanza di norme in materia di sicurezza della navigazione.

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  • Guardia Costiera, innalzati i livelli di sicurezza nei porti italiani

    Guardia Costiera, innalzati i livelli di sicurezza nei porti italiani

    GENOVA. 12 AGO. La Guardia Costiera ha innlzato le misure di sicurezza nei porti italiani destinati al traffico croceristico e di passeggeri.

    In pratica aumenteranno i controlli sugli autoveicoli e i passeggeri, non è legata ad allarmi specifici ma alla necessità di aumentare l’attenzione vista la situazione internazionale, con l’inasprirsi del conflitto in Libia, e il periodo di maggior traffico previsto negli scali.

    L’ordine arriva dal Comandante generale del Corpo delle capitanerie, Ammiraglio Vincenzo Melone.

    Il livello di sicurezza passa così da 1 a 2, su una scala di 3. Le nuove disposizioni prevedono maggiori controlli ai varchi portuali, una percentuale più alta di veicoli e passeggeri controllati, un monitoraggio più accurato di tutte le aree degli scali.

    Ogni porto dovrà ora adeguare i propri piani di sicurezza, già adottati da tempo e diversi per ogni scalo, alle nuove disposizioni.

     

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  • Gattino Charlie salvato ed adottato dalla capitaneria di Marsala

    Gattino Charlie salvato ed adottato dalla capitaneria di Marsala

    MARSALA. 6 AGO. Un gattino di poco più di un mese stava annegando in mare, a Marsala in porto.

    Un gruppo di bambini lo ha notato e ha avvisato un gommone della Guardia Costiera, li vicino che è intervenuto ed è riuscito a ripescarlo.

    I militari hanno avviato le classiche manovre di rianimazione usate sugli esseri umani e lo hanno salvato.

    In pochi minuti il piccolo gatto ha iniziato a dare i primi segni di vita ed emettere un fievole miagolio.

    Il cucciolo, ribattezzato Charlie, è stato affidato alle cure dei veterinari che hanno constatato il buono stato di salute del cucciolo che, per maggiore sicurezza, è stato affidato alle cure di una clinica veterinaria.

    Il gattino è stato, però, adottato dall’ufficio circondariale marittimo di Marsala, che gli ha dato il nome di Charlie.


    Equipaggio #Guardiacostiera Marsala recupera in mare gattino e lo rianima.I militari lo adottano chiamandolo Charlie pic.twitter.com/JM3gCCN7MO

    — Guardia Costiera (@guardiacostiera) 5 agosto 2016

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