Categoria: Consumatori Italia

  • Sentenza da Monaco. Ricerca italiana: la dieta mediterranea combatte il diabete

    MONACO 25 SET. Al Congresso Europeo di Diabetologia (EASD), che ha chiuso i battenti il 16 settembre scorso a Monaco per lasciare il passo alla tradizionale Oktoberfest, la ricerca italiana si è fatta grande onore, anche in versione “young”.

    “E‘ molto importante – afferma il Professor Giorgio Sesti, Presidente della Società Italiana di Diabetologia (SID) – che studi di rilevanza internazionale siano condotti da giovani ricercatori supportati dalla SID, l‘unica società scientifica italiana nel campo del diabete che ha lanciato un programma di “scouting” per giovani ricercatori.

    Tante le ricerche presentate al congresso da giovani ricercatori arrivati a Monaco grazie ad un “travel grant” della Società Italiana di Diabetologia. Eccone alcune.

    L‘infiammazione del tessuto adiposo predispone a malattie cardiovascolari e diabete.

    Nei pazienti con diabete tipo 2, un tessuto adiposo “mal funzionante” porta ad accumulare grasso in sedi diverse da quelle previste come depositi di energia (il grasso sottocutaneo), come ad esempio il fegato. Questa alterazione consente di individuare soggetti con un profilo di rischio metabolico particolarmente sfavorevole. Lo studio presentato a Monaco dalla SID è stato condotto su 65 pazienti obesi o in sovrappeso affetti da diabete tipo 2; tutti sono stati sottoposti ad esami per stimare il livello di secrezione insulinica, il grado di resistenza insulinica a livello sistemico e nel tessuto adiposo (indice ADIPO-IR) è stato inoltre quantificato il volume del grasso sottocutaneo, viscerale, di quello nel fegato e nel pancreas attraverso la risonanza magnetica.

    “La forza e l‘originalità di questo studio – afferma la Dottoressa Ilaria Barchetta dell‘Università “La Sapienza” di Roma – consistono nell‘aver evidenziato che la presenza di infiammazione del tessuto adiposo, stimabile in maniera indiretta e non invasiva attraverso il dosaggio dell‘insulina e degli acidi grassi nel sangue, permette di identificare condizioni particolarmente a rischio nelle persone con diabete tipo 2. La disfunzione del tessuto adiposo si associa a steatosi epatica, fattore di rischio cardiovascolare indipendente, ad un esordio più precoce del diabete, ad un grado più marcato di insulina-resistenza e infiammazione sistemica. Oltre a rappresentare uno strumento semplice e non invasivo di stratificazione del rischio nelle persone con diabete, la disfunzione del tessuto adiposo potrebbe costituire un punto di partenza per nuovi approcci terapeutici del diabete”.

    La dieta mediterranea oltre a proteggere i vasi, potrebbe facilitarne anche la riparazione.

    La dieta mediterranea oltre a proteggere i vasi, potrebbe forse avere anche un‘azione riparatrice, visto che aumenta il numero di cellule progenitrici endoteliali circolanti. Finora di questa dieta, patrimonio mondiale dell‘UNESCO, si conosceva il ruolo di contenimento e correzione di una serie di fattori di rischio cardiovascolari (livelli di colesterolo e di glicemia, ipertensione, peso corporeo) ma la ricerca presentata all‘EASD rivela un inedito meccanismo attraverso il quale la dieta mediterranea potrebbe proteggere i vasi delle persone con diabete tipo 2. Lo studio dimostra infatti che questa dieta aumenta i livelli circolanti delle cellule progenitrici endoteliali.

    Lo studio è stato condotto su 215 soggetti con diabete tipo 2 di nuova diagnosi, randomizzati in due gruppi: al primo veniva consigliata una dieta di tipo mediterraneo, al secondo gruppo una dieta a basso contenuto di grassi. Sono stati misurati in tutti i partecipanti, all‘inizio dello studio e a distanza di un anno, i livelli di cellule progenitrici endoteliali nel sangue. Al termine dello studio, i soggetti che avevano seguito la dieta mediterranea presentavano un numero di cellule progenitrici endoteliali significativamente maggiore rispetto al gruppo a dieta a basso contenuto di grassi. Si tratta del primo studio di intervento basato su una dieta ad aver dimostrato un effetto benefico della dieta mediterranea sulla capacità rigenerativa dell‘endotelio in una popolazione di pazienti con diabete tipo 2 appena diagnosticato.

    “Il nostro studio – spiega la Dottoressa Maria Ida Maiorino, UOC di Endocrinologia e Malattie del Metabolismo, Seconda Università degli Studi di Napoli – condotto in una popolazione di individui affetti da diabete tipo 2, dimostra per la prima volta che seguire una dieta di tipo mediterraneo con una modica restrizione di carboidrati (pari al 50% dell’introito calorico giornaliero) e ricca di acidi grassi monoinsaturi, si associa all‘aumento dei livelli circolanti dei progenitori delle cellule endoteliali, le cellule staminali di origine midollare preposte alla riparazione dei vasi sanguigni, quando interessati da danno ischemico.

    Sono risultati – prosegue la Dottoressa Maiorino – importanti soprattutto per i pazienti con diabete tipo 2 di nuova diagnosi ai quali consigliamo di modificare il proprio stile di vita con dieta ed attività fisica strutturata, prima ancora di intraprendere una terapia medica. In questa categoria di pazienti, la dieta mediterranea offre protezione nei confronti di uno dei mediatori dell‘aterosclerosi vascolare, migliorando la capacità rigenerativa dell‘endotelio e proteggendo, nel lungo termine, i vasi sanguigni dal danno endoteliale. La dieta mediterranea grazie alla ricchezza in vegetali e olio extravergine di oliva si conferma come un regime alimentare dalle proprietà cardio-metaboliche favorevoli, soprattutto per le persone con diabete, soggetti ad alto rischio cardiovascolare.

    Marcello Di Meglio

  • Fertility Day: prevenzione fa rima con razzismo e confusione?

    ITALIA. 21 SET. Dopo le infinite polemiche sulla campagna promozionale del Fertility Day, nuove immagini, stesso sdegno dalla rete, se non peggio, dato che si è aggiunto anche un tocco di razzismo.

    Il 22 settembre 2016 si celebrerà il primo Fertility day, Giornata nazionale dedicata all’informazione e formazione sulla fertilità umana, istituita con Direttiva del Presidente del Consiglio dei ministri del 28 luglio 2016.

    La giornata – cita il sito del Ministero della salute – è promossa per aumentare soprattutto nei giovani la conoscenza sulla propria salute riproduttiva e fornire strumenti utili per tutelare la fertilità attraverso la prevenzione, la diagnosi precoce e la cura delle malattie che possono comprometterla e le tecniche di Procreazione medicalmente assistita.

    Nulla da eccepire quando si parla di prevenzione, diagnosi e cure mediche e, a parole, il testo appare “politicamente corretto” se non fosse che, le immagini e la prima campagna promozionale, uscita ad agosto, avevano scatenato l’ira di gran parte della popolazione, soprattutto in rete. Risultato, dietrofront, oscuramento del sito internet, il Premier in persona che si dissocia, e un mea culpa dei diretti interessati, che avevano promesso di rivedere il format.

    Ed ecco comparire la nuova campagna, facce pulite, sorridenti, “sane” e in colore, quello del layout, la pelle è invece rigorosamente bianca, contrapposte ad un gruppo di moderni hippy, ingrigiti, intenti a divertirsi in maniera sconsiderata, con alcol e fumo, forse anche con del colore malcelato sotto il bianco e nero; e descrivendo così l’immagine si dovrebbe dare ragione al Ministero, che ha risposto alle polemiche con un “il razzismo è negli occhi di chi guarda”, eppure, se in tanti notano la sottile linea di demarcazione e la mancanza assoluta di un tocco multietnico, caratteristica pubblicitaria che lanciò tra i primi la Benetton, seguito poi, in maniera quasi maniacale, da tutti i grandi marchi del mondo, forse, il razzismo è si di casa, ma istituzionale. In serata, il responsabile della comunicazione è stato sollevato dall’incarico, pare abbia agito di testa sua e l’opuscolo, per buna pace di tutti, è stato ritirato.

    Se poi si osserva meglio, approfondendo l’argomento, andando oltre le prime polemiche, tutta la campagna e i contenuti del Fertility Day, sarebbero da rivedere con occhio critico e tanta umiltà.

    Scorrendo il sito ( qui ) e leggendo la pagina Facebook ( qui ) si possono infatti trovare diversi articoli sull’argomento fertilità e su alcuni, forse, con una certa dose di buon senso ci si sarebbe aspettati di vedere, oltre alle parole, i fatti, sotto forma di leggi, decreti, o azioni istituzionali di qualsiasi genere.

    Un esempio? il post, con relativo articolo, non più leggibile, sull’inquinamento ambientale e i fattori di rischio per i nascituri e i più piccoli ( era qui http://www.fertilityday2016.it/fattori-di-rischio-ambientali/ ). Il testo del post, la cui foto mostra un trattore che cosparge di presunto fertilizzante, i campi, riporta: ” E’ stato dimostrato che alcuni fattori ambientali, soprattutto nelle fasi della vita più delicate come lo sviluppo intrauterino, l’infanzia e l’adolescenza, in cui l’organismo è in continuo cambiamento, possono determinare non solo infertilità nella vita adulta ma anche essere la causa di alcune patologie andrologiche e ginecologiche, come anche alcuni tumori e malformazioni”.

    Giusto, corretto, ineccepibile, se non fosse che, quelle sostanze o “fattori ambientali” ( fonte OMS e Ispra), sono autorizzati dallo stato italiano ed in uso in gran parte del territorio della nostra penisola.

    La domanda nasce quindi spontanea, se di prevenzione si tratta, perché non estenderla ad ogni fattore ambientale che incide negativamente sulla nostra salute?

    Se i fattori ambientali mettono a rischio le future generazioni, il Ministero della Salute, oltre ad informare e promuovere queste campagne, non dovrebbe cercare di eliminare il problema alla radice, garantendo la salute delle comunità?

    Non si dovrebbe pretendere da un dicastero un atto di coerenza ma, l’ipocrisia di quanto divulgato, lo necessita.

    Per il gioco http://www.fertilityday2016.it/fertilitygame/, non accessibile, si rimanda al prossimo anno…

    Arianna Codato

  • Presenza filamenti metallo in prodotti Sammontana: ritirati dai punti vendita

    EMPOLI. 19 SET. In seguito ai risultati emersi dai controlli di qualità interni, la Sammontana ha deciso di ritirare dalla vendita, a titolo precauzionale e al fine di garantire la sicurezza, le confezioni di prodotti di prima colazione surgelati, come croissant etc.” dei marchi Mongelo, Professional e Tre Marie per la possibile presenza di minuti filamenti metallici nei prodotti.

    Come si legge sul sito dell’azienda si tratta nello specifico dei prodotti:

    – Marchio Mongelo (codice 1410 Pancioko, lotto 6254; codice 1540 cornetto zuccherato crema curvo, lotto 6243; codice 6239 cornetto zuccheretto albicocca curvo, lotto 6243; codice 6240 cornetto zuccheratto vuoto curvo, lotto 6243).

    – Marchio Professional (codice 6175, croissant diritto, lotti 6242 e 6250; codice 6207, croissant curvo vuoto, lotto 6242).

    – Marchio Tre Marie (codice 6057, croissant prestige albicocca, lotto 6243; codice 6088, grancroissant crema, lotto 6254; codice 6090, grancroissant albicocca Os, lotti 6243 e 6250; codice 6091, grancroissant crema Os, lotti 6245, 6246 e 6253; codice 6092, grancroissant nocciola-cacao Os, lotto 6247; codice 6093 grancroissant vuoto Os, lotti 6243, 6245 e 6253; codice 6131, delizia lampone, lotti 6247).

    Il loro consumo potrebbe portare a lesioni. Pertanto chi ha già acquistato il prodotto o chi ne avesse a casa delle confezioni può riportarlo in negozio dove il prezzo d’acquisto sarà naturalmente rimborsato anche in assenza dello scontrino di cassa.
    Per informazioni è possibile anche contattare il numero verde 800753852 dal lunedì al venerdì dalle 9 alle 13 e dalle 14 alle 18, oppure inviare una mail all’indirizzo [email protected].

  • Samsung ritira i modelli Galaxy Note7 già venduti

    ITALIA. 12 SET. È ufficiale, dopo aver sospeso le vendite, Samsung, richiama i modelli Galaxy Note7 già venduti, anche in Italia, consigliando di spegnere immediatamente lo smartphone.

    In un comunicato la casa madre di Samsung invita ufficialmente i clienti che hanno già acquistato il nuovo modello Galaxy Note7 a spegnerlo immediatamente e seguire la procedura per riconsegnare lo smartphone il prima possibile.

    “Samsung è da sempre impegnata nella produzione di prodotti di alta qualità e prende in seria considerazione ogni segnalazione proveniente dai propri clienti. In risposta ai casi riguardanti il Galaxy Note7 recentemente segnalati, abbiamo condotto un’indagine approfondita e abbiamo individuato una problematica in alcuni tipi di batteria del nostro nuovo prodotto – riporta testualmente il comunicato – Ad oggi sono stati segnalati 35 casi a livello mondiale e stiamo attualmente conducendo un controllo approfondito con i nostri fornitori per identificare le possibili batterie coinvolte presenti sul mercato. Tuttavia, poiché la sicurezza dei nostri clienti è una priorità assoluta per Samsung, abbiamo deciso di sospendere temporaneamente la commercializzazione anche in Italia del Galaxy Note7. Stiamo lavorando per garantire a tutti i nostri utenti la più rapida sostituzione del prodotto eventualmente già acquistato (seguendo le procedure di sostituzione che vi riportiamo di seguito), ma in questo momento chiediamo a tutti coloro in possesso di un Galaxy Note7, di spegnerlo e di tornare ad utilizzare momentaneamente il telefono precedente all’acquisto, fino alla consegna di un nuovo Galaxy Note7 già prenotato, a partire dal 19 Settembre”.

    Il lancio anticipato, che avrebbe dovuto eclissare l’uscita del nuovo modello Apple, ha invece decretato una dura battuta d’arresto per l’azienda sud coreana. Si stima una perdita netta nelle vendite generali e, cosa più importante, il modello Samsung che tutti avevano definito il migliore in assoluto sul mercato, nella gamma di ultima generazione smartphone, rischia di cominciare la sua nuova vita con una maledizione difficile da dimenticare.

    Per info: Samsung.it

  • Mobile: AppDump, un clik e sei abbonato senza saperlo, al costo di 5 euro

    ITALIA. 5 SETT. Nuovi problemi per i proprietari di chiavette internet e smartphone. Da alcuni mesi, misteriosamente, gli utenti del web si ritrovano abbonati, al costo di 5 euro, a AppDump. Come fare per recuperare il credito perso.
    Un messaggio, inviato da MobilePay, sulla propria chiavetta internet recita: “APPDUMP: abbonamento attivato al costo di 4.99Euro/sett i.i.. appdump.mobi Per info e disatt chiama: 05211687865”.
    E controllando il proprio credito si scopre che effettivamente sono stati addebitati 4,99 euro.
    Il sito AppDump rimanda a giochi, video e quant’altro, con a disposizione dei crediti, per utilizzare tutte le funzioni proposte, peccato che il malcapitato utente non abbia mai deciso, volontariamente, di abbonarsi. A riprova di ciò, in rete, si trovano molti siti e articoli che segnalano il numero di telefono, definendolo “truffa legalizzata”.
    Infatti, nessuno ha idea di cosa sia, di quando lo si sarebbe attivato ne tanto meno come. Se si chiama il numero indicato, un operatore afferma che si sia volontariamente cliccato sull’abbonamento navigando nel web, cosa che raramente, nel mare dei popoup di internet, qualcuno farebbe mai. Si può comunque chiedere tranquillamente la disattivazione e, altra cosa anomala, gli operatori non provano nemmeno per un attimo a convincere del contrario, magari proponendo nuove offerte o altro, al “cliente” di turno.
    Ma per avere il rimborso del credito è bene rivolgersi direttamente alla casa madre, Vodafone, Tim o Tre, e Wind, che bloccherà eventuali altri abbonamenti e restituirà i 5 euro addebitati.
    Si tratta solitamente di partner commerciali delle aziende di telefonia che possono proporre nuovi abbonamenti e servizi, e che, con il benestare delle stesse, possono accreditare direttamente il costo del servizio sulla propria ricaricabile o conto corrente collegato. Solo che, di norma, tale servizio dovrebbe richiedere almeno una seconda conferma, magari attraverso l’inserimento del proprio numero di cellulare o internet-key, cosa che, nel caso di AppDump, non avviene, almeno leggendo i vari commenti in rete.
    Unico consiglio sempre valido? Controllare sempre il proprio credito e i costi addebitati e, nel dubbio, contattare il proprio operatore.

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  • Concordia, dalla Francia Le Parisien parla di saccheggio

    Costa Concordia, dalla Francia Le Parisien parla di saccheggio

    GENOVA. 4 AGO. E’ ancora forte, e rimarrà per sempre, nella memoria collettiva l’affondamento della Costa Concordia al largo dell’isola del Giglio il 13 Gennaio, 2012, che costò la morte di 32 tra passeggeri e membri dell’equipaggio, su 4200 passeggeri.

    Quattro anni e mezzo dopo il suo naufragio, non ci sarà presto più nulla della grande nave da crociera.

    La fase finale dello smantellamento del relitto a Genova è iniziata la settimana scorsa.

    Dalla Francia però, dal quotidiano francese Le Parisien, arriva un’accusa per la misteriosa scomparsa delle ricchezze dalla Costa Concordia.

    I passeggeri della nave incagliata nel 2012 accuserebbero la compagnia crocieristica di mancata restituzione degli oggetti di valore lasciati nelle cassette di sicurezza.

    Non mancano, però, le accuse dei passeggeri di quell’ultimo viaggio contro la compagnia crocieristica, ha accusato sabato scorso il quotidiano francese Le Parisien.

    In un articolo dal titolo “Pillage à bord du Concordia” (saccheggio a bordo della Concordia), il quotidiano francese spiega come i passeggeri hanno dovuto attendere per ritornare in possesso dei loro effetti personali, l’apertura del processo contro il comandante Schettino, il cui secondo grado si è compiuto la scorsa primavera.

    E decine di loro hanno dovuto apprendere l’amara sorpresa che gioielli, contanti o carte di credito, appartenenti a loro, erano scomparsi, sempre secondo Le Parisien.

    Altre persone, invece, avrebbero ricevuto pacchetti di oggetti che non appartengono a loro con Costa Crociere che commenta il possibile errore ‘amministrativo’.

    Ma la società, sempre secondo Le Parisien, non si sarebbe assunta alcuna responsabilità, sostenendo che durante i due anni nei quali rimase arenata a Giglio, il relitto è stato sotto la responsabilità della magistratura.
    Il rappresentante delle vittime francesi ha rivolto, infine, un invito pubblico a Costa per una compensazione economica per la merce mancante.

    C’è chi in Italia, ha sollevato la stessa questione, lo “Sportello dei Diritti” che esordisce “Oltre al danno anche la beffa” e precisa “Sarebbe utile, a questo punto che anche la magistratura italiana facesse chiarezza sulla correttezza delle procedure di recupero del relitto e del suo contenuto alla luce delle accuse d’Oltralpe non velate di sciacallaggio che gettano discredito non solo sui soggetti che hanno consentito il recupero ma sull’intero nostro Paese”.

    L’articolo originale su Le Parisien: http://www.leparisien.fr/faits-divers/pillage-a-bord-du-concordia-03-09-2016-6090049.php

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  • Terra Madre 2016. Nostro cibo quotidiano. Veleno o medicina?

    TORINO 2 SET. Prosegue il viaggio di avvicinamento di LN a “Terra Madre Salone del Gusto 2016” in programma a Torino dal 22 al 26 settembre prossimi.

    ”La teoria degli alimenti è di grande importanza etica e politica. I cibi si trasformano in sangue, il sangue in cuore e cervello; in materia di pensieri e sentimenti. L’alimento umano è il fondamento della cultura e del sentimento. Se volete far migliorare il popolo, in luogo di declamazioni contro il peccato, dategli un’alimentazione migliore. L’uomo è ciò che mangia” (da “Il mistero del sacrificio o l’uomo è ciò che mangia” di Ludwig Feuerbach, 1862).

    Con l’affermazione “l’uomo è ciò che mangia”, il filosofo tedesco Feuerbach aveva già capito, più di un secolo e mezzo fa, che la nostra alimentazione è causa diretta della nostra salute e influisce in modo decisivo sul nostro benessere.

    Negli ultimi anni, sovrappeso e obesità sono diventati un problema di salute pubblica nei Paesi occidentali. Per fare fronte al problema l’Organizzazione mondiale della sanità (Oms) ha sviluppato una linea guida intitolata “Strategia globale su dieta, attività fisica e salute” dove si legge: “Si consiglia l’aumento del consumo di frutta e verdura, la sostituzione dei grassi animali insaturi con quelli vegetali insaturi, la riduzione della quantità e delle proporzioni di grassi, sale e zucchero e l’attività fisica giornaliera”. Secondo l’Oms, circa un terzo delle malattie cardiovascolari e dei tumori potrebbero essere evitati grazie a un’alimentazione sana ed equilibrata. Tutto questo però potrebbe risultare troppo semplice: per stare bene basta mangiare bene, ma… cosa vuol dire mangiare bene?

    Al giorno d’oggi siamo costantemente bombardati da notizie, fatti e opinioni relativi al mondo del mangiare bene e restare in forma, un business da milioni di Euro. Rimaniamo sempre più spiazzati davanti alle innumerevoli scelte a nostra disposizione. E alla fine si cerca di fare del proprio meglio per barcamenarsi tra migliaia di prodotti, cercando di fare le scelte migliori con gli strumenti a disposizione. I dubbi però sono tanti e non sempre è facile capire cosa è meglio per la nostra salute: I prodotti “peso forma” e dietetici, faranno davvero bene? La farina utilizzata dalla grande industria farà poi così male? Che cosa sono gli zuccheri saturi? Potrò dare a mio figlio le merendine confezionate che vanno tanto di moda?

    Un modo utile di approcciarsi a prodotti sani e buoni è sicuramente un ritorno alle origini, un “back to basics”. Si provi a immaginare questo scenario: voi e la vostra bisnonna in un supermercato moderno. Si immagini lo stupore nei suoi occhi nel vedere questa miriade di prodotti nuovi, sconosciuti, forse anche inutili, qualsiasi tipo di verdura e frutta a disposizione tutto l’anno, carne e pesce in quantità. Un consiglio potrebbe essere quello di stare alla larga da tutti quei prodotti frutto dell’industrializzazione moderna e invece di avvicinarsi a quelli che si pensa che anche la nostra bisnonna avrebbe avuto a disposizione.

    Questo deve fare riflettere: la nostra alimentazione è uno dei pochi aspetti su cui si possa agire per preservare la nostra salute e il nostro futuro. L’unico modo per riuscire a sovrastare questo tsunami di input diversi e fuorvianti è informarsi, cercare, leggere e approfondire. Seguire la filosofia Slow Food è già un ottimo punto di partenza: mangiare locale e stagionale, recandosi nei mercati contadini; chiedere sempre che i cibi che compriamo non siano stati trattati chimicamente; consumare meno carne ma di migliore qualità per evitare gli antibiotici presenti nella produzione di larga scala; leggere sempre le etichette evitando i cibi con ingredienti incomprensibili e limitare il consumo di zuccheri sono alcuni dei consigli che Slow Food fornisce per pensare alla nostra salute.

    Da dove iniziare quindi? Cosa mangiare? Quali prodotti evitare? Per aiutarci, tre grandi esperti parleranno a ”Terra Madre” alla conferenza “Il nostro cibo quotidiano: veleno o medicina?” in programma il 25 settembre dalle 11 alle 12:30 presso il Teatro Carignano in Piazza Carignano, 6.

    Chi sono?

    Franco Berrino, medico ed epidemiologo presso l’Istituto nazionale dei tumori di Milano. Il Dottor Berrino è uno dei massimi esperti della relazione fra alimentazione e salute ed è un convinto assertore dell’utilità di una dieta corretta per evitare l’insorgere del cancro. Berrino potrà fornire un punto di vista interessante su questioni attuali come il consumo di carne, proteine animali e zucchero.

     

    Kathleen Sykes, tra i massimi esperti nello sviluppo di politiche per l’invecchiamento della popolazione e per la sostenibilità ambientale. Fa parte della “Mayor’s Age-Friendly Taskforce” a Washington DC, è Senior Advisor all’Agenzia per la Protezione Ambientale negli Usa e membro della “Gerontological Society of America”. La Dottoressa Sykes potrà fornire spunti sui consigli contenuti nelle politiche per fare “invecchiare” in modo corretto la popolazione.

     

    Andrea Pezzana, moderatore dell’incontro, Direttore del Dipartimento di Dietetica e Nutrizione Clinica dell’Ospedale San Giovanni Antica Sede di Torino  docente della Facoltà di Medicina e Chirurgia dell’Università degli Studi di Torino. Il dottor Pezzana collabora con Slow Food dando il suo contributo per scrivere la filosofia “slowfoodiana” relativa al tema cibo e salute.

     

    Per il programma completo delle Conferenze e le prenotazioni visitare il sito www.slowfood.it.

    Marcello Di Meglio

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  • Touch Diseases iPhone, class action in California

    iPhone e Touch Diseases, Class action in California ed in Italia?

    SAN JOSE. 31 AGO. Class action contro Apple intentata presso la corte federale di San Jose, in California, da un gruppo di utenti possessori di iPhone 6 e iPhone 6 Plus.

    Secondo i legali i prodotti commercializzati manifestano problemi con il touch dello schermo. I querelanti coinvolti, che al momento sono solo utenti statunitensi, accusano Apple di continuare a promuovere i propri prodotti che sostanzialmente comportano un malfunzionamento del touch accompagnato da una fascia grigia lampeggiante sulla parte alta dello schermo. Il difetto è stato ribattezzato “Touch Diseases” ed avrebbe interessato milioni di utenti.

    Apple, secondo questi, non ha fatto niente per venire incontro alle richieste di sostituzione o riparazione del prodotto, dimostrando anzi non molto interesse, al punto che alcuni utenti hanno deciso di rivolgersi alla giustizia lanciando una class action contro l’azienda.

    Nello specifico, la denuncia sostiene anche che alcuni componenti interni del telefono non hanno copertura di metallo ed è questo che causerebbe il problema, mentre i modelli precedenti erano costruiti diversamente.

    Gli iPhone, secondo i querelanti, inoltre non sono fatti per l’uso previsto per gli smartphone per via del difetto del touchscreen.

    Dal canto suo, Apple non ha ancora commentato la vicenda. I querelanti, uno californiano, uno del Delaware e uno della Pennsylvania, reclamano non precisati danni e accusano Apple di frode oltre che di violazione della legge che tutela i consumatori in California.

    In Italia lo Sportello dei Diritti di Lecce vuole intentare una class action analoga nei confronti del colosso americano, con l’obiettivo di “ottenere un risarcimento del danno in favore di quei consumatori che sono stati costretti, loro malgrado, dopo l’acquisto degli iPhone incriminati, a ridimensionarne notevolmente l’utilizzo rispetto a quello prospettato e garantito dalla casa”. (nella foto: un iPhone6, nel video un iPhone ‘affetto’ da Touch Diseases).

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  • Terremoto. Slow Food: “Un futuro per Amatrice”, 2 Euro dagli spaghetti all’amatriciana

    ROMA 27 AGO. Solidarietà per i terremotati, anche Slow Food lancia una iniziativa incentrata sul cibo, la pasta all’amatriciana. “In tutto il mondo, attraverso questo piatto simbolo della storia gastronomica di Amatrice, speriamo di poter diffondere anche i valori di solidarietà e condivisione propri della cultura contadina da cui nasce” Carlo Petrini, presidente di Terra Madre e Slow Food, avvia una campagna di solidarietà per sostenere le popolazioni colpite dal terremoto e pensare già da oggi al loro futuro.

     

    “Aderiamo alle iniziative spontanee nate in queste ore in Italia e rilanciamo – continua Petrini – chiamando in causa i ristoratori di tutto il mondo per un anno intero. Speriamo in questo modo che l’attenzione non svanisca e vada oltre l’onda emotiva del momento: superiamo l’emergenza e iniziamo già da oggi la ricostruzione. Chi ha vissuto questo dramma deve poter ritrovare la normalità il prima possibile, i fondi destinati devono essere durevoli e la raccolta costante.

     

    Con “Un futuro per Amatrice” (#unfuturoperamatrice) chiediamo ai ristoratori di tutto il mondo di inserire in carta il piatto simbolo della città colpita e di tenerlo per almeno un anno. E ai clienti chiediamo di sceglierlo. Per ogni amatriciana consumata verranno devoluti due euro, uno donato dal ristoratore, uno dal cliente. I fondi raccolti saranno direttamente versati al Comune di Amatrice”.

     

    Intanto, nell’immediato, l’invito è di scegliere i prodotti alimentari e agricoli che arrivano dalle aree colpite per sostenere l’economia locale. La rete internazionale di Slow Food si è già messa all’opera per sensibilizzare l’opinione pubblica e raccogliere quante più adesioni possibili.

     

    L’iban del Comune di Amatrice per il versamento è: IT 28 M 08327 73470 000000006000

    Causale: Un futuro per Amatrice

    Adesioni ristoratori: [email protected]

    L’elenco dei ristoratori aderenti su www.slowfood.it 

    #unfuturoperamatrice.

    Marcello Di Meglio

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  • Unioni civili: solo 26 Comuni su 230 pronti

    LIGURIA. 22 AGO. Indagine di Arcigay Liguria, solo 26 Comuni hanno predisposto una lista di prenotazione, su 230 Amministrazioni contattate, per le Unioni Civili.

    Le Unioni Civili tra persone dello stesso sesso sono legge: l’ultimo tassello è stata l’approvazione, da parte del Consiglio di Stato, del cosiddetto decreto ponte, che fornisce ai Comuni italiani tutte le indicazioni pratiche per celebrare le unioni.

    Dal 26 luglio Arcigay Liguria ha quindi avviato un’indagine contattando tutti i Comuni del territorio regionale e chiedendo loro se era già stata predisposta una lista di prenotazioni da parte di coppie dello stesso sesso.

    Ad oggi su circa 230 Comuni interpellati, 26 hanno risposto.

    Il Comune di Genova ha curato da subito un lista d’attesa che a metà agosto era già ad una ventina di prenotazioni e ha quindi creato una pagina internet dedicata, confermando quindi la sua piena disponibilità (link: Unioni civili tra persone dello stesso sesso). La prima unione genovese sarà a fine agosto in data che non è possibile specificare, perché sarà un evento privato; dalla successiva Unione saranno ammessi la stampa e le associazioni e sarà celebrata dal Sindaco Marco Doria.
    Il Comune della Spezia ha ricevuto una decina di richieste e ha confermato la sua disponibilità e il suo appoggio.
    Genova e La Spezia sono i due Comuni liguri che hanno aderito alla Rete RE.A.DY (Rete Nazionale delle Pubbliche Amministrazioni Anti Discriminazioni per orientamento sessuale e identità di genere) e, insieme ad altri, si erano già precedentemente impegnati istituendo i Registri delle Unioni Civili.

    Il Comune di Savona ha pubblicamente dichiarato il 18 agosto che quattro coppie celebreranno l’Unione Civile tra settembre e ottobre (tre coppie di uomini e una di donne) e che la prima coppia sarà “sposata” dalla Sindaco Ilaria Caprioglio.

    Il Comune di Sanremo ha ricevuto alcune richieste, ma soprattutto celebrerà la prima Unione Civile della Liguria venerdì 26 agosto. Sanremo è stata già ospite della prima manifestazione gay italiana il 5 aprile 1972, raggiungerà quindi almeno in Liguria quest’altro primato per i Diritti LGBT.
    Il Comune di Rossiglione celebrerà la prima unione fra due donne sabato 24 settembre.
    Il Comune di Albisola Superiore ha ricevuto alcune richieste; viene segnalato che fra queste ci sono due genovesi che stanno chiedendo di unirsi nei luoghi conosciuti per i matrimoni. Il Sindaco Franco Orsi dichiara che il Comune è stato “interessato a promuovere la celebrazione dei Matrimoni civili sul proprio territorio nel passato ed è parimenti interessato oggi ad analoga promozione per le Unioni”.
    Anche il Comune di Sori, che esprime soddisfazione per la Legge attraverso l’Ass. Ilaria Bozzo, promuoverà l’uso della sua spiaggia per le Unioni Civili.

    Gli altri Comuni hanno risposto confermando di non aver ricevuto richieste (almeno al momento della risposta) e di non aver quindi organizzato una lista di prenotazioni. Fra questi è interessante sottolinearne alcuni.
    Il Comune di Vessalico ha una Giunta composta da sole donne e la Sindaco Paola Giliberti si è dichiarata “ben lieta e orgogliosa di celebrare un’unione civile”. Il Sindaco del Comune di Andora Mauro Demichelis sottolinea che “Andora non ha alcun problema a effettuare unioni civili”.

    Oltre a Genova e La Spezia nessun altro Comune ci risulta abbia aderito alla Rete RE.A.DY, ma grazie a questa sollecitazione, alcuni Comuni hanno iniziato ad informarsi presso i nostri Comitati Arcigay di Imperia, Savona e Genova.

    Ricordiamo che, come previsto dal Decreto Ponte, nessun Sindaco/a o funzionario/a comunale può rifiutare di celebrare un’unione civile facendo appello all’obiezione di coscienza.

    Si ringraziano per la preziosa collaborazione i Comuni che hanno risposto all’indagine:

    Albisola Superiore (SV)
    Andora (SV)
    Calice Ligure (SV)
    Carpasio (IM)
    Chiusavecchia (IM)
    Cogoleto (GE)
    Diano Marina (IM)
    Dolcedo (IM)
    Genova (GE)
    La Spezia (SP)
    Levanto (SP)
    Millesimo (SV)
    Montebruno (GE)
    Ortonovo (SP)
    Pontedassio (IM)
    Quiliano (SV)
    Rialto (SV)
    Ronco Scrivia (GE)
    Rossiglione (GE)
    San Bartolomeo al Mare (IM)
    Sanremo (IM)
    Santo Stefano al Mare (IM)
    Soldano (IM)
    Sori (GE)
    Vallecrosia (IM)
    Vessalico (IM)

    Leggi l’articolo originale: Unioni civili: solo 26 Comuni su 230 pronti