Autore: Redazione Centrale

  • Il Nano Morgante | La penultima ruota del carro

    Il Nano Morgante | La penultima ruota del carro

    GENOVA. 24 DIC. Pensare di essere l’ “ultima ruota del carro” è una percezione di sè auto-afflitta. Per converso, pensare di essere “la prima” è un esercizio auto-celebrativo.

    Non rilevando, al momento, né il tipo di “mezzo” né il numero di “ruote” di cui è dotato,  va tuttavia premesso che ogni sua singola componente, per autoevidenza, assolve ad una funzione portante.

    Secondo un presupposto di comodo, alcuni gerarchizzano la questione,  ipotizzando il maggiore disagio per la mancanza di una ruota anteriore piuttosto che di una posteriore.

    Tuttavia, è risaputo che, a prescindere dalla dotazione complessiva, la mancanza di una qualsivoglia ruota, posteriore od anteriore, comporta instabilità di marcia e rende claudicante ed insicuro l’avanzamento.

    Fuor di metafora, andrebbe rivisitato e  rivitalizzato il simbolismo usualmente attribuito alla proposizione “sentirsi l’ultima ruota del carro”.

    Per buona analogia, non riserviamo all’“ultima ruota” alcuna inferiorità né superiorità alla “prima”, per il ribadito fatto che l’efficienza di un sistema è garantita dalla com-presenza funzionale di ogni sua parte.

    In conclusione,  rammentando ancora una volta l’importanza del singolo in relazione dell’insieme, preme significare che è sempre e comunque fuori luogo assimilarsi  a qualcosa di arretrato né di avanzato.

    Tuttavia, se proprio non resistiamo ad identificarci in qualcos’altro, che la scelta avvenga  similmente all’appalto pubblico: scartando le offerte estreme e scegliendo quella mediana.

    Quindi, se proprio si deve scegliere una “ruota”, pare un buon compromesso privilegiare la “penultima”.

    Una saggia rappresentazione collettiva di sé,  anche in forza della condivisione  del mezzo,  della contiguità dei viaggiatori  e della comune destinazione.

    Massimiliano Barbin Bertorelli

  • La teoria della relatività spiegata con Babbo Natale

    La teoria della relatività spiegata con Babbo Natale

    ROMA. 23 DIC. E’ Natale e una fisica dell’università inglese dell’Exeter, Katy Sheen, ha utilizzato la figura di Babbo Natale per spiegare la teoria della relatività.

    Come fa Babbo Natale a consegnare in una sola notte regali ai 700 milioni di bambini sparsi per il mondo, calarsi nel camino e arrivare senza farsi sentire?

    Secondo la teoria di Katy Sheen, elaborata per essere presentata ai bambini al Festival della scienza del Natale, Santa Claus e le sue renne sfrecciano per il mondo ad una velocità tale, secondo la teoria della relatività, da restringersi, consentendo a Babbo Natale e al suo grosso sacco carico di doni di calarsi agilmente nel camino.

    Ha così calcolato come Babbo Natale e le sue renne devono viaggiare a circa 10 milioni di chilometri l’ora per consegnare i regali a tutti i bambini la notte di Natale nell’arco di 31 ore considerando i diversi orari di tutti i paesi del mondo.

    E questa è la spiegazione per cui Babbo Natale non viene mai visto mentre consegna i regali. E sempre la teoria della relatività, che rallenta lo scorrere del tempo sugli orologi, spiega perché Babbo Natale non sembra invecchiare mai.

    L’effetto doppler, che fa sentire più forte il suono di una sirena quando si avvicina e più basso quando si allontana, spiega invece perchè nessuno riesca mai a sentirlo arrivare.

    Il suono delle campane della sua slitta e il suo famoso ‘ho, ho, ho’ diventano più forte per poi attutirsi, perchè si muove oltre la soglia dell’udito umano.

    Se dovesse quindi capitare di sentire un ‘bang’ nella notte di Natale, conclude Sheen, sarebbe perchè le renne avrebbero infranto la velocità del suono, producendo un ‘boom sonico’.

  • Berlino, è morta Fabrizia Di Lorenzo: è caccia al killer

    Berlino, è morta Fabrizia Di Lorenzo: è caccia al killer

    BERLINO. 22 DIC. E’ morta Fabirizia Di Lorenzo, la ragazza italiana che risultava dispersa dopo la strage di Berlino del 20 dicembre. Purtroppo è arrivata la comunicazione ufficiale.

    “L’Italia – scrive su Twitter il presidente del Consiglio Paolo Gentiloni – ricorda Fabrizia Di Lorenzo, cittadina esemplare uccisa dai terroristi. Il Paese si unisce commosso al dolore della famiglia”.

    Ed è caccia al killer di mercatino di Natale di Berlino che, al volante di un tir lanciato sulla folla, a due passi dalla Chiesa del Ricordo, lunedì sera ha provocato 12 morti e decine di feriti, di cui 12 in modo molto grave.

    Unico sospetto è il latitante tunisino Anis Amri per quello che è attentato che sarebbe stato rivendicato dall’Isis.

    E’ stato emesso anche un mandato di cattura per tutta l’area Schengen, nei confronti “di un nuovo sospettato, non necessariamente il colpevole”, ma i dubbi sono pochi.

    Anis Amri è stato 4 anni in carcere in Italia ed era considerato una persona molto violenta.

    Dopo aver scontato la pena ha ricevuto un provvedimento di espulsione dal nostro paese. Provvedimento che, però, non è andato a buon fine perché le autorità tunisine non hanno effettuato la procedura di riconoscimento nei tempi previsti dalla legge.

    Berlino, è morta Fabirizia Di Lorenzo: è caccia al killer
  • Lo Stato diventa titolare con oltre il 50% di Mps

    Lo Stato diventa titolare con oltre il 50% di Mps

    ROMA. 22 DIC. La conversione dei bond di Mps sono giunti a 2,447 miliardi di euro, più di un miliardo sono arrivati dai piccoli risparmiatori che hanno investito in questa banca. Però l’offerta delle nuove azioni, che avrebbe dovuto raccogliere altri 2,5 miliardi, non ha raggiunto i risultati attesi ˗ come avevamo scritto nel precedente articolo ˗ perciò l’intervento dello Stato è l’unica soluzione che si prospetta per mantenere l’istituto di credito in vita. Il fondo sovrano del Qatar e i grandi investitori, che ieri non avevamo valutato, non hanno voluto investire altri soldi e si sono ritirati.

    La nuova statalizzazione della banca, prevediamo che si concluderà oggi, quando il consiglio di amministrazione dell’istituto senese, alle ore 14 si riunirà, constatando che non sono stati raccolti i 5 miliardi utili e stabilendo il fallimento del provvedimento per la mancanza di nuovi azionisti. Si prevede che nella serata di oggi potrebbe essere formulato il decreto con il quale il Ministero del Tesoro, cioè lo Stato italiano, diventerà azionista di maggioranza assoluta della banca. Da un attenta lettura dei quotidiani non è ancora chiaro quanti soldi saranno necessari per mettere in sicurezza il Monte dei Paschi di Siena.

    I 20 miliardi messi a disposizione dal governo, come avevamo già notificato ieri, saranno a disposizione per il risanamento dell’istituto di credito. A questo proposito il ministro Pier Carlo Padoan ha dichiarato in Parlamento « Non è possibile fornire valutazioni specifiche sui singoli istituti ˗ ma va assicurato la massima attenzione ˗ alla tutela dei risparmiatori retail, tenendo conto dei margini concessi dalle norme europee in materia di aiuti di Stato e di direttiva bancaria.» Gli impatti sui risparmiatori, che poi sono i più a rischio, ha specificato il ministro saranno «minimizzati o resi inesistenti». Oggi i risparmiatori saranno in fibrillazione anche perché si devono concludere i vari passaggi autorizzativi, tra Bce e Commissione europea sull’intervento statale.

    Il personale MPS, oggi allo sportello, avranno l’increscioso compito di rassicurare i clienti sul futuro della banca, anche perché, aiutati dalla garanzia pubblica per la liquidità monetaria,  l’istituto di credito dovrebbe essere al riparo da ulteriori fughe di depositi. ABov.

  • MPS, risparmiatori non dormono notti tranquille

    MPS, risparmiatori non dormono notti tranquille

    ROMA. 21 DIC. Il governo Gentiloni incassa il via libera di Camera e Senato al “Salvarisparmio”, cioè si spenderanno 20 miliardi di euro per interventi sul sistema bancario italiano.

    Le due Camere, concordi, hanno votato per questo accredito che si andrà a sommare al già alto debito pubblico italiano. Con la votazione favorevole al finanziamento, il titolo del Monte dei Paschi di Siena che, in mattinata, aveva toccato nuovi minimi storici, ha recuperato terreno. Sono attesi in serata i risultati della nuova offerta di conversione agli obbligazionisti retail. Ma lo Stato ha gli strumenti per intervenire?

    Potrebbe nascere una nuova soluzione, cioè un salvataggio tutto a carico di azionisti, obbligazionisti e correntisti. A questo punto sono in molti a chiedersi: chi rischia di più in questo momento? Quali saranno gli scenari dei prossimi giorni e mesi?

    Possiamo dare alcune indicazioni su questo scenario per nulla rassicurante: chi ha una cassetta di sicurezza o è titolari di conto titoli, non corre alcun rischio perché la banca svolge solo il ruolo di custode dei beni o degli investimenti.

    Possiamo dire che titolari di conto corrente sono gli ultimi ad essere coinvolti e lo sarebbero solo nel in cui caso si applicasse il “ bail-in ”, cioè  chi ha depositi sopra i 100 mila euro e, solo per la parte superiore a quella soglia, può rischiare delle perdite.

    Il patrimonio dei fondi è separato da quello dell’istituto, mentre, nel secondo caso, la banca ha solo una delega per la gestione. Non c’è quindi alcun rischio. Qui però le informazioni che possiamo dare sono più preoccupanti e variano anche nel breve periodo.

    Gli obbligazionisti subordinati della banca MPS, tra i titolari di bond, sono invece i clienti più a rischio di perdite. Nel caso in cui la banca dovesse ottenere il salvataggio privato chi convertirà si troverà in mano titoli Mps, esponendosi così alle incertezze sul rilancio della banca, mentre chi non convertirà conserverà le proprie obbligazioni e verrà rimborsato a scadenza.

    Se però, le conversioni fossero più del dovuto risicate, Mps potrebbe non trovare i 5 miliardi necessari per evitare l’intervento dello Stato con il conseguente “burden sarin”. In tal caso i bond subordinati verrebbero convertiti in azioni, purtroppo forzatamente, ma a un rapporto di cambio inferiore a quello offerto dalla banca che darà azioni per un controvalore compreso tra l’85% e il 100% del valore nominale dei bond. Qui c’è il dilemma tra conversione e non conversione di cui sono prigionieri gli obbligazionisti. In caso di “burden sarin” i 40 mila piccoli risparmiatori che hanno sottoscritto oltre 2 miliardi di bond subordinati Mps possono anche sperare in un recupero perdite da parte dello Stato, che dovrà però essere compatibile con le regole europee, ad esempio provando che c’è stato un caso di vendita inadeguata a soggetti che non erano in grado di capire i rischi dei titoli che andavano ad acquistare. Antonio Bovetti

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  • Arriva l’inverno e il giorno più corto dell’anno

    Arriva l’inverno e il giorno più corto dell’anno

    GENOVA. 21 DIC. Oggi, 21 dicembre, comincia l’inverno ed è il giorno più corto dell’anno. Alle 11.44 odierne è iniziato il solstizio d’inverno e la luce ci sarà solo per 9 ore e 5 minuti.

    Proprio al solstizio d’inverno Google dedica uno dei suoi doodle dove vengono rappresentati dei massi e delle pietre animate infreddolite e coperte di neve.

    Il solstizio d’inverno è il momento in cui il Sole, nel suo moto apparente lungo le costellazioni dello Zodiaco, raggiunge la posizione più a Sud dall’equatore celeste, che è la proiezione nel cielo dell’equatore terrestre.

    Successivamente il Sole ricomincerà a salire verso l’equatore celeste e le ore di luce aumenteranno gradualmente fino a raggiungere il culmine fra sei mesi, nel solstizio d’estate.

    Il 21 dicembre c’è luce per 9 ore e 5 minuti, mentre la notte dura ben 14 ore e 55 minuti.

  • Antitrust Ue, Facebook ha mentito su Whatsapp: rischio multa salata

    Antitrust Ue, Facebook ha mentito su Whatsapp: rischio multa salata

    BRUXELLES. 21 DIC. La Commissione Ue ha inviato a Facebook una dichiarazione di obiezioni accusando la società di avere fornito “informazioni scorrette o fuorvianti durante l’indagine del 2014″ dell’Antitrust in merito all’acquisizione di Whatsapp da parte di Facebook.

    In particolare Bruxelles aveva chiesto informazioni alla possibilità che si prospettava così di collegare gli account Facebook con quelli Whatsapp, ma Facebook aveva risposto alle richieste di chiarimenti Ue che non sarebbe stata in grado di stabilire un collegamento automatico affidabile tra gli account degli utenti delle due società.

    Nonostante quanto dichiarato dalla società di Zuckerberg, però, la possibilità tecnica di collegare automaticamente gli ID di Facebook con quelli Whatsapp esisteva già nel 2014, e non solo a partire dall’agosto 2016 quanto quest’ultima ha aggiornato le condizioni d’uso e della privacy.

    Di conseguenza Bruxelles accusa “Facebook, intenzionalmente o con negligenza, di aver fornito informazioni scritte fuorvianti alla Commissione, in violazione dei suoi obblighi sotto il regolamento Ue sulle fusioni”.

    “Le società – scrive l’Antitrust Ue – sono obbligate a dare alla Commissione informazioni accurate durante le inchieste sulle fusioni, e devono prendere questo obbligo in modo serio”. “La nostra revisione puntuale ed efficace delle fusioni –  la commissaria Ue alla concorrenza Margrethe Vestager – dipende dall’accuratezza delle informazioni fornite dalle società coinvolte”.

    Ora la società di Zuckerberg, che rischia una multa fino all’1% del suo fatturato globale, ha tempo sino al 31 gennaio per rispondere a Bruxelles.

  • Senza esclusione di colpi la battaglia Mediaset-Vivendi

    Senza esclusione di colpi la battaglia Mediaset-Vivendi

    MILANO.20 DIC. Nella battaglia legale di Mediaset contro Vivendi viene chiamato in causa, con un esposto, all’Agcom. Ma la media company di Bolloré supera la soglia del 25% del capitale della società italiana, arrivando al 25,75% delle partecipazioni e al 26,77% dei diritti di voto.

    Le due notizie appaiono on line a meno di un‘ora dalla chiusura di Piazza Affari, dove il Biscione ha guadagnato il 23,33% chiudendo a quota 4,44 euro. Un botta e risposta che segna un’ulteriore avanzamento azionario di Bolloré, e dall’altra, lo scontro si inasprisce lungo l’asse Italia-Francia. Mediaset, si legge nel comunicato, “ha deliberato la presentazione di un esposto all’Agcom in cui si segnala l’illegittimità della condotta posta in essere da Vivendi in violazione della disciplina di settore e, in particolare, dell’ art. 43 comma 11 del Testo unico dei servizi di media audiovisivi e radiofonici, nonché il possibile ostacolo alle strategie di sviluppo di Mediaset in ragione del collegamento incrociato con Telecom Italia, l’incumbent delle Tlc, determinato dall’iniziativa di Vivendi”.

    Mediaset richiede “interventi anche in via provvisoria e di urgenza” e dalle note si legge “le iniziative legali in corso proseguano secondo i tempi stabiliti”. Il Gruppo televisivo di Cologno Monzese dà rilievo ai “gravi danni subiti dalla Società e da tutti gli azionisti a seguito della mancata esecuzione del contratto vincolante firmato l’8 aprile 2016 con Vivendi” e critica la salita fulminea di Bolloré nel capitale di Mediaset come “un evidente disegno unitario elaborato nel tempo”.

    Il cda “contesta la coerenza delle autonome decisioni di Vivendi di acquisto di azioni Mediaset con la partnership strategica e industriale tra Mediaset e Vivendi disciplinata nel contratto vincolante stipulato l’8 aprile 2016 al quale Vivendi si è resa volontariamente inadempiente”. Da varie fonti di mercato, l’amministratore delegato di Vivendi, Arnaud de Puyfontaine, sarà ascoltato dai funzionari della Consob tra giovedì e venerdì in merito agli accertamenti che la Commissione sta svolgendo nell’ambito della guerra finanziaria tra il colosso francese dei media e Mediaset.

    La parola fine alla querelle Berlusconi – Bolloré sembra molto lontano. ABov

  • Berlino, si aggrava a 12 morti il bilancio tra loro forse un’italiana

    Berlino, si aggrava a 12 morti il bilancio tra loro forse un’italiana

    BERLINO. 20 DIC. Si aggrava il bilancio delle vittime di quello che è ormai è chiaro sia un attentato con un tir Scania che si è schiantato contro un affollato mercato di Natale a Berlino: il numero dei morti è salito a 12, mentre sarebbero 48 i feriti.

    Il camion è salito a tutta velocità sul marciapiede di una zona nella chiesa del Ricordo dove si svolgeva il Mercato natalizio in pieno centro della parte Ovest della città.

    Una persona, forse un polacco, è morto nell’urto. Mentre una seconda persona sarebbe stata arrestata.

    Si tratterebbe di un pachistano di 23 anni, ma lui nega tutto a tal punto che la stessa polizia di Berlino ritiene che il pachistano arrestato non sia il guidatore del tir e che “questi sia ancora armato e a piede libero”. Nel contempo su un sito dell’Isis ci sarebbe una rivendicazione.

    Il giornale Die Welt riferisce che, in merito all’attentato, unità speciali della polizia hanno fatto irruzione attorno alle 4 di questa mattina in un hangar dell’ex aeroporto di Tempelhof, a Berlino, dove da un anno è stato allestito un grande campo che accoglie i profughi.

    Dalle indagini si sa che il camion era partito dall’Italia per fare rientro in Polonia e ci sono forti sospetti che il mezzo si stato rubato durante il viaggio.

    Angela Merkel in una dichiarazione fatta a Berlino e trasmessa da varie tv ha detto: “Dobbiamo desumere che si tratti di un attentato terroristico. Questo è un giorno molto duro”.

    Il presidente russo Vladimir Putin in un messaggio di condoglianze inviato al presidente tedesco Joachim Gauck e alla cancelliera Angela Merkel: “Il crimine commesso contro i cittadini civili sconvolge per la sua crudeltà e il cinismo”.

    Una giovane italiana sarebbe dispersa a Berlino. Lo riferisce l’Huffington Post precisando che il suo cellulare è stato trovato sul luogo della strage.

    La ragazza sarebbe sulmonese: potrebbe trattarsi di Fabrizia Di Lorenzo, 31 anni che vive e lavora nella capitale tedesca già da diversi anni. Il padre della ragazza è impiegato alle poste di Sulmona e questa notte la famiglia sarebbe stata contattata dalla Farnesina e la madre e il fratello sarebbero partiti immediatamente per Berlino

  • Emissioni: multa da Bruxelles per Ferrari e Aston Martin

    Emissioni: multa da Bruxelles per Ferrari e Aston Martin

    BRUXELLES. 20 DIC. Le auto Ferrari e Aston Martin sono quelle che inquinano ben oltre i limiti previsti dalla legislazione europea. Dovranno pagare una multa, anche se contenuta, per le emissioni eccedenti; lo ha stabilito l’Agenzia europea per l’ambiente nel rapporto annuale sulle emissioni di CO2 delle auto vendute nell’Ue, basato sulle informazioni ricevute dagli Stati e riferite al 2015.

    Questa denuncia si legge nel rapporto di Bruxelles dove si dichiara: “Due costruttori, Aston Martin Lagonda e Ferrari, hanno superato gli obiettivi specifici di emissioni loro assegnati, e dovranno pagare il prezzo delle emissioni eccedenti”.

    In particolare, le emissioni delle Ferrari erano pari a 299,4 g/Km contro i 295 autorizzati, e le Aston Martin 312,2 g/km, mentre il limite era fissato a 310.

    Secondo i calcoli effettuati dall’Agenzia per l’ambiente sulla base delle tabelle contenute nei regolamenti Ue, la multa dovrebbe essere di 410.760 euro per la casa di Maranello e di 33.414 euro per la britannica.

    I costruttori che hanno rispettato i limiti con emissioni particolarmente contenute, l’Agenzia indica le case francesi Peugeot, Citroen e Renault e, a seguire, Toyota, Hyundai e Nissan. ABov.